Una delle prime volte che sono uscita con la macchina fotografica, una decina di anni fa, come luogo per esercitarmi scelsi il Duomo di Milano. Originale eh?

Eppure mi divertii un sacco e mi emozionai nel fotografare delle specifiche scene. Il Duomo, fin da quando ero ragazzina ma sicuramente da molto tempo prima (vabbe che mio fratello mi chiama "vecchia", però...

) era luogo di incontri, il luogo prediletto per darsi appuntamento, sia tra amiche, sia per alcuni incontri di lavoro, sia tra sconosciuti al primo appuntamento. Ripresi (male) tutti i vari saluti, baci, abbracci di queste persone a me sconosciute, sedendomi sui gradoni (altro classico a Milano) ed osservando quello che accadeva.
In questi anni tanto è cambiato e, sebbene sia rimasto (ma la mia impressione è che lo sia molto meno) luogo di incontro, pare essere diventato il luogo in cui qualsiasi persona, turista, lavoratore di passaggio, amici, va a farsi i selfie o a farsi fare una fotografia in cui dare sfoggio del proprio migliore profilo. Tutti guardano se stessi, pochi si guardano intorno, pochi osservano "l'altro", pochi osservano cosa hanno davanti.
Di passaggio, dopo un lavoro, dal Duomo, osservando le persone mi rendo conto che quasi tutte non guardano nemmeno la Cattedrale, nemmeno per pochi istanti. Nessuna delle persone che ho deciso di includere in queste foto, lo ha fatto. La maggior parte arriva, scatta spalle al Duomo e se ne va con lo sguardo fisso sul telefono con l'unica appartente preoccupazione di controllare quanto splendente sia il proprio sorriso. Click! Niente di particolarmente originale, me ne rendo conto.
Scatti senza pretesa se non quella di un piccolo racconto che condivido in questo "salotto".





...ma in fondo, a guardare, la bellezza c'è sempre ed è racchiusa nei piccoli gesti...
