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FOTOGRAFIA => Fotografia => Discussione aperta da: Sardosono il Sabato, 08 Ottobre 2016, 16:33:53

Titolo: La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Sardosono il Sabato, 08 Ottobre 2016, 16:33:53
CitazioneLA DISTANZA DI GIUSTA-VISIONE

Si sente spesso disquisire (ed anche discutere accanitamente) su quale sia la risoluzione necessaria per ottenere il meglio ad una certa dimensione di stampa. Leggendo queste discussioni ci si rende conto che tutti i partecipanti, quale che sia l'opinione che sostengono, danno per scontato lo stesso presupposto, ovvero che una risoluzione maggiore sia sempre meglio di una inferiore. Ebbene, non è così, e di conseguenza quelle discussioni sono sempre erronee, anche quando per vie traverse (per non dire, per caso) giungono a conclusioni corrette.

Il fatto è che negli ultimi decenni si è perso completamente il concetto di "Distanza di Giusta-Visione" (che abbrevieremo in seguito con l'acronimo DGV), il quale è rimasto ormai solo un ricordo nella mente di ben pochi, di norma non più giovanissimi. L'oblio in cui è caduto è in un certo qual modo sconcertante, perché in realtà non solo la DGV è l'unico elemento che conta per stabilire l'idoneità di una data risoluzione per un certo scopo, ma è anche un concetto semplice e, come vedremo più avanti, molto preciso e di facile impiego, che non lascia spazio per le opinioni.

Ritengo che ciò sia dovuto al fatto che quando tale principio era conosciuto, usato e condiviso, ossia ai tempi della pellicola, il concetto di risoluzione digitale ancora non era entrato a far parte delle preoccupazioni del fotografo, ma si parlava invece di densità di informazione (spesso erroneamente chiamata "definizione"). Quando si è passati al digitale non ci si è resi conto che "risoluzione" e "densità di informazione" sono la stessa cosa.

Tutti sappiamo che se osserviamo un monitor o una TV a pochi centimetri di distanza riusciamo a distinguere i singoli pixel (i fotodiodi), fino al punto di poterli contare uno per uno, se non abbiamo niente di meglio da fare; ma sappiamo anche che a quella distanza perdiamo completamente il senso dell'immagine in quanto tale, siamo cioè troppo vicini. Anche in una stampa, se l'osserviamo con una buona lente d'ingrandimento o addirittura con un microscopio, riusciamo non solo a distinguere i singoli punti di pigmento, ma addirittura i pori della carta stessa. Ma con quell'ingrandimento non saremo in grado neanche di capire se nell'immagine ci troviamo di fronte ad un ritratto, un paesaggio o un fax di disdetta di un qualche servizio telematico (sembra che ormai i fax si usino solo per questo). Se però osserviamo quella stessa stampa o quel monitor a cento metri di distanza non riusciremo ugualmente a veder nulla, perché l'intera immagine ci apparirà come un singolo punto, forse.

E' quindi ovvio (talmente ovvio che non varrebbe la pena dirlo, ma lo dico lo stesso) che "la virtù sta nel mezzo", dobbiamo cioè osservare l'immagine né da troppo lontano, né da troppo vicino. A questo punto domandiamoci: ma c'è una distanza che possa dirsi ottimale per la visione? Ebbene sì, esiste, e non è fonte di opinione ma dipende unicamente da come sono fatti e funzionano i nostri organi sensoriali, ossia la catena che dall'occhio che acquisisce l'informazione si conclude nel cervello che in qualche modo dà corpo alla nostra percezione. Tale distanza è quella minore che però consenta ancora di apprezzare l'intera immagine nel suo insieme, e prende appunto il nome di "Distanza di Giusta-Visione".

Sì, va bene, ma cerchiamo di essere pratici: a quanto corrisponde?

Essa corrisponde alla distanza tale che la dimensione maggiore dell'immagine ci appaia all'incirca secondo un angolo di visuale di 15 gradi, il che, con un semplice calcolo trigonometrico, corrisponde sempre all'incirca al doppio della dimensione maggiore dell'immagine da osservare. Semplice, chiaro e facile da mettere in pratica.

Se scendiamo sotto questa distanza, anche di poco, allora molto rapidamente iniziamo a perdere la capacità di apprezzare l'immagine nella sua interezza ed il nostro cervello dovrà cominciare ad osservarla per parti per poi ricomporla tutta insieme. Se invece aumentiamo tale distanza, allora l'apprezzamento dell'insieme rimane invariato, ma man mano che ci allontaniamo peggiorerà molto rapidamente la nostra capacità di apprezzare i dettagli, fino a quando non riusciremo più a distinguere nulla.

Tutto qui, né più né meno.

Ora, una volta che si prende atto di questa peculiarità del nostro sistema sensoriale dovrebbe essere facile rendersi conto che:
la risoluzione utile per qualsiasi stampa di qualsivoglia dimensione è quella giusto sufficiente affinché non si distinguano i singoli pixel alla distanza di giusta-visione, e di conseguenza impiegare una risoluzione maggiore di questa è del tutto inutile sotto ogni punto di vista.
In altre parole, la struttura fisica dell'immagine deve essere sufficientemente piccola da non poter essere distinguibile alla DGV, ma renderla ancora più piccola di così non migliora la qualità della visione ed è pertanto del tutto inutile.

Lo so, adesso nasce spontanea la seguente domanda: e come si calcola questa risoluzione? La risposta è semplice e ve la darò a breve (e risparmiandovi anche i pur semplici calcoli di trigonometria elementare), ma prima voglio sfatare un mito, quello dei 300 punti per pollice. Questa risoluzione si è imposta perché è talmente esuberante che l'occhio umano non riesce a distinguere i singoli pixel neppure a distanza ravvicinata, neanche con l'ausilio di una lente di ingrandimento e persino con una stampante di mediocre qualità (ossia, anche con una ciofeca di stampante vedremo chiaramente le sbavature, ma non i singoli punti). In questo modo si taglia la testa al toro per una gran parte dei problemi di qualità di stampa e per questo è stata universalmente adottata da tutti i produttori, sapendo bene che il cliente è capacissimo di osservare con la lente di ingrandimento. Ma ovviamente, se si osserva dalla DGV questa risoluzione esagerata non serve praticamente a nulla, perché il nostro sistema sensoriale non sarà mai in grado di apprezzarla.

Ma c'è un'ultima considerazione fondamentale da fare: la risoluzione dipenda sempre e comunque ANCHE dalla densità di informazione. E noi sappiamo bene che la densità di informazione di un mosaico è (nella migliore delle ipotesi) un terzo di quella reale, mentre nella pellicola come nel Foveon è integrale, ossia il 100%. Di conseguenza, per ottenere alla DGV lo stesso risultato in termini di micro-dettaglio, col Foveon basterà una risoluzione minore di quella necessaria col mosaico (o viceversa). Provare per credere.

Ed infine, concludiamo con dei numeretti pratici e concreti per calcolare la risoluzione necessaria per qualsiasi stampa, che si ottengono da questa semplice formuletta approssimata, che vale per una immagine ad informazione integrale:
Risoluzione (espressa in punti per pollice) = K / DGV (espressa in millimetri) (Foveon o scansione di qualità da pellicola)
dove K è una costante pari a 90000 (novantamila).
Nota bene. Questa strana commistione tra diverse unità di misura è una semplice coincidenza, dovuta alla semplificazione per approssimazione, a seguito della quale la costante finale di conversione risulta casualmente molto vicina alla costante di conversione tra millimetri e pollici, ed il loro rapporto è di conseguenza (ripeto: casualmente) molto vicino ad uno.

Se l'immagine non è ad informazione integrale, ma proviene da un mosaico, allora la risoluzione necessaria è maggiore, risultando essere circa il 70% in più nel caso più favorevole di assenza di filtro anti-aliasing, ossia:
Risoluzione (espressa in punti per pollice) = 1.7 x K / DGV (espressa in millimetri) (immagine da sensore a mosaico senza AA)
Se invece il sensore a mosaico è provvisto di filtro AA, allora invece di 1.7 occorre moltiplicare direttamente per 2.

Ed ora preparatevi ad una sorpresa finale. Poiché le due formulette sono dei rapporti costanti, ne consegue che la risoluzione necessaria è anch'essa costante, cioè NON cambia al variare delle dimensioni di stampa!!!  :wow: Potete quindi calcolare voi stessi che con una immagine Foveon 1800x1200 pixel (per un totale di 2.16 Mpx) sono già sufficienti per QUALUNQUE dimensione di stampa, mentre per una immagine da mosaico ne bastano comunque solo 3000x2000 (per un totale di 6 Mpx) senza filtro AA e 3600x2400 (per un totale di 8.64 Mpx) se il mosaico è ancora dotato di questo oggigiorno ormai inutile filtro.

Non ditemi che questa conclusione non vi lasci sorpresi?!... (a meno che non lo sappiate già, non facciamo i furbi!  O:-) )
Però, vi sarà molto probabilmente già capitato di leggere di chi sostiene che 8/9 Mpx sono già sufficienti per qualunque stampa di qualità, ma in genere si tratta di professionisti che non perdono tempo a spiegare il perché (ammesso che lo sappiano, dato che a loro interessa solo il lato pratico della cosa). Ebbene, adesso sappiamo anche da dove provenga questo "numero magico" e capiamo anche perché altri parlano invece di soli 6 Mpx ed infine perché col Foveon già la SD10 coi suoi neanche 4 Mpx si rivela essere già più che sovrabbondante per qualsiasi dimensione di stampa.

Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: stenobox il Sabato, 08 Ottobre 2016, 17:00:17
Sarò onesto: WOW!!!
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Gibo51 il Sabato, 08 Ottobre 2016, 18:48:31
Letto anche questo. Non mi perdo un tuo scritto   ^-^
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Barlume il Sabato, 08 Ottobre 2016, 20:56:39
Della serie: come smontare in 2 minuti una delle maggiori leve di marketing dell'era fotodigitale.
grande, davvero...
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: elerum il Sabato, 08 Ottobre 2016, 21:57:49
Se vogliamo aggiungere dell'altro, la vista umana non può focheggiare (concentrare il focus dell'occhio) su un angolo maggiore di 2-3° e per dimostrarlo è semplice: concentri la vista su una lettera del testo e riuscirai al massimo di comprendere bene le lettere accanto; arrivare a comprendere bene nella focheggiatura due lettere a destra e due a sinistra già si fa fatica.
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Lorenzo il Sabato, 08 Ottobre 2016, 22:10:23
Chiudo questi concetti nello scrigno e li ripongo come un tesoro!
Grazie!
:si:
L
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: albertux il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 12:53:29
RIiassumo con due faccine, anche se è riduttivo...  : ???  :bat:
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Silvia V il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 13:47:08
Grazie per averlo condiviso, per me è stato utilissimo !
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Sardosono il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 15:57:32
Vi devo chiedere perdono  :-[ ma quando ho pubblicato l'articolo ho ricontrollato l'ortografia ma non la formuletta, e manco a farlo apposta non mi sono accorto di aver tralasciato di inserire la costante e l'operatore di frazione!!!  :azz:  Il copia-incolla ha poi ripetuto l'errore nella formuletta successiva. Cosa volete che sia, una bazzecola, una svista, che però trasforma la semplice formula in una colossale idiozia!!!  :ohi: :ohi: :ohi:

Fosse stata una formula complicata probabilmente l'avrei controllata e ricontrollata più volte, ma essendo così semplice, cosa c'era mai da controllare?!.... Ecco, appunto, l'ennesima dimostrazione che l'eccesso di confidenza produce disastri e.... figuracce!  :-[  Mi consolo in parte per il fatto di essermene accorto io stesso e di essermi "corrigerato" da solo  ::)  (già fatto), ma comunque è tutto nella normale logica delle cose umane, perché facendo inevitabilmente anche si sbaglia, quindi spero mi perdonerete....  O:-)
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: elerum il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 16:17:41
 :prof: come penitenza dovrai uscire , fotografare e presentarci qualche bel scatto  :si:
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Silvia V il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 21:46:35
Citazione di: elerum il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 16:17:41
:prof: come penitenza dovrai uscire , fotografare e presentarci qualche bel scatto  :si:

(che noi guarderemo dalla DGV  :D)
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Sardosono il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 22:21:42
Citazione di: silvia vuono il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 21:46:35
Citazione di: elerum il Lunedì, 10 Ottobre 2016, 16:17:41
:prof: come penitenza dovrai uscire , fotografare e presentarci qualche bel scatto  :si:

(che noi guarderemo dalla DGV  :D)
Touché ! :rofl:
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: BeSigma il Martedì, 11 Ottobre 2016, 22:20:09
Interessante
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: FabioBassTrbn il Giovedì, 28 Marzo 2019, 18:00:02
Grazie, molto istruttivo!
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: pacific palisades il Giovedì, 28 Marzo 2019, 21:04:42
 :si:
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: stefano65 il Venerdì, 29 Marzo 2019, 14:35:28
Citazione di: Sardosono il Sabato, 08 Ottobre 2016, 16:33:53
LA DISTANZA DI GIUSTA-VISIONE

Si sente spesso disquisire (ed anche discutere accanitamente) su quale sia la risoluzione necessaria per ottenere il meglio ad una certa dimensione di stampa. Leggendo queste discussioni ci si rende conto che tutti i partecipanti, quale che sia l'opinione che sostengono, danno per scontato lo stesso presupposto, ovvero che una risoluzione maggiore sia sempre meglio di una inferiore. Ebbene, non è così, e di conseguenza quelle discussioni sono sempre erronee, anche quando per vie traverse (per non dire, per caso) giungono a conclusioni corrette.

Il fatto è che negli ultimi decenni si è perso completamente il concetto di "Distanza di Giusta-Visione" (che abbrevieremo in seguito con l'acronimo DGV), il quale è rimasto ormai solo un ricordo nella mente di ben pochi, di norma non più giovanissimi. L'oblio in cui è caduto è in un certo qual modo sconcertante, perché in realtà non solo la DGV è l'unico elemento che conta per stabilire l'idoneità di una data risoluzione per un certo scopo, ma è anche un concetto semplice e, come vedremo più avanti, molto preciso e di facile impiego, che non lascia spazio per le opinioni.

Ritengo che ciò sia dovuto al fatto che quando tale principio era conosciuto, usato e condiviso, ossia ai tempi della pellicola, il concetto di risoluzione digitale ancora non era entrato a far parte delle preoccupazioni del fotografo, ma si parlava invece di densità di informazione (spesso erroneamente chiamata "definizione"). Quando si è passati al digitale non ci si è resi conto che "risoluzione" e "densità di informazione" sono la stessa cosa.

Tutti sappiamo che se osserviamo un monitor o una TV a pochi centimetri di distanza riusciamo a distinguere i singoli pixel (i fotodiodi), fino al punto di poterli contare uno per uno, se non abbiamo niente di meglio da fare; ma sappiamo anche che a quella distanza perdiamo completamente il senso dell'immagine in quanto tale, siamo cioè troppo vicini. Anche in una stampa, se l'osserviamo con una buona lente d'ingrandimento o addirittura con un microscopio, riusciamo non solo a distinguere i singoli punti di pigmento, ma addirittura i pori della carta stessa. Ma con quell'ingrandimento non saremo in grado neanche di capire se nell'immagine ci troviamo di fronte ad un ritratto, un paesaggio o un fax di disdetta di un qualche servizio telematico (sembra che ormai i fax si usino solo per questo). Se però osserviamo quella stessa stampa o quel monitor a cento metri di distanza non riusciremo ugualmente a veder nulla, perché l'intera immagine ci apparirà come un singolo punto, forse.

E' quindi ovvio (talmente ovvio che non varrebbe la pena dirlo, ma lo dico lo stesso) che "la virtù sta nel mezzo", dobbiamo cioè osservare l'immagine né da troppo lontano, né da troppo vicino. A questo punto domandiamoci: ma c'è una distanza che possa dirsi ottimale per la visione? Ebbene sì, esiste, e non è fonte di opinione ma dipende unicamente da come sono fatti e funzionano i nostri organi sensoriali, ossia la catena che dall'occhio che acquisisce l'informazione si conclude nel cervello che in qualche modo dà corpo alla nostra percezione. Tale distanza è quella minore che però consenta ancora di apprezzare l'intera immagine nel suo insieme, e prende appunto il nome di "Distanza di Giusta-Visione".

Sì, va bene, ma cerchiamo di essere pratici: a quanto corrisponde?

Essa corrisponde alla distanza tale che la dimensione maggiore dell'immagine ci appaia all'incirca secondo un angolo di visuale di 15 gradi, il che, con un semplice calcolo trigonometrico, corrisponde sempre all'incirca al doppio della dimensione maggiore dell'immagine da osservare. Semplice, chiaro e facile da mettere in pratica.

Se scendiamo sotto questa distanza, anche di poco, allora molto rapidamente iniziamo a perdere la capacità di apprezzare l'immagine nella sua interezza ed il nostro cervello dovrà cominciare ad osservarla per parti per poi ricomporla tutta insieme. Se invece aumentiamo tale distanza, allora l'apprezzamento dell'insieme rimane invariato, ma man mano che ci allontaniamo peggiorerà molto rapidamente la nostra capacità di apprezzare i dettagli, fino a quando non riusciremo più a distinguere nulla.

Tutto qui, né più né meno.

Ora, una volta che si prende atto di questa peculiarità del nostro sistema sensoriale dovrebbe essere facile rendersi conto che:
la risoluzione utile per qualsiasi stampa di qualsivoglia dimensione è quella giusto sufficiente affinché non si distinguano i singoli pixel alla distanza di giusta-visione, e di conseguenza impiegare una risoluzione maggiore di questa è del tutto inutile sotto ogni punto di vista.
In altre parole, la struttura fisica dell'immagine deve essere sufficientemente piccola da non poter essere distinguibile alla DGV, ma renderla ancora più piccola di così non migliora la qualità della visione ed è pertanto del tutto inutile.

Lo so, adesso nasce spontanea la seguente domanda: e come si calcola questa risoluzione? La risposta è semplice e ve la darò a breve (e risparmiandovi anche i pur semplici calcoli di trigonometria elementare), ma prima voglio sfatare un mito, quello dei 300 punti per pollice. Questa risoluzione si è imposta perché è talmente esuberante che l'occhio umano non riesce a distinguere i singoli pixel neppure a distanza ravvicinata, neanche con l'ausilio di una lente di ingrandimento e persino con una stampante di mediocre qualità (ossia, anche con una ciofeca di stampante vedremo chiaramente le sbavature, ma non i singoli punti). In questo modo si taglia la testa al toro per una gran parte dei problemi di qualità di stampa e per questo è stata universalmente adottata da tutti i produttori, sapendo bene che il cliente è capacissimo di osservare con la lente di ingrandimento. Ma ovviamente, se si osserva dalla DGV questa risoluzione esagerata non serve praticamente a nulla, perché il nostro sistema sensoriale non sarà mai in grado di apprezzarla.

Ma c'è un'ultima considerazione fondamentale da fare: la risoluzione dipenda sempre e comunque ANCHE dalla densità di informazione. E noi sappiamo bene che la densità di informazione di un mosaico è (nella migliore delle ipotesi) un terzo di quella reale, mentre nella pellicola come nel Foveon è integrale, ossia il 100%. Di conseguenza, per ottenere alla DGV lo stesso risultato in termini di micro-dettaglio, col Foveon basterà una risoluzione minore di quella necessaria col mosaico (o viceversa). Provare per credere.

Ed infine, concludiamo con dei numeretti pratici e concreti per calcolare la risoluzione necessaria per qualsiasi stampa, che si ottengono da questa semplice formuletta approssimata, che vale per una immagine ad informazione integrale:
Risoluzione (espressa in punti per pollice) = K / DGV (espressa in millimetri) (Foveon o scansione di qualità da pellicola)
dove K è una costante pari a 90000 (novantamila).
Nota bene. Questa strana commistione tra diverse unità di misura è una semplice coincidenza, dovuta alla semplificazione per approssimazione, a seguito della quale la costante finale di conversione risulta casualmente molto vicina alla costante di conversione tra millimetri e pollici, ed il loro rapporto è di conseguenza (ripeto: casualmente) molto vicino ad uno.

Se l'immagine non è ad informazione integrale, ma proviene da un mosaico, allora la risoluzione necessaria è maggiore, risultando essere circa il 70% in più nel caso più favorevole di assenza di filtro anti-aliasing, ossia:
Risoluzione (espressa in punti per pollice) = 1.7 x K / DGV (espressa in millimetri) (immagine da sensore a mosaico senza AA)
Se invece il sensore a mosaico è provvisto di filtro AA, allora invece di 1.7 occorre moltiplicare direttamente per 2.

Ed ora preparatevi ad una sorpresa finale. Poiché le due formulette sono dei rapporti costanti, ne consegue che la risoluzione necessaria è anch'essa costante, cioè NON cambia al variare delle dimensioni di stampa!!!  :wow: Potete quindi calcolare voi stessi che con una immagine Foveon 1800x1200 pixel (per un totale di 2.16 Mpx) sono già sufficienti per QUALUNQUE dimensione di stampa, mentre per una immagine da mosaico ne bastano comunque solo 3000x2000 (per un totale di 6 Mpx) senza filtro AA e 3600x2400 (per un totale di 8.64 Mpx) se il mosaico è ancora dotato di questo oggigiorno ormai inutile filtro.

Non ditemi che questa conclusione non vi lasci sorpresi?!... (a meno che non lo sappiate già, non facciamo i furbi!  O:-) )
Però, vi sarà molto probabilmente già capitato di leggere di chi sostiene che 8/9 Mpx sono già sufficienti per qualunque stampa di qualità, ma in genere si tratta di professionisti che non perdono tempo a spiegare il perché (ammesso che lo sappiano, dato che a loro interessa solo il lato pratico della cosa). Ebbene, adesso sappiamo anche da dove provenga questo "numero magico" e capiamo anche perché altri parlano invece di soli 6 Mpx ed infine perché col Foveon già la SD10 coi suoi neanche 4 Mpx si rivela essere già più che sovrabbondante per qualsiasi dimensione di stampa.


Grazie Antonello
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: edecapitani il Venerdì, 29 Marzo 2019, 15:40:13
Grazie! Mi associo all'attesa delle foto di penitenza
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: hobbit il Venerdì, 29 Marzo 2019, 15:50:34
Grazie, come al solito, oltre alle idee molto chiare c'è una grande capacità di esporle.

Devo dire che in qualche modo leggendo le prime righe avevo cominciato ad intuire il finale, ma devo anche dire che senza la lettura di questa ennesima perla probabilmente non avrei mai formalizzato il problema e avrei continuato ad andare a tentoni!
Titolo: Re:La Distanza di Giusta-Visione
Inserito da: Farenzi il Domenica, 31 Marzo 2019, 17:30:40
grazie Antonello, forte  :si: