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Tanta tecnica poche foto...

Aperto da pgdm1953, Giovedì, 21 Luglio 2016, 07:17:21

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pgdm1953

Ho l'impressione (magari mi sbaglio) che in questo forum ci siano tantissimi post tecnici e pochissime foto.
Vero che è un forum dedicato al Foveon, ma è pur vero che il Foveon serve a fare foto.
Vogliamo fare un po' più foto da mostrare e discutere?
:) :) :)
  • Paolo
     
DP2 Merrill
SD1M + 8-16 + 17-70 + 30 + 105 + 70-200

Italo

La foto ha perso il suo originale significato ed oggi è inflazionata: chi fa indigestione di un determinato alimento poi non ne vuole più mangiare. Oltretutto non si può incitare a fotografare quando questa attività richiede l'ispirazione che ogni dilettante dovrebbe avere, per cui si potrebbe ottenere l'effetto opposto.
Personalmente, salvo rare eccezioni, non trovo più un senso nel fare foto soltanto per pubblicarle su un forum ma, si sa, questa potrebbe essere la visione di un anziano che non ha più "gettoni" per continuare il gioco.
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

naphtha

Citazione di: Italo il Giovedì, 21 Luglio 2016, 09:04:30
Personalmente, salvo rare eccezioni, non trovo più un senso nel fare foto soltanto per pubblicarle su un forum...

Condivido il tuo pensiero Italo, il "perchè" è la cosa fondamentale per qualsiasi attività.
Canon 6D - Cosina 19-35mm

cirillo

SERIO MODE:
Personalmente non pubblico quasi mai per vari motivi.
Il principale è che da quando ho iniziato a fotografare per me la fotografia è sempre stato un atto intimo e l'unica cosa che mi piacerebbe pubblicare è un progetto stampato... un progetto che abbia una visione, un'idea... un senso.
Il mio interesse è per il reportage e la fotografia di strada e questo coinvolge le persone, spesso inconsapevoli, e non ho voglia ne interesse a darle in pasto al web.
Tante altre mie foto sarebbero solo un esercizio di stile e comunque un DejaVu.

CAZZARO MODE:
La verità è che se pubblico, e qualcuno mi fa un appunto, anche minimo, su uno dei miei capolavori, traccio il suo ip... scopro do vive... e lo vado a torturare!  8)
SD14 + 30mm 1.4 ART
DP2m

Farenzi

metterei nello statuto del forum l'obbligo agli iscritti di postare, almeno una foto foveon al mese, pena... :sm:
SD15 - 18-50, 50 macro, 180 macro, 20 mm. 24-70 mm.
70-200 mm. 35-80 mm. ...
dp2 m. SDQ.

clax

Citazione di: Farenzi il Giovedì, 21 Luglio 2016, 11:33:06
metterei nello statuto del forum l'obbligo agli iscritti di postare, almeno una foto foveon al mese, pena... :sm:

AL MESEEEE!!!!!  :( :cry: :pau: :-\ :con: :conf: :azz: :ohi: :gh:
  • Claudio
     

Italo

... che il mio intento fotografico è sempre stato di carattere giornalistico, forse per questo ho istintivamente sempre trattato le mie immagini come documento.
Di seguito alcuni esempi di ciò che intendo, eseguiti con Rollei SL66 e Leicaflex SL.

1 - Raccolta pesce dalla tratta sulla spiaggia.
2 - Fiumana del 76 (quando si spremono troppe olive....  8) )
3 - Paracadutismo allo stadio.
4 - Fulmini sulla città (su Dia).
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

DANYZ

Citazione di: Italo il Giovedì, 21 Luglio 2016, 09:04:30
La foto ha perso il suo originale significato ed oggi è inflazionata...

Mi trovo pienamente d'accordo. Inoltre dato che il mondo vive d'immagine, vengono vomitate tera e terabyte di foto ogni secondo. Come si può non fare indigstione?


Citazione di: pgdm1953 il Giovedì, 21 Luglio 2016, 07:17:21
Ho l'impressione (magari mi sbaglio) che in questo forum ci siano tantissimi post tecnici e pochissime foto.
Vero che è un forum dedicato al Foveon, ma è pur vero che il Foveon serve a fare foto.
Vogliamo fare un po' più foto da mostrare e discutere?
:) :) :)

Vero, ma hai visto di cosa si occupano gli altri forum? FF vs aps-c vs 4/3 vs compatte vs il budello di tu' ma'. :)) ecc ecc...
La nostra comunità vive di Foveon, e se Sigma tira fuori ogni volta un Foveon diverso, bisogna discuterne: una volta ha pochi pixel (ma va da Dio), e un'altra volta cresce in risoluzione ma genera troppo rumore e/o l'AF fa cilecca 10 volte su 9, e poi riaumenta di soluzione e aumentano i tempi biblici d'attesa sia di lettura sia in caricamento, poi ci sono le compatte che muoiono con l'obiettivo che non rientra più, poi arrivano le compatte Merrill con la batteria che dura poco, poi...il Quattro che Sigma ci aiuti!

In Sigma ogni volta ci sono piccole battaglie e per questo se ne parla.

Per chi di fotografia ci vive, sia fotografando sia promuovendo/vendendo un marchio, le cose sono diverse, ci deve mangiare quindi non gliene importa niente se il sensore è diverso/migliore/peggiore rispetto a quello della precedente generazione.
Ma noi poveri fotoamatori che di foto non campiamo ma ci dilettiamo, ai quali vengono promesse prestazioni sempre superiori e poi ci deludono col rumore elettronico a 100 iso...come possiamo stare zitti? :-X :))

Vero anche che vengono pubblicate poche foto ultimamente, ma è umano: c'è chi ha meno tempo, chi lavora di più, chi ha più o meno voglia di scattare a seconda dei momenti, chi non possiede più il Foveon ( io :cry:), ecc.

Passato questo periodo il forum tornerà a ripopolarsi di grandi immagini di QUALITÀ :si:
ALOHA

naphtha

Citazione di: Italo il Giovedì, 21 Luglio 2016, 16:29:40
... che il mio intento fotografico è sempre stato di carattere giornalistico, forse per questo ho istintivamente sempre trattato le mie immagini come documento.
Di seguito alcuni esempi di ciò che intendo, eseguiti con Rollei SL66 e Leicaflex SL.

1 - Raccolta pesce dalla tratta sulla spiaggia.
2 - Fiumana del 76 (quando si spremono troppe olive....  8) )
3 - Paracadutismo allo stadio.
4 - Fulmini sulla città (su Dia).

Complimenti Italo!  :si: Posta di più  :)) O:-)
Canon 6D - Cosina 19-35mm

Lorenzo

Citazione di: pgdm1953 il Giovedì, 21 Luglio 2016, 07:17:21
Ho l'impressione (magari mi sbaglio) che in questo forum ci siano tantissimi post tecnici e pochissime foto.
Vero che è un forum dedicato al Foveon, ma è pur vero che il Foveon serve a fare foto.
Vogliamo fare un po' più foto da mostrare e discutere?
:) :) :)
Io ti appoggio perché ho la stessa tua impressione. Ma comprendo le opinioni di tutti!....
Io stesso vorrei aver più tempo sia per scattare, sia per post produrre,  sia per postare...
Nella vita questo è il mio momento più pieno e con meno tempo libero in assoluto!
Un saluto
Lorenzo
  • Lorenzo
     
Sono contrario, ho alternative.

Farenzi

Citazione di: Lorenzo il Giovedì, 21 Luglio 2016, 20:32:44
Io ti appoggio perché ho la stessa tua impressione. Ma comprendo le opinioni di tutti!....
Io stesso vorrei aver più tempo sia per scattare, sia per post produrre,  sia per postare...
Nella vita questo è il mio momento più pieno e con meno tempo libero in assoluto!

per questo, dicevo, una foveonite al mese  :cry:, so, per fare un cambiamento allo statuto ci vuole consultazione rapida dei vari responsabili settori,  ::)
SD15 - 18-50, 50 macro, 180 macro, 20 mm. 24-70 mm.
70-200 mm. 35-80 mm. ...
dp2 m. SDQ.

screw

Ciao a tutti!
Prometto che spiegherò in modo più compiuto quello che sto per dire...
Personalmente credo che a tutte le motivazioni di ognuno di voi (che condivido), si aggiunge un'aggravante che forse trascuriamo.
Tale aggravante non rientra tra "il fare"... ma riguarda il mezzo.
È quella che in filosofia viene definita "vergogna Prometeica".
Spero di spiegarmi meglio più tardi...

screw

Senza voler avere la presunzione di spiegare una teoria di G. Anders (basta cercare sul web "vergogna Prometeica" per restare illuminati sull'argomento), tra l'altro complessa e articolata - e cui vi rimando per personali approfondimenti - voglio qui ora collegarmi al titolo del post "Tanta Tecnica poche foto...".
E' proprio il disagio e l'oppressione di Prometeo che ci deve far riflettere sul perché di taluni comportamenti...
Le ragioni di ognuno di noi sono tutte condivisibili, reali e motivate... questo è certo. Ma capire dove si annida l'origine di tali schemi è cosa ben più complessa...
Una serie di discussioni (figlie naturali della teoria di Anders) che conosciamo un pò tutti, potrebbero essere, ad esempio, quelle che ruotano intorno alla rivoluzione al digitale...
L'annoso problema "Analogico vs Digitale", ovvero "tecnica (quella vera, quella dell'epoca argentica) vs fenomeno commerciale (dove il mercato - alias produttori - decide cosa ti comprerai, per forza, tra soli due anni)".
Vi pongo una domanda: Perché un reflex entry level sforna jpeg favolosi e una reflex pro assolutamente NO? Per carità, non voglio entrare nella sterile discussione (in questa sede) del RAW che è sempre meglio del jpeg...
Verosimilmente il confronto tra RAW entry level e RAW pro non avrebbe senso... ma infatti volevo solo fare un esempio (tra i tanti che se ne potrebbero fare) di come il mercato (soprattutto oggi, mondo digitale) sia una stortura della realtà.
La risposta (che tutti conosciamo) è che il jpeg della entry level è per fotografi "entry level"... che non devono avere preoccupazioni... Chi compra una PRO deve essere PRO, quindi certamente più capace e più in grado di raggiungere gli stessi se non superiori risultati. Ma che c........a è questa....
Ai tempi dell'argento le macchine si differenziavano per specifiche funzioni... ma il supporto era quello e basta. A parità di lente montata e film caricato, un neofita (piuttosto che un bravo amatore) e un professionista potevano "produrre" lo stesso risultato.
Scusate la digressione...

Concludo quindi...
A parer mio , la vergogna Prometeica potrebbe essere una delle ragioni (legate al mezzo) che pian piano, in silenzio, ci allontana dalla magica serenità che può dare un "mezzo" che altro non ha se non poche regolazioni... tempi e scatti... magari senza esposimentro!

Probabilmente il Foveon (inteso come sensore) si avvicina molto all'approccio di un tempo... ed ecco perché siamo qui...

P.S. Quanto detto per il digitale, il finto reale e tutto quello che ho esposto... vale anche per il passato se spostiamo il punto di osservazione alla fotografia a colori. Niente di più finto! Infatti tutto il pippone a favore dell'argento era riferito al Bianco e Nero, di cui sono sostenitore senza pentimento!!!!  ;)

Grazie a tutti.
Antonio.

Sardosono

Ah aaahhhhh, ma qui andiamo sul pesante!!!
L'argomento è stimolante, bene, ben, bene, tre volte bene!!!

Ma invece di allacciarmi dalle tue considerazioni (con le quali mi trovo in buona misura in accordo) per evidenziare le mie differenze di pensiero, al fine di ridurre il rischio di avviare un dialogo a due ritengo più efficace partire proprio dalla "vergogna umana" come proposta da Anders ("diverso"!) per collocarla in una "diversa" prospettiva e per poi ricollegare molto naturalmente tale concetto al contesto del topic. E così quindi farò, ma prometto al contempo che sarò molto breve!

Per evitare di infarcire il discorso di "secondo me", "a mio avviso" e via discorrendo, lo chiariamo subito una volta per tutte: è tutto IMO, ovviamente, né potrebbe essere diversamente.

Giusto una premessa: sorvolo sul pessimismo congenito di Anders - al cui confronto quello del Leopardi era acqua fresca piena di speranza - e mi limito a manifestare che secondo me il pessimismo assiomatico è un veleno definitivo per qualunque visione filosofica della realtà e riconosco allo stesso tempo che tale mio pensiero è a propria volta un assioma della mia filosofia. Fine delle divagazioni.

Il punto di partenza del pensiero di Anders è semplice: l'essere umano non soltanto percepisce sé stesso come profondamente limitato ed imperfetto fin da quando ha iniziato a riflettere sulla propria natura e condizione, ma ha sempre vissuto con grande fatica l'accettazione di tale condizione. Potremmo dire che la stessa filosofia altro non è che il tentativo da parte dell'uomo di razionalizzare sé stesso, se non la propria natura almeno la percezione di sé, col fine ultimo di meglio accettare i limiti del proprio essere. Fin qui nulla di nuovo.

L'apporto innovativo di Anders nel pensiero filosofico consiste nel constatare che l'uomo ha sempre confrontato la propria imperfezione con quella di ciò che egli stesso inventa e produce, trovandolo spesso meno imperfetto di sé: ma dover constatare che "l'opera" sia meno imperfetta "dell'operaio" è fonte di profonda frustrazione. Negli ultimi due secoli, poi, le cose sono peggiorate al punto da precipitare per via della escalation del "progresso" (le virgolette sono d'obbligo) tecnologico: l'uomo si è dimostrato in grado di costruire macchine che rasentano la perfezione (o quanto meno così egli ritiene), mentre non è stato capace di ridurre di un solo granello la propria imperfezione. E non ci riferiamo tanto all'imperfezione fisica, quanto a quella dello spirito, come dimostra l'uso che ha fatto della tecnologia a fini militari. Scrive Anders:  "Gli eventi di Auschwitz e di Hiroshima possono anche essere rimossi dalla memoria (ammesso che vi siano mai penetrati), e questo di fatto è accaduto. Ma, al contrario, non può essere rimossa la loro ripetibilità."  Reputo che questo pensiero, ed in particolare l'ultima frase, meriti riflessione.

Tutto ciò ha conseguenza diretta - e non potrebbe essere diversamente - anche nella vita quotidiana di ognuno, in quanto l'essere umano cerca per quanto possibile di evitare di trovarsi faccia a faccia con la propria imperfezione, rifuggendo per quanto possibile ogni confronto che la metta a nudo, nasce cioè una vera e propria "vergogna" della propria imperfezione. Occorre fare attenzione: non si tratta di una forma di "pudore", che sarebbe un sentimento positivo e foriero di "accettazione", bensì di "vergogna" in senso stretto della propria "nudità", ossia di rigetto e di rifiuto persino ad ammetterla, figuriamoci ad accettarla. E proprio il presunto "progresso tecnologico" fornisce all'uomo un facile escamotage per la negazione della propria condizione e quindi evitarne la relativa ammissione: invece di misurare sé stesso per quello che è, ne delega la misura a quella della tecnologia che egli produce, ossia adotta il falso sillogismo che misurando il "progresso" dell'opera si possa implicitamente misurare il "progresso" dell'operaio che la produce. In tal modo egli è in grado di digerire persino le nefandezze che egli è stato, è e sarà in grado di produrre percorrendo tale presunto "progresso".

Fin qui quello che io ritengo di aver "intuito" ("compreso" sarebbe parola grossa) del pensiero di Anders, che ho cercato di sintetizzare come meglio ho potuto e col quale concordo nella sostanza. C'è ovviamente anche altro, col quale potrei essere in accordo solo parzialmente oppure nulla, ma in questo contesto non ci interessa. A quanto appena detto ora mi ricollego direttamente per esporre il mio pensiero, per chi possa aver piacere di leggerlo.

Le suesposte considerazioni, per quanto condivisibili, non ci portano da nessuna parte, non ci aiutano a capirne il perché. Dice infatti al riguardo ancora Anders: "Non perché l'uomo provi indignazione per essere fatto da altri (Dio, dèi, natura), ma perché non è fatto per nulla e, nella sua qualità di non-fatto, è inferiore a tutti i suoi prodotti fabbricati." Ma questa è ancora soltanto una constatazione, non una spiegazione. Tuttavia questo pensiero di Anders ha il pregio di evidenziare che tale perché abbia radice nella natura stessa dell'uomo, e non provenga dai suoi convincimenti filosofici e teologici. Ma resta solo un punto di partenza, non spiega nulla.  Per essere più precisi, pur essendo evidente che il fulcro della questione sia "il perché" l'uomo rifiuti di accettare la propria condizione, pochi filosofi si sforzano di spiegare l'origine di tale istinto di negazione, o quanto meno nessuno è mai stato in grado di dar corpo ad una spiegazione che appaia razionalmente soddisfacente. Troviamo invece soltanto vari presupposti assiomatici, indimostrabili per definizione e solitamente incompatibili fra loro. Neanche io cercherò di spiegare il perché (non che io non ne abbracci uno, ma ci porterebbe troppo fuori tema), ma mi interessa a questo punto concentrare l'attenzione su due di tali presupposti assiomatici, in diretta antitesi: quello ateistico positivo e quello cristiano.

Il primo ritiene che l'uomo sia in grado di progredire anche sul piano comportamentale ed "etico" (qualunque cosa ciò possa significare in un contesto ateo), ha solo bisogno di tempo (e da questo convincimento nasce l'aggettivo "positivo": infatti non tutte le posizioni atee condividono tale ottimismo, anzi molte di esse sono assolutamente pessimiste al riguardo). Di conseguenza l'uomo dovrebbe accettare senza indugio la propria condizione di imperfezione, perché è proprio tale rifiuto che ne impedisce il miglioramento, per cui prima lo accetta e prima comincerà a venir fuori dalla propria condizione. La "vergogna" di sé stessi per ciò che si è - e quindi della propria imperfezione - costituisce dunque l'ostacolo fondamentale al miglioramento della condizione stessa. Non c'è pertanto nulla di cui vergognarsi perché è una condizione comune a tutti gli esseri umani.

Al contrario, il principio cristiano di partenza è diametralmente opposto, ma poi giunge sorprendentemente alla stessa necessità urgente di accettazione: la condizione umana è quella che è e l'uomo non è in grado di sollevarsi da essa con le proprie forze, né come individuo né come comunità. L'unica via d'uscita giunge "per Grazia" (ossia come regalo) da parte di Dio, per mezzo del sacrificio di Cristo, con l'unico requisito dell'accettazione da parte dell'uomo. Non a caso, nel battesimo evangelico il credente è chiamato a testimoniare due cose, entrambe per accettazione: riconoscere la condizione di imperfezione spirituale come propria ed ineliminabile con le proprie forze (ossia riconoscersi peccatore in quanto indissolubilmente soggetto alla condizione "del peccato") ed accettare Cristo come proprio ed unico Salvatore. La prima accettazione è imprescindibile per accedere alla seconda, poiché senza il riconoscimento di quel che si è non si potrebbe neanche accettare la Salvezza da qualcosa che non si riconosce.

Entrambi i principi sono di natura fideistica, in quanto nessuno dei due può dimostrare alcunché in forma oggettiva (qualunque cosa ciò significhi), ma è incredibile come essi concordino nel considerare la "vergogna" della propria condizione come il più grande dei mali per l'uomo e quindi per l'intera l'umanità.

Bene, se siete giunti a leggere fin qui, vi starete probabilmente domandando che cosa c'entri tutto questo con la fotografia e col fatto che si pubblichino poche foto in certi contesti come il forum (mentre in altri si assite ad una vera e propria inflazione). In realtà io sarei molto più contento se questa domanda non ve la stiate ponendo affatto in quanto avete già risposto per vostro conto, ma nel caso vi fornisco la mia di risposta.

Il nesso c'è, eccome, perché la vergogna della nostra imperfezione, anche se vissuta in maniera latente, è non di meno reale e permea il nostro agire anche a livello inconscio. Siamo impregnati da una miriade di imprinting sociali che sostengono che giudicare gli altri sia giusto, legittimo e persino sensato, e di conseguenza riteniamo che altrettanto giusto, legittimo e sensato sia il fatto che gli altri giudichino noi, in ogni aspetto del nostro agire. Ergo, l'unico modo per evitare tutto questo è quello di sottrarci per quanto possibile ad ogni occasione di giudizio, per quanto banale essa sia, prima di tutto per evitare di ritrovarci faccia a faccia col giudizio di noi stessi.

Tutto ciò è talmente stolto da assurgere al ridicolo: "ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere".  E siamo talmente condizionati da simile diffusa stoltezza e talmente subissati da questa pletora di ignobili e continue pressioni comportamentali e sociali, che arriviamo al punto di ritenerle valide anche per quanto concerne la semplice manifestazione della nostra espressione, di qualunque natura essa sia, compresa quindi quella fotografica.

Ecco dunque il proliferare di pubblicazioni di foto in contesti nei quali non si è soggetti ad alcuna forma di giudizio estetico significativo (al massimo dei "mi piace", ma come ci soffrono in tanti quando non ne ricevono!) e dove comunque il "rapporto sociale" con gli eventuali "giudicanti" è talmente impersonale da poter essere ignorato se non gradito, ed al quale inoltre possiamo il più delle volte non riconoscere una specifica competenza superiore alla nostra.

Al contrario, ma per identica ragione, pubblichiamo col contagocce in contesti nei quali attribuiamo maggior rilevanza all'opinione che possiamo ricevere, ma soprattutto dove il rapporto è meno impersonale e nel quale il contenuto dei discorsi ci appare meno effimero e più pertinente. Ciò ci porta inevitabilmente a doverci confrontare con noi stessi - il che è assolutamente un bene - ma la stoltezza imperante ci condiziona sostenendo che ciò sia un male, da evitare per quanto possibile.

Se a questo punto tutto ciò vi sembrasse una quisquilia, beh, mi dispiace ma davvero non so porvi rimedio, forse non mi sono espresso compiutamente e ve ne chiedo scusa; posso solo aggiungere che ritengo varrebbe la pena di rifletterci di nuovo attentamente e dall'inizio.

Se invece ritenete che non sono stato capace di mantenere la mia promessa iniziale di esser breve - anzi, molto breve - ebbene lo riconosco, ammetto la mia fallacità umana e... non me ne vergogno affatto!

A conferma di quanto dichiarato in premessa ed a scanso di equivoci, ripeto: tutto assolutamente IMO!
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

SDQ+SD15+SD10 18-35/1.8+50/1.4+17-70/2.8-4OS+17-35/2.8-4+Elmarit135/2.8
GX7+GX1+GH1 20/1.7+25/1.4+45/1.8+60/2.8+70/2.8+20-40/2.8+Vario-Elmarit-14-50/2.8
X-T10 35/1.4+50/1.2+28/2.8+Sonnar90/2.8+135/2.5+16-50/3.5-5.6OS+70-200/4Macro
LX100  GXR+evf 50/2.5Macro+28/2.5  S3Pro  Digilux-2

elerum

Per me sei stato molto sintetico :no:
Sintetizzando ancora un po e cercando di spiegare perché posto e intervengo veramente poco o nulla ultimamente.
(l'avevo già detto in passato ) in ogni immagine o riga che scrive, l'autore cerca di rappresentare lo stato d'animo in quale si trova nel istante dello scatto (e cercando di riviverlo al momento dello sviluppo) o nel istante che scrive un intervento, ecco analizzando proprie immagini o interventi propri postati precedentemente ho visto tutta la mia imperfezione e mi domando come ho fatto a postare certe immagini oppure come ho fatto a scrivere certe idiozie.
Saluti
M
  • Micky
     
IL FOVEON SCEGLIE LA PERSONA CON CUI STARE E NON LA PERSONA IL FOVEON

se Tu hai una mela ed io un altra mela e ce li scambiamo avremo sempre ognuno una mela invece se io ho un idea e Tu un altra idea e ce li scambiamo allora ognuno di noi avremo due idee
George Bernard Shaw


PS: Non sono un "Photographer" ma un artigiano della fotografia  ;)