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Il museo di Varsavia dell’Olocausto e quando il Foveon non ce la fa

Aperto da Rino, Sabato, 18 Agosto 2018, 10:47:48

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Rino

A Varsavia sono andato a visitare il Museo dell'Olocausto con mia moglie. Il museo era volutamente buio con piccole aree illuminate per enfatizzare il senso di angoscia. Molto bello ma, come sono entrato, ho capito che non potevo fotografare con facilità con la Sigma dp0 Quattro che avevo con me: la sensibilità necessaria variava tra 800 e 3200 ISO, davvero troppi per il Foveon (volendo la qualità, ma se non volessi la massima qualità perché dovrei adoperarlo?). Mentre mia moglie scattava con disinvoltura foto a colori con la vecchia NEX-5 grazie all'ottica F/2.8 ed alla stabilizzazione, io ho impostato la dp0 in modalità Monochrome facendo virtù del rumore (accettabilissimo in BN), del contrasto più elevato e facendo i salti mortali per non muovere anche con tempi di scatto molto lenti. Il risultato alla fine è stato più che soddisfacente, ma - appunto - mi sono adeguato alle sue possibilità.

Credo che con il Foveon occorra, oltre ad una buona dose di tenacia che sconfina nel masochismo, riuscire a capire quando può consentire risultati eccezionali e quando no. Alla fine io tendo ad adoperarlo sempre di più per qualsiasi situazione, adeguando il mio modo di vedere ai suoi limiti.

Riporto qui, certo di far cosa gradita e utile, alcune parti del commento di Antonello nell’altro forum:

CitazioneSolo l'esperienza vera (ossia quella supportata dalla conoscenza) può insegnare l'importanza fondamentale e non surrogabile dell'esperienza stessa: non è un gioco verbale, è la realtà delle cose!

Quanto alla fotografia, essa non fa eccezione e l'esperienza è fondamentale. Purtroppo, certa attrezzatura è provvista di "autista" (o "pilota automatico" se preferite) e questa sofisticazione tecnologica produce in molti l'illusione di saper usare e guidare lo strumento fotografico, mentre in realtà al massimo sanno soltanto dare indicazioni all'autista del mezzo. Ma quando lo strumento per sua natura non consente che possa esserci un "autista" a condurlo al posto nostro, ecco che la nostra incapacità di guidarlo viene al pettine. E spesso - sigh - siamo così profondamente inconsapevoli di questa nostra incapacità, che finiamo per addossare le colpe allo strumento invece che a noi stessi, e in questo modo ci precludiamo definitivamente ogni possibilità di imparare a guidare. E’ ridicolo che cerchiamo di fare la diagnosi dei nostri problemi fotografici e prescriverci perfino la cura, quando in realtà la nostra competenza non è in grado di distinguere un raffreddore da una pestilenza. Eppure è proprio quel che facciamo, chi più, chi meno.

Le immagini riportate da Rino nel post precedente sono un esempio tipico del problema e dell'unica soluzione possibile, che potremmo definire "adattamento consapevole", ma che io preferisco chiamare in altro modo (vedi più sotto).

Quello che ha fatto Rino NON è stata una scelta di compromesso, anche se superficialmente si potrebbe pensare questo. No, quello che ha fatto è consistito innanzitutto nel prendere atto delle condizioni di luce e di ripresa, nonché degli strumenti disponibili; dopo di che ha semplicemente lasciato che la propria espressività attingesse a piene mani alla propria conoscenza ed esperienza, in modo del tutto trasparente ed automatico (seppur consapevole). Inoltre, nel far questo ha messo da parte ogni possibile recriminazione (sull'attrezzatura che aveva o che avrebbe potuto avere con sé, sulle condizioni di luce, di ripresa o quant'altro), perché le recriminazioni uccidono lo spirito e con esso ogni possibile risultato.

In soldoni, quel che ha fatto Rino è semplicemente sana Fotografia, dove "sana" sta per "fatta con serenità ed entusiasmo", mentre "Fotografia" sta per... beh, sta per Fotografia e basta, che io chiamo: "l'arte di fare di necessità virtù!"

Se in noi alberga l'istinto della recriminazione, non riusciremo mai a produrre buona fotografia perché saremo sempre frustrati, in quanto ben raramente avremo con noi l'attrezzatura ottimale (a meno di portarci appresso un tir con rimorchio di materiale fotografico). Permettetemi di dire che quando mi imbatto in qualcuno che recrimina sulla attrezzatura (o che cerca l'attrezzatura ideale, il che è esattamente la stessa cosa), beh, io mi faccio subito l'idea che le sue foto - anche se non le ho mai viste - difficilmente saranno significative, se non per risultato casuale. E lo penso anche se questa persona fotografa da mezzo secolo come me, o fosse anche più. Perché lo penso? Perché chi recrimina sta cercando l'intoppo nel posto sbagliato, ossia nell'attrezzatura invece che in sé stesso, quindi con questa disposizione mentale ha ben poche possibilità di progredire, né nell'immediato né in futuro, finché non cambia questo suo ingannevole modo di vedere le cose.

pacific palisades

E' il grande tema per cui i limiti non mortificano ma aiutano l'espressione, basta pensare, non so, alla gabbia che si era creato Dante per scrivere la Commedia.
Anche queste fotografie dimostrano benissimo che il limite è semplicemente la base da cui spiccare il salto.

Più che altro l'intoppo come scrive Antonello è da cercare in noi stessi che siamo, per così dire, il "sensore ultimo". Gli stereotipi visivi, espressivi e tecnici sono polvere depositata sul cervello - quindi lì principalmente c'è da fare pulizia.

BeSigma

a mio parere le foto scattate riproducono in modo degno e con emotività giusta l'argomento trattato...

Per quanto riguarda il commento di Anto che dire, posso solo sposarlo in merito alla fotografia in primis e in modo più ampio in qualsiasi ambito della vita...

Nel mio lavoro quotidiano questo commento, ove compreso, risolverebbe un bel po di intoppi... ma è difficile capire che i problemi e gli scarsi risultati derivano spesso da un errato utilizzo delle risorse a nostra disposizione... personalmente credo fermamente che qualsiasi risultato sia frutto di quel che facciamo con le nostre risorse e il modo in cui misceliamo tecnica, conoscenza, emotività e una buona dose di autoironia.

:P
come se... ridendo dei miei demoni, tenessi fra le mani gli angeli...
SD9 + SD10 + SD14 + SD15 + SD1 + Dp1s + Ottiche serene variabili

http://www.flickr.com/photos/matlin78/
http://500px.com/BeSigma

Lorenzo F.

Queste tue foto Rino dicono piú di mille parole, la poca luce che hai voluto catturare per scelta prima che per condizione derivante da un mezzo tecnico piú o meno adeguato all'occasione, ha reso il concetto e l'idea di ciò che quella vicenda ha rappresentato, l'oscuritá della ragione.
Eccellenti scatti ed ottima interpretazione, unica pecca è non averne postati di piú.


Grazie Rino


Per quanto mi riguarda, non posso che essere d'accordo con Antonello.
{[(1:1:1) + (1:1:4)] /3} > 33% = True
SX70-Sd10-SdQ-XH1 ed altre cosucce varie.

Non sapere chi siamo è grave. Non sapere cosa si voglia è rischioso. Non capire con chi si stia parlando può rivelarsi drammatico.
M.Villani

Rino

Grazie Ignazio, Andrea, Lorenzo e tutti. Quel museo è stato realizzato in maniera eccelsa, una testimonianza precisa ma senza cadere nella facile tentazione di calcare il piede sull'acceleratore. Ho anche altre foto e, visto che vi fa piacere vederle, le pubblicherò volentieri.

Mentre le sale con le armi, le divise e le foto della guerra sono già drammatiche in partenza, complice la scarsa illuminazione con faretti spot diretti sui punti giusti, c'è una stanza dall'aspetto "normale", bene illuminata e piena di colori ma, forse per questo, ancora più straziante: è una stanza dell'asilo di Varsavia in quel periodo, piena di giocattoli e foto di bambini sorridenti. L'orrore di quella stanza è nella sua totale normalità. Non credo di dover aggiungere altro.


Rino


pacific palisades

Citazione di: Rino il Martedì, 21 Agosto 2018, 20:43:30
Citazione di: pacific palisades il Martedì, 21 Agosto 2018, 20:20:41
In quel momento a Varsavia operavano Janusz Korczak e Irena Krzyzanowska Sendler.

Com'è che sei così ferrato? Semplice passione o ci hai a che fare per lavoro? ;)

Perché facendo un corso di alta formazione sul diritto minorile una docente spiegò che la Polonia aveva avuto un ruolo fondamentale nella promozione della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia proprio perché raccoglieva l'eredità di questo medico Janusz Korczak che fece tanto per bambine e bambini fattivamente con l'orfanotrofio, ma anche scrivendo testi sui diritti delle persone minorenni.  Irena Krzyzanowska Sendle l'ho scoperta cercando su Korczak.
Però, credo, se avevo fatto caso a quel breve accenno storico è per interesse del tutto personale, diciamo così, per il campo "morale" che avvolge con linee di forza il mondo, e vale la pena stupirsene come ci si stupisce del campo magnetico terrestre.

Mariano San

Foto bellissime ,ottime, che "parlano " al cuore. Mi piacerebbe tanto poterle vederle stampate belle grandi ed esposte in una galleria. Rino ,sei una risorsa per tutti noi  ^-^
La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità

:san:

Rino

Citazione di: pacific palisades il Martedì, 21 Agosto 2018, 21:45:54
Citazione di: Rino il Martedì, 21 Agosto 2018, 20:43:30
Citazione di: pacific palisades il Martedì, 21 Agosto 2018, 20:20:41
In quel momento a Varsavia operavano Janusz Korczak e Irena Krzyzanowska Sendler.

Com'è che sei così ferrato? Semplice passione o ci hai a che fare per lavoro? ;)

Perché facendo un corso di alta formazione sul diritto minorile una docente spiegò che la Polonia aveva avuto un ruolo fondamentale nella promozione della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia proprio perché raccoglieva l'eredità di questo medico Janusz Korczak che fece tanto per bambine e bambini fattivamente con l'orfanotrofio, ma anche scrivendo testi sui diritti delle persone minorenni.  Irena Krzyzanowska Sendle l'ho scoperta cercando su Korczak.
Però, credo, se avevo fatto caso a quel breve accenno storico è per interesse del tutto personale, diciamo così, per il campo "morale" che avvolge con linee di forza il mondo, e vale la pena stupirsene come ci si stupisce del campo magnetico terrestre.

Interessantissimo, ma - se non sono indiscreto - cosa fai nella vita?

Rino

Citazione di: Mariano San il Mercoledì, 22 Agosto 2018, 19:31:13
Foto bellissime ,ottime, che "parlano " al cuore. Mi piacerebbe tanto poterle vederle stampate belle grandi ed esposte in una galleria. Rino ,sei una risorsa per tutti noi  ^-^

Troppo buono Mariano, grazie, non escludo che un giorno ne stamperò qualcuna! ;)