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Il segno di chi fotografa, il segno del mondo, il segno sociale

Aperto da pacific palisades, Lunedì, 22 Febbraio 2021, 16:11:48

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pacific palisades

Premetto che il discorso che segue riguarda una ricerca sull'immagine fotografica svolta in condizioni ideali di libertà, non ha molto a che fare con chi  deve confrontarsi con un committente vero e proprio, né con chi deve confrontarsi con quel particolare committente che è il fornitore di like sui social. A questi ultimi potrà sembrare filosofia inutile.

Parto dall'inizio, questa frase di Luigi Ghirri sulle Lezioni di Fotografia (pag. 21), ripresa anche nel bel libro di Ennery Taramelli Memoria come un'infanzia. Il pensiero narrante di Luigi Ghirri, che ho fotografato:



l'intuizione della fotografia come relazione io-mondo è uno strumento straordinario di analisi delle immagini, in particolare suggerisce che:

- l'immagine fotografica per quanto sia prodotta meccanicamente non è una verità assoluta, è un punto di vista sulla verità
- l'immagine fotografica non rappresenta soltanto ciò che sta davanti all'obiettivo ma anche chi fotografa, come se ogni obiettivo avesse un doppio e contrapposto angolo di campo (vi sarà capitato di riconoscere l'autore di una fotografia pur non trovandolo rappresentato direttamente o indicato in didascalia, no?)
- questa coesistenza nell'immagine tra interiorità di chi fotografa e mondo esterno è una relazione
- una relazione può avere diverse gradazioni, può essere prevalente il segno di chi fotografa oppure il segno del mondo.

Chi si accosta alla fotografia come 'autore' e quindi programma l'immagine pretendendo come un regista di ottenere certi elementi e non altri porta un suo segno potente e prevalente su ciò che il mondo esterno offre effettivamente. Non è disposto ad ascoltare il mondo perché il mondo è imprevedibile, mentre l'autrice o l'autore ha già previsto l'immagine. Chiaramente questa è una configurazione di massima.

Non c'è nulla di sbagliato nell'autorialità, perché può essere che quel segno forte sia magnifico. Non c'è dubbio che la storia della fotografia sia piena di magnifiche autrici e autori. Non c'è dubbio nemmeno che l'autorialità sia egemone dall'inizio della fotografia col pittorialismo, fino ai nostri giorni che sono quelli della 'postproduzione'. La parola 'postproduzione' suggerisce che l'immagine è prodotta in due battute, prima nella registrazione del mondo esterno (che concepito come un set già presenta il segno dell'autore), poi nel fotoritocco, cioè lo strumento digitale attraverso cui la visione dell'autore può imporsi definitivamente sul mondo esterno.

La mia idea di fotografia è diversa, vorrei che il mio segno non fosse affatto prevalente sul mondo esterno.

A complicare le cose c'è una considerazione che Ghirri non fece esplicitamente: l'interiorità di ciascuna persona è a sua volta una relazione diciamo così tra un 'core' che è la sua più propria e intrattabile individualità, e le norme/convenzioni sociali.

Il cosiddetto triangolo della fotografia non è solo quello tecnico (triangolo dell'esposizione tempo, iso, diaframma) ma anche, e per me soprattutto, questo: io, realtà, società. Qui però concludo il discorso, perché si apre qualcosa di troppo grande per dei semplici appunti.

A cosa serve questo discorso?
A essere consapevoli delle proprie pratiche, a produrre immagini del mondo avendo chiaro o abbastanza chiaro quel che si sta facendo. Quindi serve a chi persegue l'autorialità, che in sostanza è artistica, come a chi cerca di evitarla.






Eros Penatti

Sei troppo forte, unico !!  :D :D
Uno che si fa tutti sti pistolotti per fare una foto, merita il più alto rispetto in questo forum di fotografia  :si:
Prima o poi ci conosceremo, devo guardarti in faccia quando racconti queste cose...

clax

Il punto di vista dell'autore deve essere sempre prevalente.
Egli non deve cercare nient'altro che la sua visione.
Lo deve fare nonostante i condizionamenti sociali
Non dovrebbe mai (sic!) cercare l'approvazione degli altri (me tapino!!!)
Come considerazione a margine, anche la post produzione fà parte
del processo creativo, dobbiamo fercene una ragione Andrea.
Non è detto che sia più mistificatoria della "realtà" delle scelte
operate in fase di ripresa.
E' parte/o dell'autore.
  • Claudio
     

pacific palisades

Citazione di: clax il Lunedì, 22 Febbraio 2021, 19:57:22
Il punto di vista dell'autore deve essere sempre prevalente.

Che è l'idea della fotografia come arte, e del fotografo come artista.
Però non è l'unica possibilità della fotografia e non è quella che interessa me.

Citazione di: clax il Lunedì, 22 Febbraio 2021, 19:57:22
Come considerazione a margine, anche la post produzione fà parte
del processo creativo, dobbiamo fercene una ragione Andrea.
Non è detto che sia più mistificatoria della "realtà" delle scelte
operate in fase di ripresa.
E' parte/o dell'autore.


Assolutamente sì, la 'postproduzione' non mistifica mai se la fotografia è intesa come opera artistica. In questo caso la fotografia non ha più come soggetto il mondo, ma la visione del mondo creata dall'autore. La postproduzione è la verità dell'autore, l'autore è il creatore del mondo.

Immaginiamo anche un nome ipotetico: L'autore XY.


pacific palisades

Citazione di: Eros Penatti il Lunedì, 22 Febbraio 2021, 16:32:35
Sei troppo forte, unico !!  :D :D
Uno che si fa tutti sti pistolotti per fare una foto, merita il più alto rispetto in questo forum di fotografia  :si:
Prima o poi ci conosceremo, devo guardarti in faccia quando racconti queste cose...

Certo ma non a pranzo o cena perché sono cannibale  :D

pacific palisades

La fotografia d'autore non potrà mai essere sacra perché l'autore di tutto è sempre un altro.

OneFromRM

Traggo da una recensione di "Gaspare Melchiorre e Baldassarre" - Michel Tournier:

Baldassarre, Re di Nippur, è un iconofilo, un amante delle immagini contro la sua religione iconoclasta, e un collezionista d’arte.
Baldassarre scopre a Ebron nei pressi del terreno, da cui si narra che Jahvè trasse la terra per plasmare Adamo, che l’uomo fu fatto a immagine e somiglianza di Dio; l’immagine che egli insegue non è che la maschera superficiale e illusoria, mentre la somiglianza ingloba l’essere interiore â€" anima e corpo. Presso la stalla di Betlemme il Re di Nippur s’inginocchia per adorare quella carne â€" «visibile, tangibile con il suo brusio e i suoi odori» â€" trasfigurata in spirito. La verità dell’arte, racconta Baldassarre, è carnale: «non c’è bellezza se non per l’occhio, l’orecchio o la mano».

agostino

 Â«non c’è bellezza se non per l’occhio, l’orecchio o la mano».
Vero, infatti la pornografia non è bellezza perché manca la partecipazione della mano sull'oggetto, costretta a ripiegarsi sul soggetto (onanismo).
Aggiungerei gusto e olfatto.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

pacific palisades

Baldassarre Re di Nippur è ancora al mondo, pieno di vitalità. Ieri l'altro ha aperto un account Instagram. Parto con le foto di Betlemme! - pensa. Cerca nella cartella immagini del portatile. Trascina la foto della cuna in penombra verso la zona di upload. Si ferma, la apre. La pelle è scialba. Dal menù a cascata seleziona il preset 'Beautiful tones'. Clicca applica. Ora va bene.

OneFromRM

Citazione di: pacific palisades il Martedì, 23 Febbraio 2021, 06:33:34
Baldassarre Re di Nippur è ancora al mondo, pieno di vitalità. Ieri l'altro ha aperto un account Instagram. Parto con le foto di Betlemme! - pensa. Cerca nella cartella immagini del portatile. Trascina la foto della cuna in penombra verso la zona di upload. Si ferma, la apre. La pelle è scialba. Dal menù a cascata seleziona il preset 'Beautiful tones'. Clicca applica. Ora va bene.
Ieri selezionava Fuji Velva. Era lo stesso uomo.

pacific palisades


OneFromRM

Sei ancora quello del foveon e del bayer,
uomo del mio tempo. Eri al computer,
con il mouse maligno, le meridiane di ram,
t’ho visto â€" dietro la scheda video, col monitor,
all'overclock esagerato. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa all'inganno,
senza amore, senza Cristo. Hai ritoccato ancora,
come sempre, come lo fecero i padri, come cropparono
le inquadrature quando le videro per la prima volta.
E questo crimine odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo al computer». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di bytes
salite dalla mainboard, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Eros Penatti

.... un pensiero mi ha sempre tormentato  :-\
nella Gricia, va la cipolla ???
Cosa farebbe Baldassare ?

pacific palisades

Grande One  :si:

Vabe' a parte il paradosso della fotografia sacra, alla fine la questione è semplice, si tratta di capire fin dove spingersi. Thorimbert dice che una grande differenza tra pellicola e digitale è nel limite, la pellicola aveva un limite facilmente intuibile, il digitale no, e faceva anche una arguta similitudine: Photoshop è come il cervello, si usa il 5%.


Citazione di: Eros Penatti il Martedì, 23 Febbraio 2021, 09:17:44
.... un pensiero mi ha sempre tormentato  :-\
nella Gricia, va la cipolla ???
Cosa farebbe Baldassare ?

Non so Baldassarre, ma Cracco, che è un grande autore, ha photoshoppato la Gricia con la cipolla.






agostino

CitazionePhotoshop è come il cervello, si usa il 5%.
Questo è un mito: il cervello lo usiamo tutto, non tutti al meglio e non tutti hanno lo stesso cervello.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)