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Io non ho mai letto niente

Aperto da pacific palisades, Lunedì, 26 Novembre 2018, 21:00:40

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pacific palisades

CitazioneIo non ho mai letto niente. Io non so se quello che faccio quando colloco i miei occhi nistagmici di fronte al plasma della visione alfabetica sia quella cosa che viene generalmente chiamata "lettura". Se devo dar retta a quello che dicono in molti su questo argomento, io non conosco, non ho mai conosciuto l'esperienza della lettura. Per me leggere non è leggere.

Antonio Moresco, Lo Sbrego


Anch'io non ho mai letto niente: ho usato i libri per boxare.


agostino

Sei ispirato da Italo: ma hai fatto tu questo piccolo capolavoro?
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

pacific palisades

Capolavoro... roba vecchia con la tavoletta grafica.

Rino

Citazione di: pacific palisades il Lunedì, 26 Novembre 2018, 21:38:22
Capolavoro... roba vecchia con la tavoletta grafica.

A me piace molto! Ti diletti di pittura/disegno/grafica? Mica tutti riescono a disegnare qualcosa del genere se gli si dà una tavoletta grafica!

pacific palisades

Per un po' mi sono interessato a quello che facevano le/gli illustratrici/illustratori per la cosiddetta infanzia. E mi sono detto: sarebbe bello fare qualcosa che parte da qui. Ma non per la "cosiddetta infanzia", qualcosa di universale, una palingenesi dell'arte di cui il mondo aveva assolutamente bisogno (io in genere parto lancia in resta). Feci anche qualche piccola critica nel mondo degli illustratori, tipo che non aveva senso continuare a disegnare personaggi che sorridono, l'avevo chiamato "sorrisismo". Non la presero bene. Poi sentii dire, in un noto festival della letteratura per l'infanzia, da sommi addetti ai lavori, che bisognava disegnare i libri in ossequio agli stereotipi di genere. Dissi che in sostanza era spingere gli artisti al sessismo. Non la presero bene. Ma mi inguaiai veramente quando una tipa straniera che aveva vinto un premio per l'illustrazione di un'entità assurda, più di quattrocentomila sterline, dopo aver vinto questo premio si sentì di esternare che il disegno in digitale era facile, roba minore, eccetera. Allora io su un noto blog affermai che la tizia aveva detto una grande bischerata, inoltre da che pulpito veniva la predica: i suoi disegni erano orrendi, costruiti a tavolino, pieni di luoghi comuni estetici, e solo una giuria senza gusto e visione poteva averli premiati, finii facendo l'esempio di una disegnatrice, Amanda Wahamaki, che quattrocentomila sterline non le avrebbe mai viste, ma che era un talento puro come il cristallo a differenza di lei. La tizia che gestiva il noto blog, nonché giurata di un noto premio, mi avvertì che le mie parole erano intollerabili. Risposi che se erano tollerabili i salamelecchi che si scambiavano a suon di "bellissimo-stupendissimo", dovevano essere tollerabili anche i miei superlativi negativi per di più ampiamente giustificati. Poi mi sono eclissato perché era davvero un mondo mentalmente in sedicesimo.
Tutto questo per dire che quel personaggio disegnato sono davvero io, e questa è l'unica cosa importante ;)




Rino

Citazione di: pacific palisades il Martedì, 27 Novembre 2018, 20:46:47
Per un po' mi sono interessato a quello che facevano le/gli illustratrici/illustratori per la cosiddetta infanzia. E mi sono detto: sarebbe bello fare qualcosa che parte da qui. Ma non per la "cosiddetta infanzia", qualcosa di universale, una palingenesi dell'arte di cui il mondo aveva assolutamente bisogno (io in genere parto lancia in resta). Feci anche qualche piccola critica nel mondo degli illustratori, tipo che non aveva senso continuare a disegnare personaggi che sorridono, l'avevo chiamato "sorrisismo". Non la presero bene. Poi sentii dire, in un noto festival della letteratura per l'infanzia, da sommi addetti ai lavori, che bisognava disegnare i libri in ossequio agli stereotipi di genere. Dissi che in sostanza era spingere gli artisti al sessismo. Non la presero bene. Ma mi inguaiai veramente quando una tipa straniera che aveva vinto un premio per l'illustrazione di un'entità assurda, più di quattrocentomila sterline, dopo aver vinto questo premio si sentì di esternare che il disegno in digitale era facile, roba minore, eccetera. Allora io su un noto blog affermai che la tizia aveva detto una grande bischerata, inoltre da che pulpito veniva la predica: i suoi disegni erano orrendi, costruiti a tavolino, pieni di luoghi comuni estetici, e solo una giuria senza gusto e visione poteva averli premiati, finii facendo l'esempio di una disegnatrice, Amanda Wahamaki, che quattrocentomila sterline non le avrebbe mai viste, ma che era un talento puro come il cristallo a differenza di lei. La tizia che gestiva il noto blog, nonché giurata di un noto premio, mi avvertì che le mie parole erano intollerabili. Risposi che se erano tollerabili i salamelecchi che si scambiavano a suon di "bellissimo-stupendissimo", dovevano essere tollerabili anche i miei superlativi negativi per di più ampiamente giustificati. Poi mi sono eclissato perché era davvero un mondo mentalmente in sedicesimo.
Tutto questo per dire che quel personaggio disegnato sono davvero io, e questa è l'unica cosa importante ;)

Tutto molto interessante (compresa la storia del super premio) e mi farebbe piacere vedere qualcos'altro. Mi piace il tipo di intervento che hai fatto. Io ho illustrato delle favole per l'infanzia e sono affette da sorrisismo, però passo facilmente all'opposto per illustrare altri argomenti. Questo è un vecchissimo disegno tutto a china su cartoncino 50x70cm.

pacific palisades

E vabe' ma non sono nemmeno ben viste delle tavole senza sorrisismo, alla fine si è obbligati... Tra l'altro è uno stereotipo contemporaneo perché agli albori della illustrazione cosiddetta per l'infanzia gli artisti erano liberi di manifestare nel volto dei personaggi tutto lo spettro dei sentimenti (e chi scriveva era libero di raccontare favole crudeli).

Bella tavola Rino, ancora mi ricorda il gusto dell'Obliquomo di Sergio Ponchione, se non fosse  che quando tu la disegnavi Sergio gattonava in cucina  :D
Ma mi ricorda anche l'immaginazione che abitava il rock progressivo italiano.
Se solo la gente sapesse quanto tempo serve per costruire una tavola del genere tra idearla, trovare delle referenze, iniziare la matita e cancellare duecento volte finché non si trova un equilibrio tra i passaggi di tutte le scene, poi colorare...

Boh, io facevo come al solito delle cose strane, poi mi sono stufato ;)

Questo era un personaggio che avevo chiamato Page il Corsaro (nomen omen perché amava la letteratura e le scienze, insomma i libri e dunque la pagina, però espletava anche i suoi compiti banditeschi).




Questa era l'ultima pagina di un Libro mai mai visto di quattro pagine.




E questo era un damerino volante.



agostino

  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

pacific palisades


agostino

  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Rino

Citazione di: pacific palisades il Mercoledì, 28 Novembre 2018, 17:40:23
Bella tavola Rino, ancora mi ricorda il gusto dell'Obliquomo di Sergio Ponchione, se non fosse  che quando tu la disegnavi Sergio gattonava in cucina  :D

Per fortuna, altrimenti poteva sembrare che mi fossi ispirato a lui quando neanche lo conosco! :)

Citazione
Ma mi ricorda anche l'immaginazione che abitava il rock progressivo italiano.
Se solo la gente sapesse quanto tempo serve per costruire una tavola del genere tra idearla, trovare delle referenze, iniziare la matita e cancellare duecento volte finché non si trova un equilibrio tra i passaggi di tutte le scene, poi colorare...

Per quelle tavole 50x70, non fosse altro che per colorarle a mano, occorrevano diversi giorni!

Citazione
Questo era un personaggio che avevo chiamato Page il Corsaro (nomen omen perché amava la letteratura e le scienze, insomma i libri e dunque la pagina, però espletava anche i suoi compiti banditeschi).

Mi piacciono molto i tuoi disegni, sono particolarissimi e personali. Mi ricordano le illustrazioni di alcuni artisti francesi che avevo conosciuto quando sono vissuto a Parigi tanti anni fa. Eravamo tutti molto giovani e poveri, ma tra i "vecchietti" c'era Wolinski che un capodanno ci regalò un minuscolo libretto disegnato da lui.

clax

Bellissimi disegni!
Questi sono i libri che preferisco
con "molte" (si fà per dire) figure e poche parole.  ^-^

  • Claudio
     

Acheo


Silvia V

Citazione di: pacific palisades il Martedì, 27 Novembre 2018, 20:46:47
Per un po' mi sono interessato a quello che facevano le/gli illustratrici/illustratori per la cosiddetta infanzia. E mi sono detto: sarebbe bello fare qualcosa che parte da qui. Ma non per la "cosiddetta infanzia", qualcosa di universale, una palingenesi dell'arte di cui il mondo aveva assolutamente bisogno (io in genere parto lancia in resta). Feci anche qualche piccola critica nel mondo degli illustratori, tipo che non aveva senso continuare a disegnare personaggi che sorridono, l'avevo chiamato "sorrisismo". Non la presero bene. Poi sentii dire, in un noto festival della letteratura per l'infanzia, da sommi addetti ai lavori, che bisognava disegnare i libri in ossequio agli stereotipi di genere. Dissi che in sostanza era spingere gli artisti al sessismo. Non la presero bene. Ma mi inguaiai veramente quando una tipa straniera che aveva vinto un premio per l'illustrazione di un'entità assurda, più di quattrocentomila sterline, dopo aver vinto questo premio si sentì di esternare che il disegno in digitale era facile, roba minore, eccetera. Allora io su un noto blog affermai che la tizia aveva detto una grande bischerata, inoltre da che pulpito veniva la predica: i suoi disegni erano orrendi, costruiti a tavolino, pieni di luoghi comuni estetici, e solo una giuria senza gusto e visione poteva averli premiati, finii facendo l'esempio di una disegnatrice, Amanda Wahamaki, che quattrocentomila sterline non le avrebbe mai viste, ma che era un talento puro come il cristallo a differenza di lei. La tizia che gestiva il noto blog, nonché giurata di un noto premio, mi avvertì che le mie parole erano intollerabili. Risposi che se erano tollerabili i salamelecchi che si scambiavano a suon di "bellissimo-stupendissimo", dovevano essere tollerabili anche i miei superlativi negativi per di più ampiamente giustificati. Poi mi sono eclissato perché era davvero un mondo mentalmente in sedicesimo.
Tutto questo per dire che quel personaggio disegnato sono davvero io, e questa è l'unica cosa importante ;)

Non sopporto il "sorrisismo" nella letteratura e nelle illustrazioni d'infanzia.  Credo che i bambini abbiano bisogno di rispecchiarsi in molteplici mondi emotivi che li rispecchino per quello che sono e per quello che sentono, comprese paure e quella sorta di crudeltà istintiva che fa parte anche del bambino.
Non conosco e non frequento quell'ambiente a cui fai riferimento ma credo siano mondi molto piccoli e ristretti, con pochi veri fruitori (e quindi in cerca di sguardi nuovi) e tanti illustratori che tra finti amichevoli e "sorridevoli" sodalizi, tentano in qualche modo di emergere in questi ristretti ambienti dall'aria massonica. Magari mi sbaglio ma credo che possa essere così anche in questo ambiente come in quello dei "salotti" di poesia che io frequento a Milano (ambienti, appunto, frequentati solo da chi scrive poesia e da nessuno che legge poesia).
Trovo davvero molto bello il tuo autoritratto e anche il damerino danzante mi piace molto. Queste tue opere, per me, contengono vita. Complimenti!
  • Silvia
     
DP3 Merril
Nikon D700
Olympus OMD em1
Nikon F2

"L'inizio è solo un seguito ed il libro degli eventi è sempre aperto a metà"

pacific palisades

Citazione di: Silvia V il Sabato, 01 Dicembre 2018, 15:59:34
Credo che i bambini abbiano bisogno di rispecchiarsi in molteplici mondi emotivi che li rispecchino per quello che sono e per quello che sentono, comprese paure e quella sorta di crudeltà istintiva che fa parte anche del bambino.

Sai anche tu che il "bambino" è una costruzione culturale a iniziare dal cosiddetto in linguistica "maschile non marcato"... gli adulti mettono le mani sul mondo simbolico di bambine e bambini, lo rendono conforme alle regole sociali, consegnano alle bambine un volume raffinato intitolato "Che cos'è un bambino?", così imparano subito che lo spazio simbolico per loro è stretto... Allo stesso modo decidono il rappresentabile "capitozzando" le dimensioni emotive.


Citazione di: Silvia V il Sabato, 01 Dicembre 2018, 15:59:34
come in quello dei "salotti" di poesia che io frequento a Milano (ambienti, appunto, frequentati solo da chi scrive poesia e da nessuno che legge poesia).

Ohi Silvia parliamone, tu vivi a Milano, sono venuto una sola volta per la letteratura ma era la festa di Nazione Indiana, c'era gente bravissima e alla mano, simpatica. Non voglio toglierti dalla poesia eh :D però per esempio i Giovedì di SEM*, se abitassi a Milano non ne mancherei uno... qualche settimana fa mi è successo di intrupparmi a Bologna (c'era la prima de La lucina), con Fabio Badolato, Jonny Costantino, Antonio Moresco, Dario Voltolini e un altro po' di gente talentuosa e svalvolata nel modo giusto, vagavamo per il Pratello parlando di tutto, sono cose che fanno bene, credo che a Milano occasioni simili siano moltiplicate al cubo. Devi devi devi intrupparti anche tu! segui la via delle sturmintrupper 8)
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