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Perché fotografiamo?

Aperto da conla, Giovedì, 02 Novembre 2017, 19:58:45

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Silvia V

Ho iniziato per disperazione, nel 2009, in un periodo molto buio. Ho scoperto la fotografia solo per evadere dal mondo e poi ho scoperto che era il mio modo per potermi esprimere, un linguaggio per me che non amo molto parlare. Il buio è andato via e mi ha lasciato un grande, grandissimo amore per la fotografia  ^-^
  • Silvia
     
DP3 Merril
Nikon D700
Olympus OMD em1
Nikon F2

"L'inizio è solo un seguito ed il libro degli eventi è sempre aperto a metà"

BeSigma

io fotografo per dare una mia interpretazione al mondo... e lasciar scritto da qualche parte che sono stato anch'io parte di tutto :)
come se... ridendo dei miei demoni, tenessi fra le mani gli angeli...
SD9 + SD10 + SD14 + SD15 + SD1 + Dp1s + Ottiche serene variabili

http://www.flickr.com/photos/matlin78/
http://500px.com/BeSigma

conla

CRISigma :si:

Frihet

Sono sempre stata l'unica attirata dalla macchina fotografica fin da piccola a casa penso solo per il divieto imposto da mio padre di non farmi usare l'unica macchina fotografica che avevamo. Alla fine finivo sempre per prenderla di nascosto e aggiungevo magicamente rullini da sviluppare nella borsa dei rullini da portare a sviluppare, fu piuttosto facile scoprirmi  :))

Ora fotografo per lavoro, che poi un lavoro non è, nel senso che mi diverto talmente tanto, sto così tanto bene che davvero non mi sembra un lavoro. Quando fotografo soprattutto in ambito sportivo per quanto riguarda il pattinaggio (se l'atleta è abbastanza bravo e la coreografia è fatta su una musica decente) inizio a sentirmi parte della situazione, sento la musica del Disco dell'atleta, lui o lei riesce ad azzeccarne le battute e riesco a prevederne i movimenti aiutata dall'udito, mi sento parte del momento, e concentratissima, quasi come l'atleta stesso, quasi riesco a dimenticarmi di respirare. Forse è per questo che fotografo, perchè mi sento esattamente nel posto giusto al momento giusto ed è una cosa che non riesco a sentire in nessun altro momento. Non importa svegliarsi alle 5.00 del mattino o guidare per una giornata intera, il momento in cui ti senti giusto in tutti i sensi per me vale tutto questo. Poi vale ancora di più quando le persone aspettano la pausa, mi fermano e vengono a farmi i complimenti perchè non hanno mai visto foto così belle del proprio figlio/a.

conla

CRISigma :si:

Seurel

Ho iniziato da ragazzo per fissare dei ricordi. Avevo scarsa libertà di movimento, e ogni viaggio, passeggiata, incontro, era rivissuto da me più intensamente attraverso le immagini.
Poi, con il passare del tempo, mi sono accorto che quei ricordi erano qualcosa di più: erano la proiezione del mio sguardo sul mondo. E quello sguardo, cambiava, si rinnovava e di conseguenza perdeva la propria consistenza passata esattamente come quella realtà creduta oggettiva che avevo fissato sulla pellicola.
Ho capito che le mie fotografie migliori erano l'esatto equivalente di un diario, che mi emozionava rivederle perché ritrovavo me stesso; un me stesso che, a volte, avevo dimenticato al punto da ignorare d'averlo perduto.
Naturalmente con quel me stesso ritornavano alla luce volti scomparsi, luoghi e atmosfere che erano testimoniati ormai soltanto da quelle immagini, a volte imperfette.
Qualche volta ho rimpianto di non aver scattato di più, di avere scartato tante immagini perché non erano all'altezza di quel che ritenevo una "buona fotografia"; quando invece il "buono" di tante fotografie era proprio nel dare testimonianza di qualcosa che se n'era andato. Forse per questo non ho mai amato molto proporre le mie fotografie agli altri: erano qualcosa di troppo personale, privato, persino egoistico.
Poi c'è stato il passaggio al digitale, e per anni ho fotografato molto di meno. Il nuovo mezzo non mi sembrava all'altezza del precedente, e allo stesso tempo richiedeva investimenti cospicui; l'analogico era sempre più impegnativo; gli anni trascorrevano e non avevo più voglia di trascorrere ore insonni in camera oscura.
Oggi posso dire di aver ripreso a fotografare con voglia. Il Foveon (soprattutto con le DpMerrill) mi ha fatto ritrovare emozioni simili a quelle della pellicola; per altre riprese più veloci uso una 6D con poche ottiche fisse di qualità. Fotografo con più consapevolezza, forse, ma con lo stesso scopo: lasciare tracce perché la mia nostalgia di domani non diventi rimpianto.

Italo

Citazione.... lasciare tracce perché la mia nostalgia di domani non diventi rimpianto.
Rivedere il proprio passato genera sempre rimpianto! http://forum.foveon.it/index.php?topic=48.0
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

agostino

Io, per tanti anni, ho avuto difficoltà a fotografare le persone a me care perché  immaginavo un futuro in cui, per motivi anagrafici, non ci sarebbero state più (non che la morte segua necessariamente criteri anagrafici...) e in cui mi sarei ritrovato in mano solo le loro immagini . Anche nei viaggi fotografavo i luoghi senza quasi mai includere i miei genitori. Poi ho accettato  questo rischio emotivo... ma mai fino in fondo. Uno dei motivi per cui acquistai la mia prima digitale era legato alla possibilità di girare dei video. Avevo pensato di intervistare mio padre per avere una testimonianza della sua vita, molto lontana dalla mia (infanzia durissima  in un piccolo paese abruzzese, storia di miseria ma anche di dignitosa e onesta emancipazione) ma, malgrado gli avessi parlato di questa mia idea, non me la sono mai sentita. Ora che mio padre è morto, non so più se fatto ho  bene a lasciar perdere e affidare alla mia sola memoria il ricordo che ho di lui o se invece  avrei fatto bene a superare la mia ritrosia.
Non so perché racconto queste cose ma mi viene di farlo.
Buon 2018 ( fuori topic?)
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Italo

CitazioneNon so perché racconto queste cose ma mi viene di farlo.
È anche la mia motivazione e credo che sia la stessa per tutti coloro che sono in pace con se stessi non avendo nulla da nascondere.
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

agostino

  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

conla

grazie per le vostre "confessioni" a volte si scrivono cose che a voce è difficile dire.
CRISigma :si:

pacific palisades

Intorno alla metà dell'anno scorso avevo pensato di comprare una bicicletta per fare un po' di movimento, avevo anche pensato che prima sarebbe stato meglio provare un percorso. Era luglio, con una bici da città ho fatto un giro tipo mountain bike moderatamente nella natura. Sono tornato parecchio stanco, tutto sommato annoiato e soprattutto, probabilmente in un saliscendi, avevo perso le chiavi di casa. Mi era chiaro che non sarei mai stato un cicloturista! Non so dire perché mi è venuta in mente la fotografia, non avevo mai fatto foto, non ne sapevo niente. Comunque è successo, e ho iniziato a cercare video sulla fotografia in rete. Ho scoperto un canale pieno di interviste a fotografi raccolte in circa quattro anni da un signore giapponese Ryuichi Watanabe che vive a Milano. Credo siano circa cinquecento video. Li ho visti tutti, alcuni anche parecchie volte come l'intervista a Gabriele Orlini. Ho capito che il fotoamatore per me era decisamente più interessante del cicloturista. Ho fatto ancora una volta la prova, con una fotocamera digitale prestata, Nikon D60, ho fotografato vecchie navi nel porto di Ravenna. Una nave è questa.


La posto perché quella nave, la Berkan B, non esiste più. Ormeggiata in quel luogo si è spezzata nemmeno un mese dopo aver preso la foto.
http://www.ravennatoday.it/cronaca/nave-spezzata-canale-piomboni-marina-ravenna-inquinamento.html

Forse quella è l'ultima immagine della nave ancora intatta, e i colori un po' pastello fanno sembrare paradossalmente il tempo sospeso e eterno. Mi collego insomma al discorso che ha fatto precedentemente Italo <<quel passato non esiste più e l'immagine costituisce un inconfutabile documento storico>>, ma è anche un argomento caro a Gianni Berengo Gardin. Documentare è uno dei bellissimi talenti della fotografia. Mi serviva una fotocamera (mi restava il dubbio che la vecchia Nikon D60 avesse il potere di spezzare le navi). Una delle intervista di Watanabe era a Alberto Bregani che spiegava il suo uso del sensore Foveon per il bianco e nero. Non ci ho pensato molto, invece della bicicletta ho comprato una SD quattro H con l'obiettivo da 35 mm, ora è una macchina a obiettivo fisso (essendo l'unico). Allora, perché fotografare? perché è un modo per conoscere il mondo.

agostino

CitazioneMi era chiaro che non sarei mai stato un cicloturista!

La bici e la MF vanno parecchio d'accordo, basta utilizzare la bici senza affannarsi troppo ma solo per spostarsi e guardare il mondo alla giusta velocità. Io le ho rimesse insieme da poco: Roma è una città troppo caotica per andare a zonzo in auto e troppo grande per andare a piedi e con i mezzi pubblici: ma la domenica mattina con la bici, mentre tutti dormono, è un piacere muoversi silenziosi e sufficientemente rapidi: se poi si riesce a fare qualche foto, al rientro si è gratificati e tonici. Non so se dalle tue parti vale lo stesso...
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

conla

bel racconto pacific palisades grazie per la tua confessione ... Gianni Berengo Gardin è un grande documentarista.
CRISigma :si:

EXCEL

non ricordo il momento esatto in cui scattò la scintilla, è stato un affezionarsi a poco a poco. Ho iniziato con le classiche foto delle vacanze, notando che quasi sempre erano paesaggi belli che riguardavo spesso per sentirmi meglio ed "evadere" dall'orrida periferia dove vivevo. Poi anche  io  attraversai un momento buio e quando la psicologa mi chiese "cosa ti piace veramente?" all'inizio non sapevo esattamente cosa rispondere, ho sempre avuto molti interessi, ma poi mi venne spontaneo dire "fotografare" e lei mi diede il compito di avere con me sempre una macchina fotografica diversa dal cellulare. Da quel giorno il legame con la fotografia si è rafforzato.
@agostino
anche io talvolta ho timore di fotografare le persone a me care, anche la mia cagnolina che ho preso dalla strada e fotografata appena entrata in casa nel 2007 quando ancora sudiavo e vivevo con i miei, ora ha il baffo bianco e questo mi fa star male, però alla fine la  fotografo sempre, la paura non può vincere.
www.roberto-monachello.com
Sigma SD15 + Sigma 18-200 C