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È meglio sovraesporre o sottoesporre?

Aperto da evilworld, Domenica, 20 Dicembre 2015, 19:30:55

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evilworld

Salve,
stavo guardando dei video di camerastoretv in cui parlavano della sigma quattro, e dicevano che fosse meglio sottoesporre le immagini e poi correggerle in photo pro, piuttosto che trovarsi troppe zone sovraesposte dato che creano artefatti di colori inventati.

Voi che suggerite? È meglio sottoesporre un po'?

Joserri

Citazione di: evilworld il Domenica, 20 Dicembre 2015, 19:30:55
Salve,
stavo guardando dei video di camerastoretv in cui parlavano della sigma quattro, e dicevano che fosse meglio sottoesporre le immagini e poi correggerle in photo pro, piuttosto che trovarsi troppe zone sovraesposte dato che creano artefatti di colori inventati.

Voi che suggerite? È meglio sottoesporre un po'?


Saluti. La migliore prova è l'experienzia. Contro lei nessuno può.
  • Ric
     

Italo

Confermo il suggerimento di Josè e aggiungo che è il soggetto a determinare le opportune variazioni d'esposizione.
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

BeSigma

Ciao, personalmente non uso la quattro ma, per la mia esperienza, posso dirti che io trovo molto più conveniente sottoesporre di circa 0,5 / 0,7 e poi ribilanciare in SPP.

La cosa ideale è esporre correttamente ma i nostri esposimetri non sono sempre affidabili, sarebbe meglio calcolare l'esposizione ambiente ma chiaramente non lo si fa mai.

Sulle sigma la corretta esposizione aiuta anche per quel che riguarda il bilanciamento colore, si riesce a gestirlo meglio con corretta esposizione.

Per il resto, le nostre esperienze sono diverse perchè le caratteristiche luminose cambiano a seconda di dove si fotografa, in questo la luce della Sardegna per esempio incide molto sul mio modo di usare sigma, mi rendo conto quando sono in viaggio che tante cose devo farle diversamente.

Ciao e buona fortuna :)

come se... ridendo dei miei demoni, tenessi fra le mani gli angeli...
SD9 + SD10 + SD14 + SD15 + SD1 + Dp1s + Ottiche serene variabili

http://www.flickr.com/photos/matlin78/
http://500px.com/BeSigma

73giorgetto

Ciao a tutti.. Io di solito cerco io punto di massima luminosità della scena è ho visto con la sd1 che devo tenerlo al massimo a +3 stop per non bruciare.. Una volta che bruci non recuperi più.. Lì però con la sd1 c'è esposimetro spot... Alternativa è usarne uno esterno con funzione spot.
In questo modo sono certo di non avere zone dell'immagine irrecuperabili. Può essere che l'immagine raw non sviluppata risulti sottoesposta ma a quel punto andare a recuperare in sottoesposizione zone scure è più semplice..
Esattamente l'opposto di quanto accadeva con la pellicola..
Se poi la scena non è troppo contrastata posso permettermi di esporre per tutta la scena a -0.7 e vedo che da la resa migliore...
Ciao ciao

DANYZ

ALOHA

73giorgetto

Verissimo... è il soggetto, e l'interpretazione che se ne vuole dare a determinare le opportune variazioni di esposizione...
Alcuni accorgimenti forse servono per evitare di trovarsi nell'impossibilità di raggiungere , magari anche in fase di postoroduzione, quei risultati che si vorrebbero ottenere..

Sardosono

Vedo solo adesso questo post e dico anche la mia.

Con qualunque fotocamera ed ancor più col Foveon, l'ideale è sempre quello di registrare la maggior quantità di informazione possibile, perché quella in più che non serve si può sempre eliminare, ma quella che manca non si può più recuperare.

Il modo migliore in assoluto per registrare la maggior quantità possibile è quello di esporre per luce incidente, ossia di misurare l'esposizione sulla luce incidente (vedremo poi come), cosa che si impara facilmente e che non richiede alcuna esperienza.

Sia ben chiaro, non sto dicendo che l'esperienza non conti, al contrario, ma sono un acceso sostenitore che pensare che l'esperienza si faccia "col tempo" sia una colossale sciocchezza. L'esperienza certamente "richiede tempo", ma si produce esperienza se e soltanto se si usano riferimenti certi e precisi, altrimenti il tempo passa ma si rimane sempre al punto di partenza. Invece, usando SEMPRE (ogni tanto non basta e non serve a nulla) riferimenti precisi, allora col tempo si sviluppa l'occhio e alla fine saremo in grado di fare "apparentemente" a meno di quei riferimenti, perché in realtà li avremo scolpiti nella nostra memoria. Ecco che solo allora potremo dire di aver fatto "esperienza".

Per esempio, sono ormai una trentina d'anni, forse di più, che tra EV 9 ed EV 16 espongo ad occhio, infischiandomene dell'esposimetro e sbagliando molto ma molto meno che se mi affidassi alla fotocamera (ho una tolleranza di stima visiva intorno ad un terzo di stop). Non sono un mostro, è una cosa banale, che tutti voi potete arrivare a fare, con tutti i vantaggi che questo comporta!

Giusto per fare un esempio, quello di cui state discutendo (esporre un po' più o un po' meno, aggiustare l'esposizione in base all'esperienza, e via così) è un problema che scompare, perché... non esiste! Mi spiego meglio: la "correzione" dell'esposizione è riferita a quella fatta da un esposimetro interno (necessariamente su luce riflessa) che inevitabilmente sbaglia; quindi l'esperienza di cui parliamo è quella che ci permette di capire se e quando sbaglia questo esposimetro della fotocamera e di correggerne l'errore. Ohibòh! In realtà questa correzione corrisponde proprio alla differenza con la misurazione della luce incidente, ma se invece misuriamo direttamente la luce incidente non esiste possibilità d'errore e dunque non ci sarà alcuna correzione da fare. Così pure, di conseguenza, se misuriamo sempre in questo modo non solo non sbagliamo praticamente mai, ma quando avremo sviluppato "l'occhio" ci ritroveremo ad esporre sempre in modo esatto, anche senza più bisogno dell'esposimetro. Anche nelle condizioni più difficili, l'esposizione sarà quella che sapremo stimare e basta, senza necessità di alcuna correzione.

Questa è l'esperienza davvero utile ed è anche la più facile da ottenere. Viceversa, l'esperienza per imparare a correggere l'esposimetro della fotocamera, non solo è molto più difficile da raggiungere, ma è sostanzialmente tempo perso, perché dipende dalla specifica fotocamera e dunque rimarrà sempre molto approssimativa, per non dire aleatoria.

Come arrivare a "sviluppare l'occhio"? Per prima cosa state ben certi che non vi arriverete mai, neanche fra cent'anni, se non vi prenderete la briga di andare in giro con un esposimetro a mano con calotta SEMPRE, per almeno due o tre anni di fila. In secondo luogo, in tale periodo di tempo dovrete anche esporre TUTTE le vostre foto SEMPRE e SOLTANTO per luce incidente. E già, perché la valutazione delle foto si effettua realmente NON sul display della fotocamera ma nella calma della post-produzione, quindi fintanto che non lo avrete completamente "addestrato", il vostro occhio dovrà conoscere ESCLUSIVAMENTE la stessa esposizione ottimale (*).

Quindi adesso alcuni di voi si staranno domandando: e come si misura la luce incidente? Con l'esposimetro a mano giusto?!
Risposta breve: sì, imparando ad usarlo correttamente; ma non solo, si può ottenere la luce incidente anche partendo da quella riflessa misurata con l'esposimetro interno della fotocamera.
Risposta lunga: non oggi :P ...  la leggerete in un apposito topic che spero di postare a breve!
(non appena finisco con tutti questi aggiornamenti al forum....  :ohi:)



(*) mi raccomando, non usate mai l'espressione "esposizione corretta" perché NON esiste; esiste invece quella detta "ottimale", ossia quella che preserva la massima informazione possibile, che appunto si ottiene esponendo per luce incidente.
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

SDQ+SD15+SD10 18-35/1.8+50/1.4+17-70/2.8-4OS+17-35/2.8-4+Elmarit135/2.8
GX7+GX1+GH1 20/1.7+25/1.4+45/1.8+60/2.8+70/2.8+20-40/2.8+Vario-Elmarit-14-50/2.8
X-T10 35/1.4+50/1.2+28/2.8+Sonnar90/2.8+135/2.5+16-50/3.5-5.6OS+70-200/4Macro
LX100  GXR+evf 50/2.5Macro+28/2.5  S3Pro  Digilux-2

Farenzi

in attesa dell esposizione OTTIMALE tramite esposimetro interno alla fotocamera scatto a -0.3
SD15 - 18-50, 50 macro, 180 macro, 20 mm. 24-70 mm.
70-200 mm. 35-80 mm. ...
dp2 m. SDQ.

clax

  • Claudio
     

Joserri

  • Ric
     

Sardosono

La mia opinione sull'esporre "a destra": a) non serve quasi a nulla,  b) è solo una coperta di Linus, anzi  c) è controproducente.
Spiego brevemente i perché.

a) non serve quasi a nulla:
infatti la "esposizione a destra" si avvicina (in parte) alla "esposizione ottimale" esclusivamente in presenza di luce piatta (cioè senza significativi contrasti di illuminazione), ma in tutti gli altri casi vi rimane distante e soggetta agli stessi identici errori della fotocamera in modalità valutativa.

b) è una coperta di Linus (cioè è un supporto soltanto psicologico):
l'unico vero vantaggio è quello di far sentire l'aspirante fotografo meno insicuro di sé, grazie al convincimento (falso) di seguire un metodo che gli consentirebbe di avere sempre una "esposizione ottimale", cosa che invece non è per niente.

c) è controproducente (cioè produce un danno alla crescita come fotografo):
il fatto di affidarsi ad una regoletta spiccia (invece che ad un esposimetro a mano) impedisce completamente all'aspirante fotografo di sviluppare l'occhio all'esposizione e, peggio, non comprenderà mai cosa realmente sia la tanto decantata "esposizione ottimale", che per lui rimarrà in eterno un'araba fenice ("che ci sia ognun lo dice, quale sia nessun lo sa!"), esattamente come chi si affida al metodo valutativo della fotocamera.

Morale: "Esposizione a destra?!... No grazie!"
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

SDQ+SD15+SD10 18-35/1.8+50/1.4+17-70/2.8-4OS+17-35/2.8-4+Elmarit135/2.8
GX7+GX1+GH1 20/1.7+25/1.4+45/1.8+60/2.8+70/2.8+20-40/2.8+Vario-Elmarit-14-50/2.8
X-T10 35/1.4+50/1.2+28/2.8+Sonnar90/2.8+135/2.5+16-50/3.5-5.6OS+70-200/4Macro
LX100  GXR+evf 50/2.5Macro+28/2.5  S3Pro  Digilux-2

Farenzi

ho dimenticato si dire che
scatto si, -0.3 ma faccio la lettura in spot sulla zona + grigia dell'immagine, tipo l'asfalto, la pelle del dorso della mano e quant'altro si trova di neutro.

ho un esposimetro Minolta auto meter lll , che non uso + da parecchi anni.

resto sempre in attesa del topic del nostro guru (Antonello), che ci aiuterà, sicuramente, nella scelta della ^esposizione ottimale^ tramite l'esposimetro interno alla fotocamera.
SD15 - 18-50, 50 macro, 180 macro, 20 mm. 24-70 mm.
70-200 mm. 35-80 mm. ...
dp2 m. SDQ.

leleros

Citazione di: Farenzi il Domenica, 06 Marzo 2016, 09:54:49
resto sempre in attesa del topic del nostro guru (Antonello), che ci aiuterà, sicuramente, nella scelta della ^esposizione ottimale^ tramite l'esposimetro interno alla fotocamera.
+1
  • Rosario
     

Italo

Certamente allenarsi ad una verificata metodologia "occhiometrica" può formare una cultura fotografica tradizionale ma, visto che oggi il problema c'è solo con le reflex (e storicamente precedenti)... cosa ne dite del solo istogramma di luminanza insieme all'inquadratura sul display delle DPm o sul nuovo EVF sigma? 
Vista la progressione geometrica della tecnologia, non credo che nel breve termine dei prossimi 10 anni vedremo ancora qualcuno col Lunasix in mano, quindi perché cercare di acquisire una sensibilità che già si prevede non verrà più usata? ;)
  • Italo
     
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Farenzi

per chi ci vede poco...come me in questo periodo l'istogramma è piccolo.

mi affido al mio metodo e una leggera rettifica in PS.
SD15 - 18-50, 50 macro, 180 macro, 20 mm. 24-70 mm.
70-200 mm. 35-80 mm. ...
dp2 m. SDQ.

Joserri

Citazione di: Italo il Sabato, 12 Marzo 2016, 11:03:21
Certamente allenarsi ad una verificata metodologia "occhiometrica" può formare una cultura fotografica tradizionale ma, visto che oggi il problema c'è solo con le reflex (e storicamente precedenti)... cosa ne dite del solo istogramma di luminanza insieme all'inquadratura sul display delle DPm o sul nuovo EVF sigma? 
Vista la progressione geometrica della tecnologia, non credo che nel breve termine dei prossimi 10 anni vedremo ancora qualcuno col Lunasix in mano, quindi perché cercare di acquisire una sensibilità che già si prevede non verrà più usata? ;)


Purché si usino con luce incidente, dureranno secoli. E per la luce specchiata, sapendo quello che si fa e come un sensore digitale è, anche.  :ohi:
  • Ric
     

elerum

Il problema del esposizione sulla luce riflessa nasce da come viene riflessa la luce da vari colori ma anche dai vari materiali, basta imparare questi trucchetti e non si hanno grossi problemi esempio il rosso riflette molta più luce del verde ma anche del blu e da qui nasce il grosso problema che il foveon (e non solo) "spara" i rossi, poi un altro esempio, dipenderà moltissimo anche dalla tonalità di rosso, se un rosso piatto/cupo su un materiale vellutato rifletterà molto meno e anche l'esposizione per luce riflessa su di esso risulterà accettabile , se invece e un rosso vivace/acceso su una superficie lucida (carta o petali dei fiori per esempio) capita di dover  sottoesporre anche di un stop intero per non bruciarlo/spararlo vs magenta; In somma, con una luce ad alto contrasto (sole che picchia) la coperta e corta e se abbiamo dei rossi nella scena diventa ancora più corta
  • Micky
     
IL FOVEON SCEGLIE LA PERSONA CON CUI STARE E NON LA PERSONA IL FOVEON

se Tu hai una mela ed io un altra mela e ce li scambiamo avremo sempre ognuno una mela invece se io ho un idea e Tu un altra idea e ce li scambiamo allora ognuno di noi avremo due idee
George Bernard Shaw


PS: Non sono un "Photographer" ma un artigiano della fotografia  ;)

Italo

L'istogramma di luminanza mostra la luce ricevuta da tutti i pixel del sensore entro la sua gamma dinamica e con un solo sguardo si può capire, prima di scattare, se si è nei limiti o se sia il caso di aumentare o ridurre l'esposizione. Se le nuove SDQ permettono questo controllo anche nell'EVF, come già scritto, il problema rimane solo sulle reflex.
  • Italo
     
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elerum

Citazione di: Italo il Domenica, 13 Marzo 2016, 11:24:14
L'istogramma di luminanza mostra la luce ricevuta da tutti i pixel del sensore entro la sua gamma dinamica e con un solo sguardo si può capire, prima di scattare, se si è nei limiti o se sia il caso di aumentare o ridurre l'esposizione. Se le nuove SDQ permettono questo controllo anche nell'EVF, come già scritto, il problema rimane solo sulle reflex.
Appunto, il problema rimane sulle reflex .
Invece io non ho ancora capito bene come comportarmi se sul istogramma (impostando istogramma dei tre canali primari) il colore rosso (od un altro) mi va a pico oltre in verticale.
  • Micky
     
IL FOVEON SCEGLIE LA PERSONA CON CUI STARE E NON LA PERSONA IL FOVEON

se Tu hai una mela ed io un altra mela e ce li scambiamo avremo sempre ognuno una mela invece se io ho un idea e Tu un altra idea e ce li scambiamo allora ognuno di noi avremo due idee
George Bernard Shaw


PS: Non sono un "Photographer" ma un artigiano della fotografia  ;)

Italo

CitazioneInvece io non ho ancora capito bene come comportarmi se sul istogramma (impostando istogramma dei tre canali primari) il colore rosso (od un altro) mi va a pico oltre in verticale.
Beh... se la foto è già scattata con un canale saturato l'unico modo per rimediare è andare nel controllo della saturazione selettiva in PS e cambiare la tonalità/saturazione del solo colore saturato.
  • Italo
     
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Sardosono

No, no, non sono d'accordo, almeno per la mia esperienza tra le due strade non c'è confronto e neanche storia.

A parte il fatto che gli istogrammi in ripresa di TUTTE le fotocamere che mi sono passate fra le mani sono talmente approssimativi da essere praticamente inutili (è una delle cose che controllo con attenzione per ogni fotocamera), e che anche se fossero precisi per essere utili dovrebbero essere presentati tutti e quattro (luminanza e i tre colori), anche prescindendo da tutto questo rimane comunque una tolleranza fisiologica rispetto alla misurazione per luce incidente di circa più o meno un terzo di stop, cioè un margine di errore di DUE terzi di stop che per me sono troppi, perché non permette di conoscere con esattezza il punto di inizio della bruciatura delle altissime luci.

Per quanto la tecnologia possa progredire questa tolleranza è nella pratica ineliminabile, perché per poter valutare le altissime luci occorrerebbe presentare la distribuzione delle quattro componenti dell'ultimo mezzo stop espansa almeno quanto tutto il resto dell'istogramma. Certo si potrebbe fare, ma nessuno lo ha mai fatto finora e dubito che lo faranno mai.

In ogni caso, ripeto, per rientrare in questi 2/3 di stop di margine d'errore è necessario che l'istogramma in ripresa sia preciso quanto quello ottenuto a posteriori dall'immagine ripresa (se ne conoscete qualcuno mi farebbe piacere sapere quali sono le fotocamere) e completo (quattro istogrammi), e finora io non ne ho trovato nessuno. In mancanza di questo, l'istogramma che si trova attualmente nelle fotocamere è per me del tutto inutile (almeno per le mie esigenze e pretese) ed in genere inferiore o al massimo pari a quanto ottenibile con la misurazione valutativa della fotocamera.

Ma anche se sulla fotocamera avessi disponibile un simile ottimo istogramma in ripresa, personalmente non lo userei lo stesso perché è comunque (almeno per me) molto più rapida, semplice e precisa la misurazione della luce incidente (fatta con o senza esposimetro a mano). Quindi quale sarebbe il vantaggio di usare l'istogramma? Quello di risparmiare la fatica di portarmi appresso un esposimetro? Beh, io non lo porto più d'abitudine con me da quasi trent'anni, da quando cioè sulle fotocamere esiste la misurazione spot: con quella ed un piccolo cartoncino (basta 10x15 cm, bianco da una parte e grigio 18% dall'altra) ottengo la misurazione della luce incidente con la stessa precisione del miglior esposimetro a mano. Quindi ripeto, quale sarebbe il vantaggio? Evitare di portarmi appresso un cartoncino?

E tutto ciò senza contare il fatto che con l'istogramma dovete valutare l'esposizione AD OGNI SCATTO, mentre per luce incidente la misuri UNA VOLTA e poi finché non cambia la luce non ci pensi più. Vi pare poco?!...
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

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leleros

Ok ok il cartoncino, ma qual'è la maniera corretta d'utilizzo? Quando usare la faccia bianca e quando la grigia? Con il flash come bisogna comportarsi?

Devo anche dire che con le fotocamere digitali che mi son passate tra le mani (in Raw) si hanno ottime probabilità di recuperare gli stop persi con la cattiva esposizione.
La tecnologia ci mette a disposizione gli strumenti (ad es. i tre modi esposizione a bordo macchina), se bruciamo particolari importanti che risiedono nelle luci così come nelle ombre, vuol dire che abbiamo cannato di brutto, oppure che non conosciamo ancora a fondo il carattere dell'attrezzatura :(
  • Rosario
     

Italo

CitazioneA parte il fatto che gli istogrammi in ripresa di TUTTE le fotocamere che mi sono passate fra le mani sono talmente approssimativi da essere praticamente inutili...
Forse quelli del mosaico! In ogni caso, adesso che ho la DP2m posso adottare quel metodo e mi farò un'idea più precisa.. i primi test in giornate di pioggia non mi hanno smentito, vedremo in seguito col sole.
Comunque ragazzi.... l'AF sul sensore dona pace all'anima del fotografo!  ;)
  • Italo
     
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evilworld


Italo

Citazioneinsomma non ci ho capito niente
Per restare coerenti al quesito iniziale direi che, a seconda del soggetto, sia meno "pericoloso" sottoesporre, in tal modo e' meno probabile bruciare luci "importanti" (come i riflessi su visi lucidi) ma si rischia di avere ombre chiuse che celano rumore ma che, se non contengono importanti dettagli, possono benissimo restare chiuse.
Al contrario, se fosse "bruciato" un cielo senza nuvole, uniformemente chiaro e lattiginoso, un eventuale recupero non porterebbe alcun vantaggio estetico. 
Sono consigli difficili da mettere in pratica perche' presuppongono uno studio preventivo della ripresa che richiede un tempo che non tutti sono disposti a concedere.
  • Italo
     
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Sardosono

Citazione di: Italo il Lunedì, 22 Agosto 2016, 12:34:57Sono consigli difficili da mettere in pratica perche' presuppongono uno studio preventivo della ripresa che richiede un tempo che non tutti sono disposti a concedere.
ESATTO!!!
Proprio questo è il punto, Italo, centrato in pieno!   :si:

E adesso vi TEDIO con alcune riflessioni.... :azz:  :gh: :P

La domanda che fa da titolo a questo topic è sostanzialmente senza senso, perché è del tutto evidente che è meglio SEMPRE E SENZA ECCEZIONE esporre in modo ottimale. Ma allora cosa sottintende questa domanda?! Beh, se siamo onesti con noi stessi, allora la domanda andrebbe formulata in questo modo:

"Premesso che sono ben consapevole che sarebbe sempre meglio esporre in modo ottimale, siccome non ho voglia/tempo/energie-mentali da dedicare ad imparare come esporre in modo ottimale ed altresì non ho trovato - né in giro, né qui sul forum - alcuna regoletta spiccia che mi permetta di esporre in modo ottimale senza pensare troppo, allora vi domando: per esporre in modo approssimativo cosa è meno peggio fare? è meno peggio sbagliare sottoesponendo, oppure sovraesponendo? quale è il miglior compromesso?"

Ma quale è la speranza che si nasconde dietro questa "ricerca"? Non lo sapete?! Bugiardi! Lo sapete benissimo quanto me! La speranza "segretamente custodita nel subconscio" è quella di impostare una volta per tutte il correttore in sovra o sotto esposizione di UN TOT e di non pensarci più!

Sì, sì, sento bene il coro di proteste: "ma quando mai", "io non sono così ingenuo", "oggi Sardosono è velenoso", "no, oggi Antonello è proprio acido, deve aver digerito male", ecc, ecc. Mah, può darsi che io stia un po' esagerando, ma giusto un po'.

Comunque, che io stia esagerando o meno, rimane il fatto che la domanda non ha senso, né logico, né pratico. Vediamo perché.

Quando ci si discosta dalla esposizione ottimale c'è sempre un prezzo da pagare.
Non c'è alternativa, non c'è escamotage, non c'è scampo. Punto.

Se si va in sovraesposizione si bruciano IRRIMEDIABILMENTE le alte luci, tanto più quanto quanto più si sovraespone.  E sia ben chiaro che "irrimediabilmente" vuol dire "irrimediabilmente", cioè che non c'è modo né di evitarlo né di metterci una pezza in post-produzione.

Se si va in sottoesposizione si è sicuri di salvare le alte luci (addirittura possono migliorare), ma INEVITABILMENTE aumenta il rumore nelle ombre, tanto più quanto quanto più si sottoespone.  E sia ben chiaro che "inevitabilmente" vuol dire "inevitabilmente", cioè che non c'è modo di evitarlo, anche se si può provare a metterci una pezza in pp.

Quale delle due è peggio? sovraesporre o sottoesporre?
La risposta è: dipende!

Come ha detto Italo, se le massime luci sono costituite dal un cielo lattiginoso, beh, che ci importa di bruciarlo? tanto non contiene dettagli in ogni caso, meglio allora minimizzare il rumore nelle ombre. Questo è un caso che si può gergalmente definire come "alte luci sacrificabili" (*)
Ma se al contrario stiamo eseguendo un ritratto certamente vorremo preservare il dettaglio delle luci per quanto è possibile, fino al limite del bianco puro. Ecco che in tal caso, se non abbiamo certezza di quale sia l'esposizione ottimale, meglio tenersi alla larga dal rischio di bruciare le luci sottoesponendo leggermente, con buona pace dell'incremento del rumore nelle ombre, pazienza.

Insomma, in parole povere, non c'è e non ci può essere alcuna regoletta spiccia di uso generale che ci possa venire in soccorso, ovvero non c'è modo di evitare le seguenti due necessità:
1) pensare PRIMA dello scatto
2) comprendere bene e a fondo le implicazioni di quello che stiamo facendo

Avrei finito, tuttavia non posso fare a meno di ripetere in tutte le salse quanto segue:
A) non si può comprendere davvero la tecnica dell'esposizione senza capirne le basi
ma è anche vero che
B) le basi dell'esposizione sono quelle della "luce incidente" che portano alla esposizione ottimale
ergo
C) per comprendere davvero la tecnica dell'esposizione occorre conoscere bene l'esposizione per luce incidente
ma poiché
D) l'esposizione per luce incidente (su cartoncino o con esposimetro a mano) è il modo più sicuro, semplice e veloce per esporre
nasce la domanda
E) ma perché perdere tempo a cercare alternative?

Adesso ho concluso davvero.
Se poi qualcuno volesse approfondire come si effettua una misurazione per luce incidente col cartoncino (quando e come si usa quello grigio, quando e come quello bianco), poiché non ricordo più se e dove l'ho già spiegato, vedrò di aprire un topic apposito appena avrò il tempo.



(*) ma sia chiaro che se esponete per luce incidente sul soggetto non avete neanche da pensarci perché il problema non si pone, in quanto questo genere di alte luci sacrificabili vengono sacrificate automaticamente.
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

SDQ+SD15+SD10 18-35/1.8+50/1.4+17-70/2.8-4OS+17-35/2.8-4+Elmarit135/2.8
GX7+GX1+GH1 20/1.7+25/1.4+45/1.8+60/2.8+70/2.8+20-40/2.8+Vario-Elmarit-14-50/2.8
X-T10 35/1.4+50/1.2+28/2.8+Sonnar90/2.8+135/2.5+16-50/3.5-5.6OS+70-200/4Macro
LX100  GXR+evf 50/2.5Macro+28/2.5  S3Pro  Digilux-2

Italo

Ciao Antone'! (la tastiera inglese del notebook e' comodissima per l'universalita' d'uso dell'apostrofo)  ;)
Complimenti per l'artistico avatar e per l'ennesimo "pistolotto".  :))
Attendo fiducioso il tutorial, in specifico topic, per misurazione di luce incidente con fotocamera.
A proposito... si puo' fare anche con le compatte? Ancora non conosco a fondo le DP. ::)
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

Sardosono

Ciao Italo, sono contento che ti piaccia il mio nuovo avatar!  :))

Ero stufo di quello solito e proprio "a fagiuolo" mi hanno fatto questa elaborazione (su un bel ritratto che mi piaceva - cosa rarissima! - che mi ha fatto Mariano con la mia stessa fotocamera), mi è piaciuta molto anche l'elaborazione - cosa ancor più rara - e l'ho messa come avatar.   :D

Certo che si può fare la misurazione incidente anche con le compatte, basta che sia disponibile la misurazione spot o semi-spot (in caso di necessità si riesce anche usando quella a prevalenza centrale o integrale, ma risultano più scomode perché occorre inquadrare il cartoncino per intero).
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

SDQ+SD15+SD10 18-35/1.8+50/1.4+17-70/2.8-4OS+17-35/2.8-4+Elmarit135/2.8
GX7+GX1+GH1 20/1.7+25/1.4+45/1.8+60/2.8+70/2.8+20-40/2.8+Vario-Elmarit-14-50/2.8
X-T10 35/1.4+50/1.2+28/2.8+Sonnar90/2.8+135/2.5+16-50/3.5-5.6OS+70-200/4Macro
LX100  GXR+evf 50/2.5Macro+28/2.5  S3Pro  Digilux-2

evilworld

Citazione di: Sardosono il Lunedì, 22 Agosto 2016, 15:12:45

La domanda che fa da titolo a questo topic è sostanzialmente senza senso, perché è del tutto evidente che è meglio SEMPRE E SENZA ECCEZIONE esporre in modo ottimale.

Ho fatto questa domanda perché in una video recensione della sigma quattro nei punti di alte luci si vedevano tutti colori inventati che non centravano nulla con la scena, e il recensore diceva che per risolvere il problema doveva sottoesporre tutta l'immagine che poi era possibile recuperarla in post senza problemi.

Ecco qui si vede
https://youtu.be/o7ktvDUyTyU?t=6m49s

Sardosono

Citazione di: evilworld il Lunedì, 22 Agosto 2016, 19:08:24Ho fatto questa domanda perché in una video recensione della sigma quattro nei punti di alte luci si vedevano tutti colori inventati che non centravano nulla con la scena, e il recensore diceva che per risolvere il problema doveva sottoesporre tutta l'immagine che poi era possibile recuperarla in post senza problemi.
Caro @evilword, dato che sei nuovo del forum sarò esplicito: mi piace fare il "finto provocatore", perché altrimenti non mi diverto, e se non mi diverto... non scrivo!  :)) Il titolo mi forniva su un piatto d'argento lo spunto per introdurre il "pistolotto" che volevo fare con tono da "bacchettate sulle manine" ed ho colto l'occasione senza pensarci due volte!  :gh:

Detto questo, veniamo al video di cui hai messo il link ed entriamo subito in argomento.

Il fatto è che l'autore del video non ha assolutamente compreso cosa succede e soprattutto perché le alte luci derivano cromaticamente (e secondo me non ha capito anche un sacco di altre cose, perché la comparativa in stampa come l'ha fatta lui tra Quattro e Merrill per me non ha alcun senso fatta in quel modo, ma questa è un'altra minestra quindi lasciamo perdere).

Perché avviene quella curiosa deriva cromatica sulle alte luci? che cosa la genera? Cercherò di spiegarlo in breve.

In un sensore a mosaico, essendo a singolo strato, tutti i pixel dei tre colori possono avere la stessa sensibilità e pertanto di fatto vanno in saturazione contemporaneamente rispetto al bianco puro, ossia vanno in sovraesposizione contemporaneamente (ripeto, rispetto al bianco). In altri termini, se io ho un grigio e pian piano sovraespongo sempre di più, questo grigio diverrà man mano più chiaro fino ad arrivare al bianco puro al momento della saturazione, cioè nell'aumentare di luminosità verso il bianco non cambierà cromia ma rimarrà sempre neutro, ossia i tre colori andranno in saturazione contemporaneamente.

Ma il Foveon è un sensore a triplo strato e non si può ragionare come col mosaico. Infatti i tre strati non hanno e non possono in alcun modo avere la stessa sensibilità, perché gli strati inferiori ricevono sempre meno luce di quelli superiori, non c'è scampo. Ovviamente l'elettronica tiene conto di questo e quindi compensa questa differenza di sensibilità, cosa che riesce a fare benissimo e senza sbavature, anche se è una operazione estremamente complessa in quanto non è affatto lineare. Però... c'è un però. Tutto fila liscio finché c'è informazione proveniente da tutti e tre i canali (cioè da tutti e tre gli strati), ma inevitabilmente lo strato superiore va in saturazione prima degli altri e a quel punto da quel canale non arriva più alcuna informazione, ma solo un indistinto e costante valore massimo. A questo punto il primo strato è sovraesposto mentre gli altri due ancora non lo sono, quindi l'equilibro cromatico svanisce istantaneamente. E ovviamente non c'è compensazione che tenga, ma il fatto che svanisca istantaneamente dimostra quanto sia efficace e sofisticato l'algoritmo di compensazione applicato dal firmware. Se continuiamo ad incrementare l'esposizione ecco che ad un certo punto anche il secondo strato va in saturazione e rimane informazione soltanto dall'ultimo strato, il meno sensibile di tutti, cosa che comporta un secondo ulteriore "salto" cromatico (non che abbia importanza dal punto di vista fotografico, perché ormai di equilibrio cromatico non ce n'è più, ma è significativo per comprendere il fenomeno fisico). Quando infine, aumentando ulteriormente l'esposizione, anche il terzo ed ultimo strato finisce anch'esso in saturazione, ecco che finalmente abbiamo raggiunto il bianco puro sull'immagine finale.

Se sono riuscito a spiegare bene il concetto, allora dovrebbe essere chiaro anche quanto segue.

In un sensore Foveon la sovraesposizione scatta nel momento in cui uno qualunque dei tra strati raggiunge la saturazione: in presenza di luce bianca solitamente è il primo, cioè il blu, ma se la luce è carica di verde o di giallo sarà più probabilmente il secondo, cioè il verde, oppure se è carica di giallo-arancio può essere benissimo il terzo, quello del rosso. Ma qualunque sia quello che sfora per primo, in quel preciso punto scatta la sovraesposizione, non c'è spazio per discussione al riguardo. L'autore del video parla invece come se la sovraesposizione arrivasse quando tutti e tre gli strati sono in saturazione, la qual cosa è una sciocchezza colossale. Ecco quindi che è sciocco suggerire di sottoesporre per evitare il problema, in quanto in realtà non c'è nessun problema, ma semplicemente il fenomeno si verifica quando stiamo già sovraesponendo. Il fatto è che chi è abituato al mosaico non riconosce che questo è un mero fenomeno di banale sovraesposizione, che si manifesta in modo per lui inconsueto. Di conseguenza, definire questo fenomeno un problema è solo una dimostrazione di ignoranza e per di più suggerire di sottoesporre per "risolverlo" è proprio una coglionata!

In realtà, una volta che si comprende il fenomeno e da cosa proviene, basta riflettere un istante per rendersi conto che non solo non è un problema, ma anzi costituisce un allarme di sovraesposizione molto efficace, fornito automaticamente dalla natura stessa del sensore a tre strati, molto più efficace di un istogramma: appena le alte luci cominciano a "sbarellare" cromaticamente siamo arrivati al limite della sovraesposizione.

Se qualcuno si sta domandando perché questo fenomeno non compare nelle altre fotocamere Sigma, preparatevi ad una sorpresa: questo stesso fenomeno c'è in tutte! Semplicemente non ci avete mai fatto caso perché il firmware fa in modo di contenerlo quanto più è possibile (presumo considerando in saturazione l'intera tripletta non appena se ne satura uno dei tre). Ma a quanto pare, nella nuova SD Quattro i progettisti hanno cambiato idea, non lo contengono in firmware e lasciano che il fenomeno si manifesti.... in tutto il suo splendore! Non chiedetemi il perché, non ne ho la più pallida idea, ma se devo azzardare una ipotesi mi vien da buttare lì che forse si sono finalmente resi conto che è utile proprio come allerta naturale per la sovraesposizione, meglio di qualunque sistema artificiale fornito per mezzo del firmware. Sarebbe una scelta tecnicamente molto sensata.  8) Oppure semplicemente se ne sono dimenticati e nel prossimo aggiornamento firmware tutto tornerà come al solito, con mia grande delusione.  :(
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

SDQ+SD15+SD10 18-35/1.8+50/1.4+17-70/2.8-4OS+17-35/2.8-4+Elmarit135/2.8
GX7+GX1+GH1 20/1.7+25/1.4+45/1.8+60/2.8+70/2.8+20-40/2.8+Vario-Elmarit-14-50/2.8
X-T10 35/1.4+50/1.2+28/2.8+Sonnar90/2.8+135/2.5+16-50/3.5-5.6OS+70-200/4Macro
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anfat

"Cosi', alla fine, ci accorgiamo che quello che ho esplorato per tutta la vita e' il mondo davanti alla mia porta……" (Paul Strand)

Simone

Citazione di: Sardosono il Lunedì, 22 Agosto 2016, 21:10:59

Oppure semplicemente se ne sono dimenticati e nel prossimo aggiornamento firmware tutto tornerà come al solito, con mia grande delusione.  :(

Mi spiace deluderti ma chi si ricorda la fiammante SD15 (mi sembra con il secondo fw 1.02)... che bruciava tutte le tinte tendenti al giallo/marrone... ha già dato, quindi salto un giro di firmware e ti aspetto alla prossima magagna. :))

leonardo

La lettura del post di Antonello sulla  "deriva cromatica sulle alte luci" e sui rischi di una esposizione non "ottimale" mi ha invogliato ad armeggiare col mio Sekonic e giocare con le sovraesposizioni.
Ne è venuto fuori una comparativa di esposizioni che forse non serve a niente, ma se qualcuno ne ravvedesse l'utilità ...

Ho fotografato quattro cartoncini alla luce riflessa dal cielo azzurro, partendo da una misurazione di luce incidente e proseguendo col  raddoppio del tempo di esposizione. Ho misurato infine con CurveMeister i valori di RGB .

Sto ora cercando di ricavarne qualche riflessione.

Sardosono

Beh, no, non direi affatto che non serva a niente, anzi.

Innanzitutto già così si può verificare che la saturazione del rosso e del verde è giunta ben prima del blu. Adesso, se tu potessi ripetere l'ultimo mezzo stop del +3 suddividendolo in tre parti (ossia in sesti di stop), penso che potremmo constatare anche la saturazione del rosso prima del verde. Basterebbe a quel punto che tu andassi anche oltre il +3 di qualcosa (1/6 di stop penso che basti) per arrivare alla saturazione anche del blu (per giungere quindi al bianco puro) e così avremmo un eccellente esempio concreto che fa "vedere" quale sia il fenomeno che produce la deriva cromatica.  8)

Sarebbe certamente un ottimo lavoro, meglio di mille parole!  :si:

Unica cosa, gli RGB a valori complementari potrebbero confondere chi non è abituato e richiederebbero una spiegazione apposita che complicherebbe le cose e la comprensione. Sarebbe preferibile, se fosse possibile, mostrare i canali con i classici valori non complementari e non invertiti (da 0 = min a 255 = max), insomma per sintesi additiva e non sottrattiva.
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

SDQ+SD15+SD10 18-35/1.8+50/1.4+17-70/2.8-4OS+17-35/2.8-4+Elmarit135/2.8
GX7+GX1+GH1 20/1.7+25/1.4+45/1.8+60/2.8+70/2.8+20-40/2.8+Vario-Elmarit-14-50/2.8
X-T10 35/1.4+50/1.2+28/2.8+Sonnar90/2.8+135/2.5+16-50/3.5-5.6OS+70-200/4Macro
LX100  GXR+evf 50/2.5Macro+28/2.5  S3Pro  Digilux-2

leonardo

Mezzo lavoro compiuto. I valori RGB sono ora additivi da 0 a 255. L'altro lavoro a domani.

leonardo

Per la colazione di Antonello.
Ho appena sfornato un cornetto.
Comportamento del sensore della Fuji X100T alle sovraesposizioni.
Spero di non tediare molti.