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In una vecchia casa di Zocca, qualche appunto di viaggio.

Mi piace molto il tuo trattamento bn, specialmente nelle prime due.
Nelle ultime due mi pare diverso: sembrano realmente foto d'epoca indipendentemente dal soggetto. Dico bene oppure ho preso una cantonata? :-\ ^-^

Citazione di: DANYZ il Lunedì, 27 Agosto 2018, 23:12:39
Mi piace molto il tuo trattamento bn, specialmente nelle prime due.
Nelle ultime due mi pare diverso: sembrano realmente foto d'epoca indipendentemente dal soggetto. Dico bene oppure ho preso una cantonata? :-\ ^-^

Le foto sono state scattate con la stessa fotocamera e lo stesso obiettivo a breve distanza di tempo l'una dall'altra nella stessa casa. La stanza credo sia immutata da almeno 100 anni a questa parte, col vado da notte ed il letto con la rete a nido d'ape alta 80 cm o giù di lì.  Credo che siano i soggetti, isolati, che tendano a sembrare d'epoca rispetto alle altre foto, ma immagino che se Kate avesse osservato il pitale (molto incuriosita!), la foto sarebbe sembrata subito attuale. Grazie per il commento

Io non ho una mente artistica e non riesco a fare foto che si prestino a particolari interpretazioni e ugualmente faccio fatica ad andar oltre la bellezza immediata anche nelle foto scattate da altri.

Detto ciò per me le prime due sono bellissime, un paesaggio e una persona cara (anche bella) colti magnificamente, le ultime due tecnicamente belle ma che come anticipato non mi comunicano niente.

Mi piacciono tutte ma la prima ha un digradare di grigi completo che la rendono preziosa

Mi piacciono moltissimo, dietro queste foto c'è un pensiero ed uno studio e si vede.
:) :)

bellissimo racconto, in sole quattro foto ci si può immaginare una intera storia  :) A mio avviso, oltre ad essere molto belle le foto ed il bn, molto bella la scelta e la sintesi fatta...

La vita, istruzioni per l'uso.

Senza dubbio la 2 e la 4 per la luce è il taglio perfettamente azzeccati, perfetta la post di entrambe. Sicuramente meritano di andare in stampa. :si:

Grazie a tutti per i commenti. Ero partito poco devo aver pubblicato le foto e me li ero persi.

Citazione di: hobbit il Martedì, 28 Agosto 2018, 00:56:55
Detto ciò per me le prime due sono bellissime, un paesaggio e una persona cara (anche bella) colti magnificamente, le ultime due tecnicamente belle ma che come anticipato non mi comunicano niente.

La cosa non mi sorprende: abbiamo tutti sensibilità, interessi e culture diversi ed è con questi strumenti che valutiamo le foto e qualsiasi cosa. Io posso emozionarmi davanti ad un vecchio muro pieno di crepe, tu hai bisogno di natura e montagna, generi che trovo profondamente noiosi anche quando le foto sono scattate dai migliori fotografi. La cosa importante è quella di andare sempre al di sopra dei gusti personali e capire la bontà di una foto (di un dipinto, di un cibo, di un brano musicale, di un paesaggio, etc) aumentando la propria cultura personale ed il bagaglio di immagini viste. Ciò non toglie che, pur avendo come amici e colleghi i migliori fotografi di montagna e tanti amici del CAI Abruzzese, le foto di montagna non mi dicano nulla oltre quel che mostrano e, dopo una decina di diapositive, mi venga il sonno mentre i miei amici si eccitano riconoscendo ogni singolo sasso, l'angolo di ripresa e l'ora. Giorni fa ho visitato il museo Ferrari a Maranello e sguazzavo tra modelli, motori, cilindrate, alesaggi x corsa, soluzioni tecniche, piloti e brividi a non finire persino nel vedere il casco di Fangio che oggi non lo daremmo neanche ad un bambino sul triciclo. Sono sempre la cultura e la conoscenza che ci fanno capire, valutare le cose e provare emozioni.

Anche per me seconda e quarta in testa. La prima se fosse un pelo croppata (per es. in alto) ci guadagnerebbe, non è male comunque.

Curiosità: ma Zocca è la Zocca città natale di quel sedicente rocker che canta canzoni dalla complessa struttura lirica?
tipo  eeehhhhhhhh ooohhhhhhh / vieni con meeeeeee / eeeeehhhhhhh / tra le fragoleeeee / eeeeehhhhh / a dare un sensoooo / oooohhhhhh  

Citazione di: Brzęczyszczykiew il Sabato, 15 Settembre 2018, 19:22:48
Anche per me seconda e quarta in testa. La prima se fosse un pelo croppata (per es. in alto) ci guadagnerebbe, non è male comunque.

Grazie Brz! :)

Citazione
Curiosità: ma Zocca è la Zocca città natale di quel sedicente rocker che canta canzoni dalla complessa struttura lirica?
tipo  eeehhhhhhhh ooohhhhhhh / vieni con meeeeeee / eeeeehhhhhhh / tra le fragoleeeee / eeeeehhhhh / a dare un sensoooo / oooohhhhhh

Credo che sia quella anche se non me ne sono mai interessato. Ho ben altri motivi per andarci! ;)

La seconda è una meraviglia, tutto merito di quello
sguardo pensieroso che si intravede appena e proprio
per questo assume maggior forza.
Comunque.... troppo facile ehh!!  :-X

Citazione di: clax il Domenica, 16 Settembre 2018, 09:53:26
La seconda è una meraviglia, tutto merito di quello
sguardo pensieroso che si intravede appena e proprio
per questo assume maggior forza.
Comunque.... troppo facile ehh!!  :-X

Sapessi, invece, quanto è difficile avere a che fare con mia moglie come modella! Non è mai soddisfatta, si vede sempre brutta, vecchia e grassa e mi chiede sempre di cancellare o non mostrare le sue foto. Se decide di collaborare, lo fa per la classica foto ricordo (che comunque non le piace). Le poco foto belle sono quelle che, nonostante le apparenze, riesco a rubare con la vecchia NEX alla quale non dà troppa importanza.

Dire che mi piacciono tutte è banale anche se è vero. Per me brocche, bacili e pitali di un tempo hanno un'attrattiva. La sedia vuota, anche senza riferimenti a Van Gogh, una grande potenza evocativa, la presenza di un'assenza (ma può anche essere semplicemente una sedia vuota, linee, forma, materia e luce). Qui poi la tenda e la luce che lambiscono...
Le crepe nel muro possono valere una storia o una poesia. Mi piacerebbe imparare a fotografarle per quello che mi fanno risuonare nell'anima.
Io amo la montagna e i paesaggi ma mi piace vedere fotografie che vanno oltre il genere "montagna" o "paesaggio". Mi ha colpito Antonello quando ha scritto, se ho capito bene, che le sue foto di architettura e paesaggio non sono architettura e paesaggio.
Fortunatamente ci sono fotografi che fanno le foto che vorrei vedere. Come questa sedia.

Mah, strano che io non abbia commentato questo topic, eppure ricordo bene di averlo visto... Sì, sto invecchiando...  ::)

Che dire?!... Innanzitutto partiamo dal titolo, che è azzeccatissimo, perché queste quattro immagini sono proprio del genere "taccuino fotografico di viaggio" in stile dopoguerra (la seconda), quando la fotocamera "istantanea" è diventata compagna abituale di ogni "viaggio" degno di questo nome. A differenza del giorno d'oggi, dove la maggioranza degli scatti riportati sono panorami e paesaggi, nel secolo scorso la gran parte delle foto di viaggio ritraeva ambienti, interni ed esterni, spesso oggetti o particolari, magari persone "affaccendate in faccende" rigorosamente ordinarie, e solo qualche scorcio di panorama accompagnava tutto questo.

In parole povere: oggi si cerca di documentare lo straordinario (o presunto tale), mentre allora ci si soffermava a riprendere l'ordinario.

Ebbene, queste quattro immagini sono un tuffo nel passato, non tanto per quanto riprendono, quanto per "il modo fotografico" con cui lo fanno, ritraendo un "ordinario di un altro tempo", che per noi ordinario non è più ormai da molto, ma riportandolo con la stessa "ordinarietà" di allora. In pratica, quasi paradossalmente questi scatti ci conducono in ambienti per noi oggi assolutamente straordinari, ma presentandoceli e facendoceli (ri)vivere come se fossero ordinari ancora adesso, con "la freschezza delle cose antiche quando erano nuove".

Se fossero foto vecchie di almeno mezzo secolo, potremmo definirle "senza tempo"; essendo invece recenti, possono ben essere definite delle immagini "fuori dal tempo" e mi sento di poter affermare che riuscire in questo non è semplice né facile.  8)

Citazione di: edecapitani
... Mi ha colpito Antonello quando ha scritto, se ho capito bene, che le sue foto di architettura e paesaggio non sono architettura e paesaggio.

Hai capito benissimo! E quindi, avendolo citato in questo contesto, è evidente che hai implicitamente compreso perfettamente anche il nesso: infatti le mie non sono foto di architettura e paesaggio, in quanto sono in realtà "appunti di quel che al momento mi è garbato di appuntare", così come queste di Rino NON sono foto di viaggio, bensì "appunti di quel che al momento gli è garbato di appuntare durante il viaggio", il che è tutta un'altra storia!  In entrambi i casi, quindi, il fatto che si tratti di architetture o paesaggi o viaggi è del tutto accidentale e marginale... :si:

Citazione di: edecapitani il Mercoledì, 03 Ottobre 2018, 21:40:17
Dire che mi piacciono tutte è banale anche se è vero. Per me brocche, bacili e pitali di un tempo hanno un'attrattiva. La sedia vuota, anche senza riferimenti a Van Gogh, una grande potenza evocativa, la presenza di un'assenza (ma può anche essere semplicemente una sedia vuota, linee, forma, materia e luce). Qui poi la tenda e la luce che lambiscono...
Le crepe nel muro possono valere una storia o una poesia. Mi piacerebbe imparare a fotografarle per quello che mi fanno risuonare nell'anima.
Fortunatamente ci sono fotografi che fanno le foto che vorrei vedere. Come questa sedia.

Grazie, hai centrato il mio interesse primario in fotografia: oggetti, forme, luce, manufatti e testimonianze dell'uomo più che i fantastici paesaggi naturali che si offrono generosamente ai miei occhi. All'interno di questi oggetti cerco poi le storie senza trascurare di mettere d'accordo tutti gli elementi grafici che tramutano uno scatto a caso in una foto armoniosa. Con queste premesse e questo modo di "vedere" sono diventato fotografo di architettura e gli architetti hanno sempre apprezzato i tagli particolari o l'attenzione alla luce che scolpiva i volumi nel modo giusto. Un po' si deve nascondere ed un po' si deve mostrare, come per una bella donna, e la foto di architettura non diventa mai tecnica e fine a se stessa.

Citazione di: Sardosono il Giovedì, 04 Ottobre 2018, 00:28:25
Mah, strano che io non abbia commentato questo topic, eppure ricordo bene di averlo visto... Sì, sto invecchiando...  ::)

Che dire?!... Innanzitutto partiamo dal titolo, che è azzeccatissimo, perché queste quattro immagini sono proprio del genere "taccuino fotografico di viaggio" in stile dopoguerra (la seconda), quando la fotocamera "istantanea" è diventata compagna abituale di ogni "viaggio" degno di questo nome. A differenza del giorno d'oggi, dove la maggioranza degli scatti riportati sono panorami e paesaggi, nel secolo scorso la gran parte delle foto di viaggio ritraeva ambienti, interni ed esterni, spesso oggetti o particolari, magari persone "affaccendate in faccende" rigorosamente ordinarie, e solo qualche scorcio di panorama accompagnava tutto questo.

In parole povere: oggi si cerca di documentare lo straordinario (o presunto tale), mentre allora ci si soffermava a riprendere l'ordinario.

Non c'è nulla di più straordinario dell'ordinario, basta vederlo e fotografarlo nel modo giusto.
Grazie Antonello :)

Da fotografo incompetente, ammiro ed apprezzo, gli scatti, le riflessioni e le storie di visione di vita che questo post porta con sè, grazie ad entrambe Rino ed Antonello

Non avevo sviluppato il commento che avevo scritto sopra, dove avevo soltanto citato il titolo di un celebre libro di Georges Perec del 1978 "La vita istruzioni per l'uso".

C'è un legame con la fotografia e in particolare con queste fotografie di Rino.
Perec viene ascritto fra gli autori del Nouveau Roman francese, corrente caratterizzata dallo sguardo descrittivo sulle cose, tutte le cose indipendentemente dalla loro potenzialità spettacolare oppure simbolica - attitudine chiamata école du regard. Già una "scuola dello sguardo" non può non apparentarsi alla fotografia, ma come dicevo lo spirito dell'école du regard corrisponde alle immagini pubblicate da Rino.
A questo proposito riporto uno degli incipit di La vita istruzioni per l'uso.

CitazioneBartleeboth, 1

E' un locale quasi vuoto, ammobiliato solo con qualche sedia impagliata, due sgabelli a tre piedi ornati di un filaticcio di seta rossa con piccole frange e una lunga panca dallo schienale dritto, coperta di finta pelle verdastra, come quelle che un tempo si vedevano nelle sale d'aspetto delle stazioni.
Le pareti sono dipinte di bianco, il pavimento è rivestito da un alto spessore di plastica. Su un grande quadrato di sughero fissato contro il muro di fondo sono appuntate  parecchie cartoline: il campo di battaglia delle Piramidi, il mercato del pesce di Damietta, l'ex attracco delle baleniere a Nantucket, la promenade des Anglais a Nizza, il building della Hudson's Bay Company a Winnipeg, un tramonto a Cape Cod*, il padiglione di bronzo del Palazzo d'Estate di Pechino, la riproduzione di un disegno raffigurante il Pisanello che offre a Lionello d'Este quattro medaglie d'oro in uno scrigno, come pure una partecipazione listata di nero.

* Gli stati di luce a Cape Cod furono fotografati magnificamente da Joel Meyerowitz nella serie Cape Light.

Citazione di: pacific palisades il Venerdì, 05 Ottobre 2018, 15:31:41
A questo proposito riporto uno degli incipit di La vita istruzioni per l'uso.

Bella anche questa frase che avevo adottato per la mia serie "Dietro ogni finestra c'è una storia":

“Gli abitanti di uno stesso edificio vivono a pochi centimetri di distanza, separati da un semplice tramezzo, e condividono gli stessi spazi ripetuti di piano in piano, fanno gli stessi gesti nello stesso tempo, aprire il rubinetto, accendere la luce, preparare la tavola, qualche decina di esistenze simultanee che si ripetono da un piano all'altro, da un edificio all'altro, da una via all'altra.”

 :si: