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Duende

Aperto da Frihet, Mercoledì, 14 Ottobre 2020, 14:08:22

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Frihet

Sto finendo di realizzare, aggiungerei finalmente, per un concorso fotografico questo progetto.
Le foto non sono finite, e hanno bisogno ancora delle ultime ore di sistemazione ma vorrei sapere cosa ne pensate!

Tra qualche ora o domani cercherò di aggiornare il post con le foto pronte e sistemate!

Presentazione del lavoro:

Dopo anni ripercorro questa strada, questo marciapiedi grigio e questi palazzi che lasciano intravedere tra i loro colori spenti solo un cielo bianco, come i denti di un bambino. Gli occhi la cercano, non si vede. La testa la cerca. Continuo a percorrere lentamente questi scorci, immersi in questo panorama cittadino che per anni ho sentito mio e che mi legava inesorabilmente alla mia costituzione inadatta. 

I piedi, esitanti come le ginocchia, uno dinanzi all’altro conoscono ormai bene la direzione, diventata negli anni abituale. I polpastrelli, alle estremità dei palmi, iniziano ad avvicinarsi e a sfiorarsi come in una danza di corteggiamento sconosciuta della quale nessuno conosce le movenze. Danzano. Danzano per sentirsi vivi, per assicurarsi che non stia arrivando.
Ansia, paura, angoscia ed inadeguatezza si sono per giorni, mesi ed anni centrifugate appiccicosamente nello stomaco accompagnandomi nella scoperta del mondo. Gli occhi, sbarrati, come ipnotizzati ed il respiro sempre più veloce ed incontrollato. Le labbra secche e aperte inutilmente si muovono nello spazio alla ricerca di saziare una fame d’aria incolmabile. Qualcosa nel petto si agita all'impazzata con un ritmo sempre più veloce ed incalzante tant'è che quasi potrebbe essere notato anche da uno sguardo non troppo attento. Una porta chiusa dietro alla schiena la sorregge. Arriva, l’ho trovata sempre nello stesso luogo e ne percepisco la silenziosa e discreta presenza mentre muove i suoi passi verso me. Mi segue, mi insegue.
Le mani si irrigidiscono completamente, mentre gli arti superiori e inferiori diventano immobili come legati da indeformabili corde che non permettono il fluire fisiologico del sangue.
Un’affannosa agitazione continua a ruotarmi vorticosamente dentro senza sosta, facendo risultare inutile la voglia di una serena e così agognata normalità. Nel tempo in cui si volta dandomi le spalle la saluto con la consapevolezza che ci saremmo presto riviste e abbracciate nonostante la sua assenza in realtà mi conforti.

Mi fermo riflettendo e ripensando a questa centrifuga interiore che per anni è stata una fedele amica e confidente. Osservo da lontano quella porta a specchio, così famigliare. Scruto il riflesso al suo interno di auto che lentamente tagliano la distanza che ci separa. Immobile per qualche minuto, finché timidamente i piedi muovono i primi passi e con qualche incertezza poggio la mano sulla liscia e fresca maniglia nera. È chiusa. Fortunatamente è chiusa. Chiusa come questo progetto a dir poco personale e al quale ho permesso di scavarmi dentro. Per poter realizzare questo lavoro consapevolmente, per poter raccontare le sensazioni e le emozioni che mi attraversavano durante un attacco d’ansia sono tornata dove l’ho incontrato per la prima volta. Non sapevo cosa fosse e ricordo di esserne stata spaventata.  Tutto ciò si presentava quando sentivo le situazioni sfuggirmi di mano con la facilità con cui una goccia d’acqua calda scivola su di un corpo nudo. Per poter realizzare tutto questo e per farmi vivere più leggera è servita una grossa dose di coraggio.



Il testo ovviamente non credo sia ancora nella sua forma finale.
Sono graditi commenti, critiche, correzioni e quant'altro!

ps: le foto in totale sono 10! :idea:


pacific palisades

Dopo anni ripercorro questa strada. Marciapiedi intorno a palazzi pallidi, intravedo soltanto un cielo bianco che mi fa pensare ai denti di una bambina. Gli occhi cercano, ma non si vede. Allora è la testa a cercare. Cammino lentamente nel paesaggio urbano â€" un mio paesaggio che riporta quel vecchio pensiero dominante: la mia costituzione inadatta.

Cammino. I piedi, le ginocchia, tutto il corpo conosce la direzione perché è abituale. Alle estremità dei palmi i polpastrelli si avvicinano, sfiorano â€" è una misteriosa danza di corteggiamento? - una danza vitale per rallentare il tempo, per allontanare l'urto dell'arrivo.

La mia costituzione inadatta: ansia, paura negli anni appiccicate allo stomaco proprio quando si attende alla scoperta del mondo. Gli occhi fermi in ipnosi e la percezione della cadenza crescete del respiro. Le labbra secche inutilmente aperte si aprono nello spazio per saziarsi d'aria, una fame incolmabile. Il cuore si scuote nel petto. Una porta chiusa dietro alla schiena la sorregge, una porta per spina dorsale. Ecco arriva! Nello stesso luogo percepisco la sua silenziosa e discreta presenza. Muove passi verso me. Mi tallona.
Le mani sono irrigidite, gli arti superiori inferiori sono irrigiditi, tendini nervi diventano corde che bloccano la strada naturale del sangue.
La mia costituzione inadatta ha sbaragliato il desiderio di conformità. Nel tempo in cui si volta dandomi le spalle, saluto con la consapevolezza che ci saremmo presto rivisti e abbracciati nonostante la sua assenza in verità mi conforta.

Mi fermo per riflettere su questo movimento interiore centrifugo verso cui ho assunto negli anni una confidenza. Osservo distante la porta a specchio così familiare. Esamino al suo interno il riflesso di automobili che lentamente tagliano la distanza che ci separa. Sono immobile, poi mi avvicino con qualche incertezza e poggio la mano sulla liscia fresca maniglia nera. Fortunatamente è chiusa.

Sono immagini per un progetto di scavo interiore, per raccontare le sensazioni e le emozioni che mi attraversavano durante un attacco d’ansia. Sono tornata dove l’ho incontrato per la prima volta, non  sapevo cosa fosse e ricordo di esserne stata spaventata. Accadeva quando sentivo le situazioni scivolarmi di mano. Uno scavo interiore è sempre un po' doloroso.

pacific palisades

Ho fiducia che la serie anche se incompleta sia narrativamente a posto.
Trovo che sia un bel lavoro.
L'unico commento che mi viene in mente è che i colori freddi accentuano l'effetto drammatico delle immagini, dramma che è già manifestato dal soggetto, allora forse il tutto diventa molto forte.
Ho pensato che si potrebbe scaldare le fotografie facendo emergere il colore del corpo, qui ho fatto una prova raffazzonata. Però questa è una mia percezione, non è detto che sia condivisa.


pacific palisades

Riguardando oggi, la riscrittura del testo di presentazione può funzionare.

Sul discorso di togliere un po' di blu al colore della pelle non so, di sicuro come ho provato a farlo io non va bene.

Ti rinnovo i complimenti per il tuo lavoro.

agostino

Siete oltre le mie possibilità di commento. Ben tornata Frihet, se conosci Silvia V dille che aspettiamo anche il suo ritorno.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

edecapitani

È veramente un buon lavoro, superiore alla mia capacità di giudizio. I colori secondo me sono intonati al testo. I colori più caldi portano troppo l'attenzione sul corpo in sé, almeno così mi sembra. Complimenti.
  • Enrico
     

Frihet

Vorrei condividere con voi il progetto finale:
https://drive.google.com/file/d/14I_q6GOzn2gTT1qDm-Gh0XYVhsbnIGQe/view?usp=sharing

Il testo che troverete nel pdf è quello definitivo, quello che mi sono davvero sentita di scrivere e quello che sento davvero mio.
E' stato davvero un progetto difficile, iniziato anni fa e mai veramente concluso. Solo ora, credo e spero, di aver raggiunto una "maturità artistica" , se così possiamo definirla, che mi permette di potermi esprimere non solo attraverso la fotografia ma anche attraverso altri mezzi che prima ignoravo.

Davvero grazie a cuore a tutti coloro che guarderanno questo progetto!
Spero, e lo spero davvero, vi arrivi qualcosa  :)

edecapitani

Appena ho un momento di calma leggo il testo con attenzione
  • Enrico
     

OneFromRM

Un bellissimo lavoro e ti confermo che qualcosa arriva a chi guarda. Il testo è parte integrale delle foto. Forse dovresti trovare un modo per renderli ancora più compenetrati, anche visivamente

Eros Penatti

Ogni volta che mi collego guardo questo tuo lavoro, credo sia la decima volta....
E' molto intimo, intenso ed è difficile da giudicare.
Sicuramente è d'effetto e se volevi arrivare, direi che ci sei riuscita benissimo  :bat: :bat:

CitazioneIl testo è parte integrale delle foto. Forse dovresti trovare un modo per renderli ancora più compenetrati
straquoto !! sarebbe la ciliegina sulla torta  :si:

lookdido

Citazione di: OneFromRM il Sabato, 31 Ottobre 2020, 20:14:15
Un bellissimo lavoro e ti confermo che qualcosa arriva a chi guarda. Il testo è parte integrale delle foto. Forse dovresti trovare un modo per renderli ancora più compenetrati, anche visivamente

Citazione di: Eros Penatti il Lunedì, 02 Novembre 2020, 11:26:17

CitazioneIl testo è parte integrale delle foto. Forse dovresti trovare un modo per renderli ancora più compenetrati
straquoto !! sarebbe la ciliegina sulla torta  :si:


Sono allineato a quanto dicono OneFromRM ed Eros Penatti.

E suggerisco come modello di presentazione, l'impostazione tipo delle slide ovvero l'alternanza delle immagini con del testo coerente con l'immagine stessa.

Magari, la butto lì, proponendo il testo sotto forma di fotografia e curando la corrispondenza di un sfondo (tenue) con colori adeguati a quanto espresso con le parole...
  • lookdido
     
La mia password è "errata", in questo modo quando sbaglio il computer me la rammenta...

Frihet

Questo è il pdf che mi è stato richiesto per partecipare ad un concorso/premio e c'erano, purtroppo, delle disposizioni molto rigorose relative all'impaginazione e alla dislocazione di testo/foto, per questo non ho potuto fare altro che attenermi alle regole pena la non considerazione.

Ciò che vorrei fare, nel caso in cui questo lavoro diventasse una mostra è poter stampare queste foto su una superficie che lasci passare la luce come succede con la tecnica del collodio umido. Vorrei fossero grandi sui 2/3 metri e che lo spazio fosse buio, coperto da moquette nera ovunque.
Le foto non saranno disposte alle pareti come avviene comunemente in una mostra fotografica o di pittura ma, creeranno un percorso, piombando davanti alle persone e guidandole in questa sorta di racconto/percorso.
L'unica illuminazione di questo ambiente buio vorrei arrivasse dalla retroilluminazione delle foto stampate su lastra. Un'entrata scaglionata permetterebbe inoltre, di poter leggere il testo/racconto accompagnando così i visitatori in una sorta di esperienza sensoriale. Vorrei non fosse letto da una sola voce ma che ogni tanto ci fossero anche dei suoni, più o meno incalzanti che facciano sentire più o meno la tranquillità o l'ansia del passaggio letto.

Vorrei, fosse e diventasse un'esperienza sensoriale travolgente. Che investe, che scavi dentro, che comunichi.

Frihet

Citazione di: Eros Penatti il Lunedì, 02 Novembre 2020, 11:26:17
Ogni volta che mi collego guardo questo tuo lavoro, credo sia la decima volta....
E' molto intimo, intenso ed è difficile da giudicare.

Grazie Eros. Ho vissuto quelle sensazioni per anni e coincisero con l'inizio del secondo anno della scuola di Fotografia e Arti Visive. Mi accompagnarono successivamente anche durante gli eventi sportivi internazionali che seguivo come fotografa ufficiale finché non ho iniziato a comprendere, a capire, a sapere cosa fare prima di esserne completamente travolta. Con gli anni e con la giusta preparazione professionale sono riuscita a tenerla sotto controllo, a conviverci finché non è sparita. Una volta sparita ho deciso di affrontare questo progetto. Ho pensato di poter essere artisticamente pronta per poterlo rendere visivamente ed è, se posso dirlo, il mio primo progetto artistico personale davvero concluso, con un inizio e una fine. 
Spero questo mi possa portare a realizzare altro, qualcosa magari di più completo e maturo.

edecapitani

Ho letto il testo e lo trovo convincente e sono convincenti le fotografie ed è vero che c'è una relazione, relazione che non è però descrittiva: testo e fotografia esprimono su due piani diversi l'esperianza che ti sta a cuore raccontare. Questo è affascinante e coinvolgente, quindi credo che tu abbia tutto ciò che ti occorre per la redazione finale, per intrecciare testo e fotografia.
Mi viene in mente il repertorio dei tropi, di cui mi occupo da anni: si tratta di testi intonati su melodie che si riferiscono ad altri testi musicali. Il tropo commenta o descrive il testo cui si riferisce, a volte lo precede come se fosse un'introduzione, altre volte lo intercala commentandolo frase per frase. In alcuni casi però i due testi si intercalano sviluppando due discorsi paralleli che si riferiscono alla stessa cosa ma in modo indipendente. Sono quelli che mi affascinano di più. Il tuo lavoro mi ricorda questi tropi ma non saprei dirti qual è il testo principale. Il testo scritto mi fa entrare nella vicenda personale che racconti, le fotografie mi fanno quasi provare la sensazione stessa dell'ansia e i colori che hai scelto sono fondamentali.
Mi fermo qui perché comunque la tua è l'espressione artistica di una fotografa matura con una significativa esperienza professionale. Io sono un dilettante allo sbaraglio.
  • Enrico
     

agostino

Il tropo NON storpia (altrimenti è didascalia).

Devo ancora vedere il tuo lavoro...
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)