Una sposa discende da una bellissima Fiat 600 e, al braccio dell'orgoglioso genitore, s'avvia radiosa verso l'evento fatale.
Una colorita fanciulla le sostiene il velo.
Pochi passi e varcheranno la soglia della basilica di S. Zeno, l'antica porta allora si chiuderà dietro di loro, celando agli estranei l'incedere sostenuto dalla Marcia di Mendelssohn e all'oscuro fotoamatore le mirabili formelle bronzee, celebri in tutto il mondo.
Io non fotografo matrimoni, anzi non ce l'ho con nessuno tanto da devastarne l'incarnato con improbabili tentativi di ritratto, la sposa mi è totalmente sconosciuta eppure sono un suo convinto sostenitore e, questa volta, non posso fare a meno di fotografarla.
Perché? Facciamo un passo indietro.
Il primo sabato di settembre nell'anno del Signore 2018, son disceso da Bosco Chiesanuova a Verona con l'intenzione di fotografare la porta bronzea di S. Zeno, inizio del XII secolo, con le formelle create da tre diversi maestri, perché dopo il terremoto del 1117 si dovette ricostruire la basilica e sostituire alcune distrutte formelle della porta con altre di diversa provenienza (e ne venne un bellissimo miscuglio di tre stili e un disordine iconografico).
Normalmente, per proteggerla da intemperie e quant'altro, la porta non è visibile all'esterno, bisogna pagare il biglietto ed entrare in basilica. Quindi vado in biglietteria munito di soldi, fotocamera (SDq), obiettivi (30 art e 50-100) e cavalletto.
- Si può fotografare ma per usare il cavalletto bsogna chiedere l'autorizzazione alla diocesi, gli uffici sono qui vicini
- E allora chiediamo questa autorizzazione
- Oggi però è sabato e gli uffici sono chiusi
Rivolgo i miei più delicati pensieri alla diocesi, mi faccio dare il numero di telefono e me ne vado, rimandando la sessione fotografica.
Poi cambio idea: già che ci sono riprenderò la facciata e il magnifico portale di maestro Niccolò (c. 1138), è previsto un temporale e potrebbe venir fuori qualche bella visione drammatica.
Dopo una mezz'ora buona di foto accade l'imprevisto: si spalancano le porte e appaiono i battenti bronzei, esposti alla luce naturale che accarezza la facciata da sud-ovest e senza il permesso della diocesi.
Ci sarà un matrimonio: apertura speciale.
Certo, la soglia è trafficata, difficile manovrare col cavalletto ma meglio di niente.
Comincio a scattare e vado avanti a lungo perché - fatto rarissimo e inspiegabile - la sposa è in ritardo.
Fotografo e fotografo, finalmente arriva una 600 bianca, auto che mi ricorda lo zio Francesco e i tanti viaggi con lui in luoghi lontanissimi e leggendari come Chiasso, Como, Porlezza e la Valsassina.
Dedico le ultimo foto alla sposa e alla 600: auguro all'una una vita lunga e felice, all'altra ancora tanti km di strada.
Ma la mia preferita è la valletta colorata... e naturalmente la porta bronzea.
1. La sposa col papà e la colorata valletta
2. Alcune formelle della porta, tutte di mano del primo maestro.
3. La cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre (1° maestro)
4. Le due madri: allegoria dela mare e della terra