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le mie montagne

Aperto da edecapitani, Venerdì, 03 Luglio 2020, 19:22:36

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edecapitani

Foto scattata l'8 febbraio da Valcava, alle h. 7:46, dieci minuti dopo l'alba.
In primo piano, a destra, si vede il monte Resegone (1875 m s.l.m), al centro - innevata - la vetta della Grigna settentrionale (2410 m), a sinistra la frastagliata vetta della Grigna meridionale (2177 m).

Sono tre monti della catena Campelli-Resegone-Grigne, nelle Prealpi Bergamasche Occidentali: le Grigne sono note anche come Grignone - la più alta - e Grignetta. Il Resegnone, in dialetto 'Resegù' o 'Resegon de Lecch' è chiamato anche Monte Serrada ma pochi lo sanno.
Basta guardarle da Sud (non in questa foto quindi, con vista da SE) per darsi ragione dei nomi: il Resegone è simile ad una sega e serra le valli circostanti, sempre che anche 'Serrada' non si riferisca alla 'sega' derivando dallo spagnolo. Il nome delle Grigne, di origine celtica, farebbe riferimento alla friabilità della roccia o alle innumerevoli grotte e gallerie che si aprono sui fianchi, regno dell'homo selvadego.

Sono le montagne di Lecco, ma anche dei brianzoli e dei milanesi: da Milano verso nord, lo sguardo è incoronato da un arco di alture che va dal Monte Rosa ai monti del Triangolo Lariano - col Cornizzolo e i Corni di Canzo - al monte Barrro, le Grigne e il Resegone. Se si raggiunge un punto d'osservazione debitamente alto, lo sguardo corre ad est fino alla Presolana e, in direzione opposta, in certi giorni al tramonto, si vede persino il Monviso, mentra da certe posizioni della pianura (per esempio da Paullo), si possono rimirare il Pizzo dei Tre Signori ed il Legnone dietro le Grigne. Chi percorre la ex strada statale 36 all'aurora, giunto all'altezza di Capriano, può godere della miglior vista con le cime dei monti viola nel cielo rosato. Dai monti lecchesi, poi, discendono i cordoni morenici modellati dagli antichi immensi ghiacciai che giunsero fin quasi alla latitudine di Milano: queste più basse alture - il Crocione, il San Ginesio, il Campanone della Brianza, le colline della valle del Curone con Montevecchia (la traduzione corretta dell'antico toponimo latino sarebbe Monte delle Vigilie, Mons Vigiliarum, che nella parlata locale divenne Montevegia) costituiscono il territorio della Brianza cui danno il nome (Brig=altura). La conca coronata di monti è decorata da un diadema di laghi glaciali - Annone, Pusiano, Alserio, Segrino - ed è attraversata da alcuni corsi d'acqua: il Lambro, il Seveso che dà dei grattacapi ai milanesi nei giorni di grandi piogge, e ad est il bellissimo fiume Adda, dal quale si staccano il naviglio della Martesana, di fondazione sforzesca e un tempo navigabile fino al centro di Milano, ed il canale Muzza, scavato nel Medioevo per irrigare il Lodigiano, metterne a regime le acque paludose ed offrire a me quotidiana palestra di fotografia.
Se ad est scorre l'Adda, ad ovest del territorio milanese c'è il Ticino, che discende dal lago Maggiore ed alimenta il Naviglio Grande che servì per portare a Milano da Candoglia i marmi necessari alla Fabbrica del Duomo. Tale trasporto, 'ad usum fabricae' era siglato sui barconi con l'acronimo A.U.F, che divenne nella parlata milanese una parola che sta per 'gratuito'. Questa è la versione milanese ma l'etimo, secondo il Belli, sarebbe romanesco, e la fabbrica in questione l'opera di S. Pietro e non il Duomo di Milano.
Molti pensano che il toponimo Milano, "Medhelan" in celtico, "Mediolanum" in latno, 'Milan' (ma più anticamente 'Miran') in dialetto, significhi terra in mezzo alla pianura, oppure terra tra i corsi d'acqua, o ancora tra l'alta pianura secca e la bassa paludosa, ma è possibile che invece il suo nome si riferisca al 'santuario' perché come 'santuario centrale' venne fondata dai Galli discesi da oltralpe nel VI secolo a. C., infine luogo di mezzo, tra cielo e terra, santuario appunto. Ed il centro sacro di Milano, fin dall'epoca dei Galli, è quello dove tuttora sorge il Duomo di Milano.

Tutto questo vasto e meraviglioso territorio era nella mia infanzia il luogo di un'epopea, formatasi nella mia mente grazie ai racconti di mio padre, di mia madre e di mia zia. Ho cominciato a percorrerlo strada per strada, valico per valico, con la bicicletta all'età di 14 anni e, non potendo raggiungere le vette col velocipede, ho cominciato a farlo con gli scarponi. Negli anni della maturità lo avevo un poco trascurato, rattristato dalle profonde trasformazioni che gli sono state inflitte (la gente deve pur vivere). Ricordo alcune fotografie scattate da mio padre negli anni '50, in cui si vedono immense distese boschive dove ora si estende una ininterrotta urbanizzazione.


Grigne e Resegone sono sempre state le mie montagne, insieme al monte Rosa, le ho sempre avute negli occhi perché le vedevo anche dalle finestre di casa a Milano, ed ora le vedo ogni giorno andando e tornando dal lavoro.
Per un milanese ed un brianzolo la vista da Valcava, una vallata ed altura che divide il territorio lecchese dal bergamasco, è piuttosto inconsueta: il Resegone, visto di taglio, non ha la forma di una sega ma piuttosto di un tronco di cono, sembra quasi un vulcano mentre il Grignone mostra per il lungo il suo dorso mentre da Milano è una piramide.
  • Enrico
     

pacific palisades

La tua fotografia è una preghiera per quelle montagne.

agostino

  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Eros Penatti

Riconosco molto bene quei profili  :))
Bella, veramente bella !!
Complimenti

edecapitani

Grazie Andrea, Agostino ed Eros!
  • Enrico
     

Donato56


edecapitani

  • Enrico
     

lookdido

  • lookdido
     
La mia password è "errata", in questo modo quando sbaglio il computer me la rammenta...

edecapitani

  • Enrico
     

Rino

Citazione di: edecapitani il Venerdì, 03 Luglio 2020, 19:22:36
Foto scattata l'8 febbraio da Valcava, alle h. 7:46, dieci minuti dopo l'alba.
In primo piano, a destra, si vede il monte Resegone (1875 m s.l.m), al centro - innevata - la vetta della Grigna settentrionale (2410 m), a sinistra la frastagliata vetta della Grigna meridionale (2177 m)...

Non so se mi piace più il racconto o la foto, ma insieme di sicuro valgono un applauso!

edecapitani

  • Enrico
    Â