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Cretto di Burri

Aperto da Ginni, Domenica, 14 Novembre 2021, 19:30:11

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Ginni

Il Cretto Di Burri a Gibellina.

In viaggio ad inizio ottobre in Sicilia con mia moglie, domenica mattina, prima di prendere l’aereo nel pomeriggio, chiedo all’albergatore che cosa ci fosse nei paraggi da vedere di poco conosciuto.

Lui mi rispondeva subito: “Il Cretto di Burri a Gibellina! Io lo consiglio è bello da vedere anche se il parrino di Gibellina durante la messa ha sempre da ridire per le donnine che vanno li a fare le foto per i calendarietti, sa la ci sono morte tante persone”.

Incuriosito andavo in rete e leggevo di Gibellina, paese distrutto nel terremoto del Belice, della sua successiva ricostruzione, di come il sindaco Ludovico Corrao avesse coinvolto numerosi artisti di fama mondiale tra cui Alberto Burri che come opera d’arte inglobo le macerie della vecchia Gibellina in blocchi di cemento bianco dando origine al Cretto di Burri.

Guidato dalle parole dell’albergatore che mi aveva raccontato dell’indignazione del parrino, interpretavo subito l’opera quasi come un monumento funebre, restavo stupito perché tante “donnine” andassero li a fare le foto per i “calendarietti”.

Navigatore alla mano mi dirigevo verso la vecchia Gibellina: le strade non erano nel miglior stato, ma tutto sommato sono strade di montagna e presentano buche ed avvallamenti dovuti alla natura del territorio ed a smottamenti recenti .

Lo spettacolo del Cretto di Burri per me è stato insolito, mi aspettavo un’opera meno materica, più piatta, invece i blocchi di cemento sono alti circa un metro e mezzo, sembra di camminare durante le vie di un villaggio “fantasma”.

Qua e la le piante hanno colonizzato la scultura quasi a testimoniare che la vita prosegue oltre la morte.

Alla fine ho svelato il mistero dei “calendarietti” i visitatori del Cretto come molti turisti telefonino alla mano si davano da fare con selfies, alla fine erano questi i “calendarietti”, forse inappropriati perché l’opera sorge sulle rovine di un paese ma giustificati dal fatto che il paesaggio che Burri ha creato è insolito e l’opera coinvolge il visitatore che ci cammina, anzi si arrampica quasi attraverso.

Magari oltre a fare un selfie anche già altri turisti hanno scoperto come me cosa fosse avvenuto a Gibellina e hanno riflettuto sulla tragedia rendendo comunque omaggio alle vittime.

Vagando tra le vie del Cretto, pensando al disastro del terremoto e fotografando qua e la per poco non arrivavo in ritardo in aeroporto.













Donato56

Grazie a te l’ho scoperto anch’io.

Joserri

È impressionante, magico! Mi fa venire voglia di camminare per quelle strade vive/morte!


Grazie, Gianni!
  • Ric
     

leleros

Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
Indispensabile la presenza umana per dare una dimensione all'opera, mi chiedo se Burri ha seguito una logica nelle divisioni dei blocchi, ad esempio la vecchia piantina di Gibellina, oppure se è andato tutto di fantasia ::)
Mi sono immedesimato nel parroco ed i suoi concetti sui calendarietti... evidentemente appartiene ad altri tempi  ^-^
Speriamo che non imbrattano con i murales quest'opera, almeno fino a quando la Natura non prende il sopravvento, eh si perché arriverà il giorno in cui qualcuno dovrà occuparsi delle macerie delle macerie.
  • Rosario
     

clax

Vedere quelle piccole piante che già colonizzano
questi giganti di cemento, dà speranza.
Bravo Ginni
  • Claudio
     

Marco_M

Conoscevo l'opera, ma le tue foto la documentano in modo veramente efficace  :si:
  • Marco
     

OneFromRM

Belle le foto e molto interessante l'opera. anche io non ne ero a conoscenza. Grazie!