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Roma di mattina

Aperto da agostino, Domenica, 28 Gennaio 2018, 21:17:00

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agostino

Non avendo un cane, stamattina ho portato la SD4 a far pipì a zonzo per Roma.
(meditavo così: fotografare con il Foveon è come tentare di far volare un tacchino, non ce la fa ma se ce la fa è uno spettacolo...).

Ho tentato di essere fedele alla realtà, ma non troppo.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Grande Fiammifero

La prima e venuta bene, l'ultima meno, a destra non si vede niente

essere fedele alla realtà e una ricerca perenne della propria che cambia continuamente
La realtà che guardi e solo tua e di nessun altro

Joserri

Sono belle immagini. I dintorni, la nebbia, la mia Roma, che ricordo bene. Vi ringrazio molto per averci invitato a ricordare una bella città, dove sono stato tante volte e non ho visto quello che ci avete mostrato.
  • Ric
     

Joserri

La terza è bellissima. Un cuore di mistero e amore
  • Ric
     

conla

begli scorci la prima mi piace
CRISigma :si:

Silvercat56

Piacevole mood della terza, che invita ad osservare, in silenzio, la pacata atmosfera sul fiume; bello lo scorcio anche della seconda, molto ben gestita l'esposizione tra ombra e luce, mi ripeto, in queste situazioni mi pare che Sigma abbia un a marcia in più, proprio nell'esposimetro.
SD10;SD14; SD1M; DP2s: DP2Merrill; 8-10mm;15-30mm;18-50mm;15mmFisheye;105macro;180macro;70-200f2.8; Samyang500cata;2xMultiplier. Eos50D; Kodak DCS Pro SLR/c+18-50Sigma+EF70-200f4.
Eos350D-IR;NikonD70-IR+Nikkor10-24;NikonD70-UVIR+18-55.
Analogiche...una vagonata, dalla Kodak Brownie alla Graflex Speedgraphic al banco ottico

agostino

Per l'esposizione io continuo ad usare il vecchio sistema con cui esponevo le dia: usando o lo spot o, più frequentemente, la media ponderata (con cui spesso leggo la luce in zone anche fuori dell'inquadratura ma che reputo significative - per analogia - con l'inquadratura)  valuto la luce incidente e ragiono in merito alla luce che vedo nell'inquadratura stessa per come è conformata la scena (es: escludo il cielo nella misurazione - se troppo luminoso - per evitare una sottoesposizione del paesaggio ecc). Voglio dire che non uso il sistema a matrice non perché non lo reputi affidabile ma perché...non so quel che fa. Molto utile l'istogramma che, se integrato alle valutazioni esposimetriche, ti permette di vedere se hai pixel fuori dal range e decidere, di conseguenza, cosa fare (ad esempio se hai il sole nell'inquadratura, anche velato, inutile pensare di non avere l'istogramma che sforacchia a destra: lo accetti e eviti correzioni che sottoespongono il resto). Dico questo perché non so valutare l'affidabilità in sé del sistema esposimetrico in toto come capicità nel valutare in autonomia la scena e scegliere da sé l'esposizione corretta.
Che ne pensate della resa in sé della SD 4 come qualità di immagine?
Se posto delle foto e per un confronto anche su questo (e per questo vi chiedo di postare le foto fatte con altri Foveon, non avendone a disposizione): lo faccio solo qui perché mi piace il clima e lo scambio, non sono un fotografo e non ho mai postato foto sui siti dedicati.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

agostino

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Silvercat56

Citazione di: agostino il Mercoledì, 31 Gennaio 2018, 11:39:06
Per l'esposizione io continuo ad usare il vecchio sistema con cui esponevo le dia....
Per quello che mi riguarda utilizzo lo stesso sistema, in caso di situazioni difficili: spot o semi spot sulla zona che reputo di maggior interesse o che offre il giusto livello di luce e prendo quel che viene per il resto; più spesso, nel paesaggio non capitano tantissime situazioni critiche con zone d'ombra molto chiuse e zone illuminate da contraerea, utilizzo la lettura a matrice, mi ripeto ancora, secondo me nella sigma lavora davvero bene; ho anche Canikon ma entrambe pretendono una valutazione più mirata, col matrix in genere si sfora. A conferma di ciò, la Kodak DCS Slr/c, che poi è una SD10 con sensore FF da 13.5Mp ed elettornica Kodak, offre la stessa ottima valutazione a matrice della SD10. Non conosco la SD4 ma immagino abbia esposimeto similare.
SD10;SD14; SD1M; DP2s: DP2Merrill; 8-10mm;15-30mm;18-50mm;15mmFisheye;105macro;180macro;70-200f2.8; Samyang500cata;2xMultiplier. Eos50D; Kodak DCS Pro SLR/c+18-50Sigma+EF70-200f4.
Eos350D-IR;NikonD70-IR+Nikkor10-24;NikonD70-UVIR+18-55.
Analogiche...una vagonata, dalla Kodak Brownie alla Graflex Speedgraphic al banco ottico

Brzęczyszczykiew

Citazione di: agostino il Domenica, 28 Gennaio 2018, 21:17:00
Non avendo un cane, stamattina ho portato la SD4 a far pipì a zonzo per Roma.
Non male. La luce mi piace e non c'è un'anima o quasi.
Forse dovrei andare all'alba pure io, in inverno.

P.S. la terza è notevole: ha qualcosa di analogico. Ed è un bene che non si veda molto a destra, perché quello è il traffico del Lungotevere.

Rino

Citazione di: agostino il Domenica, 28 Gennaio 2018, 21:17:00
Non avendo un cane, stamattina ho portato la SD4 a far pipì a zonzo per Roma.
(meditavo così: fotografare con il Foveon è come tentare di far volare un tacchino, non ce la fa ma se ce la fa è uno spettacolo...).

Perché mai? In una situazione come in queste foto il Foveon in generale va a gonfie vele e non è assolutamente in difficoltà, anzi, ha la marcia in più per impreziosire delle vedute altrimenti molto scontate. Bella la foto nebbiosa che probabilmente renderebbe bene anche in BN.

agostino

@ Rino
Ero alle prime foto (gennaio) con la SD, anche un po' intimorito da tutto quello che leggevo e dall'anatema caduto sul Quattro (mio primo Foveon e dunque nell'impossibilità di un chiarimento sull'esperienza!).

Tutto qua (non ti sarà sfuggito che la citazione del volo del tacchino è da "canzone quasi d'amore")
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Silvia V

mi piace molto la terza, malinconica.
  • Silvia
     
DP3 Merril
Nikon D700
Olympus OMD em1
Nikon F2

"L'inizio è solo un seguito ed il libro degli eventi è sempre aperto a metà"

Rino

Citazione di: agostino il Lunedì, 01 Ottobre 2018, 18:21:46
@ Rino
Ero alle prime foto (gennaio) con la SD, anche un po' intimorito da tutto quello che leggevo e dall'anatema caduto sul Quattro (mio primo Foveon e dunque nell'impossibilità di un chiarimento sull'esperienza!).

Be', le foto con il Quattro fanno schifo a prescindere nonostante se ne vedano in giro di eccellenti, ma la sua reputazione migliorerà quando uscirà la nuova FF anche se la SD9 resterà comunque la migliore. Così va il Foveon! ;)

Citazione
Tutto qua (non ti sarà sfuggito che la citazione del volo del tacchino è da "canzone quasi d'amore")

Sempre grande Francesco!

agostino

CitazioneSempre grande Francesco!

Sì, anche se ho visto delle recenti interviste e non sta benissimo di salute. Mi piacerebbe un giorno passare per Pavana ma lo dico da anni e non ci vado mai...
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

agostino

@ Brzęczyszczykiew
CitazioneP.S. la terza è notevole: ha qualcosa di analogico. Ed è un bene che non si veda molto a destra, perché quello è il traffico del Lungotevere.

Infatti ho chiuso le ombre non solo per incrementare il "mistero" ma soprattutto per far sparire le auto!

@Silvia
Citazionemi piace molto la terza, malinconica.
Grazie, sicuramente è la migliore.
Tieni conto che io posto foto soprattutto per farmi aiutare a capire come migliorare non solo le inquadrature ma sopratutto il "trattamento" del Foveon (esposizione e post). A gennaio ero moto timido nel modificare il file in SPP, mi sembrava sempre di perdere il controllo (anche se sono processi reversibili avevo la sensazione di confondermi le idee a smanettare troppo). Ora, anche grazie alle cose apprese, mi muovo con una logica.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Sardosono

Citazione di: agostino
... Ora, anche grazie alle cose apprese, mi muovo con una logica.
Infatti sta tutto lì !!!   8) 8) 8)   :si: :si: :si:

Non per nulla l'esperienza in quanto tale - quella vera e a prescindere dalla fotografia - è un processo di apprendimento che consiste sostanzialmente nel comprendere e saper riconoscere effettive relazioni logiche di causa-effetto, sulle quali basarsi per ideare e provare possibili soluzioni. Ma senza tale comprensione (e conseguente capacità di riconoscimento) allora quel che chiamiamo "esperienza" si riduce in realtà ad una banale collezione di pseudo-regolette, che vanno poi a costituire un "manualetto mentale di procedure meccaniche da applicare pedissequamente". Ciò vale in ogni campo dell'attività umana nel quale abbia senso parlare di "esperienza" e quindi la fotografia non fa eccezione, sia in sede di ripresa sia in post-produzione.
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

SDQ+SD15+SD10 18-35/1.8+50/1.4+17-70/2.8-4OS+17-35/2.8-4+Elmarit135/2.8
GX7+GX1+GH1 20/1.7+25/1.4+45/1.8+60/2.8+70/2.8+20-40/2.8+Vario-Elmarit-14-50/2.8
X-T10 35/1.4+50/1.2+28/2.8+Sonnar90/2.8+135/2.5+16-50/3.5-5.6OS+70-200/4Macro
LX100  GXR+evf 50/2.5Macro+28/2.5  S3Pro  Digilux-2

Rino

Citazione di: agostino il Lunedì, 01 Ottobre 2018, 19:46:14
Infatti ho chiuso le ombre non solo per incrementare il "mistero" ma soprattutto per far sparire le auto!

Io, invece, me le sono ritrovate tutte anche se questo è stato un momento di grazia (era ora di pranzo). In compenso ho provato a fare qualche scatto di notte con le lunghe esposizioni, ma nulla degno di essere mostrato.

agostino

Visto che avete rianimato questo topic su Roma voglio dirvi una cosa.
Roma è una città fantastica ma non si può pensare di accedervi come fosse Parigi, una città resa ordinata sia in senso urbanistico che architettonico da un unico e recente momento ri-fondativo.

Se vuoi amare Roma devi dedicarle tempo, studiarla prima di vederla. Se vogliamo semplificare, per accedere a un pieno godimento di Roma (mi limito alla Roma antica, per semplificare il discorso) bisogna sempre saper astrarre e in particolare:
- sottrarre: cioè concentrarsi su un aspetto, un dettaglio presente in una determinata area (e ascrivibile ad un particolare momento storico e dunque archeologico/artistico) e, con la mente, togliere tutto il resto, dall'orrendo traffico automobilistico (e il rumore roboante che lo accompagna) alle stratificazioni di opere che precedono o succedono quel momento.
- sommare: ricollegare cose distanti, frammenti, accomunati dall'appartenenza alla stessa epoca o addirittura alla stessa opera. Esempio: prima delle mura aureliane (270-275 DC) la cui continuità e struttura si impone senza sforzo, Roma ha avuto altre fortificazioni di cinta di cui, la più importante, le mura serviane di qualche SECOLO più vecchie (IV secolo AC) Ne esistono tracce relative all'intero perimetro e in punti molto distanti della città che, a volerle vedere tutte insieme, si rischia di passare una giornata nel caos (a meno di andare presto la mattina, in bici): ma se uno fa suo, mentalmente, il perimetro e si ricorda i punti dove trovare i reperti più significativi prima o poi ci incappa e...costruisce nel tempo la sua mappatura visiva archeologica della città.
La Roma visitata con i tempi del turismo (i pullman scoperchiati ecc..) è la fiera dell'inutile, tanto vale guardarsi un buon documentario.
Spero di avervi incuriosito per il vostro prossimo viaggio che, magari, si concentrerà su poche cose viste e capite bene. E' faticoso ma appagante.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

agostino

Esempi (immagini non Foveon)

Avete mai fatto caso, uscendo dalla Stazione Termini, a questo muraccio?
é un tratto delle mura serviane...


Domani vi mando un pezzo da collegare...
  • Agostinocantastorie?
     
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Rino

Citazione di: agostino il Mercoledì, 03 Ottobre 2018, 22:52:59
Esempi (immagini non Foveon)

Avete mai fatto caso, uscendo dalla Stazione Termini, a questo muraccio?
é un tratto delle mura serviane...


Domani vi mando un pezzo da collegare...

Organizziamo un "Incontro Foveon" a Roma e tu provvedi al giro turistico?
Quello che hai scritto mi ricorda un mio breve testo di accompagnamento per un servizio su Kyoto anni fa e ve lo propongo volentieri:

CitazioneGIAPPONE: KYOTO
I luoghi spesso non sono come li immaginiamo. L'idea della città di Roma, che conosciamo tutti, non è il Colosseo più la Fontana di Trevi più Villa Borghese, ma quello che si trova tra un luogo e l'altro, direi tra una cartolina e l'altra. I luoghi non sono fatti di cartoline ma di quello che le collega, della gente che ci vive, del traffico, delle strade, dei bar, dei negozi, dei mille edifici non di pregio che caratterizzano il volto di una città. Le cartoline non si sentono addosso, non si vivono, non si annusano, non si respirano, le città vere sì. Nelle cartoline mancano le voci, gli odori, la temperatura dell'aria, il tepore dei tramonti, i rumori del traffico, il vento sul viso, fosse anche quello che precede l'arrivo di un treno nella metropolitana.
Appassionato di arte e cultura giapponese da sempre, sono colpevole di aver scelto Kyoto come meta del mio viaggio in Giappone, affascinato dalle tante "cartoline" che avevo visto: alberi rossi, parchi fioriti, giardini zen, templi, negozi e ristoranti pittoreschi, cerimonia del tè. Tutte queste cartoline esistono, ma non sapevo come collegarle e, soprattutto, non immaginavo che fossero collegate da chilometri di città modernissima tutta uguale. Mi aspettavo la folla ed i grattacieli da Tokyo, ma avevo scelto Kyoto apposta perché, nella mia mente, era l'antitesi alla capitale, meno affollata, meno frenetica e più spirituale, quasi una "città zen". Invece no, Kyoto, come - credo - tutte le grandi città giapponesi, ha lo stesso aspetto di Tokyo: chilometri di strade interminabili scavate tra palazzi alti e moderni, piene di persone indaffaratissime e frettolose. Traffico, auto, metropolitane zeppe ma ordinatissime (nessuno scavalca le linee dipinte in terra per la fila di attesa), autobus nei quali si respira a stento. Ai primi cenni di freddo, a Kyoto sparano il riscaldamento a palla in qualunque luogo pubblico, a partire dagli autobus, ed è inevitabile prendersi un malanno per gli sbalzi di temperatura.

Ci sono due Kyoto, quella dell'immaginario e quella della realtà. Le due Kyoto convivono senza problemi, s'intrecciano, s'intersecano, si dividono gli spazi di una città smisurata tra le più grandi in Giappone. Una delle due contiene l'altra, impossibile stabilire quale. Kyoto è 4 volte Milano, ma ha lo stesso numero di abitanti. Questo dovrebbe voler dire meno folla, ma a me è sembrato il contrario sia sugli autobus che in metropolitana: a Milano non ci sono così tanti turisti e quelli che ci vanno per affari, prendono il taxi.

Dopo ogni lunga trasferta, meraviglia e stupore per delle aree che sembrano non appartenere alla stessa città: sono le aree dei templi, come se questi fossero inseriti all'interno di un paesino a sua volta inserito all'interno della grande metropoli. La cosa di per sé sarebbe affascinante se non fosse per il fatto che il "paesino" è pieno di turisti e si deve faticare persino per vedere quanto esposto sulle bancarelle. Un po' come nei dintorni di San Pietro: souvenir e ricordini di ogni prezzo e per tutte le tasche, alcuni orribili, altri meno, ma con il loro fascino particolare perché il venditore che ce la porge con un cortese sorriso è asiatico anziché di trastevere. Gli occhi a mandorla, gli inchini, i sorrisi ed una lingua incomprensibile fanno la differenza, ma la sostanza è la stessa: siamo immersi nel grande business religioso, in fila per comprare ricordini e santini o per suonare la campana di buon auspicio. Tutto il mondo è paese, ma i ristoranti intorno al tempio (spesso "nel" tempio) servono solo cibo vegetariano, tisane e tè. In compenso riusciamo a "peccare" (di gola) abboffandoci del loro dolce tipico: il bigné alla crema, disponibile anche in versione "con crema al tè verde" che sembra al pistacchio.

Dei giorni a Kyoto preferisco ricordare le uscite notturne con Kate, a piedi alla ricerca del posto per la cena e degli angoli meno turistici, i tentativi di decifrare i menu in giapponese, la scoperta del passaggio a livello più piccolo al mondo (esclusivamente per pedoni o biciclette) che porta ad un piccolo fiume lungo il quale ci sono dei localini dove sederci per bere della buona birra gustando spiedini di carne. Il giorno dopo il mio arrivo in Asia ho capito che non dovevo chiedermi cosa ci fosse dentro i dumpling, nelle zuppe o nelle varie cose fritte (tantomeno che olio avessero usato), per cui non l'ho fatto per i fantasiosi spiedini, mangiandoli con soddisfazione.


agostino

a Rino: concludo il discorso iniziato ieri con foto e poi ti rispondo:

Lo stesso muro, di cui non abbiamo più traccia per un bel pezzo, aveva tante porte di accesso: questa è porta Esquilina, vicino a Piazza Vittorio. Lo avreste immaginato? Si chiama arco di Gallieno, nome fuorviante (per i curiosi vedete wiki)
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agostino

A Porta Maggiore, uno dei numerosi accessi alle mura Aureliane, arrivavano gran parte degli acquedotti che raccoglievano acqua dall'Aniene (a circa 70 Km da Roma) (foto 1, dettaglio degli acquedotti nello spessore della Porta).

Quando Nerone costruisce la Domus aurea, si attacca alle condotte proprio da qui e con l'arco neroniano (acquedotto), alimenta la villa (si parla di un'ampia zona lacustre dove, successivamente alla bonifica e al declino di Nerone, viene costruito il Colosseo): da porta Maggiore l'arco neroniano è ancora in piedi per un primo tratto, poi niente. Ma se si segue idealmente il tracciato verso colle oppio, a San Giovanni si può notare qualcosa... (foto 2); nella foto vedete la sommatoria del tempo, ma se togliete le case lo vedrete agile portare l'acqua ancora un km più avanti (foto 2)
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agostino

questa era la foto 1
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agostino

Alcune volte si può "sommare", in un solo colpo d'occhio, il dispiegarsi delle Opere nel tempo e a questo punto la fotografia può diventare uno strumento di descrizione immediata, un atto mentale di sintesi
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Rino

Citazione di: agostino il Giovedì, 04 Ottobre 2018, 19:02:35
Alcune volete si può "sommare", in un solo colpo d'occhio ,il dispiegarsi delle Opere nel tempo e a questo punto la fotografia può diventare uno strumento di descrizione immediata, un atto mentale di sintesi

Mi piace il discorso che stai facendo ed attendo il resto. ;)

agostino

In realtà il discorso può finire qua o proseguire in qualsiasi direzione.
Ero partito per dirvi che Roma la puoi conoscere e forse capire la vera bellezza facendo questo sforzo che ho chiamato di studio, visione sommatoria e sottrattiva: questo discorso, in sé, c'entra poco con la fotografia e, se ho utilizzato delle foto, era solo per documentarvi quello che stavo dicendo: se voi foste stati con me vi avrei portato in quei posti e fatto semplicemente vedere quello che qui illustro con foto e ragionamenti.

Poi si può fare anche di Roma un soggetto fotografico e qui bisogna decidere in che modo: l'ultima foto era l'unico spunto fotografico che posso considerare anche autonomo, autosufficiente, rispetto al ragionamento (di cui, invece, le foto precedenti erano ancelle).

Incontro Foveon a Roma? Per me sarebbe fantastico ma anche facile, ci vivo. Come penseresti di farlo: decidiamo un tema e un tempo, organizzativamente non saprei da dove iniziare (credo che fare tutto in un giorno, anche ponendoci obiettivi fotografici mirati, è troppo poco).
Premessa: io non sono un esperto di arte e archeologia, sono solo un curioso che cerca di capire il luogo dove sono nato e che so non essere un posto qualsiasi (nessun posto lo è, ma Roma è veramente Roma!)

Io, dal punto di vista fotografico e facendo seguito a quanto detto, lo imposterei su alcune ipotesi:

- un unico luogo con unità di tema/tempo: es Via Appia Antica, p.zza Campidoglio, Il Palatino, Le terme, Le Mura, L'EUR, Ostia Antica (gli scavi, una meraviglia...) ecc.
- un luogo circoscritto con tema: es il "Tempo e le opere" (vedi, come esempio, la foto Arco Neroniano e case) oppure "La città Moderna e l'antico" (vedetevi un sito sulla Centrale Montemartini, per farvi un'idea)
- nessun tema: a zonzo in un'area scelta e circoscritta dove ognuno coglie quel che vuole, pure il semaforo all'incrocio come hai fatto tu.

Lanciamo l'idea? Un nuovo topic di raccolta adesioni?
Ciao
  • Agostinocantastorie?
     
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agostino

Bellissimo il pezzo che hai scritto su Kyoto e condivisibili le cose, universali, che dici nell'introduzione sui luoghi e lo iato tra le immagini di fantasia e l'incontro con la realtà (proprio portando Roma ad esempio).
Non sono mai stato in Giappone ma da un po' di tempo mi dico che, se avrò l'opportunità di fare un viaggio impegnativo, è proprio lì che andrò: ringrazio anche PP che mi ha fatto leggere Igort...
  • Agostinocantastorie?
     
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