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Fotografia, rappresentazione reale o artistica?

Aperto da Lorenzo F., Venerdì, 26 Gennaio 2018, 15:26:57

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Lorenzo F.

Vorrei sottoporre una questione, ossia cos'è per voi la fotografia? O meglio come decidete di agire nel rappresentare questo (disegno con la luce).
Certo è molto soggettiva come domanda perché la realtà e quindi anche la sua rappresentazione è differente per ogni persona.
Pensandoci attentamente è strabiliante constatare che in qualche modo anche la rappresentazione stessa sotto forma di fotografia, di quanto immortalato, in qualche modo non ê mai stata uguale a quanto visto e percepito realmente dato che con la pellicola il risultato variava al variare dei supporti o dei reagenti impiegati per lo sviluppo (che fosse on modo voluto per esigenze tecniche e artistiche o per casualitá), oggi con i sensori non parliamone....(anche solo per lo sviluppo, se poi ci aggiungiamo il ritocco olllleee....)
Quindi da sempre la fotografia non è mai stata una rappresentazione fedele delle realtà, bensì una sua copia artistica più o meno rispondente a quanto visto e viziata da quanto si voleva mettere in risalto.


Voi in che direzione andate in merito alle vostre scelte di rappresentazione?
{[(1:1:1) + (1:1:4)] /3} > 33% = True
SX70-Sd10-SdQ-XH1 ed altre cosucce varie.

Non sapere chi siamo è grave. Non sapere cosa si voglia è rischioso. Non capire con chi si stia parlando può rivelarsi drammatico.
M.Villani

Italo

CitazioneQuindi da sempre la fotografia non è mai stata una rappresentazione fedele delle realtà...
Quali parametri determinano il coefficiente di fedeltà alla realtà? O meglio: cosa si definisce "fotografia della realtà" se non il tentativo di rappresentare ciò che i nostri occhi vedono?
Il problema è che l'occhio è collegato al cervello, e questo non è imparziale ma emotivo per cui, essendo l'umanità di carattere spiccatamente analogico, la realtà può essere diversa per ognuno di noi.
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

Lorenzo F.

Esatto, in virtù di questo, se 2 fotografi eseguissero in libertà concettuale (quindi di inquadratura esposizione ect ect) uno scatto dello stesso posto, alla stessa ora e nello stesso momento, i due risultati sarebbero magari molto differenti, ma per loro pur sempre reali e rispondenti a quanto presente in quel momento sulla scena, a meno che uno dei due per realtà intenda non cosa vede, ma cosa CI VEDE nella foto che si sta preparando a scattare, il che stravolge il tutto.


A quel punto vien da chiedersi, voi quando scattate,.....come scattate?
Inquadrate come se usaste una macchina a pozzetto e quello che viene viene, cercate il particolare che nessuno noterebbe, ed ancora enfatizzate esposizione, contrasti e colori per dare risalto al particolare o alla scena fotografata anche a costo di stravolgerla da come voi stessi la percepite in virtu' di quello che ci vedete o vorreste vederci?


Personalmente molte mie foto sono da cestino perchè mi colpisce la scena ma non ne capisco il perchè, non sapendo quindi cosa voglio fotografare, il risultato viene simile alla realtà assoluta (quella che tutti vedrebbero in quel momento se fossero li) ma non alla mia realtà relativa, (che tra le due per un fotografo è quella che maggiormente conta se vuole trasmettere qualcosa con il suo scatto, a prescindere da quale sia il genere di scatto eseguito).
{[(1:1:1) + (1:1:4)] /3} > 33% = True
SX70-Sd10-SdQ-XH1 ed altre cosucce varie.

Non sapere chi siamo è grave. Non sapere cosa si voglia è rischioso. Non capire con chi si stia parlando può rivelarsi drammatico.
M.Villani

Italo

In fotografia, dal 1957 il mio intento è sempre stato tecnico, alle prese con sviluppo e stampa in proprio, non ho mai fotografato in senso artistico per trasmettere un'emozione ma per documentare un evento in ambito famigliare o cittadino.... i pochi paesaggi o i mille colori di un vaso di fiori su alcune mie stampe non mi dicono nulla, ma rivedere ora in qualche misera stampa 10x15 i personaggi ed i luoghi che hanno accompagnato la mia gioventù mi provoca un groppo in gola.  http://forum.foveon.it/index.php?topic=48.15
  • Italo
     
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Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

pacific palisades

Credo che quello della verità sia un falso problema, per capire qualcosa della fotografia bisogna chiedersi come la usiamo, cioè farne una storia dal punto di vista pragmatico perché non è altro che uno strumento.
Una fotografia usata in un processo non è una fotografia che correda un romanzo (come in Austerlitz  di Sebald), e non è una fotografia che ritrae un re, e non è una fotografia "pittorialista", e non è una fotografia appiccicata in un collage di Jasper Johns, eccetera. Un paesaggio di Vieri Bottazzini non ha nulla a che fare con un paesaggio del naturalista Pietro Zangheri. Una foto di Dondero non ha nulla a che fare con una foto di Ghirri, tantomeno chessò di Basilico oppure di Toscani.

conla

la fotografia è documentare; se poi sia reale o artistica è l'osservatore a deciderlo.
CRISigma :si:

elerum

Mi...  , aspetto l'intervento di Antonello che questa e pane per i suoi denti e sa spiegare meglio in parole, siamo più o meno sulla stessa linea di pensiero :-[
  • Micky
     
IL FOVEON SCEGLIE LA PERSONA CON CUI STARE E NON LA PERSONA IL FOVEON

se Tu hai una mela ed io un altra mela e ce li scambiamo avremo sempre ognuno una mela invece se io ho un idea e Tu un altra idea e ce li scambiamo allora ognuno di noi avremo due idee
George Bernard Shaw


PS: Non sono un "Photographer" ma un artigiano della fotografia  ;)

Lorenzo

Provo. La realtà non esiste. La percezione della realtà sì. Ed è sempre soggettiva.
Confondere quello che si vede con la realtà oggettiva è un passo che induce a pensare di poter fare una fotografia e poi pensare che tutti ci vedranno quello che ci vediamo noi.
Io scatto e non cestino solo ciò che mi colpisce per riuscito intento di resa soggettiva mia, in quanto non ho committenti, ma solo il mio giudizio sull'immagine.
Quanto spesso fotografate una persona e vi pare di farlo bene, di riuscire a cogliere un'espressione particolare, salvo poi scoprire che a quella persona la foto non piace proprio per nulla? Evidentemente qui il punto è l'occhio di chi guarda. Questo è solo un esempio senza fronzoli, ma a pensarci...
Se dovessi fare foto pensando che però devono piacere ad un altro, forse non mi divertirei, ma vuol dire che ci lavorerei. Boh.
Voi che dite?
Buona serata
  • Lorenzo
     
Sono contrario, ho alternative.

EXCEL

Citazione di: Lorenzo F. il Venerdì, 26 Gennaio 2018, 17:59:19

Personalmente molte mie foto sono da cestino perchè mi colpisce la scena ma non ne capisco il perchè

occhio umano (o meglio il cervello) e macchina fotografica, vedono in maniera differente, per questo una scena magnifica può sembrarci banale quando rivista in foto.
Il nostro occhio dal vivo scruta la scena, si muove in lungo e in largo, ha una visuale complessiva e al contempo dettagliata, la vista poi è "appoggiata" dagli altri 4 sensi che contribuiscono a creare la nostra immagine nella mente, cosa che in fotografia non è possibile.

Occorre quindi imparare a visualizzare l'immagine prima ancora dello scatto, riuscire a immaginare come sarà in foto, capire come l'occhio la scruterà prima ancora di scattarla.
Dici una cosa molto interessante "mi colpisce la scena ma non so il perchè", forse questo può essere un ottimo esercizio quello di cercare di capire cosa in quel momento ci "colpisce". Del resto la composizione fotografica, prima di essere la scelta di cosa "inserire", è la scelta di cosa "escludere".



www.roberto-monachello.com
Sigma SD15 + Sigma 18-200 C

Italo

CitazioneDel resto la composizione fotografica, prima di essere la scelta di cosa "inserire", è la scelta di cosa "escludere".
:si:
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

Lorenzo F.

La curiosità per questo argomento deriva da una riflessione ossia nello scatto cercavo di includere ciò che vedevo nella sua interezza, ma in questo modo il risultato era il più delle volte differente da come me lo ero figurato.
Ecco quindi la ricerca del particolare di risalto da includere o valorizzare, cercando di escludere o bilanciare di conseguenza tutto il resto, ma a questo punto la domanda successiva ed ovvia:
Ho fotografato la scena oppure ho fatto si che si adattasse e l'ho ritratta per come la cercavo? Quindi puó essere ancora considerato uno scatto fedele e rispondente al vero?
A quel punto si rischia di stravolgere e piegare a proprio uso, non di riportare quanto visto.


Scusate, credo di avervi trascinato in un loop etico\mentale
{[(1:1:1) + (1:1:4)] /3} > 33% = True
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Non sapere chi siamo è grave. Non sapere cosa si voglia è rischioso. Non capire con chi si stia parlando può rivelarsi drammatico.
M.Villani

elerum

Citazionepuó essere ancora considerato uno scatto fedele e rispondente al vero?

Ma quando mai ? ??  :ohi: :ohi: :ohi:
mi ero promesso di aspettare Antonello, va beh :con: cerco di sintetizzare anche se ci sarebbe da scrivere un pippone lungo come Antonello sa fare benissimo ^-^

Io sono del idea che una persona scatta perché dentro di se scatta qualcosa (scusate il gioco di parole) molto spesso quello che scatta dentro può essere il semplice piacere di trovarsi in quel posto/in quel momento, un emozione, un ricordo, uno stato d'animo perciò quando premiamo il pulsante di scatto vogliamo catturare quello che sentiamo al momento per ricordarcelo ulteriormente OPPURE trasmetterlo ai altri. Per trasmettere ai altri quello che sentiamo (chiamiamolo messaggio) alcuni si appoggiano a vari metodi di elaborazione del immagine fino a ottenere quello che ritiene più opportuno ed esplicito per trasmettere suo messaggio perciò ai fini del risultato desiderato/ai fini del messaggio che si vuole trasmettere TUTTI metodi, meccanismi, elaborazioni, collage sono ammessi.
  • Micky
     
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George Bernard Shaw


PS: Non sono un "Photographer" ma un artigiano della fotografia  ;)

elerum

Citazione di: Lorenzo F. il Lunedì, 29 Gennaio 2018, 00:07:27
La curiosità per questo argomento deriva da una riflessione ossia nello scatto cercavo di includere ciò che vedevo nella sua interezza, ma in questo modo il risultato era il più delle volte differente da come me lo ero figurato.
Ecco quindi la ricerca del particolare di risalto da includere o valorizzare, cercando di escludere o bilanciare di conseguenza tutto il resto, ma a questo punto la domanda successiva ed ovvia:
Ho fotografato la scena oppure ho fatto si che si adattasse e l'ho ritratta per come la cercavo? Quindi puó essere ancora considerato uno scatto fedele e rispondente al vero?
A quel punto si rischia di stravolgere e piegare a proprio uso, non di riportare quanto visto.


....

Ti stai semplicemente contraddicendo da solo specialmente con la frase in grassetto . cos'hai visto? non e forse meglio piegare e stravolgere in maniera più opportuna che ritieni ai fini di esserne sicuro che trasmetti quello che hai visto, ovvero trasmettere il Tuo messaggio?
  • Micky
     
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PS: Non sono un "Photographer" ma un artigiano della fotografia  ;)

elerum

Citazione di: Lorenzo il Sabato, 27 Gennaio 2018, 23:16:05
Provo.
1.
La realtà non esiste. La percezione della realtà sì. Ed è sempre soggettiva.
Confondere quello che si vede con la realtà oggettiva è un passo che induce a pensare di poter fare una fotografia e poi pensare che tutti ci vedranno quello che ci vediamo noi.
Io scatto e non cestino solo ciò che mi colpisce per riuscito intento di resa soggettiva mia, in quanto non ho committenti, ma solo il mio giudizio sull'immagine.
2.
Quanto spesso fotografate una persona e vi pare di farlo bene, di riuscire a cogliere un'espressione particolare, salvo poi scoprire che a quella persona la foto non piace proprio per nulla? Evidentemente qui il punto è l'occhio di chi guarda. Questo è solo un esempio senza fronzoli, ma a pensarci...
Se dovessi fare foto pensando che però devono piacere ad un altro, forse non mi divertirei, ma vuol dire che ci lavorerei. Boh.
Voi che dite?
Buona serata
Scusami Lore ma lo divisa per punti per spiegare meglio il mio punto di vista (che e sempre soggettivo)

1. Come dici Te, la realtà e sempre soggettiva e può essere distorta a piacimento per trasmettere il proprio messaggio
2. A parte la parte puramente tecnica di scatto che bisogna impararla, se non e una cosa innata (talento che molti non si rendono conto di avere) bisogna imparare a trasmettere il proprio messaggio con mezzi e trucchi arricchendo l'immagine in modo più opportuno
  • Micky
     
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se Tu hai una mela ed io un altra mela e ce li scambiamo avremo sempre ognuno una mela invece se io ho un idea e Tu un altra idea e ce li scambiamo allora ognuno di noi avremo due idee
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PS: Non sono un "Photographer" ma un artigiano della fotografia  ;)

Lorenzo F.

Questa curiosa quanto assurda riflessione deriva dal fatto che tempo fa vidi un film su Lisbona, nel quale il regista aveva girato la città con una videocamera appesa al collo senza porsi il problema di inquadrare o rispettare regole composotive, ma riprendendo il mondo cittadino per come realmente si presentava, senza poter accentuare o enfatizzare nessun aspetto.
Come potete immaginare il girato era bello ma anche (piatto).

Ecco, quando guardo una fotografia tanto del passato quanto di oggi non posso fare a meno di chiedermi se la vedo bella perché era realmente così o perché è stata alterata in PRE o addirittura POST produzione, ed invece se fossi stato li in quell'istante non avrei visto quel l'enfatizzazione che il fotografo ha creato.


Quindi ci sono fotografie che possono dirsi genuine e non alterate? In conclusione forse no!


Le mie elucubrazioni mentali erano rivolte e questo concetto.
{[(1:1:1) + (1:1:4)] /3} > 33% = True
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Non sapere chi siamo è grave. Non sapere cosa si voglia è rischioso. Non capire con chi si stia parlando può rivelarsi drammatico.
M.Villani