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Angela

Aperto da clax, Giovedì, 13 Dicembre 2018, 21:41:34

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clax



Angela non mangiava al tavolo
prendeva il piatto
lo posava sulle ginocchia e si cibava con le mani.
Un giorno mi sentii toccare alle spalle
Era lei che mi guardava sorridendo.
Il suo letto era davanti a quello di mia mamma
e spesso capivo che ci osservava.
Da quel giorno siamo divenuti amici e io ho
cominciato a comprenderne il linguaggio.
Era sordomuta
Piano piano mi iniziò al suo mondo, ai suoi bisogni.
Finalmente riuscii a capire che quel suo simulare
il portarsi un bicchiere alla bocca, seguito da un no
della mano, significava (capone io che non l'avevo ancora capito)
che nessuno gli aveva ancora portato il suo caffè.
Ho l'impressione che fosse un pò bugiarda ma, come si dice...
nessuno è perfetto
Quindi indicava le scale che portavano al distributore
Così cercavo nelle mie tasche 60 centesimi e,di lì a poco,
tornavo col bicchiere in mano. Sessanta miseri centesimi
in cambio di un sorriso che..... bisogna averlo visto!
La domenica invece qualcuno le regalava i soldi per il caffè.
Li teneva stretti trà le due magre dita e, appena arrivavo in chiesa con mia mamma, mi indicava i soldi e pretendeva che li prendessi subito.
Così aspettava con calma che finisse la messa e  io potessi andare a prenderle il "suo" caffè.
Oltre al caffè amava sfogliare le riviste illustrate che
assistenti e visitatori più assidui le passavano
Un giorno, le finii in mano il mio National Geografic e le piacque molto.
Buttava a terra le riviste già lette, ma non questo. O almeno lo fece dopo molto tempo.
Stare vicino alla propria madre che soffre di agitazione psicomotoria
significa vivere il suo dramma.
Certi giorni arrivavo a sera stremato.
Spesso, dopo cena la accompagnavo davanti alla sua camera
e capitava mi chiedesse di aspettare ancora un pò. Quindi
dopo che erano stati messi tutti a letto, mi soffermavo per salutarla
La riempivo (e la riempio) di carezze e rassicurazioni.
Quando finalmente la vedevo un pò più calma e mi dava la buona notte
mi giravo per uscire e incrociavo lo sguardo di Angela, che sorrideva quasi a godere anche lei di quei momenti di umanità.
Quelle sere credetemi,  mi pareva che il mio scooter corresse più leggero.

La chiesetta accanto all'istituto.



Nel giardino



Certi giorni non tornavo a casa a mangiare e gironzolavo nei dintorni mentre
mangiavo un panino.




Arrivò l'autunno al "Parco Giotto"





E un paio di volte la settimana, un coro femminile veniva a provare dei brani
nella chiesetta attigua all'istituto



E una sera beccai anche un bel tramonto, dallo scooter  :)


L'anno volgeva al termine ma per me cominciava una nuova avventura.
  • Claudio
     

pacific palisades

Sento delle storie ma non una storia perché usi elementi (per me) molto lontani. La fotografia che apre tutto trovo sia bella, anche lasciandola nel candore che hai scelto. Mi viene in mente Giacomelli che trovava mille editori per i "pretini" ma nessuno voleva pubblicare la serie Vita d'Ospizio che diventerà Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Giacomelli riteneva che fosse il suo lavoro più importante. Qui si possono vedere alcune fotografie della serie.

Joserri

Sono affascinato, con la foto Arrivò l'autunno al "Parco Giotto"  :D
  • Ric
     

agostino

Ti ringrazio per averci raccontato questa storia, semplice ma profonda. L'insieme è molto disomogeneo e in questo sembra avere una sua coerenza.

  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Rino

Una risposta breve: mi piace.

Risposta lunga e professionale: tutto è molto bello, ma manca di quelle qualità che trasformano testo e foto in un racconto, una vera storia che prenda in maniera totale.
Il testo è la parte migliore (sarebbero solo da correggere i tanti refusi) e da solo è già una foto, nel senso che, dopo averlo letto, avevo "visto" tutto e bastava, per concludere, la sola foto di Angela così com'è. Un lavoro perfetto.

Le foto che seguono, con le ulteriori note, non aggiungono pathos o informazioni, anzi mi allontanano da Angela. Questo non vuol dire che siano brutte - tutt'altro! - ma che non sono utili ai fini del testo che, almeno per come lo vedo io, è il motivo del post.

Avrei gradito, volendo proprio aggiungerne altre, ulteriori immagini di Angela, delle sue mani, della sua stanza, della macchina del caffè, del corridoio, magari di una sedia o della finestra dalla quale lei si affacciava. Stop. Altre due o tre foto molto pertinenti e niente di più, anche senza didascalie. Dirai che anche le altre foto sono pertinenti trattandosi dello stesso edificio ed è vero, ma non lo sono per la storia ed il soggetto del racconto che è Angela. A volte basta poco per cambiare il significato di una foto e, se la bella foto "Arrivò l'autunno al Parco Giotto" avesse avuto una didascalia tipo "Angela poteva stare poco tempo in questo giardino che guardava tutti i giorni dalla finestra della sua stanza per ore conoscendone a memoria ogni albero ed ogni foglia", non ci saremmo distratti da lei. Sono piccole cose che fanno la differenza.

IMHO naturalmente.

clax

Grazie a tutti della lettura e degli interventi.
Questo scritto è nato di getto, dopo che
pochi giorni fà ho saputo della sua morte.
Pur nella sua condizione, costretta in una seggiola a rotelle chissà da quando.
"residuo" del vecchio manicomio, emanava una personalità piena di fascino.
Quelle "rare" volte che sorrideva rivelava una bellezza quasi "adolescenziale".
Questo breve ritratto di Angela, in realtà si inserisce nel lungo periodo in cui, causa
una mia malattia, ho dovuto ricoverare mia mamma in questa casa di riposo.
E' stata un'esperienza dura, quella che nè ha subito di più è stata mia mamma.
Io non sono mancato un giorno, tranne gli innumerevoli viaggi e ricoveri a Pisa.
Così ogni giorno passavo accanto al parco che costeggia via giotto e a volte,
non tornavo a casa per il pranzo, ma visitavo casa Vasari, il museo medievale ecc.
Ho scelto un pò di queste foto per "contestualizzare", non hanno altro significato.
Quella è l'unica foto di Angela, io raramente fotografo persone, sono timidissimo.
E' fatta col cellulare e lei è nel suo letto.
Quindi scendevo le scale e, sè non c'erano le coriste, chiudevo la giornata e tornavo
a casa con lo scooter.
Tutto è durato circa un'anno.
Ecco Rino il contesto, di storie da raccontare, fossi capace, nè avrei più d'una.
Come provare a ritrarre Curzio, fossi capace verrebbe fuori una delizia...come lui!
Raccontare mia mamma poi... non si può raccontare una Dea
  • Claudio
     

edecapitani

La tua fotostoria mi tocca perché esperienze simili le ho vissute una decina di anni fa durante gli ultimi due anni di vita di mia madre e ancor prima con la malattia di mio padre: ospedali, luoghi di ricovero, volti, giardini, chiesette... Allora non facevo pratica quotidiana della fotografia, così di quell'esperienza non ho fotografie e i ricordi mi si affollano un po' come le tue fotografie. Pur segnati da fatica e dolore, non sono ricordi negativi. Non so se riuscirei a mettere ordine e costruire una storia coerente di testo e immagini. Se tu hai materiale per altre storie potresti provarci, i suggerimenti sono tutti nel campo del possibile e le tue foto sono spesso di alto livello (ho in mente la tua serie "Tramonti" che ogni tanto riguardo, la seconda è tra i miei paesaggi preferiti).
  • Enrico
     

Rino

Citazione di: clax il Sabato, 15 Dicembre 2018, 21:30:55
Questo scritto è nato di getto, dopo che
pochi giorni fà ho saputo della sua morte.
Pur nella sua condizione, costretta in una seggiola a rotelle chissà da quando.
"residuo" del vecchio manicomio, emanava una personalità piena di fascino.
Quelle "rare" volte che sorrideva rivelava una bellezza quasi "adolescenziale".

Il racconto è perfetto, descrive benissimo Angela, me la fa percepire come se l'avessi conosciuta e va bene che tu l'abbia scritto di getto perché l'istinto in questi casi suggerisce le giuste parole. Basta poi dare una limatina qui e là, correggere i refusi e si ha tra le mani un testo molto spontaneo.

Citazione
Ecco Rino il contesto, di storie da raccontare, fossi capace, nè avrei più d'una.
Come provare a ritrarre Curzio, fossi capace verrebbe fuori una delizia...come lui!
Raccontare mia mamma poi... non si può raccontare una Dea

Vero, c'è troppo nel cuore per poterlo trasformare in poche e semplici parole.
Però leggerò con piacere altre storie.

Lorenzo F.

Mi è piaciuto tutto, riesce a comunicare quanto basta per stuzzicare il cuore.


continua questo percorso, è un buon inizio.
{[(1:1:1) + (1:1:4)] /3} > 33% = True
SX70-Sd10-SdQ-XH1 ed altre cosucce varie.

Non sapere chi siamo è grave. Non sapere cosa si voglia è rischioso. Non capire con chi si stia parlando può rivelarsi drammatico.
M.Villani

Joserri

Penso e capisco che una "fotostoria", come si manifesta in questo Forum, non è né un film né un'opera teatrale drammatica, ma un insieme di foto.
Hanno un tema comune, più o meno, e hanno tutto il diritto dell'autore, di non avere una coerenza testo-visiva. E rompere quella incoerenza non è un'alterazione dell'intero scopo. Qui entriamo nel concetto di libertà (una specie all'interno dell'alodoxia sensitiva). Mi spiego solo un po' di più perché mi piace pensare, ma mai pedanteria: in un film ci sono 24 o più fotogrammi al secondo, che possono essere triturati e separati dalla mammella materna. Quasi tutti i grandi artisti cinematografici hanno diviso la sensualità in piani, e in ogni piano ci sono realtà diverse. In un piano di sequenza non c'è quasi nessuna distinzione tra i suoi telai e l'universo degli stessi. Ho quindi il piacere di giudicare "Arrivò l'autunno al Parco Giotto" come una foto di alto valore artistico. Niente al momento. Con il piccolo si dice molto, come pensavano i grandi scrittori.


Buona giornata!
  • Ric
     

Silvia V

La foto di Angela ed il racconto mi sono piaciuti molto e trovo molto bello che si intraveda il tuo sguardo timido in questo ritratto. Grazie per la condivisione:)

  • Silvia
     
DP3 Merril
Nikon D700
Olympus OMD em1
Nikon F2

"L'inizio è solo un seguito ed il libro degli eventi è sempre aperto a metà"