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Alex Majoli

Aperto da pacific palisades, Domenica, 22 Aprile 2018, 11:00:11

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pacific palisades

Al MAR ho potuto vedere la mostra Andante di Alex Majoli, lui era presente ed è stato intervistato. Riporto solo una delle cose che ha detto: alla domanda dal pubblico Qual è la fotocamera che ti ha dato più soddisfazioni? - Majoli ha risposto Questa! - indicando col dito la sua testa e aggiungendo - Le fotografie si fanno con la testa, sarebbe come chiedere a uno scrittore qual è la penna che gli ha dato più soddisfazione.

La mia impressione è che Majoli sia straordinariamente intelligente, acutissimo nei giudizi, nell'afferrare la struttura e il senso dei fatti; e allo stesso tempo che sia umile, diciamo di quell'umiltà positiva che da un lato preserva dall'incartapecorirsi in un ruolo, dall'altro rende empatici verso la condizione umana.

Della parola "andante" viene data la definizione in un cartellone della mostra perché permette di capire l'autore e l'opera (l'umiltà che dicevo sopra).
Qui riporto quella del dizionario De Mauro:

Citazioneandante[an-dàn-te] agg., s.
• agg.

1 lett. Che va, che si muove

2 Di largo smercio; estens. di qualità scadente SIN ordinario, dozzinale: merce a.

3 Che si sviluppa in modo piano, facile, scorrevole: una scrittura a.

• s.m. mus. Movimento musicale di velocità intermedia tra l'allegretto e l'adagio

• sec. XIV

La mostra è bella, chi può la visiti.
Ho solo due perplessità che riguardano però soltanto l'allestimento.
La prima è sulle cornici "a cassetta" che ora vanno - o sono tornate - di moda: poiché la luce proviene dall'alto e non viene inserito il passe-partout, inevitabilmente i bordi sporgenti della cornice proiettano ombre sulle fotografie.
La seconda è sulle dimensioni: la stampa attraverso plotter dà la possibilità di ottenere facilmente dimensioni diciamo così da "televisore", ma le fotografie non sono televisori, casomai sono parti di un libro. Non dico che non si possa stampare grande e grandissimo, ma deve esserci una necessità. Faccio un esempio: una fotografia bellissima di Majoli - una delle più belle della mostra - come questa:



era stampata in modo che i corpi delle due persone eccedessero addirittura la dimensione reale, questo toglieva quella delicatezza, intimità che a mio parere un'immagine come questa chiede. Occorre per ogni immagine interrogarsi sulla necessità di dimensione. Necessità legata all'espressione - poi se i ricchi collezionisti chiedono opere enormi tanto meglio, per loro si stamperanno immagini abnormi facendogliele pagare salatissimo.

Un'ultima nota, molto bianco e nero di Majoli è diciamo così di gusto "contemporaneo" nella stampa, non c'è contrasto, e si potrebbe anche chiamare un nero e grigio-scuro. E' come se sulle immagini fosse posto un filtro ND, allo scopo non di fluidificare il movimento, ma di portare simbolicamente in una zona oscura, creaturale l'immagine. Ad esempio:




Dunque buona mostra!

Qui si può leggere un'ottima intervista a Alex Majoli

Qui, qui, e qui una video intervista.





pacific palisades

Alcune immagini da Requiem in Samba di Alex Majoli, voce narrante dello stesso fotografo, musica composta da Fabio Barovero che forse qualcuno ricorderà, suonava suona ancora nei torinesi Mau Mau.