Ritratto e Ritratto Ambientato

[Sardosono]

Sono andato a rispolverare vecchi hard-disk per cercare ancor più vecchi articoli (o bozze) di fotografia e non. Purtroppo quello che sto cercando non l'ho ancora trovato, ma in compenso ne sono saltati fuori altri che non ricordavo neanche più di aver scritto.

La data di questo file risale al 1992 (ma probabilmente è molto precedente) ed alla fine c'è scritto "parte 1 di 4". Dopo averlo riletto il contenuto mi è tornato in mente e sono sicuro di averlo finito a suo tempo, e continuando nella mia ricerca prima o poi salteranno fuori anche le restanti parti.

Tuttavia, dato che il discorso di questa prima parte è comunque compiuto, lo pubblico lo stesso, sperando che possa essere interessante almeno per alcuni.


Ritratto e Ritratto Ambientato

Spesso non si presta la dovuta attenzione alla differenza tra "ritratto propriamente detto" (spesso indicato in modo equivoco come "ritratto classico") e "ritratto ambientato". Si tratta in realtà di due tipologie di ritratto profondamente diverse, anzi, a mio avviso, potrebbero essere considerati due differenti generi fotografici.

Vediamo innanzitutto di definire entrambi in modo chiaro e preciso.

Nel "ritratto propriamente detto" è presente il solo soggetto, senza elementi di sfondo o di contorno che siano chiaramente identificabili. Nel caso siano presenti, essi certamente partecipano alla composizione dell'immagine, in quanto superfici colorate e/o zone di luci ed ombre, quindi pieni e vuoti strutturalmente significativi; ma non essendo chiaramente identificabili non definiscono un contesto e, di conseguenza, non partecipano in alcun modo alla contestualizzazione del soggetto. In altri termini, non esistono elementi che definiscano un ambiente nel quale è inserito il soggetto. Gli unici elementi che possono in qualche modo contestualizzarlo sono soltanto quelli eventualmente indossati da quest'ultimo e basta.

Viceversa, in un ritratto ambientato il soggetto è inserito in un contesto, che viene definito da tutti gli elementi al cui interno egli è inserito, i quali possono singolarmente essere più o meno riconoscibili, ma ciò che conta è che siano nell'insieme sufficienti a definire in qualche modo un ambiente. E' importante sottolineare che in nessun caso gli eventuali elementi indossati dal soggetto definiscono l'ambiente, anche se sono sempre e comunque posti in rapporto con esso dall'osservatore, il che comporta di solito significative conseguenze sulla comunicazione dell'immagine (ritorneremo su questo argomento nella terza parte).

Per aiutare la comprensione delle suddette definizioni, facciamo un esempio volutamente al limite. Da solo e anche se perfettamente a fuoco, un pezzo di tavolo di colore uniforme sul quale si appoggiano le mani o le braccia del soggetto non è sufficiente a definire nessun tipo di ambiente ed ancor meno di contesto; pertanto, se è l'unico elemento di contorno presente nell'immagine, non si potrà certamente parlare di ritratto ambientato. Ma se la mano si appoggia su un bracciolo in legno finemente lavorato di una poltrona, allora, anche se non vi sono altri elementi presenti intorno al soggetto, saremo in presenza di un ritratto ambientato a tutti gli effetti. Non è dunque la quantità di elementi un fattore significativo, perché, anzi, talvolta è proprio la ridotta presenza di tali elementi ad esaltare il significato e la forza dell'ambientazione stessa.

Sicuramente è impensabile poter ottenere efficaci ritratti ambientati senza saper prima di tutto realizzare altrettanto efficaci ritratti senza ambientazione, e tale affermazione è di norma abbastanza evidente anche al principiante. Assai meno evidente è che per produrre ritratti "senza ambientazione" è assolutamente necessario aver ben chiaro cosa essa sia ed in cosa consista, per evitare di rendere inconsapevolmente o involontariamente "ambientato" un ritratto che non deve esserlo. Le vie di mezzo sono in realtà dei "fritti misti" sempre deludenti, perché nel ritratto le vie di mezzo semplicemente non esistono: o sono ambientati, o non lo sono.

Se vi accade che i ritratti che realizzate abbiano talvolta - o spesso - "qualcosa che non va" ma non riuscite a capire cosa sia, provate adesso a riguardarli attentamente sotto questo punto di vista. Potreste scoprire che in molti casi avete incluso elementi di ambientazione in una composizione che non la richiedeva (i cosiddetti "cavoli a merenda"), o, viceversa, in un ritratto ambientato avete messo insieme elementi che suggeriscono ambientazioni diverse o non coerenti (nota come "pizza nutella e mozzarella"), oppure ancora si è cercato di realizzare una ambientazione ma col soggetto con atteggiamenti e posture tipiche del ritratto propriamente detto (un'espressione che rende l'idea è "fare jogging in giacca e cravatta").

Continua (forse...)

[Italo]

Distinzione più che giustificata visto che un ritratto ambientato racconta/caratterizza molto di più di quello su carta d'identità!

[Frihet]

E' stato l'ultimo argomento che abbiamo trattato a scuola prima delle vacanze e il prof ci ha fatto l'esempio di un "normale ritratto" in cui si vede la faccia e metà spalle e per esempio lo stesso ritratto dello stesso uomo vestito da panettiere con dietro dei sacchi di farina o degli scaffali col pane, esempio banale ma rende (ovviamente l'ha spiegato meglio di me). Nel primo caso sembrerà un uomo, nel secondo si capirà sicuramente che è un uomo che fa il panettiere.

[Foveanus]

Ok... mi raccomando le altre 3 parti.