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Delle conseguenze di un'apocalisse zombie sulle pratiche fotoamatoriali

Aperto da pacific palisades, Venerdì, 28 Settembre 2018, 16:38:05

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pacific palisades

Comincerò questo sinistro discorso con l'invito a immaginare, come al solito in questo tipo di apocalisse, macchine incidentate e bloccate che ingorgano gli ingressi delle circonvallazioni e delle autostrade, grandi magazzini sprangati da pochi sopravvissuti che osservano terrorizzati gli zombie fracassarsi contro le porte a vetri, televisioni mute per sempre, l'umanità catapultata verso ere morali primitive, cose così...
Quali conseguenze potremmo ipotizzare sulle pratiche fotoamatoriali?

Primo. La fine della produzione ucciderebbe per asfissia il consumismo: nessuna nuova fotocamera da sognare e comperare. Conseguentemente fine dei discorsi su quel che si produce, si dovrebbe produrre, si scommette verrà prodotto. Fine del Photokina, che da neofotoamatore non sapevo cosa fosse, e ora ho capito essere una sorta di severa influenza stagionale che si becca intorno a fine settembre e obbliga a sostituire il racconto del mondo attraverso la scrittura fotografica, coi discorsi sulle apparecchiature di ripresa, in una sorta di sequestro heideggeriano della tecnica sull'umano.

Secondo. I fotoamatori sarebbero costretti a tenersi quel che hanno. Sarebbe già tanto se hanno qualcosa in mano che in qualche modo possa ritenere un'immagine della realtà. Le fotocamere diventerebbero degli accrocchi di riparazioni stratificate belle come la macchina romantica di Mario Giacomelli. Finché morte non ci separi sarebbe il motto del fotoamatore che brandisce la sua amata fotocamera, magari guadagnata sparando in testa a qualche commesso tanto morto quanto aggressivo in un grande magazzino.

Terzo. Nulla verrebbe più sprecato. La drammaticità della situazione materiale ed esistenziale imporrebbe la massima serietà nello scatto. Documentare e ricordare sarebbero imperativi cogenti per i fotoamatori. Ogni fotoamatore entro una settimana avrebbe l'ostinazione di Eugene Smith nel raccontare una città, un dolore, una guerra, nel raccontare insomma lo spettacolo tremendo e meraviglioso del mondo che lo circonda.

Conclusioni. Per le pratiche fotoamatoriali un'apocalisse zombie sarebbe il più grande dei toccasana, ovvero una palingenesi. Se qualcuno avesse in mano la fialetta del virus z, forse è il momento di allentare la presa, sentirla lentamente scivolare tra le dita, lasciare che il vetro si frantumi al contatto violento con l'impiantito.

Brzęczyszczykiew

Citazione di: pacific palisades il Venerdì, 28 Settembre 2018, 16:38:05
televisioni mute per sempre, l'umanità catapultata verso ere morali primitive
Aspetta un attimo: questa è una contradictio in adiecto.

pacific palisades


Rino

Citazione di: pacific palisades il Venerdì, 28 Settembre 2018, 16:38:05
Comincerò questo sinistro discorso con l'invito a immaginare, come al solito in questo tipo di apocalisse, macchine incidentate e bloccate che ingorgano gli ingressi delle circonvallazioni e delle autostrade, grandi magazzini sprangati da pochi sopravvissuti che osservano terrorizzati gli zombie fracassarsi contro le porte a vetri, televisioni mute per sempre, l'umanità catapultata verso ere morali primitive, cose così...

Mi sa che vediamo gli stessi film! ;)

agostino

Ora vai a fare una foto che sintetizzi tutto questo. Potrebbe bastare poco, anche un tappo di sughero nella melma
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

pacific palisades

Citazione di: agostino il Venerdì, 28 Settembre 2018, 20:38:42
Ora vai a fare una foto che sintetizzi tutto questo. Potrebbe bastare poco, anche un tappo di sughero nella melma

Togliamolo il tappo, l'immagine è qui.