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Fotografia Europea 2019

Aperto da pacific palisades, Sabato, 04 Maggio 2019, 20:48:53

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pacific palisades

Ho fatto un giro per Fotografia Europea, che è in Italia forse la manifestazione più importante per la fotografia d'autore. I giapponesi come al solito hanno una marcia in più. La nitidezza non preoccupa nessuno e sembra normale considerarla un concetto borghese. Addirittura la fotografia più grande nella prima immagine pubblicata è pixellata - è l'immagine che mi ha accolto e fatto sentire orgogliosamente a casa. Sotto c'è pochissimo, giusto per vedere che esiste oggi ancora una ricerca di significato in fotografia e che effetto fanno gli allestimenti.






























































(I miei compagni capiscono che inizio un sermone sull'arte e fuggono verso l'infinito.)







(Ho trovato esposta la pirite, non può essere un caso: da piccolo giocavo ossessivamente con la pirite!)






(Cantanti italiane degli anni settanta: per un bellissimo ritratto basta un fotogramma estratto dal filmato delle Teche Rai.)

Italo

Sono immagini che non mi "dicono" nulla.
Salvo rarissime occasioni, ogni volta che ne incontro l'espressione ho la conferma che non capirò mai l'arte.... o, forse, in tutta la mia esistenza ho fatto tale "indigestione" di immagini da provare ora un senso di sazietà che rasenta la nausea.  ::)
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

pacific palisades

In realtà ci sono andato come si va in ferramenta, per cercare strumenti. Per esempio. La tradizione del ritratto è sempre stata creare un set + la relazione con il soggetto, tanto che si dice che il ritratto è sempre un autoritratto del fotografo: l'installazione dell'ultima immagine ricorda che c'è un'altra via completamente diversa e opposta; ricorda anche che si può andare alla ricerca del soggetto in qualcosa di più grande, in questo caso un filmato (il tema del blow-up). La prima foto mi ricorda  che non esistono solo lo sfocato e il mosso, e che la grana dell'immagine digitale, quella reale, è il pixel, e che l'immagine continua a portare significato nonostante sembri dissolversi nella definizione elementare della grana reale. La ricreazione di un interno con i due grandi ritratti a terra è una installazione che mi ricorda che l'immagine agisce su uno spazio abitativo come un campo della fisica (capirlo è essenziale per l'allestimento, ma anche per progettare un'immagine dalla ripresa alla stampa - ovviamente questo cessa di essere importante per chi non stampa, o meglio è utile per ricordargli che depotenzia la fotografia). Le due immagini della proiezione ricordano che la fotografia non è affatto "scatto", ma la raccolta delicata di quei fasci di onde-particelle che la polvere ha occasionalmente rivelato, e anche il "rivelare" è un tema enorme e forse la vera essenza del vedere. Le immagini dei corpi nella nebbia - era una stanza piena di fumo - ricordano, nel caso si fosse dimenticato l'ultimo lavoro di Ghirri, - che la fotografia in quanto linguaggio è dotata della metafora, in questo caso il nesso tra nebbia e infinito. Ormai tutt* hanno dimenticato che la fotografia è linguaggio, i miliardi di immagini prodotte ogni giorno sono copiative, da qui l'ansia per la nitidezza. Infine le immagini che mostrano le foto sdoppiate, una sul muro e la corrispondente (con un diverso trattamento) a terra, ci ricordano quanto sia labile il confine non solo tra realtà e immaginazione (sono immagini pesantemente trattate), ma anche, soprattutto, il confine tra realtà e realtà attraverso quel gioco della corrispondenza. Insomma io sono entrato in quella grande ferramenta che è Fotografia Europea uscendone con le tasche piene di cacciaviti, chiavi dinamometriche, metri, punte del trapano e tasselli, tasche piene di strumenti.

maxtolardo

Mi incuriosisce parecchio e mi piacerebbe visitarla. Vista così, nonostante la tua preziosa guida, non riesco a decifrarla. Grazie per la condivisione Andrea.

pacific palisades

Beh sì per capire davvero cosa si vedrà è meglio cliccare sul link al sito Fotografia Europea (nel primo post in giallo) perché le mostre sono davvero tante, c'è anche una piccola mostra di Chiaramonte. Che dire, è come infilarsi in un grande laboratorio estremamente vario, non si trova la foto-capolavoro, ma suggestioni e cose da imparaare, per dire alla mostra di Horst P. Horst ero affascinato dalle stampe in bianco e nero, quelle neutre, quelle su carta più calda (erano vintage), quelle ingrandite stampate a getto d'inchiostro (o non so come) da file digitale ottenuto dalla scansione, il rapporto tra carta calda e contrasto della fotografia... probabilmente altri hanno notato altre cose di quelle foto.