Ciao Roberto e ben atterrato su questo forum!

Ti rispondo in modo sintetico (per quanto io riesca ad esserlo!

), poi ci sarà modo di approfondire.
Per chi è abituato ad esporre in modo ottimale (tipicamente per luce incidente, ma più genericamente per ottenere un negativo ottimale, dove per ottimale di intende ben stampabile, ossia ci si riferisce ad ottenere una densità che sia ottimale per la stampa) basta continuare ad esporre nello stesso modo e la maggior parte degli scatti non richiederanno nessun trattamento particolare in SPP (Sigma Photo Pro), ma semplicemente gli adeguamenti eventuali che TU riterrai appropriati caso per caso e immagine per immagine, la qual cosa in genere richiede pochi secondi (nel mio caso meno del tempo necessario per decidere la durezza della carta, che per me non è mai stata una scelta così scontata).
Confermo che un computer NORMALE con 4 GByte di ram va benissimo anche per i RAW delle Merrill, non ti serve nessuna cpu fulmine, credimi.
I problemi di trattamento in SPP (nessuno dei recenti nuovi iscritti me ne voglia per quello che sto per dire, l'ho già detto tante altre volte) sono tipici di chi nasce col digitale (oppure ha avuto della pellicola un'esperienza limitata da semplice fruitore) e tratta il Foveon come è abituato col digitale, ossia usando di base l'esposizione calcolata dalla fotocamera e producendo di conseguenza scatti con esposizioni non sistematiche, ottenendo differenze apparentemente minime che si è abituato a correggere successivamente in camera chiara. Insomma, è l'equivalente di chi ai tempi dell'analogico nasceva con la XP400 e gli uscivano i negativi con fotogrammi di densità tutti diversi uno dall'altro e poi erano dolori quando andava a stampare. Ma proprio quei dolori (ossia ore e ore di tempo e fatica inutilmente sprecati in camera oscura) conducevano rapidamente a più miti consigli e finivano per imparare gioco-forza a curare l'esposizione PRIMA della ripresa (scoprendo poi con meraviglia che la cosa era in fondo semplice e velocissima); mentre oggi - purtroppo e per fortuna - la camera chiara permette di mettere una pezza "senza dolori" alla esposizione approssimativa, tanto che non si ha neanche percezione e neanche ci si rende conto di tale approssimazione.
Con questo approccio, tutto va bene fintanto che si rimane sul mosaico, ma quando si passa al Foveon ecco che il tempo necessario per mettere quella pezza all'esposizione ritorna ad essere significativo, SE si vogliono ottenere risultati validi. Ma se si tratta il Foveon come una pellicola da stampare in proprio, ecco che questi problemi scompaiono ed i risultati sono ulteriormente migliori.
Per concludere, sappi che in base alle mie misure, la SD1 ha una sensibilità nativa intorno ai 64 ISO (a fronte di una sensibilità nominale di 100 ISO, il che è intenzionale per lasciare da 1/2 a 2/3 di stop di margine sulle alte luci); quindi, lavorando per il colore, se esponi rigorosamente in luce incidente ti basta trattarla come un Kodachrome 64 ed il gioco è fatto. Se invece sai già in partenza che punti al bianco e nero, allora secondo me (opinione personale) la SD1 è preferibile trattarla come una PAN-F da stampare in luce fredda, ossia esposta a 80 ISO per compensare il necessario incremento di gamma da ottenere mediante prolungamento di sviluppo. Ma il bello del digitale è proprio che non avendo una pellicola possiamo cambiare trattamento da uno scatto all'altro!