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Perciò la vera domanda è: come fa Antonello...
Già, come fa?!...
Quando me lo chiedono per me è quel che si suol dire "un invito a nozze" e non posso esimermi dal rispondere come segue.
Antonello fa come tutti su questa terra fanno qualsiasi cosa, utile o dannosa: grazie a quei talenti che, nel momento in cui è nato, ha ricevuto senza alcun merito dal Signore Iddio. Nel mio caso, Dio ha abbondato in tante cose e in particolare nel darmi una mente profondamente logico-scientifico-sperimentale, condita da dosi elevatissime di curiosità intellettuale e di scetticismo viscerale, e supportata da una capacità e velocità di analisi e di apprendimento di gran lunga superiori alla media. Come se questo non bastasse, mi ha provveduto anche di una più che discreta predisposizione a spiegare al prossimo quel che ho appreso e che mi "frulla" (spesso letteralmente!) in testa.
Ma sarei ben misero e stolto se pensassi di aver merito in questo e me ne vantassi; così come altrettanto misero e altrettanto stolto sarei se mi lamentassi per tutto ciò che invece non ho ricevuto. Tutto viene dal Signore, molto o poco che ci possa sembrare, ed è del tutto inutile (e assai ingenuo) domandarsi quali siano le ragioni delle scelte dell'Iddio Onnipotente, perché le Sue ragioni non sono di questo mondo.
Anzi, Egli ci avverte chiaramente che noi stessi, che pur viviamo IN questo mondo, NON siamo però DI questo mondo, ma siamo stati creati per il Suo regno, che appunto non è di questo mondo; eppure, per la maggior parte della nostra esistenza ignoriamo questo preciso avvertimento e viviamo come se a questo mondo appartenessimo davvero, dando al mondo e a questa vita la priorità su tutto. Invece, tutto viene dal Signore, molto o poco che ci possa sembrare, ma ci è dato soltanto in "comodato d'uso temporaneo per questa vita temporanea", e pertanto un giorno tutto ci verrà chiesto indietro da Colui che ce l'ha donato: quel giorno, purtroppo, chi avrà vissuto fino all'ultimo come se appartenesse a questo mondo avrà la peggior sorpresa possibile e immaginabile.
Tutto viene dal Signore, molto o poco che ci possa sembrare, e io non ho mai conosciuto nessuno che i propri talenti se li sia dati da sé stesso, o anche soltanto che se li sia potuti scegliere. Tuttavia, è pur vero che nell'usarli li possiamo certamente affinare e rendere proficui; e infatti, quando tutto ci verrà richiesto indietro, ci verrà parimenti chiesto conto dell'uso che abbiamo fatto di ciò che abbiamo ricevuto, molto o poco che ci possa sembrare.
Per quanto mi riguarda, il miglior uso che si possa fare dei doni del Signore è proprio quello di riconoscere - prima di tutto a sé stessi e poi al mondo intero - che non sono un nostro merito ma che essi provengono da Dio, proprio come ogni altra cosa, e che perciò Gli siamo grati per tutto quel che ci ha dato, molto o poco che ci possa sembrare. In soldoni: usare la nostra intera vita, con TUTTO ciò che ci è stato dato insieme ad essa, per dare gloria a Dio; e il modo migliore di far questo consiste semplicemente nel riconoscere la Sua opera e nell'esserGli sinceramente grati per ogni cosa.
Vi prego: non scambiate questo mio dire per una forma di modestia, né vera né falsa, perché nulla ha a che vedere con la modestia; infatti la modestia riguarda solo l'esteriorità essendo semplice "atteggiamento", sia esso autentico e genuino oppure falso e ipocrita. Viceversa l'umiltà non è atteggiamento, bensì uno stato dello spirito, prodotto naturalmente dall'amore, verso Dio e verso il prossimo. Pertanto, io non cerco affatto di essere umile, perché sarebbe solo atteggiamento e rimarrebbe tale, anche se fosse genuino; al contrario io spero soltanto di avere in me abbastanza amore verso Dio ed il prossimo da essere umile di fatto nello spirito. Ecco perché quando proclamo le "mie" qualità (come all'inizio di questo post) lo faccio senza ombra di modestia, con tono che può facilmente essere scambiato proprio al contrario per immodestia (per non dire presunzione): perché in realtà sto proclamando soltanto l'opera di Dio, che include tutti, ma proprio tutti, al punto da includere persino me; e la cosa ancora mi meraviglia dopo oltre sessant'anni di vita.
Ho il massimo rispetto per coloro che hanno idee e convincimenti anche diametralmente opposti ai miei, perciò non voglio trasformare questo OT in un dibattito evangelico sfruttando il mio ruolo privilegiato nel forum. Pertanto, l'OT si apre e si chiude in questo post e chi volesse riportarmi il proprio pensiero lo invito a farlo esclusivamente in messaggi privati.
E voglio concludere con un passo del Vangelo di Giovanni, che racchiude in pochi versi l'intera opera di salvezza di Cristo, che personalmente ci dice:
«... Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Figlio unigenito affinché chiunque riponga la propria fiducia in Lui non perisca ma abbia vita eterna! Infatti Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui. Chi si affida a Lui non è giudicato, ma chi non si affida a Lui è già giudicato, perché non ha confidato nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. Questo pertanto è il giudizio: che la Luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla Luce, poiché le loro opere erano malvagie. Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano biasimate; ma chi pratica la verità viene alla luce, affinché siano manifestate le opere sue, poiché sono compiute in Dio. » Giovanni 3,16-21
NOTA Quella sopra riportata è la mia traduzione dal testo greco originale. A chi fosse interessato, o semplicemente curioso, posso fornire in privato il link ad un mio piccolissimo saggio su alcune gravi problematiche della traduzione del greco neo-testamentario di cui soffrono le versioni tradizionali.
Immagino che qualcuno se lo stia domandando, quindi rispondo in anticipo: tra i doni che il Signore mi ha dato vi è anche una netta quanto inspiegabile predisposizione alla comprensione e traduzione del greco antico, che mi accompagna fin dai banchi di scuola e che, fino a non molto tempo addietro, mi ero completamente dimenticato di possedere, pensando che non mi sarebbe mai servita a niente...

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