Per ragioni non di esperienza ma di fisica ottica, le cose stanno all'incirca come segue, almeno in linea di principio (ed a parità di qualità costruttiva e di altri fattori): tanto più è luminosa l'ottica e tanto più critica è la Maf, ma è anche più precisa. Di conseguenza, vale anche l'implicazione inversa, ossia: tanto meno è luminosa l'ottica e tanto meno critica è la Maf, ma è anche più approssimativa.
Come si deve intendere tutto questo in termini un po' più scientifici?
Che all'aumentare della luminosità cresce la probabilità di un errore di Maf (ossia la criticità), ma diminuisce mediamente la sua entità (diminuisce cioè l'errore quadratico medio, ossia aumenta la sua precisione MEDIA). Insomma, traducendo in parole semplici: più è luminosa la lente e più frequentemente sbaglia la Maf, ma in compenso quando l'azzecca è mediamente più precisa; oppure, la stessa cosa vista in altro modo: più luminosa è la lente e più spesso sbaglia la Maf, ma in compenso gli errori sono mediamente più piccoli, anche se per via della maggior luminosità sono in genere più evidenti rispetto ad una lente meno luminosa.
Questo in teoria.
Poi, in pratica, le differenze costruttive (anche a parità di qualità) possono incidere moltissimo e in genere diventano assai più rilevanti di tutto il resto.