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3 ritratti con la Camera Obscura (foro stenopeico)

Aperto da Donalonzo, Giovedì, 26 Marzo 2020, 16:43:24

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Donalonzo

Salve a tutti,

Vi propongo 3 ritratti eseguiti con una Camera Obscura in cartone autocostruita con un foro stenopeico sul lato anteriore, praticato su una pellicola di alluminio tipo Domopack con la punta di uno spillo, e con all'interno un foglio di acetato satinato trasparente, nella fattispecie è quello di un porta dia 4x5", sul quale si è formata l'immagine.

Per registrare l'immagine, sul foro posteriore della scatola (camera Obscura) era piazzata una Reflex digitale con un'ottica macro per poter mettere a fuoco a breve distanza l'immagine che si era formata sul foglio di acetato.

I soggetti o cavie, illuminati da una semplice lampadina al tungsteno con un portalampada anche quello autocostruito giusto per rimanere nel campo della semplicità assoluta, dovevano rimanere immobili per una trentina di secondi.

Nessun obiettivo da migliaia di euro, nessuna macchina con mille funzioni, autofocus vari, milioni di megapixel etc., insomma l'unica concessione alla modernità era la Reflex piazzata dietro che mi serviva per registrare quell'immagine che per magia si era formata davanti ai miei occhi...
Gianni

edecapitani

  • Enrico
     

agostino

  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Italo

Estrema semplicità con un suo fascino.... applausi all'idea!   :bat:
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

hobbit

Francesco https://www.instagram.com/hobbitfrank/

La vita dell'uomo consiste nell'affetto che principalmente lo sostiene e nel quale trova la sua più grande soddisfazione.
San Tommaso D'Aquino

Sigma Dp1q,  Sigma Dp3q
Olympus E-pm1, Panasonic Gx7, Panasonic G90, Zuiko 9-18, Zuiko 14-42, Lumix 20mm, Leica 25mm, Sigma 60mm, Zuiko 75-300

pacific palisades

Se vi capiterà in futuro di passare dal castello di Fontanellato, in
provincia di Parma, ora chiuso per restauri, all'interno di una delle
torrette potrete vedere una camera oscura funzionante. Voi entrate, vi
accompagna un custode del castello, vi chiude dentro questa piccola
saletta all'interno della quale si vede, esattamente rovesciata e proiettata
su un foglio bianco, la piazza da cui siete entrati. Attorno al
16oo le camere oscure costituivano uno dei giochi, dei grandi divertimenti
per gli abitanti di questi castelli. Potevano osservare l'esterno
senza essere visti. C'è un piccolo foro nel muro attraverso il quale
passano i raggi del sole e riflettono l'immagine del paesaggio esterno
completamente rovesciata. Nella camera oscura di Fontanellato questo
schema è stato ulteriormente modificato: tramite un prisma, l'immagine
viene proiettata su un piano orizzontale anziché verticale sul
muro opposto. Però il principio è lo stesso. Entrando vedrete che, in
effetti, funziona come una telecamera rudimentale. Quante volte siete
entrati in una banca e avete notato una telecamera che scruta i passanti.
La camera oscura di Fontanellato ha una funzione praticamente
identica. È molto interessante, utilissima per capire il funzionamento
della luce all'interno di una camera oscura anche con il variare delle
ore, e dunque della luce.
Da questa idea di uno spazio che riproduceva lo spazio esterno, di
un doppio della realtà che si poteva vedere praticando un forellino
all'interno di una scatola, sono nati i sistemi di proiezione, di disegno,
di rappresentazione del mondo utilizzati in seguito da molti grandi
pittori, sistemi interni a una storia della rappresentazione della realtà
che arriva fino ai nostri giorni.

Dal mio libro sacro: Lezioni di fotografia di Luigi Ghirri

Donalonzo

L'idea è vecchia come il cucco, non si inventa niente di nuovo, artisti e pittori hanno sfruttato questa tecnica nei secoli scorsi per proiettare un'immagine su di una parete per poi dipingere i loro quadri, vi consiglio se non lo avete già fatto di andare a leggere qualche pagina in rete in merito...ma la cosa che più mi colpì quando eseguii questi ritratti fu vedere la naturalezza e la tridimensionalità dei soggetti ritratti, considerando che quelle immagini sono formate dal solo passaggio della luce attraverso un forellino su una stagnola di una scatola qualunque dipinta di nero all'interno...insomma il principio è di una semplicità disarmante ma il risultato è sicuramente affascinante.

Grazie del passaggio a tutti
Gianni

P.S. La grana colorata sui volti ritratti è data dalla granulosità del foglio di acetato, che proprio acetato non è ma è plastica satinata classica dei porta dia, fotografata da vicino poichè la proiezione del volto dei soggetti aveva dimensioni abbastanza piccole...
Gianni

pacific palisades

L'idea è vecchia come il cucco e la tecnologia ci ha allontanato da quel processo rudimentale. E' come l'etimologia di una parola, è significato vecchio come il cucco. Ma proprio per questo collocarsi lontanissimo, all'origine, l'etimologia di una parola spalanca dimensioni di significato impensabili, così riscoprire come hai fatto tu il meccanismo della camera oscura - altrimenti lo mio maestro e 'l mio autore non ne avrebbe parlato nel suo sacro libro :)

Marco_M

  • Marco
     

Rino

Citazione di: Donalonzo il Giovedì, 26 Marzo 2020, 16:43:24
Vi propongo 3 ritratti eseguiti con una Camera Obscura in cartone autocostruita con un foro stenopeico sul lato anteriore...

Benvenuto nel clan! :)
Ho sempre amato "giocare" con il foro stenopeico sin da ragazzo quando realizzai una scatola di cartone 50x70 che avevo fissato sul tetto della FIAT 500 di mia madre. Dapprima utilizzavo, come pellicola, della normale carta da stampa, poi passai alla Lith ed a formati più modesti compresi tra il 20x30 ed il 30x40 che poi stampavo a contatto. Nel 1986 decisi di rendere il foro un po' più "tecnologico" applicandolo sul corpo della Contax in modo da sfruttare un normale rullino da 35mm. Pubblicai l'articolo su REFLEX nella mia rubrica "L'Antro di Merlino" https://www.nadir.it/tecnica/FOROSTENOPEICO/foro-stenop.htm nello stesso anno.

Usando il tiraggio molto corto della reflex 35mm, potevo usufruire di una lunghezza focale supergrandangolare, più pertinente al mio modo di fotografare.

Ripetetti l'esperienza del corpo reflex, questa volta digitale, utilizzando un vecchio soffietto in modo da avere un "foro stenopeico zoom", ma era scomodo da adoperare ed andai da Lolli per farmi realizzare un foro munito di elicoide che vide la luce nel 2017 e, a quanto mi risulta, è in catalogo.

https://nadirnews.wordpress.com/tag/adriano-lolli/

Con quel foro, applicato su una Sony A7, girai anche dei video, ma volevo fare delle prove anche con il Foveon, cosa che mi è del tutto uscita di mente. I problemi di un foro stenopeico sul Foveon non sono da poco (tempi lunghi e riscaldamento del sensore), ma - visto che mi hai fatto ricordare che dovrei avere tutto da parte in qualche cassetto - va a finire che lo cercherò nei prossimi giorni. Grazie! :)

Donalonzo

Esatto Rino, anche io ho provato a montare un dischetto nero sul corpo della reflex digitale e anche forando il coperchio di plastica montato direttamente sul corpo o su di un anello macro...c'è da perderci un pò di tempo per capire bene la distanza dal piano focale, il diametro del foro e la precisione dello stesso che diventano fondamentali, ma in questi giorni di clausura forzata in casa per chi ha voglia è un esperimento da fare...

Grazie a te per il passaggio e per i link e se fai qualcosa e ti va condividilo...

Buona giornata
Gianni
Gianni

clax

Mi piace ognuno di questi ritratti
mi piace (molto!) anche il modo creativo con cui
hai accostato tecnologie cosi distanti, cronologicamente.
Mi piace meno la conseguente riflessione "etica".
Ma come si dice, vale più un immagine di mille parole
quindi: ubi maior minor cessat  :)
  • Claudio
     

Donalonzo

Citazione di: clax il Venerdì, 27 Marzo 2020, 19:43:48
Mi piace ognuno di questi ritratti
mi piace (molto!) anche il modo creativo con cui
hai accostato tecnologie cosi distanti, cronologicamente.
Mi piace meno la conseguente riflessione "etica".
Ma come si dice, vale più un immagine di mille parole
quindi: ubi maior minor cessat  :)

La mia non è etica, è solo una constatazione, un  dato di fatto, se hai letto nelle mie parole polemica alla rincorsa dell'ultimo pixel perduto hai letto male frainetndendo il "succo" del discorso...

Il mio era ed è "stupore fanciullesco" di fronte a quanto ottenuto con questa antichissima tecnica e cioè il vedere l'immagine che prende vita su un foglio passando attraverso un piccolo forellino.

E siccome un'immagine vale più di mille parole, tutto il resto è "noia".



Gianni