la nostra vista è selettiva ci permette ad esempio di guardare le nuvole e vederle "meglio" , nel senso che isoliamo mentalmente il particolare e lo evidenziamo, nella foto c'è il rischio che un particolare ad esempio sovraesposto come capita talvolta ad una nuvola su un cielo molto luminoso non sia pienamente visibile, ma lo diventi solo sottoesponendo il cielo.
E' esattamente quello che stavo per scrivere io: con gli occhi non vediamo mai le nuvole sovraesposte mentre, in fotografia, siamo costretti a scegliere tra esporre per il cielo o per la terra (alte luci o basse luci) con tutti i compromessi possibili ed immaginabili. In fondo, anche in camera oscura si dava una botta di esposizione in più al cielo o si mascherava la terra per arrivare ad un risultato simile. Ansel Adams faceva un numero infinito di esposizioni, mascherature e bruciature per arrivare ai capolavori che conosciamo e nessuno si è mai posto il problema di quanto fossero rispondenti alla realtà.
Di notte, con la luna piena, dopo un po' riusciamo a vedere bene dove mettiamo i piedi e vediamo bene la luna in cielo con la "faccia" ben definita. Una foto dello stesso soggetto richiede virtuosismi e bravura.
Anche una rigorosa foto di architettura richiede i salti mortali per mettere d'accordo, in fotografia, luci e ombre che, invece, sono ben mediate dai nostri occhi e dal cervello.
Secondo te tradiamo la realtà evidenziando particolari fuori dalla gamma tonale che esistevano e che se non evidenziassimo non sarebbero visibili?
Secondo me tradiamo la realtà nel momento in cui cambiamo un cielo azzurro con un tramonto rosso fuoco. La massima fedeltà la riservo alle riproduzioni di quadri e opere d'arte, per il resto la fotografia è personale interpretazione nel momento stesso in cui usiamo una pellicola anziché un'altra (oggi un sensore), un obiettivo più grandangolare o più tele, un diaframma o un altro. E' interpretazione già nel momento in cui scegliamo il Foveon anziché un Bayer.
In ogni caso nella seconda seconda foto il cielo è più blu di quanto fosse in realtà.
Ai tempi dell'analogico, in una foto del genere sarebbe stato del tutto normale usare un filtro polarizzatore che avrebbe un po' scurito il cielo e dato più risalto alle nuvole. In bianconero avremmo adoperato un filtro rosso o arancione.
Vogliamo parlare di realtà?
