Tenuto conto che l'evento è passato e non potrò essere tacciato di pubblicità, vi offro una breve annotazione sul workshop cui ho partecipato
Isernia, L'arte del vedere, con Rino Giardiello
https://www.nadir.it/ob-fot/SIGMA_INCONTRO-ISERNIA/sigma-workshop-isernia.htmUn workshop di due giorni, con tre momenti: 1. Lezione teorica (sabato mattina) 2. Esercitazione (sabato pomeriggio) 3. Discussione sul lavoro svolto (domenica mattina).
Nella lezione teorica, con estrema gradevolezza Rino (che dopo vari contatti - prima con mail negli anni scorsi, poi sul Forum e di recente telefonici - ho avuto il piacere – in questa occasione - di conoscere di persona) ha disegnato un cerchio teorico sull'arte di vedere (con particolare rimando al vedere fotografico), perimetro dentro al quale ha iscritto la maggior parte dei temi fotografici: il soggetto, l'equilbrio formale, i contrasti cromatici, i contrasti chiaro/scuro ecc. Ognuno di questi temi, se affrontato esaustivamente, avrebbe rappresentato un microcorso di fotografia e, messi tutti insieme, un vero Corso di Fotografia. L'idea, a mio avviso vincente, è stata quella di proporre puntuali ma sintetici approfondimenti a partire dagli spunti tematici di cui sopra e lasciare ai fruitori, con l'esercitazione, il compito di esplorarli operativamente. Visto il mal tempo, le foto sono state scattate all'interno della scuola (una scuola pubblica, ora riadibita ad altri usi per parziale inagibilità dovuta ai terremoti degli scorsi anni), in un setting pieno di stimoli.
Rino – venendo incontro alla curiosità dei partecipanti - ha presentato anche il sensore Foveon, in maniera semplice e chiara: nessuno degli astanti aveva idea di cosa fosse ma mi sono sembrati interessati; mi sono reso conto che parlare di sensore a tre strati "come la pellicola" con chi non ha mai usato la pellicola non è cosa semplice (forse un giorno compereranno una Sigma e poi, curiosi, avranno voglia di una pellicola Dia perché... funziona come il Foveon!)
Se fossi su Tripadvisor potrei dilungarmi nel raccontare l'accoglienza ricevuta dal sottoscritto, il cui unico merito era quello di essere "straniero" di Roma! Non racconterò del clima amicale creato da Rino e da tutti i soci delle OfficineCromatiche, dall'ospitalità ricevuta da Massimo - il presidente dell'associazione -* (e dalla sua famiglia), Maurizio, Federico, Marisa e Gaetano (che in circa un'ora mi ha fatto esplorare tutto il centro storico di Isernia) e dagli altri di cui non ricordo il nome.
Presenza discreta ma attentissima quella di Kate, fotografa e moglie di Rino.
Tenuto conto che, poco prima di arrivare alla sede del corso ho visto, davanti a me, il vento abbattere un albero (e da qui una improvvisa riflessione sulla caducità degli alberi ma anche della mia vita, visto che ero in ordine di transitare da lì a pochi secondi sul luogo dello schianto) ma anche della immancabile riflessione sulla transitorietà delle cose che segue giornate piacevoli ben spese che non ritorneranno, lascio questa foto, a testimonianza, dal titolo:
"siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno" (F.G.).
* Massimo, per disimpegnarsi del fatto di averMI offerto il pranzo, mi ha invitato anche a cena!
La foto, scattata nel WS, me la "ottimizzata" lo stesso Rino che, sentitamente, ringrazio.