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La stalla del Modesto

Aperto da edecapitani, Venerdì, 29 Ottobre 2021, 21:49:39

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edecapitani

Una stalla fienile, una ghiacciaia, una pozza artificiale per produrre il ghiaccio, una carreggiabile bordata di ‘laste’ come si usa in Lessinia: questa è l’opera compiuta in anni a cavallo tra Otto e Novecento da Modesto Pagani, contadino e tagliapietre. Nei libri, nelle carte e nella memoria popolare è semplicemente “la stalla del Modesto”, come se il Modesto - nato prima delle guerre d'indipendenza quando da queste parti si era ancora nel Sacro Romano Impero e morto nel 1928 - fosse ancora qui ad occuparsi del suo podere. Non so nient’altro del Modesto, tranne la sua stalla che in questi anni sono già tornato tre volte a vedere e che è testiamone dell’ingegno, dell’originalità, della visione del suo creatore. E molto di più.

Ma cos’ha di particolare questa stalla? Ce ne sono di stalle interessanti in Lessinia, da quella condominiale di Biancari alle innumerevoli ‘tede’ con i tetti a doppia pendenza a quelle scandite all’interno da archi gotici come fossero navate di chiese, e poi i baiti e le casare. Perché allora la stalla del Modesto merita un’attenzione speciale, fino a vincere un premio internazionale di architettura vernacolare?
È che la stalla del Modesto è un unicum e al tempo stesso la memoria di una secolare cultura.

La stalla è costruita in pietra â€" rosso ammonitico (c’è n’è in abbondanza nel territorio) â€" tagliata in grandi lastre lunghe e spesse, simili ad assi di legno. Le lastre sono sovrapposte de cortèl, a coltello, cioè disposte di taglio in piedi, in modo da farle aderire l’una con l’altra lungo il loro spessore, formando così le pareti.
Le lastre sono  sagomate alle estremità per creare degli incastri ad angolo così che le pareti perimetrali s'intrecciano sui quattro spigoli esterni. Questo dispositivo lega tra loro le lastre. Devo verificare la presenza o meno di malta come legante.

È la traduzione in pietra della tecnica costruttiva degli edifici in legno, detta blockbau, a lungo praticata dai Cimbri della Lessinia: fino a metà dell’800 erano costruiti in questo modo i 'casoni' di alpeggio. Ne esistevano ancora alcuni negli anni '50 del Novecento e sono documentati da fotografie. Oltre la stalla del Modesto non ci sono altri edifici in pietra costruiti a blockbau, mentre è diffuso in tutta la Lessinia l'utilizzo di lastre monolitiche accanto a quello dei conci.
Il Modesto, ottimo conoscitore del legno e della pietra, del loro utilizzo nella tradizione costruttiva della Lessinia, seppe operare una sintesi ed una ibridazione straordinaria. Anche i pavimenti e il tetto sono composti da lastre in rosso ammonitico. L'edificio è una rosea scatola di pietra.

Sul lato corto orientale c'è un portico con tetto e pilastri in pietra, pareti non portanti e travi in legno. Non è un’aggiunta successiva ma una parte del progetto originale come dimostra la geniale soluzione ideata dal Modesto: una delle lastre di pietra della parete meridionale è più lunga delle altre in modo da sporgere sullo spigolo formando una mensola su cui poggia un elemento ligneo a forcella, una sorta di fionda che aiuta a sostenere le travi lignee su cui poggia il tetto di lastre.

Sull'opposto lato occidentale una porcilaia in conci di pietra.

A nord della stalla il Modesto costruì una bellissima giassara in pietra e sassi, anch'essa con le caratteristiche costruttive della stalla, anche se meno evidenti all'occhio inesperto per la conservazione del ghiaccio da vendere in estate; a fianco della ghiacciaia si riconosce ancora la possa del giàsso, la pozza artificiale, con il fondo sigillato per trattenere l’acqua piovana e produrre così il ghiaccio in inverno.

Qual è lo stato attuale del complesso? Le intemperie, l’incuria ed eventi traumatici lo stanno purtroppo minacciando gravemente. La pozza fu danneggiato a metà del '900 da pescatori che usarono esplosivo da cava per pescare le tinche, rendendola inutilizzabile. Recentemente è crollato il tetto del portico e parte della sua struttura. Chi giungesse sul luogo potrebbe essere tentato di salire sull’ampio tetto della ghiacciaia ma è una cosa sconsigliabile e rischiosa visto che i tetti privi di manutenzione possono crollare, come è accaduto l’estate scorsa proprio ad una ghiacciaia della Lessinia, incidente costato la vita a due bambini.
La bellezza e il pregio dei manufatti sono amplificati dal contesto ambientale, essendo il complesso rurale immerso in un bellissimo bosco di faggi. Per giungervi bisogna percorrere la bella strada che collega Roverè alla sua frazione S. Francesco, provenendo a seconda dei casi dall’uno o dall’altro abitato. Sulla strada si può visitare il bellissimo nucleo di contrada Sartori. Ad un incrocio, presso contrada Gardun, si svolta ad angolo retto verso occidente (si viaggia su un crinale e si distingue l’ovest dalla posizione del sole anche senza Manuale delle Giovani Marmotte) e poco dopo si lascia l’automobile a bordo strada e si imbocca a piedi il sentiero bordato di laste che porta a nord verso la stalla. Camminando si gode di una bella vista sulla media montagna lessina e sul cono vulcanico della Purga di Velo. Chi volesse semplificarsi le cose può anche impostare “Stalla del Modesto” come destinazione su Google.

Le foto sono scattate con Sigma sdq + 18-35 art e Canon + decentrabili.

Avrei coluto tornare alla stalla domani mattina per realizzare dei close-up e per fotografare il lato orientale non in controluce ma ora mi ritrovo con la schiena bloccata, così devo rimandare una nuova visita alla stagione invernale.

Foto 1 e 2, la stalla del Modesto vista da Sud
  • Enrico
     

edecapitani

Foto 3-5 La giassàra del Modesto.
In alto la porta di carico del ghiaccio, in basso quella di scarico.
  • Enrico
     

edecapitani

Foto 6-7, gli spigoli Sud-Ovest e Nord-Ovest. Nella prima delle due foto si nota la porcilaia.
  • Enrico
     

edecapitani

Foto 8-9, scorcio del portico semicrollato sul lato Est. Si notano la mensola e l'elemento ligneo a forcella
  • Enrico
     

Rino

Grazie per le foto ed i testi Enrico, entrambi ottimi.
Io continuo a trovare assurdo che questi eccellenti contenuti (come ho detto anche ad altri) vadano dispersi all'interno di un Forum o di Facebook e non vengano pubblicati, con un impaginato senz'altro più gradevole, in un blog personale.

edecapitani

  • Enrico
     

agostino

D'accordo con Rino ed è il motivo del mio metatopic su di te.
Foto e testi da non sprecare
  • Agostinocantastorie
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

edecapitani

  • Enrico
     

Tino84

Tutto molto interessante , complimenti  :si:

Citazione di: agostino il Sabato, 30 Ottobre 2021, 16:35:43
D'accordo con Rino ed è il motivo del mio metatopic su di te.
Foto e testi da non sprecare

Perdonami, ma il metatopic, come le raccolte tipo “galleria felicità”, per quanto di fondo possano fare da “indice”, hanno lo stesso problema di tutte le altre discussioni, si perdono nel forum (a meno di non metterle in evidenza e fisse nell’indice della sezione ), quindi a meno appunto di bloccarle ad inizio pagina, è sostanzialmente tempo e spazio perso. Immagino che Rino indicasse questa problematica, che invece con un blog sarebbe più semplice da gestire

edecapitani

  • Enrico
     

agostino

Infatti era un tentativo in attesa che edcap crei un sito
  • Agostinocantastorie
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

edecapitani

Grazie Agostino, ci sto pensando. Ecco i miei paletti:
1) non mi interessa un sito autocelebrativo, mi interessa condividere quello che di bello incontro attraverso il filtro delle mie esperienze.
2) fotografia, arte, architettura, musica, montagna, letture: mettere tutto insieme in modo che sia utile a qualcuno. Cioè se le mie foto e i miei racconti fanno incuriosire qualcuno per la stalla del Modesto (per fare un esempio) va bene. Io mi concepisco come una finestra aperta sulla realtà, tanta realtà e quel poco di finestra, per questo mi affascina la fotografia.
3) non ho la minima idea di come si faccia un blog.
  • Enrico
     

Met

Mi piacciono tantissimo quelle a colori - il momento perfetto dell'autunno - specialmente la ghiacciaia, anche se architettonicamente è più interessante la stalla.
La pazienza è la virtù dei forti
La capienza è la virtù dei porti
La giacenza è la virtù dei morti

edecapitani

Grazie Met.
In realtà il momento perfetto sarebbe stato una settimana dopo  e infatti avevo in programma di tornare in Lessinia con pernottamento in auto per sfruttare meglio alba e tramonto... mi si è bloccata la schiena!
  • Enrico
     

Marco_M

Molto interessante, hai fatto veramente una pregevole documentazione e ti ringrazio per avermi fatto scoprire questa trasposizione in pietra del blockbau, che non conoscevo.
:si: :si: :si:
  • Marco
     

edecapitani

  • Enrico
     

Joserri

Queste sono foto meravigliose e invitanti!


:si: :D



edecapitani

  • Enrico
     

clax

Bellissimo racconto, testimonianza della grandezza
di quella "civiltà contadina" che queste pietre raccontano.
Bene così Enrico, anzi benissimo e...... alla prossima!  ^-^
  • Claudio
     

edecapitani

  • Enrico
     

Verix1

Eh beh, che dire... Apri una mia "falla" affettiva. Abito ad una manciata di chilometri dalle zone da te riprese.
La stalla del Modesto, la ghiacciaia... che splendidi esempi di una Civiltà contadina di un'epoca irripetibile.
Pensate, ai primi del '900 quella gente partiva, prima dell'alba, con carretti trainati da bestiame posseduto, in direzione centro città (Verona), per vendere un bene essenziale per chi poteva permetterselo: il ghiaccio. Per poi tornare verso casa nel tardo pomeriggio, e ripetere la stessa cosa il giorno dopo. E quello dopo ancora...
E pensate ancora, quelle strutture possenti sono ancora dove sono state impostate ed edificate parecchio tempo fa', senza una scalfitura che sia una (parlo delle "laste").
Le lastre, quei tagli imponenti di rosso ammonitico veronese, che garantivano solidità assoluta alle costruzioni e che, ancor oggi, vengono utilizzate (da chi può permetterselo), per realizzare coperture di nuovi edifici destinati a durare negli (molti) anni.
Altra piccola nota a margine: a poca distanza dalla ghiacciaia, è possibile godere e fotografare la mitica "Calma Granda" un castagno della non trascurabile età di oltre 500 anni.

Grazie ancora per le splendide immagini!

edecapitani

Bella sorpresa, io vengo spesso in Lessinia perché la sorella di mia moglie si è sposata a Bosco e abita lì. Ho fotografato la Calma Granda in due occasioni, un contadino del posto mi disse che quando era bambino, prima che fosse potata, aveva una chioma immensa.
Per quanto riguarda l'architettura rurale della Lessinia è semplicemente straordinaria e il rosso ammonitico, anche al naturale, mette in scena lo spettacolo delle città di roccia.
  • Enrico
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