Un diavolo per scelta e necessità

Aperto da BeSigma, Sabato, 15 Ottobre 2016, 20:50:52

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BeSigma

E' da tanto che penso se queste cose possano essere mostrate... e alla fine la risposta è no, non possono essere mostrate... se non in casa propria... e questa è casa mia quindi vi racconterò una storia, di quelle che si raccontano da vecchi e a cui nessuno crede... solo che io non ho nemmeno 40 anni e probabilmente non mi crederete lo stesso  :-\
Ad ogni modo dopo 11 anni (è del 2005), non so più nemmeno io cosa sia... quindi è frutto di fantasia, una fantasia contorta e speranzosa !!!

"Questa storia parla di noi, di quel che siamo e di quel che vorrebbero che fossimo……
noi siamo dei colleghi di lavoro diventati fratelli, uniti da qualcosa che ci consente di andare avanti,
discriminati, abbandonati al peggio solo perché potevamo sopportarlo e chiusi dentro esso in modo che
nessuno all’esterno possa vedere la verità.

Una tranquilla mattina a lavoro, con i soliti fratelli, una di quelle mattine come tante
dove l’unica cosa che non ti spieghi, è l’angoscia,
l’ansia che porti dentro nonostante splenda il sole e anche il vento sembrerebbe andato a dormire.
Una di quelle giornate dove chiunque pensa che non possa accader nulla di male e di sbagliato
perché il sole splendente protegge tutti, ma noi sappiamo che non è così,
in aguato, sotto ogni linea o accanto ad ogni apparecchiatura c’è il peggio che, a differenza di quel che si crede,
non ha mai fine.

E’ così che, come dal nulla, inizia a suonare nella vasta sala controllo un allarme, uno come tanti,
quasi fosse uno scherzo, ma basta poco a chi ha qualche anno di esperienza per capire che non si tratta di scherzi perché,
quando devi assicurare l’incolumità di ragazzi di 20 anni, che ancora poco sanno di dove son finiti,
non c’è spazio per scherzare, non quando vedi il pannello dei rilevatori di fuga acceso come un albero di Natale,
non stò a spiegarvi quel che è successo perché non capireste quindi vado oltre.

In un solo attimo ci precipitiamo all’esterno e quel che vediamo è sconcertante quanto quel che non vediamo:
una massa di fumo bianco e l’impianto (lungo quasi 1 km e largo la metà) sparito dentro esso.
Scatta l’emergenza, che per noi è solo una formalità, che porterà sul posto anche i vigili del fuoco….

Ma questo non è fuoco, certo può bruciare ma non è fuoco, sicuro i fumi son bianchi e irritanti ma non è fuoco,
perché il fuoco riscalda, può essere spento, ma non quel che abbiamo di fronte…
Ciò che vediamo è freddo come il ghiaccio e può divorare qualsiasi cosa senza lasciar traccia e noi, sappiamo bene,
che l’acqua del mondo finirebbe prima di poterlo spegnere.

Due ragazzi partono dentro armati delle uniche cose che possono aiutarli,
due bombole di aria e tanto coraggio, sapendo bene che l’unica cosa da fare è trovare, muovendosi in una bianca oscurità, il buco
da cui il DIAVOLO è uscito e chiuderlo, solo così tutto può risolversi.

Nel frattempo gli altri, eseguono tutte quelle manovre da sala controllo che possono venire incontro a chi è entrato,
contro qualsiasi pronostico, in quell’inferno bianco dove impari a non respirare semplicemente perché non puoi.

Ma il tempo passa e le bombole hanno un autonomia di circa 20 minuti, di minuti ne son passati 25
e i ragazzi sono sicuramente in difficoltà…… allora che si fa……..???

Qui inizia la storia che parla di un di un ideale, parla di scelte pesanti, quelle che ti segnano,
parla di quel che accade quando
“PAZZIA E CORRAGGIO SUPERANO LA RAGIONE RENDENDO POSSIBILE L’IMPOSSIBILE, DANDO SPERANZA DOVE C’ERA SOLO DISPERAZIONE”….

….e’ cosi quando ormai la situazione assumeva lineamenti gravi che il responsabile in turno, senza esitare o parlare,
si alza dalla consolle di controllo, prende due bombole d’aria e si dirige all’esterno aggiungendo un unica frase…
TRANQUILLI, ANDRA' TUTTO BENE...

Sulle spalle tutto il peso di 10 anni passati all’inferno,
dimenticato solo perché poteva sopportare tutto questo,
il responsabile sparisce nella bianca oscurità così come avevano fatto i suoi ragazzi mezz’ora prima…..

Non sappiamo esattamente cosa sia accaduto all’interno dell’impianto
ma posso raccontarvi quel che abbiamo visto poco dopo….
Il responsabile esce dall’impianto con gli altri due, appoggiati ad una spalla.
I due ragazzi hanno sul volto le maschere d’aria che il responsabile aveva portato all’interno e lui,
chiaramente segnato in viso, non ha la maschera ma semplicemente non respira perché ha imparato a non farlo se non può.

Esce fuori, poggia i ragazzi a terra e, a quel punto, cede alla necessità di respirare
In quel momento cade….. senza mai toccare terra, sorretto dal sorriso dei ragazzi che ha attorno…..

Ora vi dirò una cosa, lui non ha aspettato semplicemente perché chi non respira non può aspettare,
non si è fermato davanti all'inferno perché un DIAVOLO non si brucia,
è diventato un DIAVOLO perché per uscire dall’inferno devi esserlo……

Tutti son tornati a lavoro senza nessun merito o colpa ma con il solito silenzio di chi dimentica quel che non si deve sapere,
l’unico ricordo di quella mattina è un cartello all’ingresso dell’impianto con su scritto:

“A NOI NON SERVONO GLI ANGELI, ABBIAMO I DIAVOLI A PROTEGGERCI”


come se... ridendo dei miei demoni, tenessi fra le mani gli angeli...
SD9 + SD10 + SD14 + SD15 + SD1 + SDQ + Dp1s + Ottiche serene variabili

http://www.flickr.com/photos/matlin78/

BeSigma

come se... ridendo dei miei demoni, tenessi fra le mani gli angeli...
SD9 + SD10 + SD14 + SD15 + SD1 + SDQ + Dp1s + Ottiche serene variabili

http://www.flickr.com/photos/matlin78/

screw

Letta tutta d'un fiato. E anche se sei stato bravo a scrivere trasferendo "I sentimenti" del momento, credo che la realtà sia stata ben altra cosa.
Bello il BN in coda (la foto con un diavolo di spalle)!

stenobox

Un brivido mi è  sceso lungo la schiena...

3mal-nike

Da Oscar!
Eroi in una nuvola di silenzio  :-X

E tu sai che io so  ;)

Dall'emozione quasi dimenticavo..... ottime foto  :si:
DP1&2m -  m4/3  Ho la barba lunga e sono spettinato perchè sono rimasto senza specchi  :))
Gli errori che faccio, sono la prova che ci sto provando!
Me ne vergogno però... http://www.flickr.com/photos/104817093@N04/

Lorenzo

Consapevolezza che si ribella, agisce e si racconta!
Questo racconto (o testimonianza) lascia immaginare a me che leggo tutta la scena, i particolari, i volti, il bianco... Ha una grande forza dentro, trasferita dal narratore, che ha vissuto l'esperienza e la racconta. Fra la fine delle parole e le immagini è stato necessario per me aspettare un attimo, due attimi, forse tre... Avevo ancora in mente ben definite le immagini che io avevo creato leggendo. Le due fotografie in fondo, sono insieme rassicuranti e rivelatorie forse. Identificano il luogo, però il luogo quando è tranquillo, e i cartelli trasferiscono dei messaggi che fanno riflettere, meditare a lungo, anche sul senso dell'esistenza, del pericolo che si nasconde nei luoghi di lavoro...
Quindi emoziona moltissimo!
Complimenti Ignazio!
L
  • Lorenzo
     
Sono contrario, ho alternative.

Sardosono

Vi assicuro che questi racconti, sentiti in "prosa" e dalla viva voce di Ignazio, non sono per nulla poetici e la reazione epidermica è tutt'altra rispetto alla lettura di questo post. A maggior ragione rimango meravigliato e ammirato di come Ignazio cambi letteralmente pelle (dal punto di vista narrativo) e riesca a coinvolgere fino in fondo pur rimanendo sempre "in punta di dita"! Davvero notevole....   :wow:

Due sole immagini forniscono al lettore quel minimo indispensabile accenno di contesto, sufficiente per offrirgli un punto di partenza consistente coi fatti della storia, ma giusto quanto basta per consentirgli di poter "dipingere" per proprio conto e con la propria immaginazione lo scenario narrato. Notevole anche questa scelta...   8)
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

CORREDO FOTOGRAFICO IN COMPLETA RIDEFINIZIONE

Silvia V

Le immagini danno le note di inizio per poter poi costruire e comporre la storia, fatta di una verità, la tua, unita all'immaginazione a cui danno l'imput (anche se poste alla fine del tuo racconto).
Grazie per la condivisione...
  • Silvia
     
DP3 Merril
Nikon D700
Olympus OMD em1
Nikon F2

"L'inizio è solo un seguito ed il libro degli eventi è sempre aperto a metà"

Mariano San

Grandissimo Igna'  :bat: :bat: :bat: :bat:
Ma si sa, Lucifero era ( è ? ) un portatore di luce, quindi anche in questo caso il nostro caro BeSigma assomiglia moltissimo alla Luce....
La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità

:san:

leleros

Ognuno ha l'occupazione che si merita :P tu Igna sei un tipo tosto!
Per quanto mi riguarda è sufficiente la prima foto, anzi bastava SOLO quella... ha tutte le carte in regola per farsi una vaga idea del tuo inferno.
  • Rosario
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