La maggior parte delle case ha problemi con il motore jpeg, in particolare Canon (storicamente) e Panasonic, ma anche Nikon e Pentax. La compressione implica artefatti di texture e molto spesso una perdita di dettagli agli alti iso per l'intervento di filtri rumore aggressivi, nella GX7 di Pana addirittura non disattivabili! Soltanto Olympus e la vecchia Minolta forniscono (fornivano) jpeg utilizzabili, oggi ci prova Sony, senza raggiungere però i medesimi risultati. La Oly E-M5 in jpeg ha uno scostamento dalla perfezione colorimetrica del -0,2%, record positivo tra le fotocamere in commercio. Sigma è giustificata dal fatto che nei modelli iniziali di SD forniva solo il raw: le sue fotocamere sono pensate per un uso professionale e un secondo passaggio in postproduzione.
Concordo in pieno e aggiungo che la situazione mi appare incomprensibile.
Storicamente, il primo grande salto di qualità fu fatto nel 2004 dalla Fuji con la S3 Pro, che definì un nuovo standard nei jpeg in camera, al punto che per la prima volta nella fotografia professionale si poteva usare direttamente il jpeg.
Un anno dopo la Minolta introdusse la sua prima e utima fotocamera professionale, la 7D, riuscendo a fare addirittura meglio al primo colpo.
Nello stesso anno, Olympus con la sua seconda fotocamera 4/3, la E500, pur non raggiungendo il livello di Minolta e Fuji, si pone comunque una spanna sopra tutti gli altri, migliorando significativamente rispetto alla precedente E300 e dimostrando così di porre estrema attenzione al problema. Sembrava fosse iniziata la corsa all'inseguimento della qualità del jpeg in camera

... invece no!

Fuji e Sony (che ha ereditato Minolta) pur mantenendosi sempre su ottimi livelli e dimostrando grande attenzione al problema, non sono mai riuscite a superare (e secondo me neanche a eguagliare in pieno) i livelli precedentemente raggiunti. Tutti gli altri sono rimasti al passo, infischiandosene beatamente e limitandosi a miglioramenti marginali.
Soltanto l'Olympus ha continuato a migliorare costantemente, fino a riuscire a superare tutti dalla EM5 in poi; non solo, ma inserendo i nuovi algoritmi anche nelle fotocamere di punta non mirroless, come le Stylus 1 e XZ-2.
Questa mancanza di attenzione all'importanza della qualità del jpeg in camera è per me inspiegabile e cercherò di chiarire il perché.
Se l'immagine non richiede nessun intervento di ridistribuzione delle luci (come dovrebbe essere quasi sempre se poniamo nella ripresa la stessa cura che avevamo con l'esposizione delle pellicole, in particolare le dia) l'unica cosa che dobbiamo fare è convertire il raw in jpeg.
Ora, siamo abituati a pensare (anzi, ci hanno abituato a pensare) che il jpeg che otteniamo dal raw DEBBA essere per forza migliore di quello prodotto in camera, anch'esso dal raw, ma questo semplicemente non è vero.
Infatti, non esiste alcun motivo, né matematico né tecnologico, perché il jpeg prodotto in camera debba esser inferiore a quello ottenuto dal raw tramite un software esterno.
Un tempo, la ridotta capacità di calcolo in camera costituiva certamente un limite ed un ostacolo, ma oggi assolutamente non più. E questo mi permetto di dirlo come persona tra le cui competenze c'è proprio quella di saper sviluppare algoritmi ad alta efficienza che richiedono elevate risorse di calcolo, ben più esigenti di un "motore jpeg".
Ma non dovete credermi sulla parola; la prova è data dalle già citate S3 e 7D, la cui capacità di calcolo è probabilmente meno di un decimo di quella di una compatta di fascia alta di oggi. Ciò che fa la differenza è la qualità e l'efficienza dell'algoritmo utilizzato (il cui sviluppo è assai più costoso di quello tecnologico e meno comprensibile ai consigli di amministrazione, ma questo è un altro argomento).
Basta riflettere un attimo ed il workflow ideale appare evidente: scattare in raw+jpeg e se - e soltanto se - è necessario ridistribuire le luci (il che vuol dire, di norma, quando l'esposizione per qualche motivo non è stata ottimale) procedere agli interventi partendo dal raw e rigenerando il jpeg (o il tiff, se lo si preferisce, ma qui si apre un altro discorso, zeppo di leggende metropolitane). Altrimenti, si ha un jpeg perfetto e pronto all'uso, senza la perdita di tempo di dover passare per il raw.
Di seguito riporto la mia personale graduatoria delle fotocamere in base alla qualità del jpeg in camera, con la relativa idoneità di quest'ultimo all'uso immediato fino ad una certa sensibilità ISO.
1) Olympus OM-D E-M5 (e quasi tutte le successive, EM-1, EM-10, E-P5, E-PL5, Stylus 1, Stylus ZX-2) fino a 3200
ad una incollatura di distacco troviamo la
2) Minolta 7D (anche 5D e Sony A100, che sarebbe la terza Minolta uscita con marchio Sony) fino a 400
ad un'altra incollatura segue la
3) Fuji S3 Pro (con la S5 Pro) fino a 400
poi, staccati, il gruppo degli inseguitori, ad una intera lunghezza l'uno dall'altro
4) Fuji serie X fino a 1600
5) Ricoh GR e GXR (solo i moduli A12) fino a 800
6) Sony sensori da 24 mpx in poi (Alpha 99, 77, 65, Nex 7 e presumo anche le nuove serie recenti) fino a 800
Con tutti gli altri produttori non c'è confronto, perché anche alla sensibilità più bassa il jpeg in camera è sempre molto inferiore a quello ottenibile a posteriori dal raw (comprese le mie tanto amate Lumix serie G e, purtroppo, le Sigma

).
L'unico produttore a cui riconosco un'attenuante è proprio la Sigma, per la sua connotazione di piccolo produttore, con necessità di grandi compromessi quando si tratta di destinare gli investimenti. Non le riconosco invece - per "deformazione professionale" - alcuna attenuante tecnologica: il problema è informatico, non hardware. Lo dimostra il fatto che il penultimo aggiornamento del firmware della SD1 ha ridotto i tempi di trattamento di circa un terzo, e simili miglioramenti sono possibili soltanto quando gli algoritmi sono ancora molto approssimativi, lontani anni luce dall'efficienza.

Tutto quanto sopra è solo parere personale, come personale è la mia scelta di non passare più per il raw con nessun bayer, ma di usarlo sempre e solo col foveon ed il motivo è semplice: se cerco la massima qualità uso il foveon e basta; quando uso un bayer è per altri motivi (funzionalità, efficienza, ingombro, ecc) ma con la consapevolezza che non otterrò mai la qualità del foveon, quindi in quest'ottica usare il raw sarebbe sciocco, addirittura contraddittorio.
