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Covid city

Aperto da lafaticadellaragione, Domenica, 25 Dicembre 2022, 20:52:27

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lafaticadellaragione

Dopo la fortuna di aver trovato una community così attiva e competente, posto le mie prime due foto qui sul forum. In questi giorni di feste ne sto approfittando per mettere un po' a posto l'archivio delle foto e fare un po' di ordine. Queste due foto fanno parte di un piccolo progetto e sono ancora da sistemare, scattate durante il lockdown con la Ricoh GrIII. La location è Torino ma potrebbe essere qualsiasi città d'Italia in quel periodo. Spero rendano bene il senso di solitudine e smarrimento che tutti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle.







pacific palisades

Citazionedurante il lockdown ... Spero rendano bene il senso di solitudine e smarrimento che tutti abbiamo sperimentato sulla nostra pelle.

Io invece durante il lockdown non ho provato smarrimento e solitudine, perché in quei mesi la pandemia era vissuta come una prova, e un sacco di persone avevano reagito legandosi agli altri, ricordo come attraverso la rete si portavano contenuti preziosi: interviste, lezioni, dibattiti, era una condivisione del sapere come non si era mai vista. La prova sembrava aver cambiato le persone.

Oggi la parola d'ordine è 'ritorno alla normalità', in realtà si tratta di una nuova normalità basata sulla rimozione della pandemia, così si accettano serenamente nell'arco del 2022 ancora circa quarantasettemila morti di covid, i dati sono stati invisibilizzati e fioriscono le narrazioni autoassolutorie. Le persone non hanno alcuna intenzione di proteggersi, vengono rifiutate persino le misure semplicissime come una mascherina in luoghi affollati. E' diventata la guerra dei forti contro i fragili perché alla fine i quarantasettemila sono tutti fragili. La rimozione, l'invisibilizzazione non permettono di ragionare, rendono la ragione faticosissima. Comunque nemmeno questo mi fa sentire la solitudine e lo smarrimento. Continuo a comportarmi decentemente, faccio quello che va fatto in tempi di pandemia, e prima o poi arriverà il giudizio della storia sui 'forti'.

Fatta la doverosa premessa, tornando al racconto del lockdown, una chiave interessantissima secondo me è questa di Eliana Albertini:

https://perconoscenza.blogspot.com/2021/08/la-fanzine-passeggiatine-e-il-romanzo.html

quello della Albertini è un progetto al di fuori di qualsiasi assegnato giornalistico, una cosa semplice eppure mi pare efficacissima, fatta con cuore e talento. I fotografi professionisti, anche grandi autori Magnum come Majoli e d'Agata che hanno documentato anche gli ospedali, trovo abbiano cercato una sorta di epica dell'immagine, sì di alto livello estetico, eppure ha qualcosa di deludente.

Tino84

La prima mi piace molto  :si: :si:

clax

Due scatti sublimi. Bravo!
  • Claudio
     

Rino

Le foto non sono niente male, ma sono foto, in particolare la prima, che vivrebbero bene con qualsiasi altro tema.
Quello del Covid è un tema affrontato fin troppe volte ed anche abusato (facile andarsene a spasso per gli ospedali, avendone la possibilità ed i permessi, a fotografare la gente che soffre e tirar fuori immagini forti).

Questo al di là delle parole chiave da te scelte "solitudine e smarrimento" che non ho sentito e non sento, ma probabilmente dipende da come si è trascorso il periodo del Covid.

andrea948

Citazione di: Rino il Lunedì, 26 Dicembre 2022, 17:24:56
Le foto non sono niente male, ma sono foto, in particolare la prima, che vivrebbero bene con qualsiasi altro tema.
Quello del Covid è un tema affrontato fin troppe volte ed anche abusato (facile andarsene a spasso per gli ospedali, avendone la possibilità ed i permessi, a fotografare la gente che soffre e tirar fuori immagini forti).

Questo al di là delle parole chiave da te scelte "solitudine e smarrimento" che non ho sentito e non sento, ma probabilmente dipende da come si è trascorso il periodo del Covid.

Concordo con la tua disamina...
  • Andrea
     

edecapitani

Mi piacciono entrambe!
Io lavoro con persone "fragili" e tutt'ora mi faccio almeno 8 ore al giorno con la mascherina ffp2. Una certa solitudine, non smarrimento, l'ho vissuta durante la malattia due anni fa, io e mia moglie con la nostra misurazione quotidiana della saturazione e la consapevolezza che se diminuiva andavamo in ospedale e forse non avremmo più rivisto nessuno. Veniva una persona tre volte al giorno a prendere il cane, naturalmente restava fuori casa ma era un contatto con l'esterno. Dopo 15 giorni ci telefonò un'assistente sociale del comune per chiedere se avevamo bisogno di qualcosa. Facemmo presente che avevamo bisogno di smaltire i rifiuti ma poi nessuno si fece più vivo. Nel frattempo in ospedale stavano morendo il direttore amministrativo della cooperativa in cui lavoro (un caro amico) e uno degli ospiti disabili della comunità. Gli altri si sono tutti salvati dopo aver attraversato la malattia in forma grave, tranne una che è stata risparmiata e che, data la sua patologia, se si fosse ammalata sarebbe quasi sicuramente morta. La malattia mi ha lasciato uno strascico di spossatezza per almeno 7 o 8 mesi, cosa che ho combattuto fotografando e andando in montagna anche da solo.
Un saluto a tutti e in particolare a pacific palisades che rileggo dopo tanto tempo su questo forum.
  • Enrico
     

Eros Penatti

Complimenti, un bell'occhio fotografico  :si:
Preferisco la prima, è polivalente, funziona bene indipendentemente dal covid, potresti averla fatta ante e post covid di notte in una metropoli ed è così che preferisco inquadrarla...

Approfitto di questo post natalizio per fare un augurio a tutti di buone feste...

Joserri

Non vedo la prima come una chiusura, ma come una discesa prima della salita...

Tutto ciò che è sceso è salito, e 'versavice'

Poiché la notte è mia, interpreto che dobbiamo guardare alla Vita e dimenticare la Peste.
Ci sono momenti e momenti.

È quasi finita, anche se in Cina non hanno imparato che il modo migliore per combattere le pandemie è quello di infettarsi a poco a poco, per creare anticorpi.

Per curiosità, vi dirò che tutti, tutti, i miei familiari e amici sono stati infettati.
Non lo ero. Mi è stato insegnato dal mio famoso bisnonno, un importante medico di Madrid, che quando c'è l'influenza o il colera, la cosa migliore da fare non è lavarsi le mani ma aprire tutte le finestre.

Volevano inventare l'immortalità comunista e la statua dell'amato leader è caduta.

Questa è solo la mia opinione.

Bella. Mi piace il metro  :D
  • Ric
     

Rino

Anni prima del Covid, avevo scattato questa foto che non stonerebbe insieme a quella di Fat.
Il Covid non c'entra niente, solo l'angoscia e gli stati allucinatori dovuti ai pannelli pubblicitari che si ripetevano all'infinito (mi pareva di essere in Blade Runner).

Tino84

Citazione di: edecapitani il Lunedì, 26 Dicembre 2022, 19:29:54
Mi piacciono entrambe!
Io lavoro con persone "fragili" e tutt'ora mi faccio almeno 8 ore al giorno con la mascherina ffp2. Una certa solitudine, non smarrimento.......

Mi dispiace molto per quello che hai passato  :(
Io ricordo bene l’angoscia, quando giocoforza due familiari dovettero essere ricoverati in ospedale, un mese entrambi, senza poterli vedere, se non fortunatamente un paio di volte al telefono, grazie al tempo trovato dagli operatori. Con le notizie che giungevano dalla situazione assurda in cui verte la nostra sanità (altro che proclami “non dimenticheremo” o “potenzieremo i nostri ospedali”  ::) ::) ), è stato un momento abbastanza delicato.

@Rino:
Bello scatto, molto alienante in effetti  :si:

tik68mi

Ottime, grazie;  lontano ricordo per fortuna (anche se non per tutti), ciaooo.
Riccardo arch. Battaglia
Dp0 quattro

pacific palisades

Citazionela cosa migliore da fare non è lavarsi le mani

Questa discutibile opinione di Joserri è l'occasione per ricordare il primo libro di Louis-Ferdinand Céline dedicato al medico ungherese Semmelweis. Celine poi diventò un antisemita, ma in quel momento aveva ancora viva, diciamo così, una speranza etica, (forse il libro registra esattamente il momento in cui quella speranza scompare). Dico questo perché Semmelweis fu una figura eroica della medicina: operando in una clinica austriaca nel 1847 (ossia molto prima di Pasteur) "scoprì che, nelle cliniche ostetriche, l'alta incidenza di febbre puerperale poteva essere drasticamente ridotta mediante la disinfezione delle mani." Questa scoperta suscitò l'ostilità del mondo medico, fu screditato, allontanato dalla medicina e morì in manicomio. La sua figura fu riabilitata alla fine dell'ottocento dopo le scoperte di Pasteur. "Per i suoi importanti contributi allo studio delle trasmissioni batteriche da contatto e alla prevenzione della febbre puerperale, è noto anche come il salvatore delle madri." (i virgolettati sono di Wikipedia).

Questo permette di capire quanto sia complesso l'argomento malattia/pandemia, quanto la verità deve scontrarsi col simbolico. Probabilmente l'unica visione sensata, come nel caso di Semmelweis, è quella storico. Allora la fotografia ha bisogno del tempo e delle parole.




lafaticadellaragione

Ne approfitto e provo a rispondere un po' a tutti  :)
Anche io ho utilizzato il lockdown per fare rete e provare a migliorarmi. Ho seguito corsi, imparato un paio di linguaggi di programmazione e rimesso in moto la mia passione per l'elettronica, rispolverando i miei arduino e raspberry.
Queste foto, però, si riferiscono ai primissimi giorni in quarantena e lì sì, per una serie di sfortunati eventi (per citare la serie di romanzi scritti da Lemony Snicket), ho provato sia solitudine che smarrimento. In pratica mi sono trovato totalmente da solo, con la compagna bloccata altrove e la mia famiglia a 1000 km di distanza. E parlo dei primi giorni, dove al Nord la gente moriva in casa, in assoluta solitudine (la mia proprietaria di casa ad esempio, che viveva proprio al piano sotto al mio). Poi con il passare delle settimane io, che sono stato in fondo sempre a mio agio con la solitudine, ho pian piano razionalizzato e vissuto la quarantena con tutt'altro spirito.
Grazie Rino per il feedback e per la foto che hai postato, veramente bella!
E grazie pali per la citazione letteraria. Adoro Céline e penso che "Viaggio al termine della notte" sia uno dei più grandi romanzi del novecento (anche incipit in "La grande bellezza" di Sorrentino).
Contento che da queste foto, piaciute o no, sia scaturita una così bella discussione.

Saluti a tutti!