Grazie, troppo buoni!

Mariano ha già risposto esaurientemente circa le ombre chiuse, quindi prendo spunto da quanto ho già scritto in altro topic, ossia che
"la luce parla e il buio non è tenebra, ma luce che parla sottovoce", ma questa volta aggiungo una breve spiegazione, non riferita a questa o alle mie immagini in particolare, ma proprio alla fotografia in generale (e se vi sembra presuntuoso... pazienza!

)
Tutti sappiamo che
"da una inquadratura è sempre indispensabile eliminare tutto il superfluo, fin quando è possibile". Ma appunto, non sempre è possibile lasciarlo fuori del tutto. Ma che cos'è il superfluo? Semplice: tranne ciò che costituisce e partecipa alla struttura dell'immagine, tutto il resto è superfluo. Il dettaglio è superfluo? La domanda non ha molto senso, perché se il dettaglio contribuisce è utile o addirittura essenziale, ma se NON contribuisce allora è sicuramente superfluo e quindi da evitare o eliminare, come ogni altro elemento inutile. Anzi, quando non ha un ruolo ben preciso da svolgere, il dettaglio è probabilmente il peggior nemico per la riuscita di una immagine, perché essendo distribuito dove capita diventa solo "rumore", un vociare di sottofondo che disturba e distrae.

Ora però, è molto difficile evitare che il dettaglio superfluo non rientri MAI nell'immagine, perché spesso è distribuito tutto intorno o anche nel bel mezzo del soggetto. Quando il dettaglio inutile e dannoso appartiene alle luci o ai mezzi toni, di solito c'è ben poco che si possa fare (ed in genere rovina irrimediabilmente lo scatto); ma quando appartiene alle ombre ecco che abbiamo a disposizione un metodo semplicissimo, che nasce in camera oscura, probabilmente il giorno immediatamente successivo a quello nel quale la fotografia ha cessato di essere solo documentazione per diventare anche mezzo espressivo: chiudere le ombre!

Purtroppo, con l'avvento del digitale, si è diffusa la moda di rendere le ombre SEMPRE leggibili. La definisco moda perché non c'è alcuna ragione né fotografica né di altra natura che prescriva una cosa del genere. A meno che non si tratti di documentazione fotografica, ma non stiamo parlando di questa e soprattutto non si possono mischiare le due finalità, altrimenti si produce una pizza con pomodoro, aglio e cioccolato! Così come in cucina ci sono sapori che non possono in alcun modo essere mischiati in una stessa pietanza, così in una foto non si possono mischiare le due finalità, quella documentaria e quella espressiva, perché sono in antitesi l'una con l'altra, e mischiandole si ottiene soltanto ed inevitabilmente una foto/pietanza nauseabonda.

In conclusione, le ombre sono pur sempre luci, e le luci (forti o bassissime che siano) si aprono o si chiudono a piacere del fotografo, caso per caso, secondo le SUE necessità del momento, e non in base a regole (che non esistono) o consuetudini/abitudini (che riguardano chi ne è affetto) o peggio mode (che interessano chi le segue, non certo il fotografo). Ma sia ben chiaro che consuetudini, abitudini e mode sono del tutto irrilevanti anche per la documentazione fotografica, dove però alcune regole ci sono ed occorre rispettarle per non gettare alle ortiche l'idea stessa di "documentazione".
Quindi, in questa foto (che è chiaramente espressiva) è evidente (come ha rilevato Mariano) perché le ombre siano del tutto chiuse: perché qui parlano le luci e le alte luci, mentre le ombre non servono né come coro né come spettatrici, dunque la loro presenza sarebbe solo un fastidioso vociare in sottofondo, quindi..... ssshhhhhhh, silenzio, avrete le vostre occasioni di essere protagoniste, ma oggi zitte e mute!
