Agostino, premetto che sto diventando un talebano della sviluppo col minor editing possibile (faccio però molte riprese della stessa immagine con diverse esposizioni), col tempo troverò un po' più di equilibrio.
Siccome sono un fotografante stanziale, soprattutto penso più che fotografare, e mi dico:
- pensa a quello che ti aspetti di vedere
- pensa che quando le tue aspettative sono deluse si sblocca un nuovo modo di vedere.Faccio un esempio pratico, inizialmente la fotina di un'alba sul caseggiato davanti a casa l'avevo stampata aumentando la luminosità, questo ovviamente influiva sulla visibilità della scena. Poi sono intervenuto sul file per fare la stessa modifica in modo localizzato (invece che aumentare la luminosità generale): ho usato il filtro graduato di Photoshop - Camera Raw. Così ho ottenuto una fotografia in cui avevo aggiunto un po' di luminosità solo sulle case ma non sul cielo che restava saturo, un affascinante blu-grigio con la macchia arancione-gialla dell'ingresso della luce. Ci avevo messo qualche ora perché avevo fatto vari tentativi, ma alla fine mi sono detto, Ok bella 'postproduzione', molto naturale.
Poi ho realizzato che avevo reso il paesaggio visibile perché mi
aspettavo che in una fotografia il paesaggio fosse visibile, come se dovesse sedurre lo sguardo, ma l'alba non è così: la luce arriva in un certo modo e il paesaggio nel momento in cui inizia il bagliore arancio all'orizzonte
è quasi invisibile. Nulla da dire su chi fa foto 'seduttiva', in questo caso prende il nome di
paesaggio fine art, ma a me non interessa essere
Don Giovanni. Allora sono andato a riaprire il file JPG originale, l'ho riquadrato e stampato senza toccare nulla (col pensiero di sprecare un cartoncino). Sapevo che sarebbe venuta una stampa piuttosto scura, però quella che ho ottenuto è
l'alba reale, non lo stereotipo iconico dell'alba preesistente nella mia testa. A me pare che quell'immagine sia
la voce delle cose non la voce di andrea che vuole sovrastare le cose. E' più difficile ascoltare quella voce? sì perché parla una lingua che conosciamo poco.