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Discorso scritto in cinque minuti sulle idee del mio maestro Italo Ghirri

Aperto da pacific palisades, Mercoledì, 05 Agosto 2020, 22:25:47

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pacific palisades

Iniziamo da qui, da questo riassunto:
un tizio di mezza età camminando in montagna incontra gente
cioè la Commedia di Dante.

Il riassunto in un certo senso scopre la verità dell'opera ma quella verità è anche una estrema banalizzazione che distorce tutto.

Ora pensiamo al gesto del mio maestro il fotografo immaginario Italo Ghirri, egli prende una fotografia all'apparenza misteriosa e aggiustando colore o toni (quelli che strapazzano l'italiano scriverebbero 'il colore piuttosto che i toni)  toglie il mistero.

Questa operazione è la stessa del riassumere banalizzando?
Secondo me assolutamente no, lo dico pensando che la fotografia ha la possibilità di farsi 'pittorica' ma possiede una peculiarità rispetto alla pittura: può raccontare il mondo con un linguaggio estremamente realista.

Riflettiamo un attimo su quel che significa raccontare il mondo con un linguaggio estremamente realista.
Significa che la fotografa, il fotografo racconta usando, come parole, le cose per quel che sono nella percezione, insomma non inventa le parole (applicando filtri, dominanti, riserve e bruciature, enfatizzazioni tonali o cromatiche, collage eccetera) ma le prende dal mondo.

Riflettiamo anche sull'aspetto morale di questa scelta espressiva: si è obbligati a guardare fuori di se, ad avere attenzione per le cose - per questo il fotografo Guido Guidi (che è vicino idealmente a Italo Ghirri) dice che la fotografia è un atto di devozione, e addirittura a volte dice che è una preghiera.
Con questo non intendo sostenere che la fotografia 'manipolata' è senza valore, dico invece: considerate che esiste anche un altro tipo di ricerca che è possibile percorrere soltanto rinunciando alla cosmesi dell'immagine.


pacific palisades

Italo mannaggia, hai tolto il tuo commento con la Lomo!!!  :D
Il problema è che sono abbastanza ignorante e la Lomo non so bene cosa sia, mi sembra sia una cosa un po' complicata perché per alcuni è una sorta di 'filosofia'. Comunque che con le macchine a pellicola la manipolazione sia molto più limitata è certo.

Perché mi sono inventato questo fotografo immaginario che si chiama Italo Ghirri?, ecco questo volevo aggiungerlo.
Perché l'operazione che ogni tanto fa Italo (quello vero) di correggere l'immagine riportandola al dato percettivo è una cosa molto profonda, è come se ogni volta affermasse: non dimenticate che la fotografia, e solo la fotografia, è capace di rappresentare percettivamente il reale.
E Luigi Ghirri la pensava allo stesso modo.

E' chiaro che affrontando questo confronto con il reale (Luigi Ghirri lo chiama 'l'esterno') spesso le fotografie perdono quell'appeal che era dato dalla cosmesi dell'immagine. E' una sfida non usarla. Il premio è riuscire a raccontare il mondo con la sua voce, invece che sovrapporre la nostra.

Non so se si capisce, ma questo vuole essere un manifesto estetico. E anche un omaggio al mondo.

Italo

CitazioneItalo mannaggia, hai tolto il tuo commento con la Lomo!!!
La Lomo è (era) una fotocamera in plastica con lenti in plastica ed infiltrazioni di luce esterna, che era divenuta di moda per i suoi difetti estetici sulle immagini come simbolo di un "partito fotografico" anticonformista e anti perfezionista.

Ho cancellato il mio post perché, a posteriori, ho ritenuto inutile discutere di perfezione partendo da presupposti imperfetti.
Per me, la fotografia vera, è quella irripetibile.... come quella di circa 100 anni fa che mostrava una misera famiglia indiana davanti alla propria tenda o il soldato mentre cade, ferito a morte, sul campo di battaglia: in questi casi la qualità intrinseca dell'immagine ha un'importanza molto ridotta.
In altre parole: se le mie immagini sono simili a miliardi di altre foto sparse sul pianeta "cheffotografoaffà" se nessuno è disposto a pagarle perché di nessun valore? Arrovellarsi per ottenere costose nullità non è affatto conveniente, si asseconda soltanto il gioco delle case produttrici!

In attesa di un UFO che mi si mostri nelle tre proiezioni ortogonali, mi sono così convertito alla funzione di tecnofilo dell'immagine sperando di aiutare qualcuno ad ottenere dalle proprie immagini l'aspetto desiderato.
  • Italo
     
Sigma DP2m+SD10_17-70:2,8-4,5__Summicron 50:2__1800:6 autocostruito.
Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

pacific palisades

Invece io sono ancora in una fase ingenua di ottimismo, probabilmente perché la prima fotocamera l'ho presa nemmeno tre anni fa, sono in preda a una gioiosa megalomania.
Per esempio, prima dicevo preferisco fotografare in luce naturale, ora dico preferisco fotografare alla luce di una stella, perché è indubitabile che chi fotografa in luce naturale sta appunto usando una stella, e allora vado in giro e dico: sai, io uso le stelle!

Ma il punto forte del mio entusiasmo è questo: la mia è una fotografia di tipo radicalmente scientifico.
Perché?
Perché sono convinto che prima o poi aprendo il file troverò una rivelazione sul mondo. Questa è la stessa convinzione delle scienziate e degli scienziati che fotografano lo scontro tra particelle dentro il Large Hadron Collider del CERN di Ginevra (miliardi di file ma non c'è mai una mazza, però loro continuano).
Non lo dico scherzando.
Sono a caccia di segreti ultimi.

Italo

CitazioneInvece io sono ancora in una fase ingenua di ottimismo, probabilmente perché la prima fotocamera l'ho presa nemmeno tre anni fa, sono in preda a una gioiosa megalomania.
L'andamento della curva del fotografo dilettante ha, più o meno, sempre lo stesso andamento come in ogni altro hobby: ad un iniziale entusiasmo nel desiderio di esplorare le possibilità offerte dalla tecnologia disponibile segue il massimo impegno nella personale interpretazione dell'attività secondo il proprio gusto e con i mezzi che si ritengono più idonei... il picco si raggiunge dopo alcuni anni di attività e di progressi, in parte dipendenti dalle possibilità finanziarie nelle varie fasi, per poi scemare (nel mio caso) quando ci si accorge che i valori dell'attività non hanno l'importanza che si credeva.
Come già raccontato da qualche parte, la mia curva ha iniziato negli anni 50 con la stampa a contatto del mio dito pollice su un foglio di carta fotografica 7x10cm, ha raggiunto il culmine negli anni 75 con ingranditore universale con testa colore 6x9, vasche  per sviluppo carta 50x60, trattamento / consumabili cibachrome e vari corpi analogici di pregio... ma tutto si "sgonfiò" rapidamente quando mi accorsi che quello che mi guidava non era tanto l'interesse per l'arte fotografica quanto la curiosità tecnologica in sé.... infatti ben presto riversai i miei interessi nella meccanica, nell'elettronica, e nell'ottica di precisione dedicata alla fotografia astronomica.
In conclusione, sono solo uno sperimentatore, nell'intento di acquisire la massima esperienza in campo tecnologico... prevedendo, tra l'altro, gli sviluppi di cui godranno le prossime generazioni in settori di primaria importanza. 
Non dimentichiamo che il progresso, tecnologico in particolare, ha un andamento esponenziale, per cui non so immaginare cosa si vedrà nei prossimi cento anni.
  • Italo
     
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Eros Penatti

Bellissimo questo post  :)
Io credo di essere nella fase del '75 di Italo  :)) però non ho ancora capito se mi piace di più fotografare o se mi piacciono di più i mezzi per fotografare. Bo, prima o poi capirò  :con:
In questo momento sto fotografando per me stesso, per mia pura soddisfazione personale.
In questo periodo, mi stanno un po' annoiando i social ed i forum in genere, soprattutto quelli pieni di autoconclamati artisti o pseudo professionisti "dei miei stivali"  :))
Forse sono affetto da bulimia di immagini ( non fotografie sia ben inteso ).
Un caro saluto a tutti
Eros



edecapitani

Anche a me piace questo post/manifesto. Le mie fotografie non hanno alcun valore e so di non avere talento. Mi ritrovo nel discorso di Ghirri sulla 'devozione' e questo è il movente delle mie fotografie, imperfette come ogni delitto.
Tra tutte le realtà, un certo insieme di architettura scultura e pittura è il movente più forte dei miei delitti. Muove tante cose in me e lo fa ininterrottamente dal 1985, per cui sono ragionevolmente convinto di poter resistere alle curve del fotografo dilettante, perché la scarsa qualità delle mie foto non toglie il loro grande potenziale per la mia esperienza di ciò che amo e le rendono non meno indispensabili per me di quelle prodotte dai migliori professionisti e che trovo nei libri di cui è piena la mia biblioteca.
Anche il resto lo fotografo per devozione, perché lo spettacolo del mondo mi interroga mi commuove e mi inquieta. Fotografo poco le persone perché sono persone e non mi sento in diritto di entrare con la mia fotografia nel loro mistero ma ammiro chi lo sa fare. Lo farei anch'io se valesse la pena, se una mia foto fosse all'altezza di uno sguardo o di un gesto umano. Quelli che fotografarono l'indiano fuori dalla sua tenda hanno reso un servizio all'umanità. Infine, il ruolo che gioca Italo in questo forum ha un valore che io sperimento in prima persona, però mi scuserà se dico che mi piacciono anche le sue foto e sarei contento di vederne altre.
  • Enrico
     

KappaWu

Ci ho “sbattuto contro”, non so se l'ho trovata casualmente o è l'immagine che mi ha cercato, comunque grazie Pacific palisades...

Italo

CitazioneInfine, il ruolo che gioca Italo in questo forum ha un valore che io sperimento in prima persona, però mi scuserà se dico che mi piacciono anche le sue foto e sarei contento di vederne altre.
Purtroppo, la mia curiosità innata nell'esplorazione della fotografia, come in altri settori tecnologici, si è esaurita.
Ora, finché avrò vita, starò alla "finestra" cercando di seguire ed immaginare i prossimi sviluppi dell'umana creatività... che purtroppo è la stessa sia nel bene che nel male.
Se i piloti degli UFO, come sembra da inoppugnabili testimonianze, possono viaggiare con i loro mezzi alla velocità della luce e, molto discretamente ci fanno visita e ci osservano da molto tempo senza mire di conquista del pianeta, evidentemente posseggono un senso morale molto superiore al nostro, comportamento che non sono sicuro sarebbe imitato da un avamposto umano in cerca di nuovi territori. 
  • Italo
     
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pacific palisades

Citazione di: KappaWu il Domenica, 09 Agosto 2020, 14:41:44
Ci ho “sbattuto contro”, non so se l'ho trovata casualmente o è l'immagine che mi ha cercato, comunque grazie Pacific palisades...

Credo sia del primo periodo di Ghirri, quando frequentava Guerzoni, Vaccari, lui all'inizio fotografava per la scena degli artisti concettuali modenesi.

A quel pensiero

chiunque possieda un apparecchio fotografico, anche il più modesto, potrà pervenire, talvolta, a grandi risultati, d'arte, di poesia

direi che è sempre restato fedele.



pacific palisades

Per me ogni fotografia è un una visione che si proietta secondo delle regole geometriche-ottiche dall'obiettivo al mondo esterno ma allo stesso tempo avviene una proiezione speculare che cattura colei o colui che fotografa, quindi ogni fotografia è questa doppia ripresa di ciò che esiste e di ciò che è pensato, o più precisamente di ciò che esiste in ciò che è pensato.
Riconoscere che il pensiero sta a monte della visione ha l'enorme implicazione di costringere a interrogarsi su ciò che pensiamo e su come questo pensiero determina l'atto di inquadrare una parte di mondo. Questa interrogazione per me è un'avventura.

Questo per dire che secondo me anche un filo d'erba può essere una visione sconvolgente, anzi trovo che tanto più le cose sono vicine a noi, quanto più possono nascondere il senso più profondo.


OneFromRM

Quanta realtà c'è in un romanzo di Tolstoj? Cosa è reale in un sonetto di Petrarca? La realtà è il mondo esterno, la percezione del mondo esterno o il l'elaborazione del pensiero del mondo esterno?
"L'oggettività è l'illusione che possa esistere un'osservazione priva di un osservatore" - Heinz Von Foerster
La fotografia, come mezzo di espressione artistica, è un veicolo. Ogni scelta estetica riflette una poetica. L'uso consapevole di una poetica, nella padronanza di un mezzo tecnico, distingue l'artista dal dilettante.
Naturalmente ci sono pessimi artisti e straordinari dilettanti.
Quanta realtà c'è in un ritratto di Antonello da Messina? E cosa è reale nelle foto di Doisneau? Basti pensare a Le Baiser de l'Hotel de Ville...

La Tempesta - Atto IV

Questi nostri attori,
Come ti avevo detto,
Erano tutti spiriti
E si sono dissolti nell’aria,
Nell’aria sottile.
E, come l’edificio senza fondamenta
Di questa visione,
Le torri ricoperte dalle nubi,
I palazzi sontuosi,
I templi solenni,
Questo stesso vasto globo, sì,
E quello che contiene,
Tutto si dissolverà.
Come la scena priva di sostanza
Ora svanita
Tutto svanirà
Senza lasciare traccia.

Noi siamo della materia
Di cui son fatti i sogni
E la nostra piccola vita
È circondata da un sonno.

edecapitani

Molto interessanti gli ultimi interventi, grazie!... Beh, Shakespeare, poi...
Per quanto riguarda i ritratti di Antonello da Messina, mi viene in mente una suggestione che mi accompagna da qualche anno, leggendo molte discussioni sul ritratto fotografico, sugli obiettivi troppo definiti o troppo morbidi: guardate i ritratti di Antonello, di Piero della Francesca e di Jan Van Eyck... il "rapporto con la realtà" nei tre casi, la poetica sottesa...
Di nuovo grazie
  • Enrico
     

pacific palisades

Citazione di: OneFromRM il Mercoledì, 12 Agosto 2020, 08:55:31
La realtà è il mondo esterno, la percezione del mondo esterno o il l'elaborazione del pensiero del mondo esterno?
"L'oggettività è l'illusione che possa esistere un'osservazione priva di un osservatore" - Heinz Von Foerster

Oggi per capire cosa è "realtà" oppure "oggettività" potremmo, invece di porci una domanda metafisica alla Heidegger, semplicemente ragionare sull'uso che facciamo di queste due parole, sulle pratiche concrete che implicano. 


Citazione di: OneFromRM il Mercoledì, 12 Agosto 2020, 08:55:31
Quanta realtà c'è in un romanzo di Tolstoj? Quanta realtà c'è in un ritratto di Antonello da Messina? E cosa è reale nelle foto di Doisneau? Basti pensare a Le Baiser de l'Hotel de Ville...

Qui usiamo "realtà" nel senso che riconosciamo nei loro romanzi dipinti fotografie un mondo governato dalle leggi del mondo di cui noi stessi abbiamo esperienza: "reale" nel senso di plausibile. Ma è normale riconoscere nella fotografia una "plausibilità" superiore rispetto a un dipinto o romanzo, perché riproduce con precisione gli oggetti, gli spazi.
Per questo mi viene da pensare che il "talento" della fotografia sia appunto il realismo: lo raggiunge con grandissima facilità, mentre nella pittura è molto faticoso (per esempio secoli per ottenere le leggi della rappresentazione prospettica); per non dire della scrittura che ha una capacità descrittiva infinitamente meno potente dell'immagine (ma anche meno dispersiva e concettualmente potentissima).
Ogni medium ha il proprio talento  ;)




agostino

CitazioneCon questo non intendo sostenere che la fotografia 'manipolata' è senza valore, dico invece: considerate che esiste anche un altro tipo di ricerca che è possibile percorrere soltanto rinunciando alla cosmesi dell'immagine.

Io ritengo che il lavoro sul RAW è una "contromanipolazione": il tentativo di ricondurre dei dati grezzi elettronici a una immagine rappresentativa della realtà per come la abbiamo percepita/sentita/vissuta. Un atto di fedeltà.
In questo il tipo di macchina fotografica non è indifferente. A mio avviso il Foveon è quello che permette meglio questa operazione perché i "dati grezzi" li prende bene. Si predispone al lavoro a ritroso: dal dato grezzo all'imagine.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Eros Penatti

Quoto Agostino  ;)
... le macchine fotografiche registrano i dati non sanno fotografare  :))

pacific palisades

Citazione di: agostino il Venerdì, 14 Agosto 2020, 12:43:42
CitazioneCon questo non intendo sostenere che la fotografia 'manipolata' è senza valore, dico invece: considerate che esiste anche un altro tipo di ricerca che è possibile percorrere soltanto rinunciando alla cosmesi dell'immagine.

Io ritengo che il lavoro sul RAW è una "contromanipolazione": il tentativo di ricondurre dei dati grezzi elettronici a una immagine rappresentativa della realtà per come la abbiamo percepita/sentita/vissuta. Un atto di fedeltà.
In questo il tipo di macchina fotografica non è indifferente. A mio avviso il Foveon è quello che permette meglio questa operazione perché i "dati grezzi" li prende bene. Si predispone al lavoro a ritroso: dal dato grezzo all'imagine.


A dire il vero, per fotografia "manipolata" intendo che a prendere la parola nell'immagine non è l'esterno fotografato ma più che altro l'interno del soggetto che fotografa (i suoi affetti, la sua interpretazione, le sue aspettative eccetera). Questo può accadere in tutti i momenti, dalla ripresa allo sviluppo alla stampa.

La psicologia ha una parte enorme nella fotografia, mi sembra evidente. Si può disquisire delle varie qualità che le macchine possiedono all'infinito senza toccare questa parte psicologica che è fondamentale perché determina ciò che fotografiamo. E non è certo estranea al discorso sulla "fedeltà" al reale: per esempio il mondo ha dovuto aspettare August Sander per avere una reale rappresentazione attraverso il ritratto della società del suo tempo; ha dovuto aspettare Nan Goldin per avere una reale rappresentazione della violenza delle relazioni di coppia; ha dovuto aspettare Diane Arbus per avere una reale rappresentazione del proprio sguardo emarginante. Cioè ha dovuto aspettare la loro mente per avere quelle immagini che così profondamente rappresentano il reale.

Eros Penatti

Andrea, quei tre grandi fotografi oggigiorno sarebbero molto presi a difendersi per le querele sulla violazione della privacy  :)
Purtroppo, fotografare il reale nel nostro momento è assai complicato.
Preferisco fare dei ritratti alle farfalle e vivere tranquillo  :D
Preferisco fare le mie cartoline e vivere sereno  :))
Ti garantisco che ci si diverte comunque, dello scatto alla stampa !
Se non mi si diverto perche vivo nel tormento della fotografia legata alla psicologia, all’arte ecc ecc probabilmente mi invento qualcos’altro da fare, purché venga fatto bene  ;)

pacific palisades

Oddio, hanno avuto dei problemi un po' più consistenti delle controversie sulla privacy.
Sander dovette difendersi dai nazisti che gli distrussero i negativi perché ritenevano la sua opera intollerabile.
Diane Arbus si è suicidata all'apice del successo.
Tutto sommato la vita più decente è quella di Nan Goldin quando non la pestavano.

Comunque non vorrei che quello che scrivo fose preso come una sorta di reclamo sull'attività altrui. Ognun* fa quel che sente, ci mancherebbe. Per me la fotografia, cioè realizzare fotografie, non è poi così importante. Faccio ossessivamente sempre una cosa sola che è nella mia natura, conoscere, è assolutamente impossibile passare un giorno senza curiosità per qualcosa, senza connettere idee, senza saltare da una materia all'altra. Ieri l'altro giocavo Death stranding il capolavoro di Kojima, è apparsa una pagina, una mail inviata al protagonista che conteneva anche due righe semplici e fondamentali sulla fotografia, ho messo in pausa e fotografato la pagina perché ho pensato di farci qualcosa.
In questo caso la suggestione me l'ha data Italo, ma me ne aveva data un'altra qualche giorno fa sulla vista diurna del nero, che poi si è connessa col lavoro di Efrem Raimondi che usa il nero come Avedon il bianco, ed è un nero bellissimo proprio perché non è mai davvero nero, poi lui lo muove nei suoi ritratti di persone o di oggetti, lo spinge indietro col grandangolo dandogli una dimensione (quando invece il nero schiaccia tutto), poi penso che quel nero così vivo lo ha usato Rothko... così tutto il giorno :D

sergiozh


Italo

CitazioneQuali testimonianze ?
Quelle delle registrazioni dei radar degli aerei e navi militari statunitensi, che finora erano state segretate dal governo. Ne hanno parlato anche in un telegiornale TV italiano.
Questo dalla CNN: https://youtu.be/60ZJQ4I7_3M
https://www.ilmessaggero.it/scienza/ufo_marina_militare_usa_us_navy_uap_blink_182_centro_ufologico_nazionale-4743000.html
Da ora in poi non si parlerà più di UFO ma di UAP (Unidentified Aerial Phenomenon)... probabilmente perché non si crede possibile che possa essere pilotato da un essere vivente (che sarebbe ucciso dalle enormi accelerazioni a cui sarebbe sottoposto nei repentini cambi di rotta).

Secondo il mio modesto parere, una civiltà capace di realizzare una propulsione indipendente dal mezzo in cui naviga potrebbe anche essere capace di produrre una compensazione gravitazionale interna per l'incolumità del pilota, ammesso che non siano droni pilotati da una "nave" parcheggiata in uno spazio prossimo.
  • Italo
     
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Mitsubishi 10x15-20x30 sublimation printers.

pacific palisades

Nel mio terzo post avevo scritto: sai, io uso le stelle!
E siamo arrivati a piloti di altre galassie.

Bravi, siete venuti a me!  :))

pacific palisades

Ciao Pacific/Andrea,
ho trovato il tuo primo post estremamente interessante, non comune per quell'esplosione di pensieri; nel pensare è come se tu fossi un corriere che unisce parti lontane di un territorio consegnando oltre montagne vulcani fiumi e forse attraverseresti anche un deserto. Sai mi ricordi il videogioco Desu Sutorandingu.
Ma direi che il tuo interesse principale come tu stesso ammetti non è la fotografia, e nemmeno ciò che chiami 'lingua del mondo', come se il mondo fosse un grande libro e tu, noi piccolissimi lettori e lettrici; spero che la cosa non ti offenda, ma a parer mio tu giri con la ferraglia in mano per un sentimento di misticismo. Vuoi fermare il tempo, fare in modo che tutto sia da sempre e per sempre nell'istante decisivo: ecco perché la fotografia.