News:

Alcuni FAKE ACCOUNT sono stati BLOCCATI e BANNATI

Menu principale

Qualche pensiero sulla cornice

Aperto da pacific palisades, Domenica, 08 Novembre 2020, 08:14:13

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

pacific palisades

Posto che il luogo delle fotografie è il libro o il muro (ma vedremo che è la stessa cosa), propongo qualche pensiero sulla cornice.
Ho un pregiudizio, una convinzione non trattabile: la fotografia sta dentro una cornice in legno. Il legno per me è sacro, quindi meno trattato meglio è.
In realtà il legno non esiste, esistono i legni, ognuno con la propria estetica fatta di colore, venature, età, consistenza (sì penso che durezza/morbidezza prima di sentirle si vedono). Quindi la casa di una fotografia è in legno, un certo legno in relazione con l'immagine, come una casa è in relazione col proprio abitante.
Non è necessario che il taglio e montaggio sia elaborato e il materiale costoso, anzi meglio la semplicità. Anni fa vidi una mostra dentro il festival bolognese BilBolBul di un disegnatore orientale molto raffinato Chihoi Lee nato a Hong Kong. Le cornici erano le più semplici di Ikea, allora in catalogo le offriva anche in legno naturale, oggi invece è tutta carta pressata laminata in plastica.

Quindi legno, struttura semplice: il miracolo del legno a proteggere il miracolo della fotografia. O così o niente, cioè meglio l'immagine affissa direttamente al muro come in certe mostre di Tillmans.

Ho un secondo pregiudizio, il passepartout. Per me la fotografia anche quando incorniciata è un libro, aperto. Il bianco intorno mi ricorda questa natura di pagina. Per me il mistero del mondo e la fonte della sua sacralità sta nella leggibilità, il mondo è conoscenza, si potrebbe chiamarlo grande libro. Allora una fotografia, ossia appunto un frammento di mondo, è un piccolo libro, quindi avrà un bordo bianco. Molte autrici, autori che amo la pensano diversamente, espongono le immagini senza passepartout. Beh anche loro avranno certamente buone ragioni.

Infine la dimensione. Voglio fare libri, non televisori. Quindi piccola, A3 per me è già una dimensione enorme. So che la tendenza contemporanea va verso il gigantismo perché così ci si può perdere nell'immagine; tuttavia voglio che resti intatta e chiara la differenza tra una mia fotografia e il mondo. Non cerco per così dire realtà virtuale: ancora torno all'idea di libro, di lettura. Siamo noi ad avvicinarci al libro, non avrebbe senso stamparlo grande come una parete. Inoltre mi piace molto il gesto dell'avvicinarsi, così nulla è imposto, anzi è necessario per entrare nell'immagine munirsi della chiave dell'attenzione.

Nessunego

  • Nessunego
     
Sigma SD Quattro H, Sigma 18-35 f1.8, Sigma 70mm f2.8 macro, Sigma 135 f1.8
Nikon D850, Nikon D600, troppe ottiche Nikon

agostino

Mi sembra si avvicini a una foma di verità. Ci rifletto.
Sul passepartout già sono d'accordo, sulla cornice pure, sul fatto che sia di legno ci rifletto.
Ciao
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Joserri

Un argomento difficile ma elementare. Corrisponde a molti gusti e colori. La mia casa è (quasi) di legno; perché l'ho costruita io stesso, con l'aiuto di dodici amici e qualche euro.

Non ho mai incorniciato una fotografia e non ho intenzione di farlo. Sono uno dei pochi ad aver visto Las Meninas senza cornice... anni fa (mio nonno materno era copista ufficiale del Museo del Prado); ma la disputa iberica non finisce mai...

Sono belli nell'aria che respirano...

[N.B.] La mia casa è piena di quadri e dipinti (ho un fratello maggiore, un pittore: con questa famiglia è difficile avere pace). Questa è una delle immagini che gli amici ammirano di più...

Bella notte!!!!!!!




  • Ric
     

pacific palisades

Grazie a Joserri mi è venuto un altro pensiero.
A me piace l'amplesso tra la carta e l'inchiostro, cioè la stampa. C'è però un problema pratico, la carta ha bisogno di una struttura solida per sostenerla e proteggerla, per questo serve la cornice.
Oggi esistono straordinarie tecniche di stampa laminata su materiali rigidi per cui la cornice non è più necessaria. Personalmente però sono troppo legato all'idea di libro per rinunciare alla stampa sulla nuda carta.

(La sala di Velázquez con Las Meninas è la sala più bella del più bel museo al mondo.)

Joserri

  • Ric
    Â