Partiamo per percorrere i pochi km di distanza tra un paese e l’altro. Mi fermo solo per fare uno scatto, poco controllabile, in quanto L’inquadratura è costretta dalla strada, dalla presenza della nostra stessa auto, ed all’arrivo di alcuni cani randagi, della vecchia fermata dell’autobus, ormai dimenticata.
Un appunto sulle strade macedoni: ci sono le autostrade, che costano 1€ od 1,50€ (ogni regione ha un casello, più è lunga l’autostrada/regione, più si paga, se non ho capito male), o le strade locali, dove può capitarti il dosso, il camion, il cavallo, qualsiasi cosa. Inoltre la benzina costa più o meno come da noi, considerando gli stipendi (ed il caro vita) più bassi, non è detto che le persone si spostino con la loro automobile, preferendo i taxi, od appunto gli autobus, che quindi non è strano sapere che arriva(va)no anche qui.
Raggiungiamo la vecchia “piazza” del paese, proprio sotto la chiesa, che poi scopriamo essere stata da poco restaurata! Purtroppo però era chiusa, confermando quindi la particolarità di un posto che vuole a tutti i costi continuare a vivere, nonostante lo spopolamento (forse apparente?

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Giunti sopra, si può ammirare tutta la vallata, ed incredibile ma vero, comincia a squarciare il cielo un timido raggio di sole. A destra della chiesa c’è anche il cimitero, che si rivela poi non tanto piccolo. Con evidenti problemi di manutenzione, ma ancora frequentato da chi passa a portare ai propri cari cibo e bevande (è una tradizione ortodossa lasciare dei viveri sulle tombe).
Approfitto quindi per uno scatto quasi “rappresentativo”: delle lapidi inglobate dal verde e dalle ombre, che si stagliano contro una natura luminosa e trionfante, in una sorta di lotta alla resistenza (od almeno, questo è ciò che ci ho visto io

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Più in sotto passiamo per quello che è stato il forno del paese, suocera e zia ne ricordano i profumi solo al pensiero. Purtroppo il forno è spento, ma è ancora lì, accanto alla casa da poco restaurata: passato e presente danzano assieme in una sorta di realtà sospesa. Facciamo il giro attorno alla piazza, e la zia sembra ricordare qualcosa: in una casa dovrebbe esserci qualche amico/parente. Saremo fortunati?
