Non mi offendo.
La foto di Rino è una foto pensata, la mia è: passeggio, vedo un raggio di sole che colpisce dei fiorellini lungo la strada, mi "emozionano" e fotografo.
Non ho le capacità artistiche di Rino.
Sempre qualche anno fa, sempre perché mi colpiva la luce scattai queste:
https://forum.foveon.it/index.php?topic=10880.new#new
sono foto emozionali, almeno per me!
Interessante spunto di riflessione. La maggior parte delle mie foto, se togli quelle professionali come la fotografia di architettura o a scopi pubblicitari, non è una fotografia pensata o, almeno, io non la definirei mai così. Per me è *pensata* nel momento in cui, per esempio, davanti ad un’architettura, indugio a lungo prima di trovare la giusta inquadratura e, se posso, ci torno più tardi perché so che l’illuminazione sarà migliore. Una foto pubblicitaria la penso a lungo prima di passare alla fase dello scatto, dall’idea fissata tramite schizzi alle prove sul set con diverse luci o spostando gli oggetti, aggiungendone e togliendoli (vale anche per la fotografia di moda), insomma, un lungo percorso dall’idea alla foto finale.
Riguardo alla foto della spiga e tante altre similari (in pratica tutte le mie foto di viaggio), userei le stesse parole tue “passeggio, vedo un raggio di sole che colpisce dei fiorellini lungo la strada, mi emozionano e fotografo”. Il più delle volte non mi fermo un istante a riflettere sull’inquadratura, sul diaframma o la lunghezza focale da adoperare, in particolare se sono a passeggio con Kate o con amici non fotografi. Vedere la scena, pensare la foto e scattarla, è tutt’uno, come per te.
Dov’è la differenza nei risultati? Non entrerei nel merito della mia maggiore capacità artistica, ma - oltre che per la maggiore esperienza - anche per l’immediata valutazione dell’immagine finale prima di scattarla, la famosa previsualizzazione, di ciò che sarà bello e quello che sarà un elemento di disturbo. Immaginare il risultato finale e valutarlo immediatamente come buono, cattivo, bello o brutto. Sai quante volte gli amici non fotografi mi hanno detto (e mi dicono) “Perché non scatti una foto a questo stupendo panorama/vicolo/portone/cane/gatto/etc?” ed io non la scattavo perché capivo che il soggetto era bello, ma la foto non lo sarebbe stata?
Allora aggiungiamo qualche parola: “passeggio, vedo un raggio di sole che colpisce dei fiorellini lungo la strada, mi emozionano, capisco che può venire una bella foto e fotografo”. In caso contrario, mi riempio di gioia per ciò che ho visto e riprendo la passeggiata.
E’ sempre la famosa “Arte del Vedere” che, unita alla conoscenza della propria fotocamera e del proprio obiettivo, va applicata con velocità quando il genere fotografico lo richiede, vedi per esempio le foto in teatro o quelle di sport.
Sicuramente tu eri entrato in sintonia con il m4/3 e relativi obiettivi nonostante i limiti del sistema (però avevi ottimi obiettivi e, quando non erano evidenti i limiti del sensore, le foto dipendevano da te e da loro).