LA FOTOGRAFIA ANALOGICA NON ESISTE

Aperto da Joserri, Domenica, 29 Gennaio 2023, 21:54:18

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Joserri

Introduco alcune riflessioni di un mio caro amico, francese, scienziato, artista ma anche musicista. Gli ho chiesto i miei dubbi, visto che sono solo un povero catturatore di immagini e di poesia: Adolfo Fotokunst.


Per essere rigorosi con il linguaggio, inizio una serie di "precisazioni" sulla corretta denominazione delle cose nell'era digitale. Ho voluto iniziare con un argomento che nella sostanza e nella forma può essere corretto o almeno documentato.
Segnali analogici:
In elettronica, i segnali analogici sono stati utilizzati per molto tempo, e sono tuttora utilizzati, per trasmettere. Esempi quotidiani di segnali analogici sono AM, FM, radio a onde corte, televisione VHF, UHF, telefono, walkie talkie.
Molti anni fa sono stati inventati anche metodi per memorizzare questi segnali, in modo da poterli riprodurre più volte: sono stati inventati il "vitrola", il giradischi e il nastro, che hanno permesso di memorizzare audio o video con segnali analogici magnetici (ricordate le cassette audio o il VHS?).
Tutto ciò di cui vi ho parlato è stato fatto con segnali analogici. Un modo per rappresentare questi segnali è rappresentato dai grafici a onda:
Esempio di segnale audio:
Vedi spiegazione delle onde sonore: www.xtec.es/centres/a8019411/caixa/ondas.htm
(i picchi o i massimi di ogni ciclo possono essere diversi per altitudine).
Segnali digitali:
In informatica è impossibile gestire e memorizzare direttamente le informazioni analogiche, perché richiedono una capacità di elaborazione abissale. Ma grazie all'ingegno dell'uomo e sulla base della matematica, i sistemi digitali, nello specifico binari, sono stati scelti per essere utilizzati nei computer. Cosa? !!!! Non preoccupatevi, è semplice: internamente, i computer trasmettono e memorizzano i dati come "0" e "1", a differenza dei dati analogici che hanno valori infiniti (ad esempio, 123,4576).
Le reti di dati esistono da molto tempo, almeno da 50 anni. I vecchi centri di elaborazione con computer mostruosi comunicavano con i terminali di dati tramite reti che trasmettevano segnali analogici, quindi si ricorreva alla "digitalizzazione": il computer capisce il digitale, un MODEM converte il segnale in "analogico" per la trasmissione, ad esempio su una linea telefonica, e all'altro capo della linea un MODEM converte nuovamente il segnale in "digitale" per la comprensione della macchina successiva.
Così, negli anni '90, i personal computer hanno iniziato a incorporare l'audio e si è cominciato a parlare di "computer multimediali". L'idea era geniale: i segnali audio analogici venivano "digitalizzati", convertiti in binario, come nei MODEM, e potevano quindi essere memorizzati e gestiti su un PC.
Vedi elettronica digitale: it.wikipedia.org/wiki/Elettronica%c3%b3nica_digitale
Digitalizzazione delle immagini:
Gli scanner, proiettando una luce sull'immagine, possono "guardare" con le cellule fotosensibili e assemblare un file digitale. Questo è il modo in cui un'immagine viene "digitalizzata", ma attenzione, con le immagini NON SI CONVERTE UN SUPPORTO CON SEGNALI ELETTRONICI ANALOGICI IN UNO DIGITALE.
La carta non è un archivio di segnali elettronici analogici, né lo sono il negativo o la diapositiva... Sono elementi fotosensibili, agiscono per via chimica, non per via elettronica!!!! Ecco perché la fotografia analogica non è MAI esistita, perché la fotografia convenzionale non ha MAI usato l'elettronica per catturare e memorizzare un'immagine, ma ha usato la chimica....
Quindi, per essere onesti e più precisi, abbiamo due "stati": la fotografia CONVENZIONALE e quella DIGITALE. Vi invito, proprio vi invito, ora che siete documentati, a dire telecamere CONVENZIONALI, non ANALOGICHE.
  • Ric
     

andrea948

A questo punto tanto vale usare il termine "fotografia ARGENTICA" così siamo ancora più precisi, oppure Argentotipia cugina prima della famiglia delle siderotipie Platinotipia, Callitipia, Cianotipia....etc. etc.
  • Andrea
     

Joserri

Sono una persona che ama le lingue ben parlate.

I miei studi e le mie conoscenze, così come la mia ossessione per la buona comprensione, mi obbligano a determinare cosa è scritto bene e cosa no.

"Et cetera", in latino, significa "e le cose che seguono". Si tratta di un plurale neuterino.

Non si deve dire: etc, etc, etc... È, come minimo, poco illuminato.

Prego!
  • Ric
     

andrea948

Citazione di: Joserri il Domenica, 29 Gennaio 2023, 22:20:33
Sono una persona che ama le lingue ben parlate.

I miei studi e le mie conoscenze, così come la mia ossessione per la buona comprensione, mi obbligano a determinare cosa è scritto bene e cosa no.

"Et cetera", in latino, significa "e le cose che seguono". Si tratta di un plurale neuterino.

Non si deve dire: etc, etc, etc... È, come minimo, poco illuminato.


Prego!

Mi devi scusare, ma purtroppo chi ti scrive non si è  laureato in Letteratura e Filologia  moderna alla Normale di Pisa, tuttavia vedrò di consultare la Treccani prima di rispondere ai tuoi post.... ammesso che ve ne sia ancora l'occasione.
  • Andrea
     

Rik68MI

Riccardo arch. Battaglia
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