Dalla Tachipirina al Corzene. Una storia di starnuti medicine musica e montagne

Aperto da edecapitani, Martedì, 03 Dicembre 2024, 21:23:50

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edecapitani

Foto scattate con SIgma dp0q e OM System OM5, due fotocamere leggere adatte alla montagna.
Oltre le foto condivise qui, ho inserito il link alla serie completa (una trentina di foto)
Testo e musica in coda



1. Sigma dp0q




2. OM System OM5 + 12-45 f/4 Pro




3. Sigma dp0q




4. Sigma dp0q




5. La parete Sud del Pizzo della Presolana, Sigma dp0q




6. OM System OM5 + 12-45 f/4 Pro




7. Sigma dp0q




8. Sul margine sinistro della foto si vede la sagoma nera dell'Alben, poco più a sinistra, molto vicine tra loro e separate da un passo, le cime del Pizzo Arera - la più alta - e della Corna Piana.
Sigma dp0q




9. Ancora la parete Sud della Presolana. Si vedono molto bene gli snodi della via normale: la Grotta dei Pagani, il traverso e il ripido canalino che sale a sinistra della cima principale
Sigma dp0q




10. Sigma dp0q




11. OM System OM5 + 12-45 f/4 Pro




12. Sigma dp0q


Qui il collegamento alla serie completa

https://postimg.cc/gallery/vsx96Y2C


Martedì sera finisco il turno di lavoro in condizioni miserevoli: febbriciattola, raffreddore, costipazione e mal di testa, serata con Tachipirina e limonata calda col miele, strage notturna di fazzoletti.
Mercoledì vado al lavoro un po' rintronato ma ho i miei programmi e non intendo cedere giorni preziosi alla malattia.
Giovedì mattina, h. 11.30, sono con Marco in vetta al Monte Pozzera, 2196 m, cima più alta del gruppo Corzene.
Vento gelido in cresta, tolgo i guanti per fotografare, il sangue pulsa nelle dita e mi fa male ma ne vale la pena, tutto di questa giornata vale la pena.
Me lo ero chiesto alzandomi alle 5 del mattino se valesse la pena andare per monti in quelle condizioni.
La mia regola è questa: se ho dubbi sul fare o non fare una cosa nel mio tempo libero, la faccio, rinuncio solo se un'evidenza mi toglie ogni dubbio, o se una sana e seducente pigrizia mi deraglia verso altri programmi.

Di fronte a me, oltre il passo di Pozzera, scintilla la parete sud della Regina, la Presolana: mi diverto a individuare la via normale dalla grotta dei Pagani alla vetta. Siccome la voglio fare, la vista della parete mi rallegra ma un poco m'inquieta, mi seduce e mi intimorisce. Poco prima di giungere in cima avevo incontrato un uomo e una donna che tornavano proprio dalla via normale della Presolana, avevano rinunciato sul traverso a metà parete perché c'era del vetrato sulla roccia. Due mesi fa eravamo dall'altra parte, in cima al Ferrante, al cospetto dell'immensa parete Nord - ancor più imponente e sublime di quella meridionale - che incombe severa e scura sul rifugio Albani, sul "Mare in Tempesta" e su tutto il vasto mondo orobico, e il cielo era gravido di pioggia e grandine che poi ci si sarebbe riversata addosso durante la discesa. Quella parete, bellissima ma inaccessibile a me, è fuori dalle mie aspirazioni, quindi, seppur la vista sgomenta, non mi inquieta.

A meridione e a occidente un'immensa coltre di nubi copre le valli e la grande pianura là sotto, con tutte le vite e le storie che vi scorrono. Dalle nubi, che s'infrangono contro la costiera della Presolana e del Corzene, spuntano come scogli le vette ormai familiari dell'Alben, dell'Arera, della Corna Piana. Sopra le cime un altro strato di nubi... E noi siamo qui, sopra un esile ricamo roccioso, come foglie di insalata e gorgonzola spalmato tra due fette di nuvole, in un sandwich di terra e cielo, dove il tempo breve della vita che abbiamo lasciato duemila metri sotto di noi, per un istante s'immerge nel tempo eterno delle celesti rotazioni.

Torno a casa con gli occhi ancora abbagliati dal luccicante calcare argenteo della Presolana, la bocca impastata di nuvole, e la mente che gira nel loop delle rotazioni. Così, tra la doccia necessaria e la cena, ascolto sul tubo i circolari intrecci melodici del terzo Agnus Dei di una messa di Josquin.
Le due voci più acute e le due mediane si inseguono a brevissima distanza – di una minima (1/4 di tempo) – in canone doppio di melodie fluide a note brevi e pause di modo che in certi punti ciascun canone emerge e l'altro tace, in altri i due si sovrappongono e si assommano. Mi risuonano come gocce di pioggia primaverile e zampilli varianti di una fontana sacra, bagnando dolcemente l'anima: dona nobis pacem. Il perpetuo movimento circolare di queste quattro voci crea un ipnotico effetto di diffrazione sonora e s'infrange in onde successive sulla solida sponda della doppia sezione bassa come le nubi orobiche sulle sponde rocciose della Presolana e del Corzene. Queste due voci gravi sono l'una retrograda dell'altra: un'unica melodia fatta di note lunghe, elaborata su un'arcana canzone profana, è cantata in moto retto da una voce, dall'altra invece è eseguita all'incontrario e procede dunque all'indietro come un gambero. Il complesso meccanismo, sapiente e perfetto come un orologio, obbedisce ad una regola ferrea che tiene insieme tutto ma non te ne accorgi perché Josquin ha infuso delicata passione e sentimento in una costruzione razionale e scientifica che commuove ed emoziona chi si lascia catturare dal suo incantesimo.
Qualcosa del genere provai quando fui catturato dalle prospettive impossibili di Escher o da certe reiterazioni della musica minimalista o quando mi incanta Blackie e dopo un'ora mi accorgo che il tempo è trascorso senza fare nulla ma non è perduto.

Senza che io me ne accorga la musica, insieme alla fatica accumulata e ai postumi del malessere, mi trasporta in un altro mondo oltre il limitare della veglia. Quando riapro gli occhi, la notte è andata avanti, non ho cenato e anche il tubo è andato aventi, scegliendo dalla lista dei miei ascolti e a svegliarmi è l'urlo di Roger Daltrey verso la fine di Won't Get Foolen Again.

Fra poco andrò al lavoro, nella padana quotidianità che mi è cara. Il Corzene mi ha guarito... beh, anche la Tachipirina ha fatto la sua parte... e Josquin e la compagnia, le chiacchiere in macchina.

https://youtu.be/TlGH6A95G-0
  • Enrico
     

Met

Applausi per cotanta bellezza.
Sto ammirando le tue foto mentre il tubo riproduce il brano di Josquin. Abbinamento delizioso  :wow:
La pazienza è la virtù dei forti
La capienza è la virtù dei porti
La giacenza è la virtù dei morti

Gio78

Grazie per la condivisione di questo racconto a piu livelli molto suggestivo.

Rino

Ottimo lavoro, foto molto belle e testo da leggere tutto d'un fiato.
Sei voluto andare oltre aggiungendo la musica, ma a questo punto - secondo me - saresti dovuto andare ancora oltre, vale a dire metterli tutti insieme in un video: se guardo le foto, non leggo il testo e viceversa. Hai creato uno spettacolo, ma l'hai lasciato a pezzi separati.

Non credo che occorra essere esperti in montaggi video perché, vista la base che è una semplice "proiezione di diapositive", si potrebbe creare con facilità con Power Point o Keynote sul Mac con immagini, testo, musica ed eventuali transizioni.


Pinus

Bello, tutto molto bello. Mi ritrovo molto in ciò che racconti.

Apprezzo questo tuo senso di disciplina, il non voler cedere alla prigrizia, mantenersi sempre attivi fisicamente e mentalmente, un approccio vitale, secondo me, per l'esistenza. Il tic tac dell'orologio risuona per tutto il tuo articolo nelle descrizione di ciò che ti accade e mi hai ispirato per scrivere un post a riguardo.

Ricordo una volta che yornai stravolto da una lunga uscita, con quel sano senso di tepore che ti pervade dopo che hai preso tanto freddo. Mi addormentai verso le 5 del pomeriggio e quando mi risveglia con grande stupore scoprii che erano le 8 di mattina.

clax

Bene...!  :)
Musica di abbagliante bellezza.
Un bel video con foto e musica sarebbe
molto coinvolgente, ma inserirci il testo
non la vedo una cosa facile, non saprei.
Magari vedendo qualche esempio.
Ancora un bravo!
  • Claudio
     

edecapitani

Grazie a tutti, ci devo pensare all'idea di Rino, già l'avevo in mente per una cosa che voglio fare senza testo...
  • Enrico
     

Pinus

Citazione di: edecapitani il Giovedì, 05 Dicembre 2024, 20:15:16Grazie a tutti, ci devo pensare all'idea di Rino, già l'avevo in mente per una cosa che voglio fare senza testo...

Secondo me è un'ottima idea

Sardosono

COMPLIMENTI...  :bat:  :bat:  :bat:

Citazione di: RinoOttimo lavoro, foto molto belle e testo da leggere tutto d'un fiato.
Sei voluto andare oltre aggiungendo la musica, ma a questo punto - secondo me - saresti dovuto andare ancora oltre, vale a dire metterli tutti insieme in un video: se guardo le foto, non leggo il testo e viceversa. Hai creato uno spettacolo, ma l'hai lasciato a pezzi separati.

... e concordo in tutto con Rino
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

CORREDO FOTOGRAFICO IN COMPLETA RIDEFINIZIONE

edecapitani

  • Enrico
     

Verix1

Enrico, quanto narri ed illustri, lo si respira e regala emozioni.
Bravo!

Rino

Citazione di: edecapitani il Giovedì, 05 Dicembre 2024, 20:15:16Grazie a tutti, ci devo pensare all'idea di Rino, già l'avevo in mente per una cosa che voglio fare senza testo...

Se il testo è necessario (questo lo sai tu), non escluderlo a priori: in uno slideshow (oggi un video) si può inserire senza problemi sia in forma testuale che vocale e spesso aiuta a far scorrere le immagini in maniera più veloce anche se la durata è la stessa.
Quando non si è appassionati del genere (può essere il paesaggio come l'architettura o qualsiasi altra cosa), dopo qualche slide si inizia a sbadigliare: con il testo di accompagnamento ed una base musicale si viene presi di più.

Eros Penatti

Stupende tutte, di sei battuto con queste !!
Una bellissima luce su tutte che fa percepire la qualità degli scatti.
Anch'io sono per il "video progetto", in questi casi trovo sia vincente  :si:

agostino

Per me è troppo faticoso vedere tante foto, poi testo, poi musica: devi aprire una tua pagina Blog e dare ordine a tutto il materiale che negli anni hai presentato qui. Poi, di volta in volta, aprirai un topic sul Forum con il link. Stai disperdendo il seme, ed è un peccato.
  • Agostinocantastorie
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

edecapitani

Grazie Eros, grazie Agostino!
L'idea del blog mi è sempre piaciuta fin da quando la proponesti la prima volta. Per ora si scontra con la mia possibilità di metterci la testa.
Per quanto riguarda questi post pieni di cose li concepisco come modulari, cerco di fare in modo che abbia senso anche prenderne solo un aspetto, che il testo sia intelligibile anche senza la musica o le foto e altrettanto per le foto. Inoltre propongo percorsi diversi, più o meno selettivi, con i link alle raccolte complete. Per ora è così perché sto ancora concentrandomi sulla fotografia per recuperare i miei deficit. Scrivere è un'altra cosa ed è sempre stato per me gioia e tormento insieme.
  • Enrico
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