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Ma chi sei tu per poter stabilire cosa sia il "senso fotografico"?!...

Aperto da Sardosono, Domenica, 17 Settembre 2023, 19:02:42

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Sardosono

Ma chi sei tu per poter stabilire cosa sia il "senso fotografico"?!...


Qualcuno talvolta mi ha contestato una cosa del tipo «Ma chi sei tu per poter stabilire cosa sia il "senso fotografico"?». Ebbene la risposta è tutto sommato concettualmente facile da comprendere, anche se complessa da esporre in quanto richiede di essere ben articolata.

Useremo come esempio di partenza un ambito di "espressione musicale", più precisamente il jazz. Non è facile definire cosa sia il jazz, ma non ci serve il farlo, quindi non ci proveremo neppure. Ci limiteremo a dire, molto approssimativamente, che il jazz è una forma di espressione artistica musicale basata sull'improvvisazione non melodica.

Bene, passiamo subito alla seguente banale domanda: come si fa a distinguere il jazz da un insieme di suoni ottenuti battendo a caso sui tasti di un pianoforte?!... In realtà la domanda non è affatto sciocca né tantomeno banale, in quanto anche battere a casaccio sulla tastiera di un piano costituisce certamente una "improvvisazione musicale". Quindi, la domanda rimane ed è legittima: come si distinguono le due suddette "improvvisazioni" musicali?!...

Si badi bene, che NON ho chiesto SE sia possibile distinguerle, ma soltanto COME, dando quindi per scontato che distinguibili lo siano indubbiamente. Infatti, "quasi" (*) tutti gli esseri umani dotati di un udito efficiente sono perfettamente in grado di distinguere il Jazz dalla cacofonia di un piano pestato a casaccio. Ed è notevole il fatto che sono in grado di distinguere tra le due "improvvisazioni" senza alcuna difficoltà, al volo, e anche se non provvisti neppure di uno straccio di cultura musicale. Strano vero!? Ma allora come fanno?!...

Semplicissimo: fanno uso di quella istintiva "sensibilità estetica musicale", della quale "quasi" (*) tutti gli esseri umani sono provvisti fin dalla nascita. Perché ne sono provvisti? Boh, bisognerebbe chiederlo al Padreterno, ma è un fatto indiscutibile che ne siano dotati. E la prova è data proprio dal fatto che "quasi" (*) tutti gli esseri umani sono in grado di distinguere senza difficoltà una "improvvisazione musicale" da un insieme di "note improvvisate casualmente". Sì, va bene, ma COME FANNO?!... Che cosa permette di fare questo distinguo con tanta certezza e quasi all'istante?!...

RISPOSTA: perché il "senso estetico musicale" che possediamo discrimina all'istante la presenza di un "senso musicale" all'interno dell'improvvisazione; un "senso musicale" che invece non è ovviamente presente se quell'improvvisazione è casuale (più appropriatamente "a casaccio").

E si badi bene che quel "senso estetico" è sempre ben riconoscibile (quindi è certamente presente) anche in brani musicali mediocri o persino pessimi, purché non siano frutto del caso. Perché il "senso estetico" è presente a prescindere dalla qualità di un brano e/o anche dal personale e soggettivo gradimento da parte di chi lo ascolta. Il "senso estetico" è presente perché è conseguenza dello "INTENTO ESPRESSIVO" dell'autore e che prescinde dal risultato, che sia capolavoro o schifezza (ma qui mi fermo altrimenti andiamo fuori tema). (**)

E siamo così arrivati al dunque dell'esempio su cui ragionare, che è questo: se qualcuno, con riferimento ad una cacofonia di note raccolte a casaccio, vi domandasse chi siete voi per stabilire dove sia presente il "senso musicale" e dove sia assente, allora l'unica risposta appropriata sarebbe qualcosa del tipo "Ma ce l'hai le orecchie? Ci senti bene? Non lo senti da solo con le tue orecchie che di "senso musicale" non ce n'è neppure la parvenza?!..." In effetti, però, potremmo trovarci in presenza di quelle poche eccezioni del tutto prive di tale "sensibilità estetica musicale", che quindi non sono assolutamente in grado di sentire alcuna differenza e pertanto non c'è spiegazione che tenga.

Bene, con la musica siamo giunti al punto e quindi abbiamo finito.

Passiamo adesso alla fotografia e trasportiamo per analogia l'esempio appena fatto dall'ambito musicale a quello visivo. E cominciamo con una premessa.

Anche in ambito "visivo" esiste una "sensibilità estetica visiva" perfettamente analoga a quella musicale: purtroppo però, a differenza di quella musicale, NON l'abbiamo in dono standard dalla nascita, se non in misura minima, ma deve essere acquisita. O per meglio dire, deve essere "sviluppata" mediante l'esercizio continuo (possibilmente fin dalla più tenera età), altrimenti rimane allo stato larvale, come quella un bambino intorno ai due anni.

In pratica, per quanto riguarda "l'occhio" la situazione è diametralmente opposta rispetto "all'orecchio": infatti, soltanto una minima parte (credo meno dell'uno per cento) della popolazione ha la fortuna di nascere con una "sensibilità estetica visiva" già ben sviluppata, mentre tutti gli altri devono riuscire a svilupparla, cosa non facile né semplice, poiché richiede tanti, tanti anni di sollecitazione continua. Anche qui, il perché, non chiedetelo a me (rima involontaria).

Detto questo, anche in fotografia (come pure in pittura, ma non complichiamoci la vita mischiando i discorsi, ché non coincidono del tutto) è proprio la nostra "sensibilità estetica visiva" che è in grado di riconoscere all'istante la presenza o meno di un "senso estetico visivo" (quindi anche più specificamente "fotografico") che sta dietro ad una immagine e che la sostiene. E se non c'è... non c'è.

La differenza tra l'ambito musicale e quello visivo è che nel primo quasi tutti sono capaci di distinguere il jazz da una cacofonia più o meno casuale, mentre quando si tratta di immagini, ben pochi, pochissimi, sono in grado di distinguere una foto espressiva mal riuscita da una scattata semplicemente a casaccio. E il motivo è semplicissimo: perché non sono in grado di riconoscere il "senso estetico fotografico" che rivela l'esistenza di un "intento espressivo fotografico"; senso estetico che ovviamente non può essere presente nell'altra foto ripresa a casaccio, cioè senza aver dietro un concreto intento fotografico. (**)

Ecco spiegato perché quando si parla di fotografia vi è un proliferare di immagini prive anche di un minimo di senso estetico fotografico: perché la stragrande maggioranza dell popolazione non è in grado di rendersene conto, essendo provvista di un senso estetico visivo come quello di un bambino di due anni.

Ed ecco spiegato anche perché quando mi sento rivolgere la domanda iniziale:

"Ma chi pensi di essere, per poter stabilire quali immagini abbiano un senso fotografico e quali invece no?!..."

generalmente evito di rispondere, perché il fare una domanda simile mostra e dimostra la mancanza di un senso estetico visivo anche minimo, senza il quale chi ha posto la domanda non è però in grado di comprendere la risposta.

Ovviamente, so bene che agli occhi di queste persone io apparirò come minimo un gran presuntuoso, se non peggio, ma purtroppo non ci posso fare nulla. Né io né nessun altro.

Perché non si può spiegare cosa siano i colori. Infatti, come si può spiegare cosa siano i colori a chi è sprovvisto della vista dalla nascita?!... Ma se avesse la vista - o la avesse avuta in passato - allora non avresti bisogno di spiegargli nulla, poiché lo saprebbe di suo.

Parimenti non si può spiegare cosa sia l'estetica. Infatti, come si può spiegare cosa sia l'estetica a chi è sprovvisto di senso estetico?!... Ma se avesse senso estetico - o lo avesse avuto in passato - allora non avresti bisogno di spiegargli nulla, poiché lo saprebbe di suo.



_______

(*) Nota 1 -Non proprio tutti, ma "quasi" tutti. In effetti esiste una minima parte della popolazione (credo intorno all'uno su diecimila, se non ricordo male) che sono in parte o del tutto sprovvisti di questa normale "sensibilità estetica musicale". Come mai?! Boh, non chiedetelo a me.


(**) Nota 2 - Quando si parla di "intento espressivo" (o di "intento fotografico" o di "intento pittorico", ecc.) è bene evitare di commettere l'errore che fanno molti di ritenere che si debba o che si possa identificare e specificare "quale" sia o possa essere tale intento. In realtà ciò non ha alcun senso: "l'intento espressivo" è semplicemente qualcosa che c'è o che non c'è, ma non è mai specifico. Neppure lo stesso autore può essere in grado di capire e neppure intuire quale intento lo possa aver specificamente "spinto". Con questa espressione si intende quindi semplicemente sottolineare che vi è una qualche "molla" che spinge da dentro l'autore ad "esprimersi", ossia a tirar fuori qualcosa da sé (esprimere significa appunto "spingere da dentro a fuori", anche "buttar fuori").

Purtroppo, però, molti si ostinano a voler identificare un qualche specifico intento, fino ad arrivare all'assurdità dello stesso autore che dichiara quale fosse il suo intento nel realizzare un lavoro. Evitiamo di cascare in questi luoghi comuni, perché non hanno alcun senso e sono quindi fuorvianti; ed oltretutto ci renderemmo ridicoli.
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

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Joserri



Tutto è perfettamente spiegato.
Riflessioni sulla filosofia dei sensi.
Grazie!
  • Ric
     

andrea948

Non voglio fare commenti sul tuo intervento proprio perché  è assolutamente condivisibile e pertanto a mio personale giudizio  logico e razionale nello svolgimento. Mi domando invece, perché non concludere l'intervento dando un semplice consiglio riguardo alla possibilità di affinare il senso fotografico ed ovviamente anche quello estetico? Molte volte nelle discussioni in cui mi sono cimentato, proprio su questo alquanto spinoso tema, ho chiesto, preso dallo sfinimento, quale era il fotografo di riferimento (parliamo di maestri della fotografia) del mio interlocutore, bene, a questa domanda  il 90% delle volte non ho mai ricevuto risposta, nebbia in val Padana!! Personalmente ho una discreta collezione di libri fotografici di svariati maestri della fotografia (essenzialmente in bianco&nero) da Doisneau a Michael Kenna passando per Brassai Yzis A.Adams,Edward Weston. Bene, personalmente l'unico modo per affinare il senso fotografico è questo, quello di guardare migliaia di foto dei maestri della fotografia, per poter porre le basi di una "alfabetizzazione" fotografica. Purtroppo, per esperienza personale, pare che quando mi confronto su questa modalità, dall'altra parte ci sia il vuoto... Non si può giudicare il bello e/o il brutto o l'insignificante se non c'è un "sano" background di attenta osservazione delle fotografie di chi le sa fare e ovviamente questo "saper fare" deve essere universalmente riconosciuto. -Grazie del tuo intervento_
  • Andrea
     

Rik68MI

Riccardo arch. Battaglia
Dp0 quattro

Pinus

Citazione di: andrea948 il Domenica, 17 Settembre 2023, 19:40:05Non voglio fare commenti sul tuo intervento proprio perché  è assolutamente condivisibile e pertanto a mio personale giudizio  logico e razionale nello svolgimento. Mi domando invece, perché non concludere l'intervento dando un semplice consiglio riguardo alla possibilità di affinare il senso fotografico ed ovviamente anche quello estetico? Molte volte nelle discussioni in cui mi sono cimentato, proprio su questo alquanto spinoso tema, ho chiesto, preso dallo sfinimento, quale era il fotografo di riferimento (parliamo di maestri della fotografia) del mio interlocutore, bene, a questa domanda  il 90% delle volte non ho mai ricevuto risposta, nebbia in val Padana!! Personalmente ho una discreta collezione di libri fotografici di svariati maestri della fotografia (essenzialmente in bianco&nero) da Doisneau a Michael Kenna passando per Brassai Yzis A.Adams,Edward Weston. Bene, personalmente l'unico modo per affinare il senso fotografico è questo, quello di guardare migliaia di foto dei maestri della fotografia, per poter porre le basi di una "alfabetizzazione" fotografica. Purtroppo, per esperienza personale, pare che quando mi confronto su questa modalità, dall'altra parte ci sia il vuoto... Non si può giudicare il bello e/o il brutto o l'insignificante se non c'è un "sano" background di attenta osservazione delle fotografie di chi le sa fare e ovviamente questo "saper fare" deve essere universalmente riconosciuto. -Grazie del tuo intervento_

Lo capisco quello che hai scritto, ma lo condivido in parte.

Il vero creativo non si ispira a nessuno in modo diretto. Io sono un creativo nel mio lavoro e non mi ispiro mai a niente per quello che faccio. Lascio che l'ispirazione fluisca dall'interno. Poi é chiaro che siamo il frutto delle nostre esperienze e delle nostre emozioni. Tutto ció peró é molto faticoso, logorante, la creatività é fatica. Perció nella fotografia cerco di essere creativo il meno possibile per il momento, perché voglia sia un momento di svago e/o conservazione di ricordi. Per questo mi rifaccio ad altri autori e studio la fotografia altrui. Il senso del bello è una cosa innata, ma migliorabile nel tempo

andrea948

Citazione di: Pinus il Domenica, 17 Settembre 2023, 22:13:45Lo capisco quello che hai scritto, ma lo condivido in parte.

Il vero creativo non si ispira a nessuno in modo diretto. Io sono un creativo nel mio lavoro e non mi ispiro mai a niente per quello che faccio. Lascio che l'ispirazione fluisca dall'interno. Poi é chiaro che siamo il frutto delle nostre esperienze e delle nostre emozioni. Tutto ció peró é molto faticoso, logorante, la creatività é fatica. Perció nella fotografia cerco di essere creativo il meno possibile per il momento, perché voglia sia un momento di svago e/o conservazione di ricordi. Per questo mi rifaccio ad altri autori e studio la fotografia altrui. Il senso del bello è una cosa innata, ma migliorabile nel tempo

Concordo, aggiungo però che l'essere "creativi" è un'attitudine, non si impara, o lo sei o non lo sei, io ad esempio non lo sono, mi spiace, ma di ciò mi sono ormai fatto una ragione...Comunque anche i creativi non possono prescindere da ciò che altri creativi hanno fatto prima di loro sarebbe un'esercizio pressoché impossibile, a meno di provenire da un'altro pianeta situato in un'altra galassia... :))  :))
  • Andrea
     

andrea948

  • Andrea
     

Pinus

Citazione di: andrea948 il Domenica, 17 Settembre 2023, 22:33:47Concordo, aggiungo però che l'essere "creativi" è un'attitudine, non si impara, o lo sei o non lo sei, io ad esempio non lo sono, mi spiace, ma di ciò mi sono ormai fatto una ragione...Comunque anche i creativi non possono prescindere da ciò che altri creativi hanno fatto prima di loro sarebbe un'esercizio pressoché impossibile, a meno di provenire da un'altro pianeta situato in un'altra galassia... :))  :))
Si, esatto, sei influenzato da ciò che hai intorno, ma non cerchi e non ti interessa riprodurlo. Il contrario di quello che faccio nella fotografia, in realtà aspiro ad arrivare a fare le belle foto che già molti altri hanno fatto e collezionare ricordi. La maggior parte dei fotografi fa così, sia professionisti che amatori

Sardosono


Prometto che cercherò il trovare il tempo per postare qualche ulteriore considerazione, magari più concreta e persino pratica. Ma una manciata di spunti di riflessione li posso cominciare a dare anche subito.

1) Il senso estetico è universale e pertanto non va confuso con l'apprezzamento del bello (che è soggettivo)

2) Il senso estetico non va confuso neppure con la creatività, la quale certamente di esso si avvale, ma è tutt'altra cosa

3) Il senso estetico NON si sviluppa osservando i capolavori (ossia i lavori ben riusciti), né ancor meno ispirandosi ad essi. I lavori altrui sono certamente utilissimi per estendere i nostri orizzonti senza dover riscoprire l'acqua calda, ma la cosa finisce lì.

4) Al contrario ed inaspettatamente, il senso estetico viene invece assai sollecitato (e quindi sviluppato) osservando I PEGGIORI lavori altrui, proprio quelli, cioè, che sono mal riusciti. Il perché è abbastanza complesso da sviscerare, ma in breve la sostanza è che non esistono ricette per spiegare perché un "lavoro artistico" sia riuscito bene. In pratica, qualunque lavoro espressivo sarebbe riuscito bene, a meno che non ci sia qualcosa che lo rovina.

5) In altre parole, il senso estetico si sviluppa imparando a riconoscere ciò che rovina una "fruizione estetica". Il che non potrà MAI avvenire osservando e studiando i capolavori, dovrebbe essere per chiunque di assoluta evidenza "al colpo" fin dalla prima volta che lo sente.

6) I tre punti precedenti sono sostanzialmente dei corollari di quanto segue (che esprimo volutamente con bisticcio di parole): l'estetica NON consiste nell'apprezzamento del bello in quanto tale, bensì nell'apprezzamento della stessa apprezzabilità delle nostre percezioni, e non soltanto quelle sensoriali (per esempio la lettura o l'ascolto di prosa o poesia non ha per obiettivo nessuno dei nostri sensi, anche se li utilizziamo per "ricevere").

6 bis) In altre parole, l'estetica non è realmente definibile (con buona pace di molte correnti filosofiche), in quanto ogni tentativo di definizione rigorosa finisce inevitabilmente col diventare auto-referenziale.

E per finire, tornando su terreno più pratico:

7) Ciò che più di ogni altra cosa rovina, anzi distrugge ogni possibilità di fruizione estetica, è la mancanza della percezione di intento espressivo da parte dell'autore, perché - per dirla in soldoni - il senso estetico del fruitore si sente "preso per il cuxo".

E qui mi fermo, altrimenti si fa notte.

Un caro saluto a tutti e ci aggiorniamo presto (spero) 👋🏻

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Sardosono

Citazione di: Pinus il Domenica, 17 Settembre 2023, 22:41:39(...) arrivare a fare le belle foto che già molti altri hanno fatto e collezionare ricordi.
La maggior parte dei fotografi fa così, sia professionisti che amatori
Ahimè sì, purtroppo è proprio così, la maggior parte fa esattamente così, purtroppo...


Citazione di: andrea948 il Domenica, 17 Settembre 2023, 22:33:47(...) l'essere "creativi" è un'attitudine, non si impara, o lo sei o non lo sei,
io ad esempio non lo sono, mi spiace, ma di ciò mi sono ormai fatto una ragione
Beh, sì ma anche no, non è proprio così.
Ma l'aver toccato questo argomento mi offre una opportunità che non posso non cogliere: in pratica mi hai fornito un assist!  8)
Cercherò di essere sintetico.

La creatività è certamente una attitudine, che però è innata IN TUTTI, quindi non c'è chi ce l'ha e chi no, solo che anch'essa deve essere sviluppata. Purtroppo però, se non viene sollecitata fin dalla più tenera età consentendole di "venir fuori" (o peggio se viene addirittura ostacolata), il rischio è alto che rimanga allo stato potenziale e silente per il resto della vita. Se dunque perdiamo il treno nei primi dieci anni di vita, allora sì, da adulto ci sarà ben poco da fare.

In pratica, la creatività è proprio la molla che preme dall'interno l'autore e che lo spinge ad "esprimersi", ossia a tirar fuori appunto quel che la sua creatività concepisce.

In estrema sintesi, è la creatività che genera l'intento espressivo, per cui quando diciamo che il "senso estetico" del fruitore "riconosce" nell'opera un "senso espressivo" (fotografico, pittorico, musicale, o quel che è), in pratica stiamo dicendo che riconosce la presenza di una creatività (ossia un intento creativo o intento espressivo, sono la stessa cosa) che sta dietro di essa.


E per chiudere, un'ultima considerazione, su qualcosa che ho già accennato, ma che non si chiarisce mai abbastanza: spero che ormai sia chiarito definitivamente cosa si intende con "intento espressivo" (o creativo / pittorico / fotografico / o quel che è e comunque lo si voglia chiamare), e che pertanto sia altrettanto chiaro che esso NON HA NULLA, MA PROPRIO NULLA a che vedere col "motivo" per il quale l'autore ha voluto realizzare l'opera. Quindi, rimanendo in ambito fotografico, NON HA NULLA A CHE VEDERE col "motivo" per il quale il fotografo ha premuto il pulsante di scatto, e neppure più in generale con quel che aveva in testa quando ha deciso o voluto realizzare quella fotografia.
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

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EXCEL

Ciao Antonello, ci sono una marea di spunti in questo thread, ho sempre considerato la creatività come una forma di ragionamento dove non tutte le informazioni sono presenti e dove i vuoti informativi vengono riempiti, anche inconsciamente, con le nostre esperienze, vissuti etc... l'intento espressivo che ne scaturisce può essere anche il modo con cui cerchiamo di riempire questi vuoti.
www.roberto-monachello.com
Sigma SD15 + Sigma 18-200 C

edecapitani

Thread davvero interessante, spunti di riflessione ce ne sono in abbondanza.
Ho sorriso leggendo l'argomentazione di Antonello sui peggiori lavori altrui che sviluppano il nostro senso estetico. Io ne ho avuto esperienza diretta: mia madre fotografava tantissimo nei suoi viaggi e pellegrinaggi: mai un orizzonte diritto, figure umane orrendamente mutilate di uno o più arti se erano fortunate, altrimenti decapitate, chiese minacciate nella loro statica da inclinazioni spaventose... Sì, posso confermare che l'osservazione delle foto di mia mamma mi ha sollecitato problemi estetici, più di quelle di mio padre che erano fatte molto bene, le ammiravo ma non sapevo esplicitamente perché, né me lo chiedevo.
Quando però mi sono appassionato di architettura e, di conseguenza, di fotografia, ho osservato i lavori dei fotografi cercando di capire come le immagini funzionassero. Mi porto nella memoria, conscia e subconscia, migliaia di immagini di architettura, quando fotografo non cerco mai di riprodurre quello che hanno fatto altri, guardo l'architettura o un suo particolare e cerco di capire come posso fotografarla per mettere in rilievo ciò che voglio poi dire nelle mie lezioni ma certamente il patrimonio culturale goffamente acquisito determina in parte le mie soluzioni, mi dà maggiori possibilità di soluzione.
Quando poi fotografo alberi, montagne e paesaggi lo faccio perché quella realtà mi commuove e so che l'immagine che ne viene non registra la realtà ma forse il mio incontro con la realtà attraverso i limiti e le possibilità di un tramite e della mia cultura visiva

Detto questo, per quanto la mia cultura visiva si sia evoluta, mia moglie che fotografa col cellulare una tantum ha più occhio di me e mia nipote dopo sei mesi che fotografava mi aveva lasciato indietro di molte lunghezze.
  • Enrico
     

edecapitani

Aggiungo qualche considerazione sulla mia esperienza musicale. Come in fotografia, anche in musica sono un esecutore, uno che documenta, nel mio caso la musica antica. Anche quando improvviso o compongo, più che creare, invento, trovo cioè delle soluzioni in un patrimonio di forme e di modi che ho interiorizzato. Ma ha ragione Antonello, se ho capito le sue parole, le intenzioni e i motivi per cui esegui quella musica o scatti una foto non hanno nulla a che vedere con l'intento espressivo, il quale è un'esperienza molto più profonda (o al contrario, più meravigliosamente superficiale) dei motivi e delle intenzioni.
  • Enrico
     

Ginni

Ciao Antonello.
Solo perchè lo hai scritto tu ho letto tutto il tuo post.
Interessante.

Complesso.

Spero di riuscire ad intervenire portando un pjccolo contributo sensato.

Non a questa ora domani dopo il sonno.
Un caro saluto.

Met

Credo, che esista un senso estetico innato, per il semplice motivo che siamo figli di una matrice comune.
« Studiate la matematica! E' la chiave dell'universo » recitava Christopher Walken nei panni dell'arcangelo Gabriele a un gruppo di scolaretti, nel film L'ultima profezia.

La matematica trasuda da ogni cosa, dalla musica alle arti visive, dove veniamo catturati dalla geometria e dal colore (che è una forma d'onda nello spettro visibile). Dietro alla nostra percezione estetica ci sono schemi piuttosto semplici, che riconosciamo anche solo in modo innato, proprio perché facciamo parte di questo universo. Penso alla semplicistica regola dei terzi per la composizione fotografica, alla sezione aurea e infine alle armoniche, alle sequenze parametriche e ai frattali che regolano la forma del cosmo, dall'infinitamente grande, all'infinitamente piccolo.

C'è un modello matematico, che descrive come si dispongono le chiazze di colore sulla pelliccia di un animale e ci sono infinite combinazioni: zebra, giaguaro, mucca, gatto... ma anche infinite combinazioni non possibili. Probabilmente, non vedremo mai un gatto a strisce zigzagate verdi e blu  ;) 

In più, abbiamo dei condizionamenti legati alla nostra fisiologia e alla storia evolutiva. Per esempio, riconosciamo in maniera innata un angolo retto o quasi retto. Forse è per questo che costruiamo prevalentemente edifici con piante rettangolari (o somme di rettangoli), anziché avere per metro l'esagono, come le api.

Ecco, forse è proprio la disarmonia, la dissonanza dagli schemi innati, che disturba il nostro senso estetico. 
È bello cio che piace senza concetto.