Menu principale

Foto Disco

Aperto da notomb, Giovedì, 01 Maggio 2025, 11:52:30

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

notomb

  • Davide
     

Sardosono

Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

CORREDO FOTOGRAFICO IN COMPLETA RIDEFINIZIONE

agostino

Interessante la testina del giradischi. La ho vista in un sito vinilico.
  • Agostinocantastorie
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

edecapitani

  • Enrico
     

notomb

Ortophone Concorde, per il becco che rimanda all'aereo.
  • Davide
     

agostino

Grazie

Una riflessione.

Abbiamo (in generale) abbandonato la pellicola, a inizio 2000, perché indotti all'acquisto delle fotocamere digitali in nome della versatilità: la tecnologia non era per nulla matura per produrre immagini di qualità decente eppure è stato un successo e la tecnologia è maturata a spese nostre (costante acquisto di macchine fotografiche per inseguire il "miglioramento": grande affare). A circa 25 anni dall'entrata in uso del digitale, se siamo qui ad aspettare il FFF qualche riflessione possiamo farla sul grado di soddisfazione. La stessa cosa si può dire a partire dal fatto che giovani fotografi seri usano pellicola in medio formato per progetti professionali:

https://www.danielcastrogarcia.com/

Ma il grosso della truppa, però, ha scambiato il McDonald con la cucina.

Nel 1980 al disco di plastica a graffio viene posto in alternativa il CD: anche qui la versatilità e la non usurabilità vanno a discapito della qualità di ascolto (tecnologia anni '80 appena sufficiente per produrre un supporto audio serio) e il CD vince. Qui il danno è più grave: mentre la macchine fotografiche le fai evolvere a spese del consumatore (anche i produttori di PC e software ringraziano), uno standard di registrazione/riproduzione con cataloghi costruiti non lo puoi cambiare ogni anno. Dopo averci detto che il CD era meglio del vinile, nel 1999 ci dicono che finalmente abbiamo un CD che suona bene come il vinile: il SACD! (non ho mai avuto questo supporto per cui ci credo sulla parola).

(Vedrete che quando supereranno il Bayer - non parlo del Foveon ma di soluzioni che troveranno altre case - diranno che il nuovo standard riscopre la qualità della pellicola).

Ma il danno è fatto: oramai è tempo di musica compressa portatile (mp2, mp3) e della cultura del buon ascolto non frega più niente a nessuno (come a breve non fregherà a nessuno della cultura delle buone immagini): il SACD non interessa e i cataloghi sono inesistenti.

Ora nel 2025 comperiamo...il vinile. Si sente bene, molto bene, si tollera il fruscio (come la grana della pellicola) e dà soddisfazione tenerlo tra le mani: la cura del contenitore - oltre che del contenuto - che sto ricoprendo acquistando LP anni '70, è commovente.

Buon ascolto
  • Agostinocantastorie
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Met

Citazione di: agostino il Sabato, 03 Maggio 2025, 07:59:09Una riflessione.

Ora nel 2025 comperiamo...il vinile. Si sente bene, molto bene, si tollera il fruscio (come la grana della pellicola) e dà soddisfazione tenerlo tra le mani: la cura del contenitore - oltre che del contenuto - che sto ricoprendo acquistando LP anni '70, è commovente.

Buon ascolto

Il paralellismo mi piace, soprattutto perché mi conferma che in entrambe le situazioni la percezione soggettiva - condita con il gisto mix di fervore religioso e autosuggestione - è determinante.

Un mio amico — audiofilo, compositore e pure cintura nera di programmazione (che già detta tutto) — mi disse, negli anni '90, che era praticamente impossibile distinguere un mp3 compresso a 192 kbit/s da un file audio non compresso.

Il punto è che la vera differenza non la fa il supporto. La fa l'amplificatore. E soprattutto l'impianto di diffusione. Che tu stia ascoltando un mp3, un file hi-res o un vinile, se lo fai con due scatolette da scrivania da 29,90€, suona sempre male.

Lui, da bravo nerd analogico, all'epoca si dilettava con le cassette DAT (già solo a dirlo sento odore di nostalgia magnetica), poi è passato a formati non compressi con dentro talmente tanti bit che serve un muletto per spostarli. Per l'editing audio? Certo, più qualità hai, meglio è. Ma per l'ascolto... è tutta un'altra musica. Letteralmente.

E indovina un po'? Succede la stessa identica cosa con la fotografia digitale.

Il nostro amplificatore, in questo caso, è il software di sviluppo. È lui che fa la magia: toglie il rumore, recupera le ombre, addolcisce le luci bruciate, sistema le dominanti sbagliate e — con un po' di fortuna — ti fa sembrare bravo.
Tanto poi, alla fine, salvi tutto in JPEG con profilo sRGB, cioè l'equivalente fotografico del caro vecchio mp3. E tanti saluti ai TIFF e al ProPhoto RGB, che fanno tanto "studio professionale", ma finiscono comunque a 1080px su Instagram.

La vera differenza? La fa l'impianto di diffusione. Cioè: un buon monitor o una stampante che non faccia sembrare la tua foto una cartolina scolorita del 1985.

E se ti manca l'analogico — perché vuoi mettere il brivido di rovinare uno scatto con una pellicola scaduta? — tranquillo: oggi puoi aggiungere vignettature finte, grana digitale e graffi ad alta risoluzione. Tutto per ottenere quell'effetto "vissuto e autentico"™ che piace tanto.

Anche mio figlio, vent'anni appena e già con la passione per i vinili, si diverte un sacco a smanettare col giradischi. Io invece ringrazio ogni giorno per l'esistenza di supporti che non si degradano un po' di più ogni volta che li usi.

Perché sarà anche vero che il fruscio ha il suo fascino, eh, quel pizzico di vintage che ti fa sentire profondo anche se stai ascoltando la sigla di Capitan Harlock. Ma sentirlo a ogni dannata canzone... no, quello non mi manca per niente.

Come dici tu, il valore aggiunto è tutto il contorno: manipolare il supporto, giocare col giradischi, sfogliare la copertina come fosse un libro d'arte. Per non parlare della testina Ortophone Concorde: vale da sola lo scatto!

Io, per dire, ho un'edizione de Il Grande Sogno di Vecchioni con un libro scritto da lui e illustrato da Andrea Pazienza — roba da urlo — e me la tengo stretta. Anche se, lo confesso, ormai l'ascolto solo in digitale.

Che vuoi farci, il cuore è analogico, ma le orecchie no  ^-^  :))  :))
Non c'è niente di più misterioso di un'immagine perfettamente chiara – Diane Arbus