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Soglio e Alp Tombal a colori. Trascorrere di ore

Aperto da edecapitani, Mercoledì, 22 Marzo 2023, 19:25:41

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edecapitani

Da tempo volevo salire all’Alp Tombal per fotografare i graniti della Val Bregaglia, la nostra Patagonia a km
0… beh, non proprio zero, diciamo 151 da Paullo che sono comunque meno delle migliaia di km (e di euro)
che mi separano da El Chalten e dall’altro paradiso di granito, la valle californiana di Yosemite.
Faccio trottare la mia polverosa carrozza lungo la Statale 36 che nelle finestre di luce tra le ultime gallerie lariane, in quel di Colico, offre ai miei occhi la sontuosa torre rocciosa del Sasso Manduino. Costeggio il Pian di Spagna e proseguo fino a Chiavenna, poi imbocco la strada per il Maloja e l’Engadina e, poco dopo aver valicato il confine con la terra di Guglielmo Tell, m’inerpico su per una stradina bordata da imponenti castagni neri, severamente spogli.
Questa è una piacevole sorpresa: sono venuto quassù per il Badile e già so che dovrò tornarci per i castagni perché,
scoprirò poi sul sito della valle, nei boschi qui d’intorno si estende un castagneto che dicono essere il più
grande d’Europa.
La strada mi porta in breve all’incantevole borgo di Soglio, assiso su un poggio che, accarezzato dalla luce solare durante tutto l’anno, guarda serenamente la vallata giù fin quasi a Chiavenna, mentre alle spalle, verso Oriente e il Maloja, gli fan da sfondo monti che son leggenda e che già si ammirano comminando per le vie del paese, prima ancora di rimontar le alture e gli alpeggi, godibili anche dal pellegrino assetato di bellezza che, impedito dalla sciatica, non possa muovere che qualche passo
dolorante. “La soglia del paradiso” lo definì Segantini e lo è davvero.

Lascio Duster nell’unica piazzola rimasta libera nel parcheggio (se ci andate considerate di arrivare non troppo tardi non foss’altro che per il parcheggio) e per comodo sentiero risalgo un dislivello di 500 m tra i boschi. Uscito dalla selva giungo finalmente all’alpe dove mi si para nuovamente dinnanzi lo scenario scintillante dei monti ma in un paesaggio silenzioso e maestoso che catturò l’affetto dell’apolide pittore.
Quasi m’aspetto di vederlo lì il Segantini, con cavalletto tela e pennelli e mi aspetto pure di veder comparire da un momento all’altro Heidi e le caprette che fanno ciao. Ed infatti qualcuno mi dice “ciao”… è un gigante non più giovanissimo ma molto ben tenuto; è accompagnato da un cane e mi rivolge un sorriso gentile e sincero e alcune parole in tedesco, così mi convinco che sia sicuramente Peter o almeno un suo discendente. Parliamo un poco in vago inglese, faccio i dovuti complimenti al cane Max, ci salutiamo e poco dopo sono totalmente solo in una vastità di pascoli, graniti e ghiacci. Visto che Segantini col suo cavalletto
non si palesa, dispongo il mio di cavalletto e trascorro tre ore buone a fotografare il Piz Badile, il Piz Cengalo, le Sciore, le cime di Cacciabella e il colle d’Albigna racchiuso dalla Sciora di Dentro e dai Gemelli.
Poi ridiscendo in paese, il sentiero non è pietroso, schiena e ginocchia non risentono del carico fotografico.
Quando finalmente riappare il villaggio ne ammiro i volumi serrati delle antiche case, i bei tetti di piode, la sequoia gigante di Palazzo Salis, visibile da lontano, svettante persino sul campanile dell’antica chiesa riformata e che, con la sua vertiginosa e verdeggiante altezza, se la gioca con i picchi retici per la signoria del paesaggio.

Ora cammino nel borgo calpestando il bellissimo acciottolato che s’insinua tra muri di pietra e legno, immagino le decorazioni e gli arredi interni delle case più ricche, le “stufe”, il giardino di rose…
Giungo infine alla chiesa, saluto nuovamente Peter e il cane Max che incrociano ancora una volta il mio destino, apparecchio il cavalletto e fotografo per altre due ore il trascolorar delle rocce nei mutamenti della luce serale, dai riflessi argentati a quelli sempre più dorati. Quando tutto sembra finito, quando il sole è già tramontato e i graniti son grigi, improvvisamente s’accendono di rosso fuoco per un ultimo canto della pietra.
Poi tutto torna ad incupirsi ma prima della notte c’è ancora un poco di luce che dipinge in cielo le delicate venature azzurre e rosate dell’ultimo crepuscolo mentre le rocce già s’immergono in un’oscurità ancor memore di luce. Ora è tutto finito, mi accorgo che nella giornata ho bevuto una bottiglietta d’acqua naturale da 33 cl e non ho mangiato nulla. Eppure sono sazio e non ho bisogno di altro se non di rivedere I. e Blackie. Fra 151 km. Laggiù in pianura

Aggiungo qualche nota: ho utilizzato la sdq con 18-35, 50-100 e 70-200. Per quest'ultimo avrei preferito usare il comando a distanza ma il mio non funziona oppure io faccio qualcosa di sbagliato.
Nelle foto scattate al tramonto ho corretto il blu perché sparava troppo e mi sembrava poco naturale.
Ho scattato anche con Canon R5+24-105 ma le foto che condivido qui sono tutte foveon.



1. Panorama all'Alp Tombal. Da sinistra: il Pizzo Cacciabella con le sue due cima, poi una serie di cime minori e il passo Cacciabella; al centro il Gruppo delle Sciore - Scioretta, Sciora di Fuori, Punta Pioda, Ago di Sciora, Sciora di Dentro, il colle Albigna chiuso a destra dai Gemelli di cui si vedono le due puntine arretrate; Pizzo Cengalo, Pizzo Badile con la Punta Sartori appena visibile alla sua sinistra e il Torrione del Badile anch'esso appena visibile alla destra del pizzo.




2. Le Sciore dall'Alp Tombal nelle ore più luminose




3. il villaggio di Soglio fotografato in discesa dall'alpe





4-5. Sciore, pomeriggio avanzato







6,7,8 Badile e Cengalo nel tardo pomeriggio




9. Le Sciore nella sera





10-11. L'enrosadira





12-13. Verso le tenebre

  • Enrico
     

clax

Io preferivo il racconto insieme alle foto
ma decidi come vuoi.
La prima è proprio pulita e vivida.
Belle montagne
bellissima pietra, tutta nera, elegantissima
e bravo tu, come sempre.
  • Claudio
     

andrea948

Paesaggi bellissimi!! Ottimi i PDR di tutte le foto, però vedo una scarsa risolvenza,in qualcuna il dettaglio un pò spappolato, o sono io che devo cambiare gli occhiali....  :-\
  • Andrea
     

edecapitani

Io ho il dito un po' pesante e 2 secondi di ritardo forse sono pochi. Se qualcuno sa darmi istruzioni sul comando a distanza ne sono grato. So di essere un po' impedito. Adesso metto il testo come sempre, se va bene per Clax va bene anche per me.
  • Enrico
     

Eros Penatti

Tutte spettacolari Enrico, in particolar modo quelle con la luce calda sulle cime e la tonalità fredda sottostante a contrastare  :si:
Circa il comando a distanza, è da parecchio tempo che non lo uso, risolvo impostando l'autoscatto a 2 o 5 secondi...
In pratica, treppiede, fotocamera in manuale, messa a fuoco manuale o con AF disattivandolo una volta preso sul punto desiderato, imposto il diaframma e regolo il tempo controllando la scala dell'esposimetro e l'istogramma sul display posteriore o nel mirino se possibile, disattivo lo stabilizzatore e premo senza toccar nulla fino alla conclusione dello scatto...
Il comando a distanza può tornare utile per lunghe esposizioni con filtri ND abbastanza scuri....

edecapitani

Grazie Eros.
Io imposto l'autoscatto a 2 secondo (l'alternativa è 10 ma le batterie della sdq hanno una durata un po' limitata, l'altro giorno le ho esaurite tutte e tre): in genere 2 secondi bastano ma non col bestione, almeno questa è la mia impressione.
  • Enrico
     

EXCEL

Un'altra bellissima escursione, hai la fortuna di vivere non lontano a montagne cosi belle? in Patagonia ci sono stato ed hai ragione, questi massicci la ricordano.
Le mie preferite sono quelle con le cime che raccolgono gli ultimi raggi e quelle dove si intravede un pochino di nuvole.

www.roberto-monachello.com
Sigma SD15 + Sigma 18-200 C

Donalonzo

Gianni

Rino

Belle, sul mio monitor - dopo che le ingrandisco - le vedo nitide, ma forse non come dovrebbero essere.

Per l'eventuale micromosso, non credo che la colpa vada alla grande e pesante SDQ (anzi, peso e dimensioni smorzano le vibrazioni), ma al treppiedi se non è di quelli davvero pesanti. L'ho notato quando scatto le foto alla libreria per i test con un leggero treppiedi della Bilora che ho sempre a portata di mano: con due secondi di ritardo, nonostante la mia attenzione nel premere il pulsante di scatto, a volte c'è del micromosso; con 10 secondi non ce n'è.
Compra un'altra batteria di scorta e vai con 10 secondi di ritardo! ;)

agostino

Aspetto un sito con le foto ben impaginate insieme al testo.

NG personale.
Fallo
A
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)