Sto salendo al passo della Manina - in val di Scalve - e, improvvisamente, laggiù in fondo in un varco di cielo, una serie di aguzzi denti rocciosi mi sbrana lo sguardo e l'anima: a destra, il più alto è il Pizzo del Diavolo di Tenda, contraffortato a sinistra dal Diavolino; ancor più a sinistra, formando una V con i demoni pietrificati, si erge il monte Madonnino.
Le Orobie e le Prealpi Bergamasche sembrano un campo di battaglia tra le schiere celesti e quelle infernali: il Diavolo di Tenda, il Diavolino, il Diavolo della Malgina… e le Matte, quattro vezzose e imprudenti fanciulle condannate dal Consiglio dei Folletti a divenire guglie rocciose tra gli strapiombi della Presolana per essersi prese gioco di quattro gnomi... Ed anche la Grigna fu un tempo una fanciulla, anzi una spietata guerriera che, fatto assassinare un cavaliere innamorato di lei, fu trasformata in roccia, e la sentinella sicaria del delitto fu fatta Grignetta (ma la si potrebbe leggere modernamente come una storia di libertà femminile, in fondo non aveva nessun obbligo di cedere agli ardori del cavaliere)... E poi il Lago dell'Inferno - dalle parti del Pizzo dei Tre Signori - che in un tempo lontano risucchiò il diavolo sconfitto in una battaglia campale dall'eremita Trona, trionfante sulla soverchiante forza del suo nemico con un segno di croce, e quando il diavolo fu precipitato dalla sua sede sul Pizzo Varrone la terra si ritrasse per non esserne toccata ed in seguito si risollevò impetuosa formando un nuovo monte, mentre l’orrida voragine fu riempita delle piogge scatenate dal diavolo stesso che scomparve nel nuovo lago. Tutto questo videro atterriti gli abitanti delle valli, videro tutto da una bocchetta e diedero un nome ad ogni cosa: il lago fu chiamato Inferno, la bocchetta Paradiso, il monte Trona in onore del santo che aveva combattuto per loro... E poi ci fu il pastore Ransciga, tramutato in sasso dal diavolo in alta Val Biandino (sempre sotto i Tre Signori) ... E poi ci sono il Madonnino e il monte Giovanni Paolo II. E giunti al passo della Manina, una chiesetta guarda in faccia il Diavolo e la Madonnina, e la chiesetta pur così minuta è una sentinella che domina le valli. Non bisogna invece farsi ingannare dal Pizzo Coca, il suo nome non ha nulla a che vedere con illeciti spacci e neppure con la regina delle bevande capitaliste, giacché 'cocca' significa semplicemente 'vetta' ed è davvero una gran vetta: con i suoi 3052 m è il Re delle Orobie. Certo, i suoi orridi strapiombi ferrigni fanno paura come fosse anch'esso un diavolo...
Salendo al monte Sasna, ero circondato dalla meraviglia, dai diavoli orobici, e dal Redorta, dal Re e dalla Regina (la Presolana) con le sue Matte, dal Ferrante, dal Recastello, dai Tre Confini, dal Gleno e dal Camino.
Più avanti nella stagione, se il venerabile Trona e Giovanni Paolo II e la Madonnina, dalle loro vette mi concederanno protezione, salirò sul Diavolo di Tenda.
Le foto sono fatte con le dpq, 0 e 3
1. il Diavolo di Tenda col Diavolino a destra del varco, il Madonnino a sinistra
2. La cappella che vigila sulle 20 m sopra il passo della Manina