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epidemia

Aperto da agostino, Domenica, 08 Marzo 2020, 09:28:07

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OneFromRM

Per quanto mi riguarda ritengo chiaro che il virus attuale non abbia nulla a che vedere con quello del 2015 e anche che non sia un prodotto di laboratorio.
Dal 2008, cioè da ben 12 anni, veniamo avvertiti dai virologi che il pericolo di un virus che passi da una specie all'altra e si ricombini diventando nocivo per l'uomo è molto concreto. Da dodici anni pensiamo che siano catastrofisti dal pessimismo eccessivo. Nel frattempo abbiamo avuto l'aviaria, la suina, mers e Ebola, come tanti campanelli di allarme, e abbiamo continuato a pensare che i virologi erano eccessivamente timorosi: "visto come abbiamo domato questi virusetti'?".
Oggi che uno di questi sfugge dal controllo e si espande a macchia d'olio, cerchiamo di trovare un colpevole, perché ci tranquillizza (in un modo contorto e del tutto irragionevole) trovargli una causa e un complotto dietrologico.
Quale parte di "i virus sono tantissimi e prima o poi la statistica ci dice che uno casualmente farà un salto di specie, e se trova il vettore giusto sono cazzi amari" non vi sembra plausibile?
Sono dodici anni che fonti ufficiali fanno, dati alla mano, questa profezia. Quando succede, caschiamo tutti dal pero.
Però ci rassicura, nel caos, poter puntare un dito, trovare un segno di intelligenza umana dietro all'opera della natura.
Posso fare un'altra profezia... l'inquinamento fa male al pianeta. Segnatevela.


agostino

CitazionePer quanto mi riguarda ritengo chiaro che il virus attuale non abbia nulla a che vedere con quello del 2015 e anche che non sia un prodotto di laboratorio.
Dal 2008, cioè da ben 12 anni, veniamo avvertiti dai virologi che il pericolo di un virus che passi da una specie all'altra e si ricombini diventando nocivo per l'uomo è molto concreto. Da dodici anni pensiamo che siano catastrofisti dal pessimismo eccessivo. Nel frattempo abbiamo avuto l'aviaria, la suina, mers e Ebola, come tanti campanelli di allarme, e abbiamo continuato a pensare che i virologi erano eccessivamente timorosi: "visto come abbiamo domato questi virusetti'?".
Oggi che uno di questi sfugge dal controllo e si espande a macchia d'olio, cerchiamo di trovare un colpevole, perché ci tranquillizza (in un modo contorto e del tutto irragionevole) trovargli una causa e un complotto dietrologico.
Quale parte di "i virus sono tantissimi e prima o poi la statistica ci dice che uno casualmente farà un salto di specie, e se trova il vettore giusto sono cazzi amari" non vi sembra plausibile?
Sono dodici anni che fonti ufficiali fanno, dati alla mano, questa profezia. Quando succede, caschiamo tutti dal pero.


Il problema è che gran parte di questi epidemie/pandemia originano dalla Cina dove il rispetto della distanza uomo/animali selvatici, criteri di allevamento di animali domestici ecc. sono costantemente violati. Lasciamo da parte quello che non sappiamo: sono sicure le loro centrali nucleari?
Oppure quello che non sembra entrarci ma c'entra: che livello di diritti umani/diritti del lavoro esprimono?
Eppure, forti della mancanza di regole, la Cina è diventata una potenza industriale con cui veniamo costantemente a patti (accettiamo i loro prodotti e il loro modo di produrli, delocalizziamo ecc..) malgrado quanto appena detto. La Cina ha una responsabilità ma la abbiamo ancora di più noi che non siamo interlocutori critici ma affaristi senza scrupoli (gli affari li fanno gli individui, le industrie, lo Stato nel suo complesso).
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Ginni

Ma la Cina esiste da anni, non credo che in passato i controlli alimentari e le regole di allevamento fossero diverse.

pacific palisades

L'aviaria è piemontese.
La suina è messicana.
Ebola è congolese.
La mucca pazza è inglese.
United Colors of Benetton  :D

famarm

Penso che nessuno saprà mai l'operato di questi laboratori che essendo appunto segreti non divulgano nulla.
Preferisco sviluppare una mia idea contrariamente al monotono dell'informazione ufficiale.

pacific palisades

Comunque Famarm è un nome da ditta farmaceutica... per me con la scusa di fare il gorgonzola coltivi delle muffe assassine...  :D

Buono il gorgonzola!  :si:

famarm

Citazione di: pacific palisades il Venerdì, 27 Marzo 2020, 15:33:55Comunque Famarm è un nome da ditta farmaceutica... Buono il gorgonzola!  :si:

Pensa che questo nick risale al lontano 1990.
Lo sconosciuto titolare della ditta che dava connettività nella mia città (diventerà poi famoso per i caso Eutelia ma il sito originale è ancora raggiungibile ad ats.it) dovendo assegnarmi un'indirizzo email inventò questo prendendo parte del nome e del cognome.
Da allora non mi ha più abbandonato.
Per il gorgonzola ci sto ancora lavorando  O:-)

agostino

Mi dispiace se ho scritto una cosa poco chiara e forse superficiale nel cinesizzare tutti i problemi. Volevo dire in sintesi che, da quello che si sa ad oggi (non con certezza), un certo rapporto tra urbanizzazione aggressiva, mantenimento di abitudini rurali in ambienti urbanizzati (macellazione di animali  di provenienza non controllata all'aperto, nei mercati) ha a che fare il passaggio dei virus animali all'uomo e alla rapida diffusione.

Volevo anche dire che il grado di democrazia, assetto di governo pur difettuale che per me rimane un valore, determina come i Paesi governano lo sviluppo e gestiscono le emergenze.

Per guardare a noi direi: 1. nessuno si sta occupando delle persone in carcere e della impossibilità che si ha in quel contesto di attuare le misure minime di tutela per il contagio (ci sono state rivolte con morti, assolutamente non comuni nelle nostre carceri, passate in sordina); 2. vista la sgradevolezza della clausura forzata nelle nostre pur dignitose case, nessuno sta riflettendo se l'istituzione carcere, in sé e in ogni momento, sia ll risposta che uno Stato moderno deve  dare al problema "violazione delle leggi con ricaduta penale". Vi immagina te che cittadino modello viene fuori dopo anni di restrizione della libertà in un contesto degradato?
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

Ginni

Non credo che questa sia la sede per discutere di carcerazione.

Per me il carcere ha più funzione di deterrente che di istituto educativo.



Ginni

La foto non si vede.

clax

Quoto Agostino in tutto, Cina e carceri.
Io non mi scandalizzo che si privi della libertà un individuo
ma la sua salute, la sua sicurezza e la sua dignità devono essere garantite
come a qualunque altro. E in carcere, credetemi, si perde tutto con troppa
facilità.
  • Claudio
     

Ginni

Io come cultura sono di estrazione scientifica.
E vorrei capire su quali studi si basi l'affermazione di Agostino: da quello che si sa ad oggi (non con certezza), un certo rapporto tra urbanizzazione aggressiva, mantenimento di abitudini rurali in ambienti urbanizzati (macellazione di animali  di provenienza non controllata all'aperto, nei mercati) ha a che fare il passaggio dei virus animali all'uomo e alla rapida diffusione.






agostino

CitazioneIo come cultura sono di estrazione scientifica.
E vorrei capire su quali studi si basi l'affermazione di Agostino: da quello che si sa ad oggi (non con certezza), un certo rapporto tra urbanizzazione aggressiva, mantenimento di abitudini rurali in ambienti urbanizzati (macellazione di animali  di provenienza non controllata all'aperto, nei mercati) ha a che fare il passaggio dei virus animali all'uomo e alla rapida diffusione.

Ne ho letto in giro e non mi sembra una ipotesi campata in aria.


https://www.thelancet.com/journals/eclinm/article/PIIS2589-5370(20)30044-4/fulltext
https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(20)30249-8/fulltext
https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(20)30076-1/fulltext
Sotto: articolo divulgativo di qualità da Il Foglio di Giulia Pompili

Roma. È colpa del pipistrello. Anzi no, è colpa del pangolino. Ma voi lo avete mai visto un pangolino? Improvvisamente la Cina è tornata un paese con “standard sanitari non compatibili” con il mondo occidentale. È curioso, a cominciare dal fatto che nel 2018 l’Italia ha importato cibi e bevande dalla Cina per 595 milioni di euro. Il problema è che tra “abbraccia un cinese” e “tutti hanno visto i video dei cinesi che mangiano i topi vivi”, nell’ansia spasmodica di trovare un colpevole per l’emergenza-pandemia, si rischia quello che chiameremmo “l’effetto Corea del nord”. Si tratta di un altro virus molto diffuso in Italia, che suscita in commentatori e politici il desiderio di parlare di qualunque cosa spesso a vanvera, per luoghi comuni e pregiudizi. Siccome non è verificabile o immediatamente verificabile â€" come con le faccende nordcoreane, appunto â€" “i cinesi mangiano i topi vivi” risulta comunque un’espressione verosimile per la maggioranza degli italiani. Ma non è il rischio razzismo a preoccuparci. Il problema è che rilanciare una evidente fake news per rassicurare il paese reale da una potenziale minaccia (Zaia probabilmente voleva dire: qui non mangiamo i topi vivi, quindi siamo al sicuro) ha lo stesso valore del continuare a piazzare in prima pagina “il virus fatto in laboratorio a Wuhan”, una notizia smentita o comunque non verificabile. Allora bisognerebbe anzitutto spiegare che gli scienziati, per far fronte al diffondersi di un virus di cui conosciamo ancora pochissimo, vanno per tentativi. È una specie di inchiesta investigativa su scala globale: bisogna cercare l’animale che ha originato il virus ma anche “l’ospite”: se infatti il virus non è passato direttamente dal primo animale all’uomo, allora vuol dire che c’è un animale intermedio che ha fatto da “salto” per gli esseri umani. Quando si parla di questo tipo di virus i principali indiziati sono quasi sempre i pipistrelli, che hanno una gran capacità di adattare il proprio sistema immunitario, e sono diffusi ovunque. Per quanto riguarda l’animale “ospite”, all’inizio si era parlato dei serpenti. Poi l’ipotesi è stata accantonata, ed è venuto fuori un altro animale: il pangolino, un mammifero in via d’estinzione, simile al formichiere, le cui squame sono usate dalla medicina tradizionale cinese. Ma il pangolino è anche l’animale più trafficato illegalmente nel mondo. Vuol dire che non viene cacciato solo in Cina, ma anche â€" soprattutto, dicono alcune ong â€" in Africa, in America latina, nel sudest asiatico. Il pangolino, insomma, non è l’animale che vi trovate davanti appena mettete piede in un mercato asiatico. Così come non esistono ristoranti improvvisati per strada con pipistrelli bolliti. Il pipistrello in Asia è un animale che porta fortuna, ma avete più possibilità di mangiare i piccioni (i piccioni! I topi volanti!) o le nutrie (le nutrie! I topi nuotanti!) in Italia.

   

Per gli scienziati il problema non è mangiare l’animale (specie se cotto) ma il sistema di macellazione collettivo: cioè animali vivi e morti nello stesso ambiente, spesso con sistemi di aerazione e pulizia carenti. Quello che non si sottolinea abbastanza (anzi quasi mai) è che i mercati di animali vivi sono un problema, preso seriamente da tempo da quasi tutti i paesi asiatici. E per ovvie ragioni sanitarie: fino allo scorso anno a Busan, la seconda città sudcoreana, al mercato di Gupo si poteva trovare la verdura accanto alle gabbiette dei cani. Che venivano macellati lì sul posto, insieme alle galline. Così nella civilissima Tokyo dopo un lungo braccio di ferro con i venditori è stato chiuso il mercato del pesce Tsukiji. Era un posto frequentatissimo dai turisti â€" a cui evidentemente piaceva l’esotico pericolo del pesce mangiato fresco dove era difficile controllare gli standard sanitari. Da anni il governo di Pechino â€" soprattutto dopo l’epidemia di Sars del 2003 â€" ha iniziato una campagna per la “civilizzazione” delle aree rurali, ma è un processo lento, perché va riconvertita un’intera economia. E già da tempo si parlava di una chiusura di tutti i mercati simili a quello di Wuhan, provvedimento poi deciso da Pechino il mese scorso. L’unica cosa che legava i primi pazienti di Wuhan era l’aver frequentato il mercato di animali vivi della capitale dello Hubei. È quindi probabile che venisse da lì, il virus, ma non abbiamo ancora una conferma scientifica. La Cina è un paese che ha moltissime colpe in questa emergenza globale, di comunicazione, di trasparenza. È politicamente efficace per noi parlare di “standard sanitari incompatibili”, ma la realtà dei fatti è molto più complessa. È stata proprio la corsa alla modernizzazione â€" Wuhan è una megalopoli ipertech da undici milioni di abitanti, e non un paesello rurale del terzo mondo come si sente dire in questi giorni â€" che ha compromesso l’ecosistema, l’equilibrio tra uomo e natura. È, questo sì, un fattore che può aumentare il rischio di pandemie nei prossimi decenni.
  • Agostinocantastorie?
     
Sigma SD Quattro + 18-35 Art; Fuji XE1 + Fujinon 18-55 mm + Touit 12 mm; Contax g2 + 28+ 45 +90 mm.
(Al momento silenti: Yashica fx 3 2000 e Contax aria + contax 35mm f2,8 +contax 50 mm 1,4 + contax 80-200 f4)

clax

Non c'è bisogno di essere di estrazione scientifica per comprendere
certe cose. Mancanza di igiene e di controlli sanitari.
Quando io ero bambino la macellazione domestica del maiale era un rito.
Parlo delle campagne, ma non potevi macellare un maiale senza prima averlo
fatto vedere ad un veterinario.
Questi si portano in casa di tutto e li macellano in casa.
E parliamo di città, non di villaggetti rurali, con aeroporti
ecc...
  • Claudio
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