Alcuni puristi della fotografia potrebbero storcere il naso. Non ricordo infatti alcun esperimento degno di nota fra Ghirri e il 3D.
Tuttavia mi ha sempre affascinato questa particolare dimensione fotografica, che ha le sue regole espressive e che può produrre risultati notevoli.
Da tempo mi ci sono dedicato saltuariamente, prima utilizzando macchine a pellicola costruite per questo scopo (di solito russe) e poi alcune digitali.
Le digitali sono la Fujifilm W3 e la Panasonic DMC-3D1. Queste ultime sono del tipo punta e scatta, con qualità non all'altezza delle mie aspettative, anche se semplici e gradevoli.
Ho proceduto quindi ad autocostruirmi un set (baraccone).
Per questo scopo mi servivano due macchine con risoluzione dignitosa e form factor MOLTO piccolo.
Le due macchine devono infatti essere affiancate e la distanza fra i due centri focali dovrebbe essere il più possibile vicina a quella interpupillare (circa 7, 8 cm.)
Le Sony 5100 mi sembravano potessero andare bene, e in effetti è così.
Ma la Sigma fp sarebbe ancora meglio (solo me ne servono due, nel caso qualcuno voglia farmi un regalo).
La sfida è poi pilotare le due macchine in tempo reale facendo in modo che assumano costantemente gli stessi valori (ISO, apertura, velocità) e scattino in sincrono.
Non vi tedio, ma la Sigma ha appena pubblicato il development kit per la fp, e quindi con un po' di tempo si può fare tranquillamente, avendo le due macchine collegate via USB e un programma per il tethering.
Questo che segue è il mio set con le Sony



Per rivedere le foto le possibilità sono
1) TV o proiettore 3D, con relativi occhiali
2) Un set 3D serio, ad esempio l'Oculus Quest 2 (nella foto sotto)

Chiaramente la fruizione è molto limitata rispetto alle immagini tradizionali, ma quello che si può creare ha una sua sintassi, è un linguaggio espressivo interessante e sebbene abbia notevoli complessità ha un suo preciso valore.