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Titoli alle foto.

Aperto da Ginni, Lunedì, 03 Febbraio 2025, 20:50:24

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Ginni

Cerco di contestualizzare bene, parlo di titoli alle foto ovvero quelle poche parole che scritte possono dare una chiave di lettura ad un immagine anche scritti come titolo di un post.
Ad esempio io ho aperto questo topic:https://forum.foveon.it/index.php?topic=12200.msg100749#msg100749

Non voglio parlare di discalie dove si spiega quando e dove si è effettuato lo scatto e si raccontano altri elementi quali "xxx fa il custode da 40 anni del faro".

Secondo voi servono o sono uno stratagemma per dare una chiave di lettura ad immagini forse banali.

Met

Il titolo è una parte essenziale della comunicazione, soprattutto in un forum come questo.

Per prima cosa selezioni il titolo di un thread e poi, se ti va bene, vedi anche qualche foto; se quel titolo non è convincente, passerai oltre.

E poi c'è il fattore psicologico, l'influsso che il titolo, ma anche il testo di accompagnamento hanno su di te. Ti predisporrà a leggere l'immagine in un certo modo. La persuasione, nella comunicazione contemporanea, fa largo uso del binomio testo-immagine - siamo bombardati a 360º da immagini con scritte. Persuasione, che di per sé non è negativa, se non viene usata per scopi manipolatori e menzogneri. Anzi, è un ausilio alla comprensione e all'incontro tra le persone.

Giusto ieri mi sono imbattuto in un sito singolare: l'autore prende spunto dal rumore mentale prodotto dal testo sulle immagini e propone una serie di caratteri tipografici minimalisti, "atipografici", per evitare che questo soffochi l'immagine. Guardati il video: è interessantissimo.
Non c'è niente di più misterioso di un'immagine perfettamente chiara – Diane Arbus

Sardosono

Ti espongo il mio pensiero sull'argomento mediante una selezione di riflessioni di terzi, cui aggiungo la mia opinione in chiusura.

Sul porre un titolo ad un prodotto dell'espressione umana di qualsivoglia natura (dipinto, scultura, disegno, fotografia o quant'altro) sono stati versati fiumi di parole, che ritengo possano essere sintetizzati mettendo a raffronto i principali argomenti a favore e contro tale questione.

A FAVORE #1: «Dare un titolo a ogni opera è certamente una buona abitudine, perché così, pur sacrificando un po' della libertà dell'osservatore, si riesce a dare una modalità di lettura al pubblico, il che può essere persino indispensabile nel caso di opere astratte.» (presa da MOMARTE, ma la formulazione è risalente al XIX secolo, in origine di autore anonimo, da allora ripresa, diffusa e riportata innumerevoli volte)

A FAVORE #2: «Un'opera d'arte senza un titolo è un'opera senza identità.» (Peggy Guggenheim, 1939, collezionista d'arte)

A FAVORE #3: «Dare un titolo a un'opera è come darle un nome, è come conferire ad essa una identità precisa, che la rende distinguibile, identificabile, come se si trattasse di una persona.» (Giuseppe Nifosì, storico dell'arte e dell'architettura)

CONTRO #1: «L'argomentazione a favore di porre dei titoli ai lavori visivi è certamente valida ed utile quando si tratta di lavori che non hanno alcuna velleità artistica, neppure minima. Per contro, nessun artista degno di questo nome si sognerebbe mai di voler veicolare qualcosa di specifico attraverso le sue opere; di conseguenza egli non ha alcun motivo e non sente alcuna necessità di dare un titolo alle sue opere. Lo dimostra il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi, i titoli delle opere d'arte sono stati dati da critici, galleristi, espositori, musei, case d'aste, ed altri, ma quasi mai dagli autori stessi, se non quando espressamente richiesto da galleristi o espositori per pura necessità di identificazione.» ("Critiche ai critici d'arte" AA.VV.)

CONTRO #2: «Non è vero che mi rifiuto di dare titoli alle mie opere. Anzi, al contrario, appongo sempre un titolo ad ogni opera che realizzo, proprio per evitare che qualche cialtrone possa arrogarsi il diritto di dare lui un titolo alle mie opere. Solitamente i titoli che metto sono "Untitled n.X", dove la X è un numero progressivo che naturalmente cambia e non è mai lo stesso, "ça va sans dire"...» — Jackson Pollock, pittore

CONTRO #3: «I pochi nomi che ho dato personalmente alle mie opere sono frutto di equivoci coi giornalisti: io buttavo lì dei titoli inventati sul momento, ma quelli non capivano che li stavo prendendo per i fondelli, e li riportavano nei loro articoli. A volte davo ad ognuno di loro titoli diversi allo stesso dipinto nello stesso giorno, ma anche così non capivano e mi prendevano seriamente. Non è che i giornalisti non abbiano senso dell'umorismo: è che ascoltano i critici, il quali non si rendono conto che porre un titolo ad un dipinto è una cosa senza senso in ogni caso, figuriamoci poi se il dipinto è astratto, metterci un titolo è soltanto ridicolo. Ma i critici d'arte, ecco, quelli sì che non hanno il senso dell'umorismo né del ridicolo.» — Jackson Pollock, pittore

CONTRO #4: «Gli artisti "veri" – quelli cioè che preferiscono non vendere le proprie opere piuttosto che cedere a compromessi sulle stesse – quando vien chiesto loro di dare un titolo alle proprie creazioni, giustificandolo con l'opportunità di identificazione, solitamente soddisfano la richiesta con titoli del tipo "Opera n.1", "Opera n.2", "Opera n.3", ecc. Quindi, se gli autori stessi si rifiutano di dare un nome alle proprie opere, è chiaro che sostenere la necessità di fornire una indicazione di lettura da veicolare insieme all'opera stessa, è soltanto il pensiero di un cretino.» ("Critiche ai critici d'arte" AA.VV.)

CONTRO #5: «Ad un'opera d'arte non serve un titolo; se serve un titolo, non è un'opera d'arte.» Jiří Franta, pittore

Ed infine, per concludere, ecco LA MIA OPINIONE

A FAVORE: «Chiaramente, in un forum e sui social in generale, solitamente non si hanno velleità espressive di livello artistico, per cui i titoli ci stanno benissimo e sono di reale aiuto pratico. In pratica concordo con @Met. Tuttavia, è bene aver chiaro il distinguo tra "il titolo del post" ed "il titolo della foto", perché sono cose assolutamente differenti, anche se per molti tale differenza potrebbe apparire labile al punto di non percepirla.»

CONTRO: «La famosa "Sonata al Chiaro di Luna" di Ludwig van Beethoven fu intitolata così (DOPO la morte dell'autore) dal critico musicale tedesco Rellstab, il quale di Beethoven come uomo ne capiva evidentemente ben poco, visto che la sonata fu composta come "una marcia funebre che però non fosse deprimente, quasi una fantasia dell'anima, dedicata al proprio amore segreto e senza speranza - e pertanto già defunto prima ancora di nascere - per la contessina Giulietta Guicciardi". A discolpa di Rellstab vi è da dire che non poteva in alcun modo saperlo né immaginarlo, visto che lo stesso Beethoven evitò accuratamente di associare questi suoi pensieri alla sua sonata, come anche fece per qualsiasi altra sua opera, proprio perché non voleva che l'ascoltatore potesse essere influenzato in alcun modo. Questo è infatti il desiderio di ogni creatore d'arte o aspirante tale: che "il fruitore" sia pienamente libero di immaginare quel che vuole. Beethoven si limitò, pertanto, ad annotare a margine la frase "quasi una fantasia", ma solo per sé stesso, e come ogni altra sua composizione intitolò anche questa proprio a scopo di identificazione, chiamandola semplicemente "sonata per pianoforte n. 14 in Do diesis minore".»

IN SISTESI – Quando però parliamo non di social ma di lavori che sono frutto dell'espressione artistica dell'autore (che siano splendide opere d'arte o schifezze atroci poco importa), allora l'opera non può in alcun modo essere né diventare strumento per veicolare una qualsivoglia "comunicazione", altrimenti cessa istantaneamente di essere arte per diventare "comunicazione multimediale". — SardoSono ("quasi anonimo" sardo)
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

CORREDO FOTOGRAFICO IN COMPLETA RIDEFINIZIONE

Sardosono

Suggerisco la lettura di questo libro a fumetti per bambini dal titolo

PERCHÉ AI DIPINTI NON SERVONO TITOLI

Autore: Ondřej Horák

Illustratore: Jiří Franta



BUONA LETTURA!! 😎😎😎
Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

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Ginni