qui vi indicavo la mostra:
http://forum.foveon.it/index.php?topic=9638.0"Se fotografi il paesaggio è il Sole che fa da padrone, bisogna accettarlo"
Quasi così inizia il documentario in cui il giovane ottantenne Koudelka [Ko0, Ko00]- con una Leica digitale S2 (credo) - torna sui siti archeologici del Mediterraneo, dove ha scattato le foto in circa trent'anni di viaggi (e 200 siti visitati), per provare non a ripetersi, come chiarisce, ma a cercare ancora qualcosa di nuovo in quello che ha già indagato.
Ricerca ancora qualcosa di non espresso su quel volto di pietra - di cui ho dimenticato di annotare luogo e riferimento - (lo vediamo che, confrontando la sua vecchia foto, che tiene in una mano, alla scena che ha di fronte, aspetta che il Sole, piano piano, cambiando inclinazione e illuminando in modi diversi il volto scolpito, dia il responso di quella ricerca) e forse lo trova [Ko1].
Ci riprova con il bassorilievo, appena accennato dallo scultore su un blocco di marmo di un anfiteatro; aspetta a lungo, anche annoiato e dice: è come quando in camera oscura aspetti che l'immagine latente esca fuori dalla carta, nel bagno di sviluppo. Ma il Sole non arriva a toccare, radente, quella immagine delicata e il soldato rimane quasi impercettibile, lì, sulla superficie della pietra, infotografabile*.
Il sole ha vinto, decide il vecchio giovane, al termine di lunghe ore di attesa.
*come la Funny Valentine: “Your looks are laughable, Unphotographable, Yet you're my favorite work of art, Is your figure less than Greek? Is your mouth a little weak?”
Ho pensato alle foto di PP sui tetti di fronte casa sua, futuri siti archeologici di questo nostro mondo troppo e mal edificato, e ai commenti fatti su quanto, per quelle semplici foto, fosse in gioco l'immenso e inconoscibile gioco dei moti planetari e dell'universo mondo.
Sulla mostra non vi dico niente, credo sia imperdibile. Ho visitato luoghi a me sconosciuti ma amati, appartenenti al mondo antico dei Greci e dei Romani. Mi sono ritrovato a sentire familiari luoghi ignoti e a scoprire d’improvviso, come una agnizione, che una veduta d’insieme o un dettaglio che mi sembrava di conoscere erano effettivamente a me noti: Ostia antica, Villa Adriana a Tivoli, Paestum, il Foro di Roma…
La biografia di quest’uomo [Ko000] è unica e commovente e la serenità che trapela dalle immagini del video dice tutto.
Il catalogo è edito da Contrasto, completo, ben stampato: 75 euro.
Non lo ho preso perché dopo una visione di gigantografie è difficile ridurre l’emozione a un libro, sia per la dimensione delle foto che per impossibilità della stampa a ridare quella visione tonale così ricca e appagante.
In pellicola, credo la gran parte delle foto. Non so con che macchina, che formato. La grana si vede ed è bellissima e la pellicola non perde un dettaglio [Ko3], anche quelli che non serve vedere ma che fanno la visione di insieme, da lontano, proprio per questa ricchezza, più bella, come ho cercato di dire qui (anche per spiegare perché amo il Foveon):
http://forum.foveon.it/index.php?topic=9645.0Da ultimo vi dico, per chi ha avuto la pazienza di seguirmi sin qui, che prima della mostra ci siamo incontrati Enrico One From Rome – da ora EOFR – e io vicino a una bancarella di piazzale Flaminio, luoghi a lui familiari (come abbiamo visto dalle sue foto): tempo di prendere un caffè, scambiare parole veloci ma, credo, di rapida intesa su molte cose che interessano un po' tutti su questo forum e riproporci una passeggiata fotografica quando capiterà (si è parlato anche di un incontro a Rimini a fine Covid, citofoniamo a Italo)
In quella bancarella, venendo via dalla mostra, ho preso per 5 euro il libro su Venezia [Ko5] curato da Mimmo Jodice. Peccato non avessero, tra i tanti della collana, l’Emilia-Romagna** di Ghirri.
Saluti
**sulla copertina è scritto Emilia e sotto Romagna. Non so come lo scrivete voi indigeni su un rigo: Emilia e Romagna? Emilia-Romagna? Quando ero a Trieste fior fiore di dibattiti su Il Piccolo per decidere come andasse scritto Friuli Venezia Giulia, viste le complicate vicende identitarie delle tre aree: ogni soluzione grafica sembrava negare o indicare assimilazioni, appartenenze, reciprocità su cui non si trovava la quadra.