News:

Come penso avrete già capito un po' tutti, il nuovo utente @Rolanda Bou è ancora una volta @Joserri, il suo SESTO account per la precisione —— Sinceramente sono sconcertato... —— In attesa di decidere che fare, ritengo preferibile ignorarlo e basta —— Grazie

Menu principale

Tridimensionalità immagini.

Aperto da andrea948, Sabato, 27 Aprile 2024, 13:44:30

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

andrea948

Uno dei misteri fotografici di cui non riesco a trovare una spiegazione tecnica, è la tridimensionalità delle immagini che il sensore a pieno formato full frame riesce a produrre. Con i sensori APS-C questa sensazione di tridimensionalità è praticamente assente se non in rare situazioni, ovviamente nel micro 4/3 è praticamente inesistente. Non riesco a trovare nessun articolo tecnico che spieghi questo fenomeno, che nel MF è addirittura più marcato.
  • Andrea
     

SierraVictor

Non è la dimensione assoluta del sensore ma, da quel poco che ho capito (e l'argomento interessa anche a me), il rapporto sensore/mpixel ovvero la dimensione assoluta del fotosito. Se tu prendi, ad es, la Nikon ... vacca miseria non mi viene il modello... (FX...DX...) era una ff della prima decade del 2000 con soli 12mpixel. Ecco se riesci a individuarla e vai a vedere le immagini che scattava, questa restituiva una tridimensionalità superiore a qualunque digitale.
  • Simone
     
DP2, Sony A7r2.

andrea948

La Nikon D700...Difatti l'ho presa qualche mese fa :)
  • Andrea
     

Eros Penatti

Continuo a sostenere che la fotocamera non sa fotografare  :D  acquisisce dati !
Infatti non compensa la luce come il nostro occhio, da li doppie, triple esposizioni, bracketing e chi più ne ha più ne metta.
Tanti anni fa, un tizio ci arrivò applicando una tecnica innovativa, ancora attualissima e di grande effetto e finezza...

https://it.wikipedia.org/wiki/Prospettiva_aerea

Basta applicarla alla fotografia  ;)




Eros Penatti

L'unica Nikon DX dell'epoca che mi piacerebbe provare è la mitica D200, aspc da 12 mpx con sensore CCD, soprattutto per i colori che restituiva ; oggi basta trovare il suo profilo colore ed applicarlo al raw, ma se uno vuol fare il purista con poco la si trova...
Da quel che ho potuto capire, prevalentemente in ritrattistica, contano molto le ottiche quando si parla di tridimensionalità e forse solo in quel genere, più grosso è il sensore meglio è...  in paesaggistica non sono molto convinto...

Ginni

Conta molto anche l'ottica e la profondità di campo secondo me, più è minore maggiore è l'effetto di tridimensionalitá dovuto a particolari a fuoco in primo piano e sfocato.

L'immagine è piatta il nostro cervello la interpreta linee prospettiche e quwste con le parti a fuoco su cui l'occhio "ritiene" di aver fissato lo sguardo danno la senzazione di tridimensionalità.

andrea948

Citazione di: SierraVictor il Mercoledì, 21 Agosto 2024, 22:41:19e tu prendi, ad es, la Nikon ... vacca miseria non mi viene il modello... (FX...DX...) era una ff della prima decade del 2000 con soli 12mpixel. Ecco se riesci a individuarla e vai a vedere le immagini che scattava, questa restituiva una tridimensionalità superiore a qualunque digitale.

Non so se nel caso di specie si possa parlare di tridimensionalità, certo è che l'accoppiata sensore/processore di quella fotocamera è stata particolarmente azzeccata, tra l'altro non era un sensore Sony come tutti quelli montati su Nikon, ma bensì un sensore Panasonic. Per il resto quello che si nota maggiormente è l'elaborazione del colore che restituisce quella fotocamera, che personalmente apprezzo molto, per il resto al momento non riesco a trovare altre particolarità peculiari.
  • Andrea
     

Met

C'è un motivo ottico, che è legato alle dimensioni del sensore e delle lenti, una sorta di effetto parallasse anche se il punto di vista è singolo. Più è grande il sensore e più aumenta l'effetto parallasse, dando il senso di maggiore tridimensionalità. La percezione umana dell'ambiente tridimensionale avviene grazie al parallasse della visione binoculare. Se riscontriamo questo effetto in una foto, ci apparirà più tridimensionale. Quindi, Andrea, la tua intuizione è corretta e ha una spiegazione semplice.

E' interessantissimo notare, come alle aperture massime di diaframma si possa anche vedere un oggetto nascosto dietro a un altro. La finta profondità di campo delle foto da smartphone non potrà mai inventare quello che riesce a vedere una buona lente abbinata a un sensore generoso. Ho imparato questo leggendo il manuale di un software per il rendering 3D e non in trattato di ottica fotografica  :gh:  :gh:  :P

Ecco l'estratto: le immagini spiegano tutto molto meglio di tante parole.



Poi c'è la resa cromatica (della lente, del processore a bordo della fotocamera, in postproduzione, ...) e gli eventuali filtri atmosferici, come il polarizzatore, che possono aumentare la leggibilità e la tridimensionalità di una scena. Se non postproduci il raw, fa la differenza: è lo stesso motivo per cui, a parità di ottiche e filtri, le Sigma fp e fpL hanno una resa completamente diversa dalle Sony Alpha e rotti che montano lo stesso sensore.
È bello cio che piace senza concetto.

andrea948

  • Andrea
     

andrea948

Si potrebbe anche dire, azzardo, che alcune ottiche abbiano la particolarità di mantenere una differenziazione dei piani focali dell'immagine tale da rendere tale effetto maggiormente evidenziato rispetto a altre lenti? Fermo restando l'effetto parallasse legato alla dimensione del sensore? Ho notato questa particolarità su alcuni vecchi obiettivi Zeiss montati su sensori FF, tipo il Vario-Sonnar 28-85 che , almeno ai miei occhi, esaltava tale effetto molto di più di obiettivi di ultima generazione.
  • Andrea
     

Pinus

Più é grande il sensore, maggiore é lo stacco dei piani

Rino

La sensazione di tridimensionalità è rincorsa da alcuni (fotografi e costruttori di lenti) e ignorata o trascurata da altri. E' un discorso molto vecchio che si faceva anche ai tempi dell'analogico con ampie discussioni tra appassionati della scuola Giapponese (al top della risolvenza senza tridimensionalità c'era Nikon) e della scuola tedesca (al top della tridimensionalità c'era Leica, ma dipendeva dalle ottiche e, nella globalità, preferivo la ben più costante Zeiss).

Una volta si doveva scegliere tra la botte piena e la moglie ubriaca e stadi intermedi, ma - soprattutto - si diceva che la risolvenza era gratis mentre la tridimensionalità costava cara ed era vero perché una buona lente anche economica è in grado di fornire tanta risolvenza, ma occorre lavorarci su ed aggiungerne tante altre per eliminare tutte le aberrazioni, avere una bella resa colore, nitidezza, tridimensionalità e, non ultimo, per completare il quadro, un ottimo trattamento antiriflessi. La lunga strada per passare dalle foto nitide alle foto belle prima dell'avvento del digitale.

Oggi, grazie alle nuove tecnologie ed alla progettazione con il computer, possiamo avere ottiche anche molto economiche che hanno delle prestazioni molto elevate ed i fondi di bottiglia quasi non esistono più.

Da questa premessa si può capire che la tridimensionalità dipende essenzialmente dal progetto ottico, dalla lunghezza focale e dal formato coperto. Più è grande il sensore, più aumenta la lunghezza focale a parità di angolo di campo e da questo deriva il fatto che - come detto da Pinus - più è grande il sensore, maggiore è lo stacco dei piani, ma tutto è collegato: aumentando le dimensioni del sensore, per lo stesso campo inquadrato, occorre una focale più lunga e tutto ritorna in un circolo infinito all'obiettivo ed alla sua progettazione.

andrea948

C'è anche da dire che con i SW attuali la tridimensionalità si può creare con un'attenta post-produzione, ovviamente partendo da RAW di qualità...
  • Andrea
    Â