Interessante la testina del giradischi. La ho vista in un sito vinilico.
Citazione di: agostino il Sabato, 03 Maggio 2025, 07:59:09Una riflessione.
Ora nel 2025 comperiamo...il vinile. Si sente bene, molto bene, si tollera il fruscio (come la grana della pellicola) e dà soddisfazione tenerlo tra le mani: la cura del contenitore - oltre che del contenuto - che sto ricoprendo acquistando LP anni '70, è commovente.
Buon ascolto
Il paralellismo mi piace, soprattutto perché mi conferma che in entrambe le situazioni la percezione soggettiva - condita con il gisto mix di
fervore religioso e autosuggestione - è determinante.
Un mio amico — audiofilo, compositore e pure cintura nera di programmazione (che già detta tutto) — mi disse, negli anni '90, che era praticamente impossibile distinguere un mp3 compresso a 192 kbit/s da un file audio non compresso.
Il punto è che la vera differenza non la fa il supporto. La fa l'amplificatore. E soprattutto l'impianto di diffusione. Che tu stia ascoltando un mp3, un file hi-res o un vinile, se lo fai con due scatolette da scrivania da 29,90€, suona sempre male.
Lui, da bravo nerd analogico, all'epoca si dilettava con le cassette DAT (già solo a dirlo sento odore di nostalgia magnetica), poi è passato a formati non compressi con dentro talmente tanti bit che serve un muletto per spostarli. Per l'editing audio? Certo, più qualità hai, meglio è. Ma per l'ascolto... è tutta un'altra musica. Letteralmente.
E indovina un po'? Succede la stessa identica cosa con la fotografia digitale.
Il nostro amplificatore, in questo caso, è il software di sviluppo. È lui che fa la magia: toglie il rumore, recupera le ombre, addolcisce le luci bruciate, sistema le dominanti sbagliate e — con un po' di fortuna — ti fa sembrare bravo.
Tanto poi, alla fine, salvi tutto in JPEG con profilo sRGB, cioè l'equivalente fotografico del caro vecchio mp3. E tanti saluti ai TIFF e al ProPhoto RGB, che fanno tanto "studio professionale", ma finiscono comunque a 1080px su Instagram.
La vera differenza? La fa l'impianto di diffusione. Cioè: un buon monitor o una stampante che non faccia sembrare la tua foto una cartolina scolorita del 1985.
E se ti manca l'analogico — perché vuoi mettere il brivido di rovinare uno scatto con una pellicola scaduta? — tranquillo: oggi puoi aggiungere vignettature finte, grana digitale e graffi ad alta risoluzione. Tutto per ottenere quell'effetto "vissuto e autentico"™ che piace tanto.
Anche mio figlio, vent'anni appena e già con la passione per i vinili, si diverte un sacco a smanettare col giradischi. Io invece ringrazio ogni giorno per l'esistenza di supporti che non si degradano un po' di più ogni volta che li usi.
Perché sarà anche vero che il fruscio ha il suo fascino, eh, quel pizzico di vintage che ti fa sentire profondo anche se stai ascoltando la sigla di Capitan Harlock. Ma sentirlo a ogni dannata canzone... no, quello non mi manca per niente.
Come dici tu, il valore aggiunto è tutto il contorno: manipolare il supporto, giocare col giradischi, sfogliare la copertina come fosse un libro d'arte. Per non parlare della testina Ortophone Concorde: vale da sola lo scatto!
Io, per dire, ho un'edizione de Il Grande Sogno di Vecchioni con un libro scritto da lui e illustrato da Andrea Pazienza — roba da urlo — e me la tengo stretta. Anche se, lo confesso, ormai l'ascolto solo in digitale.
Che vuoi farci, il cuore è analogico, ma le orecchie no ^-^ :)) :))