Capanna Carrel, 3.835 m

[Met]

Ecco le foto dalla Carrel. Grazie ancora per i consigli preziosi e utili — il birrone me lo sono fatto alla fine
 
Sopravvissuto, e con un sorriso più grande del Cervino davanti agli occhi.
Alla fine l'altitudine l'ho sentita meno del previsto — forse per merito dell'entusiasmo.
Quattro minuti di elicottero da Cervinia e cinque ore sospeso sopra le nuvole, in un luogo che più che "in quota" è fuori scala.

La nuova Capanna Carrel sorge a pochi metri dalla vecchia, che verrà smantellata: due epoche affacciate sul vuoto.
Dalla terrazza della "storica" ho potuto fotografare i lavori quasi comodamente, con una vista che sembrava disegnata per il 250 mm catadiottrico — una piccola, inaspettata soddisfazione.
Il 105 mm Sigma, invece, ha fatto il resto, con quella la sua nitidezza.

Poi mi sono calato nella nuova struttura e ho fatto qualche scatto ravvicinato.
Ometto i dettagli di cantiere — qui pubblico solo le immagini che mi piacciono per gusto personale.

E per chi vuole un'idea del contesto, ecco il link alle viste a 360° fatte col drone.
Ho volato col cuore in gola, al limite della quota di tangenza, non sapendo se l'avrei fatto atterrare illeso.

Alla fine è andato tutto bene: clima mite, quattro o cinque gradi sopra lo zero a mezzogiorno, ma nel primo pomeriggio ci hanno richiamato d'urgenza — una perturbazione in arrivo.
Alle 13 era già tutto coperto di neve.

È incredibile come in un'ora la montagna possa cambiare stagione, umore e luce.
Ti insegna quanto siamo provvisori, quanto fragile sia ogni equilibrio — e che certe altitudini non si misurano in metri, ma in respiri.



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Gesti rapidi, più del vento che sollevava le mebrane.


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[Verix1]

Che invidia e che immagini!!! 

[Rino]

Massima stima e massimo apprezzamento per la tua impresa. Belle le foto anche se mi hai fatto ricordare perché non mi piacciono i catadiottrici.

[agostino]

Che avventura bellissima e che foto!
Ok, lo sfocato del catadiottrico non eccita ma lo tolleriamo senza problemi!

[Met]

Belle le foto anche se mi hai fatto ricordare perché non mi piacciono i catadiottrici.

Ok, lo sfocato del catadiottrico non eccita ma lo tolleriamo senza problemi!

Grazie per gli apprezzamenti e per le considerazioni sul catadiottrico.
Lo so, o lo ami o lo odi.
Io, confesso, lo adoro — anche se è un tipo un po' difficile da domare.

Nel mio corredo non ci sono super-tele da cacciatore di uccelli: arrivo al 105 mm Art di Sigma, che uso più che altro per macro.
Il tele, in generale, non è nelle mie corde.
Questo cinesone 7artisans l'ho preso più per lo sfocato ad anelli che per la focale. Leggero, economicissimo, divertentissimo.
Nulla a che vedere con la qualità Sigma, certo — ma sarebbe ridicolo anche solo metterli a confronto.

E poi, non posso dire di averlo scelto per la leggerezza, visto che in borsa avevo roba ben più pesante.
Semplicemente, in quel momento era lui a darmi soddisfazione.

Sarà che sono un grafico, non un fotografo. L'anima resta quella.
Per me lo sfocato ad anelli è un valore aggiunto, non un difetto.
E a giudicare dalle reazioni dei "non addetti ai lavori", pare che piaccia pure: nessuno si è lamentato dello sfocato bizzarro, anzi.

Meriterebbe un capitolo a parte la gioia un po' infantile con cui mi avvicino a questi obiettivi esotici — ma finirei per scrivere un racconto. Magari in un altro thread
Ognuno ha il suo percorso, e questa è la mia deviazione felice.

[Rino]

Per me lo sfocato ad anelli è un valore aggiunto, non un difetto.

Diciamo che è una caratteristica tipica che non è bella e non è brutta, dipende dalle foto e può diventare un valore aggiunto o il contrario.
Giusto per non essere frainteso, non odio i cata né il tipico sfocato con gli anelli e ho usato con piacere e tanto divertimento il Tamron 350 sulla Contax (scrissi anche un articolo pubblicato su "REFLEX", "A spasso con il cata").

[edecapitani]

Complimenti Met!
Molto belle anche le foto col drone, panorami che lasciano senza fiato e contrasto di luce e colori affascinanti. Rendono bene l'idea dei precipizi che si devono affrontare per andare in vetta per la cresta del Leone, una scalata tecnicamente non difficilissima ma lunga ed esposta, piena di insidie. Ad un mio amico che stava scendendo dalla vetta in corda doppia, il vento ha portato via i capi della corda ad una sosta, lasciandolo privo di sicurezza. Alla fine ha dovuto chiamare l'elicottero (intervento coperto dall'assicurazione del CAI).
Mi sarebbe piaciuto salirci, mi è mancata l'occasione, ora è fuori dalla mia portata ma non me ne rammarico.
La sola vista del bivacco mette i brividi.