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I TRE GENERI DEL RITRATTO FOTOGRAFICO

Aperto da Sardosono, Domenica, 26 Ottobre 2025, 01:10:23

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Sardosono

I TRE GENERI DEL RITRATTO FOTOGRAFICO
(una breve introduzione)

Come ho avuto modo di accennare in vari topic, il "ritratto" NON È "UN" singolo genere fotografico ma "TRE" 😎😎😎

Infatti, col termine "ritratto fotografico" ci si riferisce in realtà ad un "macro-genere" della fotografia, che racchiude in sé tre differenti generi fotografici, ben distinti (e anche facilmente distinguibili) tra loro, che sono i seguenti:

1) FORMALE   (o IMPERSONALE)
2) INFORMALE   (o ESTERIORE)
3) CLASSICO     (o PERSONALE)

Tralasciamo del tutto ogni considerazione sul significato e sull'origine di questi termini, e limitiamoci ad una breve descrizione dei singoli generi che ci permettano di distinguerli agevolmente.

Il ritratto FORMALE è quel genere nel quale il fotografo ha pieno controllo su ogni aspetto della ripresa, dall'intera scenografia ai soggetti ritratti, e agisce quindi esattamente come il regista in un film. Allo stesso modo anche il soggetto della ripresa agisce esattamente come un attore, quindi ad essere ritratta non è la persona in quanto tale, ma il "personaggio" che essa (ossia il modello o modella) interpreta e/o rappresenta.

Tecnicamente possiamo approssimativamente definire il ritratto FORMALE come "quel genere di ritratto nel quale il fotografo esercita una REGIA ATTIVA E SENZA LIMITAZIONI, finalizzata ad una RIPRESA IMPERSONALE DEI SOGGETTI" (ritengo che l'aggettivo "impersonale" non necessiti di ulteriori spiegazioni).

Nel ritratto INFORMALE la situazione è sostanzialmente all'opposto, ossia il fotografo non interferisce mai attivamente nella ripresa, né sulla scena né sui soggetti ripresi. Il controllo del fotografo è quindi limitato a sé stesso e agli strumenti fotografici che posta indosso, e dunque anche l'interazione con i soggetti è inesistente, o sufficientemente superficiale da non interferire mai con la ripresa.

Tecnicamente possiamo approssimativamente definire il ritratto INFORMALE come "quel genere di ritratto nel quale il fotografo esercita una REGIA STRETTAMENTE PASSIVA E CONTROLLATA, atta a non interferire in nessun modo con la ripresa, che è finalizzata a RITRARRE I SOGGETTI PER COME APPAIONO SUL MOMENTO".

Se quanto sopra è chiaro, allora dovrebbe essere anche evidente che la fotografia di "street" è a tutti gli effetti un caso particolare (ossia un sotto-genere) del ritratto informale.

Infine, nel ritratto CLASSICO il fotografo agisce semplicemente come gli garba, senza limiti né regole, ed il suo fine è quello di ritrarre il soggetto come PERSONA, e più precisamente cercando di rappresentarlo per come egli "lo vede" e/o "ritiene che sia". Si tratta dunque di una "interpretazione PERSONALE" del soggetto, ossia in quanto PERSONA e NON COME PERSONAGGIO, ed è pertanto ovviamente necessaria anche un minimo di conoscenza (anche superficiale ma concreta e reale) del soggetto ritratto da parte del fotografo.

Riassumendo, i tre generi del ritratto sono determinati da tre intenti fotografici assolutamente differenti tra loro, che richiedono disposizioni mentali e psicologiche altrettanto assolutamente differenti da parte del fotografo. Ne è riprova il fatto che molti ottimi fotografi che si distinguono in uno di questi tre generi, sono spesso come pesci fuor d'acqua negli altri due.

Come discorso generale e introduttivo ritengo che basti e dunque mi fermo qui.


NOTA FINALE (che spero sia anche istruttiva)

Mi sento chiedere spesso quale sia il più difficile dei tre generi, ma la cosa mi mette in difficoltà, perché la risposta in sé è semplice, ma allo stesso tempo il concetto che sottende risulta tutt'altro che semplice da trasmettere e quindi difficile da comprendere. La spiegazione più sintetica e comprensibile che sono riuscito a elaborare nel corso degli anni è la seguente.

Il punto cruciale è che occorre distinguere nettamente tra la difficoltà tecnica e quella pratica.

Il ritratto FORMALE richiede una piena e consolidata padronanza della tecnica fotografica, non solo del ritratto ma in generale e sotto ogni aspetto, a cominciare dalla gestione della luce, naturale e artificiale, che già questa da sola richiede molto studio e concreta esperienza.

Tuttavia, la padronanza della tecnica è altrettanto indispensabile anche per il ritratto CLASSICO, ma in questo caso si aggiunge la notevole complicazione che la tua "regia" non deve assolutamente interferire con la tua interazione col soggetto che intendi ritrarre (ossia il tuo agire da fotografo deve essere del tutto trasparente per lui, idealmente quasi non se ne dovrebbe accorgere).

Ma la complicazione è addirittura ancora maggiore nel ritratto INFORMALE, in quanto la "regia passiva" non soltanto è estremamente limitante in sé, ma non ti permette di aver tempo per agire e ancor meno per riflettere, quindi non puoi "agire" come negli altri due casi, bensì devi "reagire" in pressocché continuo automatismo, e generalmente anticipando ogni problema.

Di conseguenza, anche se la difficoltà tecnica è sostanzialmente la stessa nei tre generi, la pratica risulta notevolmente più complessa nel ritratto CLASSICO e ancor più in quello INFORMALE.

Purtroppo assai spesso molti fotoamatori (e non solo i principianti) commettono l'errore (fatale) di dedicarsi al ritratto informale senza preparazione e senza basi, ritenendo (erroneamente) che sia tecnicamente più semplice e più facile di quello FORMALE, con la conseguenza ovvia di essere perennemente insoddisfatti dei propri scatti, ma altrettanto perennemente illusi e ingannati dai risultati occasionali e casuali, che inevitabilmente capitano e che li mantengono inchiodati alla condizione di principiante.

In conclusione, quando si parla di tecnica del ritratto ci si riferisce implicitamente al ritratto FORMALE, che pertanto costituisce la base imprescindibile anche per gli altri due generi. Anche se può sembrare strano, posso assicurare che la dimestichezza con la disposizione delle luci artificiali è di preziosa e fondamentale importanza per la gestione delle mille sfaccettature che la luce naturale ti presenta continuamente in esterni nel ritratto INFORMALE.

Per quanto mi riguarda, non faccio più ritratto FORMALE fin dal tempo della pellicola, perché non mi interessa più e preferisco gli altri due generi; ma a suo tempo, a cavallo dei miei vent'anni, cercai di apprendere e mettere in pratica ogni cosa che potei sulle tecniche del ritratto, in studio e in esterni. Al punto che poco più che ventenne potei permettermi di accettare due incarichi di back-stage di moda per conto di due (allora noti) stilisti, con grande e reciproca soddisfazione (anche economica 😉😉😉).

Pur non avendo mai avuto intenzione di darmi al professionismo fotografico, nei primi anni di università con la fotografia mi ci son pagato un bel po' di extra e di viaggi in lungo e in largo per tutta Europa, e questo proprio grazie al ritratto FORMALE (soprattutto con gli annuari aziendali che allora andavano molto di moda, e pagavano più della stessa "moda" 😇😇😇). Eppure, nei miei scatti di ritrattistica INFORMALE, ancora oggi non faccio altro che mettere in pratica (in totale automatismo e senza necessità di pensare) quanto ho imparato in quegli anni ormai lontani.

Congelare in una foto l'istante effimero ci permette di estrarlo dall'eternità, non tanto - o non soltanto - per documentarlo, quanto soprattutto per poterlo "ammirare" (anonimo sardo)

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